venerdì 31 luglio 2009

0 Harry Potter e il Principe Mezzosangue

Anno: 2009
Durata: 153 minuti
Genere: Avventura/ Fantastico
Regia: David Yates
Cast: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson
Trama: sono trascorsi pochi mesi dalla fine dell'anno scolastico e Harry vive la sua estate da mago in terra babbana a corteggiare una cameriera di un piccolo locale all'interno della metropolitana. Una sera però incontra Silente che lo porta da uno strano mago chiamato Lumacorno, insegnante di pozioni in pensione la cui presenza è necessaria ad Howgarts per scoprire particolari importanti riguardanti Tom Riddle (alias Voldemort). L'uomo, superate le resistenze iniziali, accetta di tornare a insegnare. Harry e i suoi amici iniziano il loro penultimo anno scolastico in una strana atmosfera di terrore e angoscia dopo che Colui che Non Deve Essere Nominato ha iniziato a sguinzagliare nel mondo i Mangiamorte, ormai troppo potenti e numerosi per lo sparuto Ordine Della Fenice. Nonostante ciò l'inizio dell'anno è tranquillo, c'è tempo per gli amori e per il Quidditch, ma Harry non perde mai di vista Draco Malfoy, sempre più angosciato e fragile rispetto al compito che gli è stato assegnato dal Signore Oscuro in persona: eliminare Albus Silente. Quest'ultimo, condivide con Harry importanti ricordi riguardanti il giovanissimo Voldemort, ragazzino dotato di grandi poteri e dall'animo crudele che era stato condotto ad Howgarts dallo stesso Silente che l'aveva portato via da un orfanotrofio. Nel frattempo Harry si imbatte per puro caso in uno sgualcito libro di pozioni, ricco di annotazioni interessanti e di incantesimi potenti. Il testo apparteneva al misterioso Principe MezzoSangue, la cui identità si viene a scoprire solo nei concitati minuti finali del film. In seguito Harry e Silente riescono finalmente a scoprire quale sia il segreto racchiuso nei ricordi di Lumacorno concernenti il suo giovane allievo di un tempo Tom Riddle: quest'ultimo era interessato all'immenso potere legato a degli oggetti chiamati Horcrux, capaci di contenere frammenti d'anima di chi voleva sopravvivere alla morte fisica. Da qui si capisce come Voldemort riesca a sopravvivere: la sua anima è contenuta in ben 7 Horcrux sparsi nel mondo. Due sono già stati individuati e resi innocui: il diario di Tom Riddle e un anello. Silente sa che uno dei restanti Horcrux si trova all'interno di una scogliera, protetto da potenti incantesimi, e si fa aiutare da Harry per portare a compimento la terribile prova. Una volta entrati in possesso dell'oggetto i due tornano, stremati, ad Howgarts e qui il preside, dopo aver ordinato ad Harry di nascondersi, si trova a fronteggiare i Mangiamorte reclutati da Voldemort, ma soprattutto Draco che però non riesce a compiere il passo finale dell'uccisione del vecchio mago e viene prontamente sostituito in questo da Piton, che lancia verso Silente un incantesimo di morte, annientandolo. A questo punto toccherà a Harry, Ron ed Hermione continuare la ricerca degli Horcrux, abbandonando per sempre la scuola.
Commento: il regista del film è lo stesso di Harry Potter e l'Ordine della Fenice. Anche nella pellicola precedente non avevo per niente gradito la trasposizione poco fedele del libro e posso dire con assoluta certezza che questa volta la cosa si è avvertita ancora più pesantemente. Non saprei neanche da dove cominciare, forse dal titolo che alla fine non c'entra niente col film visto che sembra quasi ininfluente ai fini della storia mentre nel romanzo è importantissimo perchè analizza in modo preciso la personalità e la psicologia del misterioso Principe e il modo in cui Harry si senta profondamente legato a questo suo alter ego. Poi qualcuno ha pensato di spiegarci perchè i gemelli Weasley hanno abbandonato la scuola e hanno aperto un negozio? Perchè nel film sembra che Harry e Ginny non stiano insieme mentre nel libro è più che evidente che formino una coppia? perchè per un'ora e mezzo mi stavo addormentando tra scene di cotte adolescenziali e inutili orpelli? perchè solamente nell'ultima ora è iniziato veramente il film e si è avvertita un po' di magia e pathos? perchè volevano vietare il film ai minori quando non è presente nessuna scena particolarmente cruenta o orrorifica? sembrava che dovesse essere il remake della Notte dei Morti Viventi quando alla fine era più simile ad una trasposizione televisiva di un romanzo di Danielle Steel. Io sono rimasta parecchio delusa. Persino Lunatica Lovegood che è un personaggio geniale e a suo modo importante viene relegata a cameo, mentre l'attrice mi è sembrata parecchio promettente e soprattutto dentro la parte. Chi mi è sembrato parecchio stanco è Emma Watson, molto sottotono e priva di quel piglio da soldatessa e sapientona che ne fanno il marchio di fabbrica. Mi ha piacevolmente colpito Draco Malfoy, personaggio tormentato e gotico, di grande spessore nonostante la poca attenzione da parte del regista nell'approfondire di più le dinamiche che ne hanno fatto un'impotente pedina nelle mani di Voldemort. Tutto sommato il film è stato molto al di sotto delle aspettative, un vero peccato se pensiamo a quanto si è fatto attendere e a quanto manchi davvero poco alla fine della saga. Credo che sia una pellicola che potrebbe piacere e soddisfare tutti coloro che non hanno letto il libro, mentre gli appassionati ne resteranno parecchio delusi. Mi chiedo anche in che modo questo film possa catturare l'attenzione di un bambino visto che gli effetti speciali sono ridotti all'osso e le tematiche sono prettamente giovanili e se vogliamo, in alcuni tratti, anche profondamente adulte. Certo questo non importa, soprattutto a me che godo la proiezione libera dal fracasso degli under 12 però mi chiedo a che pro confezionare un prodotto che non si rivolge nè al bambino, nè al giovane, nè all'adulto, che stia un po' da una parte e un po' dall'altra, che tradisca i contenuti del libro fregandosene bellamente degli intrecci e puntando tutto sui limonamenti. Una grossa occasione sprecata e continuo a pensare che il migliore della serie rimanga Harry Potter e il Calice di Fuoco. Per il prossimo prevedo molti guai visto che si tratta di un romanzo privo di contenuti magici, allegri, leggeri. Un romanzo serioso e distante miglia dal classico Harry Potter tutto burrobirra e Nimbus 2000. Staremo a vedere.
Voto: 6

giovedì 30 luglio 2009

3 Magia Blu


Ci sono giorni che non ti aspetti niente di buono, mattine che mentre ti stai legando i capelli si rompe il braccialetto di perline a cui tenevi un casino nonostante il valore economico di uno stuzzicadenti usato. Giornatine storte in cui strizzi dalla confezione troppa crema abbronzante e ti ritrovi il corpo come una porzione di vitel tonnè troppo condita e hai giusto 1 minuto virgola 7 per risolvere la situazione prima di metterti in macchina e trovarti incastrata in un tappo di villeggianti. Mattine con umore down down down e con un biscotto in bocca mentre ti infili il bikini facendo contorsionismi circensi. Odio la fretta dopo notti di afa, succhi gastrici in eccesso (maledetto salame umbro) e bisogni fisiologici in numero nettamente superiore alla normalità di un essere umano.
Poi arrivi in spiaggia, ti infili in acqua e capitano le magie. Quelle magie che ti fanno riscoprire la bellezza della natura, fatti apparentemente banali che per una di città sono invece meraviglie irripetibili.
Prima di questa magia avevo provato qualcosa di simile diversi anni fa ed è inutile sono momenti, istanti che ti rimangono dentro come preziosi regali della vita.
Come definire quel pomeriggio d'estate in cui uno stuolo enorme di bellissime farfalle hanno danzato intorno a me e a mia sorella accarezzandoci con le loro fragili ali dai stupendi colori? la natura che si dispiega davanti a te, solo per te, lontano dalle brutture del mondo e dall'egoismo dell'essere umano. Un omaggio per restituirti il sorriso.
Stamattina invece, mentre nuotavo tranquilla e anche un po' annoiata dalla troppa calma dell'acqua, del caldo afoso e delle centinaia di creature bipedi e urlanti...beh sento sulla destra un rumore strano, forte, fortissimo, degli SPLASH SPLASH rumorosi come spanciate ripetute e violente...mi giro...e vedo qualcosa di assurdo, leggendario e inaspettato...Un banco enorme di grossi pesci che saltavano sull'acqua, terrorizzati da qualche animale più grosso che li inseguiva, ad un metro da me che mi sono messa a urlare e a raccogliere la mascella che nel frattempo era caduta sul fondo del mare...E' durato poco e tanto allo stesso tempo, non avevo mai visto una roba del genere, di solito mi capita di imbattermi in pesciolini piccoli piccoli, tipo trigliettine con i baffetti, mai pesci grandi così e VIVI, saltellanti e col terrore negli occhi. Una cosa che non può essere spiegata, la puoi vedere o solo immaginare.
Io ho un po' la fissa dei pesci, mi piace e mi tranquillizza seguirne le abitudini, i movimenti, le stranezze. Quella per gli animali è una passione che ho nel DNA, e se posso vedere qualche animaletto vivo che vive in libertà sono la persona più felice e realizzata al mondo. La meraviglia di oggi l'ho sentita come un regalo e una carezza.
Magia Blu.

martedì 28 luglio 2009

0 Recensione Saw V


Anno: 2008
Durata: 94 minuti
Genere: Horror/ Thriller
Regia: David Hackl
Cast: Tobin Bell, Scott Patterson, Costas Mandylor
Trama: il film prende le mosse dal finale della pellicola precedente mescolando il presente con flashback che spiegano, per quanto è possibile, il motivo per cui Hoffman diviene l'aiutante, erede e esecutore della volontà di Jigsaw. Il suo primo omicidio (dove utilizza le metodiche dell'enigmista) riguarda l'assassino dell'amatissima sorella, con un particolare importante che però lo distingue dai giochi di morte o salvezza di Saw: Hoffman sembra offrire una possibilità di salvezza alla sua preda ma in realtà lo uccide ugualmente, troppo assettato di vendetta e coinvolto emotivamente. Il suo misfatto incuriosisce Jigsaw che gli chiede ufficialmente di diventare il suo secondo braccio, cosa che inizia in Saw 4 e che continua nel 5 dove Hoffman, intuendo che Strahm si sta avvicinando alla verità organizza una serie di gabole in modo da incastrare l'agente e farlo apparire come l'erede dell'enigmista (ormai morto). Infatti il compito di Hoffman stavolta è quello di mettere alla prova 5 persone, legate da un filo sottile ma molto grave almeno agli occhi di Jigsaw, e vedere se riescono a superare il loro egoismo e arrivare alla salvezza o alla morte per tutti. L'ultima trappola però vede protagonista lo stesso Strahm, inizialmente sfuggito ad un gioco di morte dell'enigmista e successivamente ancora davanti al ricorrente e angosciante "FAI LA TUA SCELTA".
Commento: amo molto la saga di Saw, la trovo sempre spettacolare e appassionante. Un gioco di scatole cinesi che continua senza crisi o momenti di stasi che solitamente sono tipiche dei seguiti cinematografici. Devo dire che l'unico film che mi ha deluso e che c'entra davvero poco con gli altri è il numero 2, ma del resto dopo il capostipite (diretto magistralmente da James Wan) era davvero difficile tirare fuori dal cilindro un prodotto che potesse lontanamente stargli alla pari. Certo, l'effetto sorpresa si è molto affievolito nei seguiti e tutto ormai si gioca sull'ideazione di trappole sempre più fantasiose e splatter. In Saw 4 avevo apprezzato l'attenzione verso l'analisi del comportamento di Jigsaw, la volontà di farcelo apparire meno mostro di quello che può sembrare, di darci in definitiva le motivazioni che guidavano le sue "missioni" di redenzione o morte. La morte del serial killer che non uccide (offre sempre la possibilità di salvarsi anche se ad altissimo prezzo) ha rovinato un po' il gioco nonostante la grandezza dello sceneggiatore stia nel rendere i vari film molto ravvicinati a livello temporale così che ci sembra normale che ancora esistano cassettine e registratori con la voce inquietante di Saw nonchè nuovi piani di morte riguardanti nuove cavie. Saw 5 è molto incentrato sulla figura di Hoffman, a parer mio un protagonista poco brillante e lontano dal carisma della figura sottile di Jigsaw. La pellicola offre salti sulla sedia, disgusto, ansia e colpo di scena finale che però stavolta non mi ha convinto al 100%. Tutto sommato un film gradevole con tutte le carte in regola per passare la mano al suo seguito con nuove informazioni e nuovi punti di domanda (cosa ci sarà nello scatolone lasciato in eredità all'ex moglie??).
Voto: 7

sabato 25 luglio 2009

1 Recensione Venerdì 13 (2009)



Anno: 2009

Durata: 97 minuti

Genere: Horror

Regia: Marcus Nispel

Cast: Jared Padalecki, Amanda Righetti, Danielle Panabaker

Trama: i minuti iniziali sono dedicati ad un breve flashback riguardante le fasi finali del primo storico Venerdì 13, risalente al lontanissimo 1980. La madre di Jason uccide anche l'ultima sopravvissuta dei ragazzi che si erano accampati presso il Cristal Lake, colpevoli secondo lei di non aver salvato dall'annegamento suo figlio, il cui cadavere però non era mai stato ritrovato. Jason in realtà non è morto e crescendo inizia ad uccidere chiunque si accampi nelle vicinanze del lago. Passano gli anni e altri ragazzi decidono di passare la notte in quelle lande desolate e ormai abbandonate da chiunque, tranne che da alcuni eccentrici abitanti. Tutti i giovani vengono sistematicamente eliminati tranne una ragazza, Whitney che viene rinchiusa da Jason in una stanza sotterranea. Poco tempo dopo Clay, il fratello della ragazza, inizia a fare delle ricerche nel luogo della scomparsa per cercare di ritrovare la sorella, secondo lui ancora viva. Qui incontra altri ragazzi che hanno deciso di passare qualche giorno nella villa di un amico e da questo momento in poi inizia di nuovo il ciclo di uccisioni violente da parte dell'uomo sfigurato e accessoriato di maschera da hockey e machete.

Commento: premessa importante, non sono una fan della saga di Venerdì 13 perciò il mio parere si baserà esclusivamente su questa pellicola che a quanto ho letto sarebbe il remake del secondo e terzo film della serie. Amo il genere splatter, mi diverte e mi distende i nervi, non ha grossi contenuti e porta avanti 90 minuti di squartamenti, sesso amatoriale e battute da film di serie zeta. Non ha grosse aspirazioni ma a volte può dare frutti inaspettati e gradevoli. Chiariamo subito: non è questo il caso. E' un peccato perchè lo stesso regista ha creato uno dei remake meglio riusciti degli ultimi anni e cioè Non Aprite Quella Porta (2003), di molti gradini superiore al film in oggetto.

Cosa non ha funzionato? In realtà non saprei da dove partire. Chi non ha visto il capostipite della serie non capirà chi è Jason, perchè la madre uccise i primi campeggiatori, perchè Jason continua l'opera della propria madre e tante altre belle cosucce. Ma passiamo al film in se stesso. Mi sono posta un paio di interrogativi, tipo:

-Perchè Whitney viene salvata ma tenuta prigioniera? La somiglianza con la madre mi sembra ben misera cosa

-Perchè il sesso invece di essere accennato è sbandierato ad ogni piè sospinto come se fosse funzionale al film, cosa che assolutamente non è? abbiamo la trombatina da dietro, la cavalcata da sopra e il tizio di colore che per farsi una pippa necessita di un'immagine qualsiasi, in questo caso la foto di una tizia in maglioncino. E soprattutto, sembra che tutte le donne nel film abbiano una gran voglia di raggiungere l'orgasmo simultaneo...lasciandomi alquanto perplessa.

-Perchè spiegare in modo così banale l'uso della maschera come protezione delle orrende fattezze di Jason? la trova per caso in uno sgabuzzino, dopo l'ennesimo bagno di sangue, e la indossa. Così come niente e noi che la consideravamo un po' come il guanto di Michael Jackson con tutta una gran simbologia alle spalle

-Perchè scegliere come protagonista Padalecki che è eccessivamente inflazionato? appena l'ho visto ho detto Ok siamo in una puntata di Supernatural. E poi, non era per niente nella parte se vogliamo soprassedere sul fatto che avesse una parte di mer##a, così come tutti nel film: dal giapponese fumato, allo sborone ricco, alla tr#ia per caso.

-Clay entra nel sotterraneo dove è nascosta Withney e qui capitano due cose inspiegabili. Le urla della ragazza che son 6 settimane che aspetta il salvataggio si spengono improvvisamente senza alcun motivo apparente se non che nel momento concitato si stesse facendo un gargarismo. Seconda scena: i due fratelli trovano un'uscita ma sapete quale? una botola che conduce dentro un pulmino rovesciato. Questa sì che è fantasia, peccato che non fosse Alice nel Paese delle Meraviglie.

-Il finale è becero, orrendo oltre ogni dire. Il cadavere di Jason dopo essere stato gettato nel lago ritorna e tutti noi immaginiamo che ucciderà i due sopravvissuti e continuerà i suoi fantomatici squartamenti in altri due o tre film.

Questo in linea generale. Devo dire che non mi aspettavo un capolavoro e neanche una splendida recitazione in quanto anche il meno esperto nel genere sa bene che in questo tipo di pellicola si chiede tutto tranne di essere Robert de Niro ma posso arrivare a dire che questo è il peggio che si poteva racimolare. Persino Paris Hilton in La Maschera Di Cera (consigliato agli amanti del genere) è 2000 volte meglio di tutti questi giovinastri con la faccia di gomma.

Un'ultima perplessità. Su www.filmup.com la pellicola si è beccata un generosissimo 6 tanto da spingermi alla visione del dvd. Io gli darei un 4 e mi sento anche generosa. A voi il verdetto finale

venerdì 24 luglio 2009

1 Silk Epil 5270. Un buon Pelicida

Da un po' di tempo mi rigiravo nella testa l'idea o il capriccio di poggiare le mie zampine su un epilatore serio e non troppo costoso. Io solitamente sono per la ceretta ma a volte con i 40 gradi non riesco proprio a stare lì con il rullo scaldacera a disseminarmi le gambe di stoffa e colla.
La scelta sarebbe comunque caduta su un Silk Epil vista la mia precedente, disastrosa, esperienza con il Satinelle (Philips)...un ottimo strumento di tortura contro il vostro peggior nemico visto il dolore allucinante ad ogni passata (con l'aggravante di tirare via solo un paio di peletti nonostante le innominabili sofferenze). Posso assicurare che una volta, per il dolore, ho dato una botta a chi me lo stava passando e le altre volte avevo gli occhi lucidi e un pezzo di legno tra i denti. Perciò si può ben immaginare con quale ansia e preoccupazione mi avvicinassi al progetto di sborsare una bella cifretta per un altro molestatore elettrico. In verità prima di entrare in un negozio ho dato una bella ravanata ai vari forum donneschi per capirne di più e ho scoperto con le lacrime agli occhi che c'è qualche sadica che usa l'epilatore anche per farsi le ascelle e i BAFFI.
Ora, intendiamoci, una può anche amare il dolore fisico ma da qui a scotennarsi sotto le narici per la pigrizia di poggiare una striscia depilatoria e tirare via beh ce ne passa!!
Non riesco a immaginare di avvicinarmi alla faccia questo mostro ronzante e tirarmi via un buon pezzo di epidermide insieme al baffo da sparviero. Lo lascio a voi donne amanti del brivido ad ogni costo. L'ascella non la commento perchè ho sempre passato la lametta perciò le mie radici sono simili a tronchi di quercia impossibili da levare neanche con un trapano.
Insomma, per farla breve, ho girato vari centri commerciali e negozi di elettronica scoprendo che al Carrefour i prezzi sono i peggiori in assoluto, persino più alti che da Trony che aveva invece delle ottime offerte.
La promozione più interessante l'ho trovara però all'Auchan che infatti è stata il luogo del misfatto: mi sono decisa e ho comprato il Silk Epil 5270, un signorino panciuto in rosa alla modica cifra di 55.93 (scontato visto che normalmente costa più di 70 eurozzi). L'ho scelto perchè innanzitutto ha 40 pinzette rispetto alle canoniche 20 e ciò è buono e giusto perchè così se faceva male perlomeno riducevo i tempi di sofferenza.
Tornata a casa ho aperto la scatola e all'interno ho trovato: il silk epil (rotondetto perchè solamente quelli dai 100 in su hanno la silouette slanciata per le zone sensibili), l'alimentatore (pesantuccio ma dal filo abbastanza lungo), la spazzolina per pulire, la testina del rasoio (che non credo userò).
La sorpresa poi è stata quella di vedere accendersi una lucina sul silk epil che permette di illuminare bene la zona da depilare per scovare i peli più nascosti e timidi.
Poi sono passata alla prova su strada e il responso è...FANTASTICO. All'inizio, vista la totale assenza di dolore, ho pensato che stessi usando il rasoio ma in realtà erano proprio le pinzette che tiravano via i peli dai più corti ai più grossi ai più sottili. Non so se ciò sia dipeso dalla scarsezza di materia prima visto che pochi giorni fa ho fatto, in condizioni avverse, la ceretta scordando però alcune zone pilifere.
Io l'ho trovato veramente indolore e ho ricevuto lo stesso parere anche da altre ragazze che hanno voluto fare la prova del 9, nonostante il loro ancestrale scetticismo. Promosso a pieni voti e straconsigliato!!!

0 Estate dannata Estate


Mia povera Sardegna distrutta da quelle sporche mani colpevoli di atrocità più gravi di un omicidio, mani senza senso che trovano il loro assurdo senso nell'avvicinare del fuoco ad una sterpaglia e godere della vista della morte, della distruzione, dei lamenti, della natura che muore urlando la sua agonia. Mostri.
Gli uomini sono creature perverse, inutili, dannose. Trovano piacere nelle cose più aberranti e continuano a vivere mentre il Pianeta si avvicina alla morte sempre più velocemente.
Mi chiedo spesso perchè Dio non fa morire queste persone nelle fiamme che tanto amano, che solleticano le loro fantasie erotiche o i loro sporchi interessi economici. Sarebbe un mondo più giusto più puro più simile ad un luogo vivibile.
Sono morte persone, sono morti animali, distrutto quel poco verde che ancora resiste in Sardegna, quella che pochi sanno era sino all'Ottocento la regione più boscosa di Italia. Un relitto, ecco cosa rimane durante e dopo queste estati così bollenti che attirano il turista e che ammazzano un territorio che non chiede mai niente, fa da solo con i suoi pochi mezzi e tira avanti con un orgoglio antico come le sue rocce.
Poi capisci che è tutto inutile, che ci può essere l'estate clemente che regala temperature miti, piogge e un vento di maestrale che scongiura gli incendi ma che poi la mano dei bastardi non la fermi, che lo scirocco non lo puoi evitare per sempre e che se unisci queste due componenti crei l'arma di distruzione di massa perfetta: l'uomo con l'accendino, gli sterpi e un vento proveniente dai recessi dell'inferno.
Spero che un giorno non molto lontano la Terra si liberi dell'uomo e ritorni a vivere.

mercoledì 22 luglio 2009

0 Recensione Madagascar 2



Trama: Alex, Marty, Gloria e Melman decidono di tornare a New York dopo il loro breve soggiorno nell'isola di Madagascar. Per farlo si imbarcano nel pazzo rimasuglio di aereo riparato dai geniali pinguini e a loro si uniscono Re Julien, Maurice e Mortino (eternamente scaricato da tutti) più le due scimmie Mason e Phil.

L'aereo precipita però durante il tragitto, colpa delle sue già precarie condizioni e i nostri si ritrovano in una riserva africana, casualmente culla del leone Alex che, a differenza dei suoi amici, non è nato in cattività in quanto era stato portato via dal suo luogo di nascita quando era ancora un cucciolo, con già tante velleità di ballerino e artista.

Tutti, a prima vista, sembrano trovarsi bene: Gloria alla ricerca di un maschio con cui metter su famiglia trova il grosso Moto Moto, Melman l'eterno ipocondriaco viene nominato medico sciamano, Marty diventa un idolo per tutte le sue compagne bianconere e Alex, che scopre in realtà di chiamarsi Alakay, è felice di poter essere di nuovo insieme alla sua famiglia. Nel frattempo pinguini e scimmie cercano di riparare ciò che è rimasto dell'aereo per tentare di nuovo la traversata dell'oceano.

I guai però iniziano subito: Alex per essere ammesso nel branco deve dimostrare di essere un vero re e battere il suo avversario, un mastodontico leone che naturalmente lo mette k.o. Marty si rende conto di essere troppo simile alle sue compagne e cade in depressione nel rendersi conto di non avere niente che lo distingua da loro, Gloria capisce che Moto Moto è solo un playboy che la corteggia per aumentare la sua collezione di conquiste e infine Melman scopre di avere solo poche ore di vita e di non avere il coraggio di dichiarare il suo amore a Gloria.

Riusciranno i nostri eroi ad arrivare al lieto fine? naturalmente sì ma attraverso rocambolesche gag.

Commento: è difficile che un film di animazione targato Dreamworks non piaccia, ancora di più se è supportato da un primo episodio che è entrato di diritto nell'olimpo dei lungometraggi a cartoni animati. Madagascar episodio 1 è stato un grande esempio di come si possa ancora sviluppare un soggetto originale. E' stato talmente perfetto che, secondo me, non necessitava di un seguito. Tutti eravamo liberi di immaginare se i nostri eroi sarebbero rimasti per sempre nell'isola o sarebbero fuggiti verso altri lidi attraverso mezzi di trasporto allucinanti costruiti dalla mitica banda dei pinguini (leggendari anche in questa pellicola). La Dreamworks, invece, ha pensato bene di piazzare il secondo colpo con Madagascar 2 non riuscendo però, almeno secondo il mio opinabile giudizio, a raggiungere i livelli di comicità del primo film. Dico la verità, una risata vera e propria mi è uscita solo quando Alex si esibisce col padre davanti ai Newyorkesi persi nella savana. Tutto il resto è noia o comunque tutto già visto e rivisto mille volte, niente per cui perderci la testa insomma. Per me un film di animazione deve far spanciare dalle risate o deve commuovere, non mi piacciono le vie di mezzo. Madagascar 2 è carino e nulla più. (Non capisco neanche perchè al mio Mortino sia stata affidata una particina minuscola rispetto al film precedente!) A parte questo, sicuramente il film merita perlomeno di essere visto in dvd, anche solo per poter dire Era Più Bello Il Primo.

Voto: 6

martedì 21 luglio 2009

1 Infradito bastarde



Tanto comode e carine, così trasversali da essere usate con l'abito da sera, coi bermuda e con il costume da bagno...praticamente insostituibili durante il periodo estivo..

Va bene l'ode alle infradito (da me chiamate Giapponesi) è finita.

Queste brutte bastarde mi fregano ogni anno. Sono lì tranquilla che cammino in Africa, in Europa, in Italia, sotto casa e zac! spaccate!

Poi hanno sempre modi fantasiosi e poliedrici per rompersi. L'estate scorsa mi è andata bene perchè ad Hammamet ci sono più negozi che abitanti, perciò nonostante abbia bestemmiato in varie lingue (alcune morte) ho sostituito quasi in tempo reale quelle stronzissime ciabatte da cui si era improvvisamente staccata la suoletta. Praticamente camminavo su carta velina tanto da sentire ogni singolo granello di ghiaia che mi finiva sotto il piede.

Stamattina ancora peggio. Esco per commissioni nel mio quartiere (che è tutto tranne periferia), pieno centro, negozi (alcuni extralusso), gente ogni due centimetri. Faccio un movimento brusco ma non troppo e le mie fedelissime giapponesi nere hanno deciso di mollarmi dopo soli due mesi di onorato lavoro. E badate bene, non le avevo comprate dai cinesi, ma in un centro commerciale italiano. Quelle cinesi durano che è una bellezza, magari fanno sudare il piede come se fosse immerso in una bagnarola, ma durano.

Per farla breve si è rotto il filetto, cioè l'INFRADITO. Impossibile camminare giusto? e cosa si può fare quando mancano 100 metri per arrivare al portone di casa e il tragitto è disseminato di persone che aspettano il pullman, negozianti a braccia incrociate o sfumacchianti davanti alle vetrine, uomini lerci al bar, donne con carrozzine, mendicanti, cantori e compagnia bella? beh ho dovuto strisciare il piede per mantenere contatto con quella bastarda che si è rotta sotto lo sguardo scandalizzato, stranito, impietosito dei miei bravi concittadini.

lunedì 20 luglio 2009

0 Ok il Prezzo è Giusto


Non pensavo che l'avrei mai detto o scritto ma MI MANCA OK IL PREZZO è GIUSTO. Perchè a un certo punto ci hanno scippato di questa trasmissione così sempliciotta e ruspante come Ivona Zanicchi, la sua regina incontrastata (infatti non si possono veramente ricordare le mini conduzioni della Folliero e della Ruta, le due casalinghe di Voghera)?
Quanti tardi pomeriggi a indovinare il prezzo giusto delle biciclette, delle camicie, dei copertoni e del set di valigie, presentate dalla mitica voce (da fiera di paese) di Raffaella Bragazzi. Non si vinceva una fava secca, al massimo un gioco da tavolo o un ferma carte ma era fantasticamente rustico. C'era persino Ana Laura Ribas quando ancora non era dotata di parola e protesi mammarie. Iva Zanicchi era all'epoca una cantante che non vendeva un disco da 10 anni e che si stava affacciando al grande mondo della televisione diventando, con i suoi tailleur grandi taglie e stretti nelle maniche, un'icona per casalinghe e pensionati.
Quindi era un'epoca straordinariamente lontana: la Ribas ancora non aveva la narice sporca di bianco e la Zanicchi ancora non ergeva monumenti in ghisa per Berlusconi riuscendo badate bene a conquistarsi un seggio in Europa dopo una canzone sulle maratone sessuali (eh si sono proprio passati i bei tempi di Mamma Tutto).
Comunque Ok il Prezzo è Giusto ci serviva, riconosciamolo. Potevamo imparare quanto costavano le cose grazie a Occhio al Prezzo, Corsa al Prezzo, Caro Prezzo e mille altri. E soprattutto c'era la grande chance finale della Ruota: chi non si ricorda gli uomini e le donne del pubblico che facevano tremare le pareti dello studio e di casa nostra urlando CENTO CENTO CENTO? che se poi facevi 100 guadagnavi la ridicola cifra di 1 milione di vecchie lire. Il mondo è decisamente andato avanti!
Tutte le cose belle finiscono e il funerale di Ok è avvenuto nel 2001 ma visti i due ripescaggi di Sarabanda e la Ruota della Fortuna ci si può aspettare veramente di tutto naturalmente senza gli stessi protagonisti visto che dovremmo estrapolare la Zanicchi da un trono di privilegi e la Ribas da qualche tribunale...mi sembra chiedere un po' troppo.

domenica 19 luglio 2009

0 Domenica tra tuffi e bignè


Il pranzo domenicale, in Italia, è sempre sinonimo di grassi saturi. A casa mia ciò avviene rare volte durante l'anno per
-mancanza di fantasia
-stomaci non allenati
-poca perizia a livello culinario
Ora, non voglio dire, e mai mi permetterei di farlo, che in famiglia non sanno cucinare ma dico solo che siamo ben lontani da quelle tradizionali tavolate di italica memoria che si possono trovare dietro un gran numero di porte chiuse, segnalate da profumi inebrianti che scivolano fuori da finestre e da bambini urlanti simili a copertoni di un Suv. A casa mia si cucina abbondantemente solo quando c'è l'Ospite.
Oggi invece c'era una gran quantità di roba: ravioli di patate con ragù, rotolo di carne ripieno di tutto, insalatina e bignè finali. Non essendo in gran forma e avendo anzi ridotto drasticamente la mia razione giornaliera di calorie tutto questo ben di Dio mi ha tramortito come un Hokuto di Kenshiro...non sono esplosa dall'interno ma quasi. Non ho mangiato poi così tanto ma la quantità ingerita mi è bastata per dirigermi a letto e crollare come un peso morto sino alle 16. A quel punto, dopo i tipici sogni strani delle sieste pomeridiane, ho acceso la tv e ho scoperto che c'era la finale dei Tuffi. In realtà non me n'è mai importato una pippa di questa disciplina con donne simili a supposte e uomini con lo slip sovraccarico...però a volte il tricolore mi coinvolge e sapendo che c'erano la Cagnotto e la Marconi ho proseguito nella visione.
Beh, come al solito un 4 posto perchè l'italiano nello sport è peggio che l'italiano nel lavoro: inizia a mettersi sotto solo quando è già pronta la lettera di licenziamento.
Non abbiamo la capacità di sopportare la tensione, di essere spietati e con l'atteggiamento di superiorità dei cinesi, dei russi o degli americani. Non puoi iniziare a lottare quando ormai è tardi, non si possono buttare via 4 anni di preparazione atletica e fallire proprio quando il Mondiale si svolge a casa tua.
Non c'è orgoglio e poi si parla tanto male del Calcio. Alla fine in tutti gli sport (tranne forse nella scherma) siamo delle mozzarelle scadute da due mesi. Sono molto curiosa di vedere il grande Re delle Sette Piscine, Magnini. Dopo la fessata di aver fatto l'inviato all'Isola dei Famosi (ma anche un pochino prima) ha iniziato una parabola discendente da far paura. La verità è che lo sportivo italiano si vende per un piatto di fagioli..appena raggiunge un minimo di notorietà viene ammaliato dalle luci della ribalta e molla la passione di una vita per fare il cogl@@e tra le zinne della Arcuri e le noci di cocco della Ventura.

venerdì 17 luglio 2009

0 Mi Piace


Mi piace mordere il Cornetto e non sopporto quelli che stanno un'ora a leccare la palla sino a farla scomparire

Mi piace la pasta lunga tranne le bavette perchè sono talmente lisce e bastarde che scivolano via dalla forchetta

Mi piace leggere mentre sono in bagno soprattutto perchè certi giornali stimolano più di una supposta

Mi piace mangiare l'ala e la coscia, il petto lo detesto perchè è secco come il Sahara

Mi piace leggere la Repubblica, mentre l'Unione Sarda lo vedrei bene come combustibile per il camino insieme al Giornale e al Foglio

Mi piace comprare i vestiti nelle grandi catene perchè così le commesse non mi scassano le palle aprendo il camerino per vedere come mi stanno le cose e pazienza se sono ancora in culotte

Mi piace Harry Potter e penso che mi farei da mattina a sera di Burrobirra

Mi piace ascoltare musica in macchina ma il cavo che collega l'autoradio al lettore ha funzionato solo per un'ora dopo l'acquisto

Mi piace viaggiare ma odio l'aereo e l'anziana che si fa il segno della croce prima del decollo

Mi piace la mia via ma non amo vedere affianco al mio portone la piscia del testicolo che la sera prima ha deciso di cambiare l'acqua alle olive sul muro di casa mia

Mi piace uscire la sera ma, quando torno, odio girare come una scema per cercare parcheggio fino quando l'omino del biliardo decide finalmente di tornare a casa dalla moglie incinta

Mi piace il mio quartiere ma un po' meno scavalcare la massa di pezzi di computer, water, stiracapelli, materassi con macchie sospette che la gente decide di depositare lungo i marciapiedi in prossimità dell'immondezza



0 Nanà Supergirl


Serie animata targata 1984 e opera (in versione manga) dello stesso autore di Pollon, Azuma Hideo. Cartone di genere demenziale, sullo stile del Dr Slump&Arale con tanti personaggi caricaturali e poca sostanza.
Nanà la ragazza con i capelli verdi che giunge sulla Terra da un mondo sconosciuto, priva di memoria e dotata di superpoteri. Di lei si prende cura l'aspirante scienziato capellone e con occhiale scuro Leonetto che in realtà sfrutta i suoi poteri per creare la sfigatissima "Società Tuttofare" destinata al fallimento.
Della ditta fa parte anche il compagno di classe di Leonetto nonchè disegnatore di fumetti (qualcuno mi spieghi in che modo si coniuga la scienza con la carta da disegno o alzi le spalle e vada avanti), Bubolo, innamoratissimo di Nanà che però è cotta del rosso studente con mire imprenditoriali. Cito anche i due robottini Seven Eleven.
Non possono mancare i nemici: il sosia di Frankenstein, ossia il Professor Ishikawa, lo scienziato con la passione per le uova crude e Pannocchione (ora risulta chiaro che chi ha scelto i nomi della serie aveva gravi problemi a livello mentale o un tipo di fantasia abbastanza discutibile).
Il cartone animato è composto da 39 episodi di cui resta veramente memorabile la sigla cantata da una giovanissima Cristina D'Avena. Autori P.Cassano e V. Manera. Chitarra e voce per un testo che anche a distanza di anni si fa cantare anche da chi detesta i cartoni animati.
Personalmente, Nanà supergirl non è mai stato uno dei miei cartoni animati preferiti ma solo perchè non ho mai amato il genere surreale comico, ho sempre preferito le storie con una trama forte e con uno stretto legame tra un episodio e l'altro. Poco tempo fa ho tentato di riguardare la serie su Boing (che in tarda serata propone cartoni animati degli anni 80) ma non sono riuscita a farmi conquistare neanche a distanza di anni.
Nonostante ciò Nanà rimane comunque una delle serie animate più in voga di quegli anni e una tra le più menzionate da chi era bambino all'inizio degli Anni 80.

mercoledì 15 luglio 2009

0 Violenza e impunità. Benvenuti in Italia


Normalmente non commento notizie serie nel mio blog, tendo sempre a lasciare al giornalista venduto o al contestatore virtuale la grana o l'orgasmo di analizzare gossip, porcate e cronaca nera che avvengono nel nostro Stivale ormai ripieno sino all'orlo di escrementi freschi e maleodoranti.

Stavolta però le news sono così incredibilmente scioccanti e vergognose che non posso fare a meno di spenderci su due parole e pazienza se poi mi faranno chiudere il blog o mi manderanno a svolgere servizi di pubblica utilità a Villa Certosa.

Diciamo che possiamo sintetizzare il tutto in tre punti:

1) La sentenza sulla morte di Gabriele Sandri. Ora, per carità di Dio, non sono mai stata e mai sarò dalla parte dell'Ultrà. Il calcio è il mio sport preferito, andavo spesso allo stadio a vedere le partite del mio Cagliari ma poi quando ho capito che stava diventando un rischio per me e mio padre (umili tifosi da settore distinti) per la presenza costante di gente facinorosa o per il poliziotto sempre pronto alla perquisizione nonostante fosse chiaro che chi aveva di fronte era un impiegato pubblico o uno studente, beh a quel punto sono passata al pacifico abbonamento televisivo. Però non ho mai capito la violenza del manganello, l'uomo o la donna in divisa che senza andare per il sottile ci danno dentro senza preoccuparsi se tra la folla da menare ci sia un ragazzino o un padre di famiglia, una coppia di fidanzati o una casalinga. Il calcio ormai lo sappiamo è una roba da vergogna, giro di soldi infinito, società in difesa del tifoso violento, mercenari in pantaloncini alla ricerca dell'ingaggio più alto e altre porcherie su questo stile. Io posso anche accettare che il poliziotto possa smanganellare uno che gli sta tirando addosso pietre da due chili ma come si fa a sparare da un lato all'altro di un Autostrada mirando ad altezza uomo (dopo aver allargato le gambe e preso la mira) senza porsi il problema dell'uccisione di un essere umano? sparare capite? e poi perchè? si trattava di un rapinatore in fuga? di un pluriomicida ricercato da 5 stati diversi? no gente, era uno che andava allo stadio per seguire la sua squadra. Io non so se poi avesse in macchina spranghe e dovesse far la festa a qualche juventino ma, in ogni caso, non è proprio possibile che uno che ha la divisa si metta a fare il cow boy in un western da due soldi. Si chiama Spaccarotella. Bel cognome. Ieri la sentenza: 6 anni. Omicidio colposo che in italiano spicciolo significa che è stata una fatalità non voluta, un tic del dito. Inutile dire che ci troviamo di fronte all'ennesima copertura di un uomo in divisa, l'ennesima porcata all'italiana che permette al signor Spaccarotella di poter dire che è stata fatta giustizia e che spera di poter tornare subito al suo lavoro. Certo, perchè qualcuno ha mai seriamente pensato che passerà i 6 anni in galera o che sarà sollevato dal suo incarico? siamo in Italia signori e signore e come tutti sanno la giustizia non esiste, è solamente spreco di denaro pubblico per arricchire gli irreprensibili togati in nero che ci mettono 10 anni per arrivare ad una sentenza di colpevolezza ma massimo due per un'assoluzione. La Giustizia va alla malora ormai è chiaro, ma cosa si può dire di tutti questi individui che hanno il porto d'armi e il solletico nell'indice? quanti figli e quante mogli sono state fatte fuori da padri e mariti che svolgevano il mestiere di guardie di finanza, poliziotti, carabinieri o militari? uno imbraccia un arma per uccidere inutile stare qui a raccontarci la favola del bravo ragazzo che decide di entrare in polizia per salvare delle vite e per sconfiggere il male. Non siamo in un fumetto della Marvel, siamo nella dura e spietata realtà.

2) Morte del caporalmaggiore Di Lisio di stanza in Afghanistan. Il governo sono anni che ci spara la cazzata della missione di pace Fate Bene Fratelli. Altro che pace, qui si imbracciano mitra e pazienza se è per la difesa di una popolazione o per aiutare gli americani a far fuori i Talebani. Scusate ma io non riesco a chiamarla pace, la sua definizione è guerra. Se penso alla parola pace penso ad Emergency, al missionario, alla Croce Rossa, a tutti quei volontari che si spaccano il culo per salvare veramente delle vite umane. Il soldato cosa fa oltre a fumarsi una sigaretta dietro l'altra, guardare in un mirino e rimpolparsi il conto in banca? se penso a gente che si è fatta un mazzo in una guerra che non ha voluto ma che è stato costretto a combattere penso a quei poveracci che hanno partecipato alla Prima Guerra Mondiale, quelli che venivano dalla terra e lasciavano a casa la famiglia rischiando la vita per la patria. Ma questi soldatini odierni con il loro taglio di capelli alla moda e la voglia di far carriera come li vogliamo chiamare? eroi? come quel mercenario che prima di essere stato fuori ha urlato con baldanza guardate come muore un italiano? ma dovrei commuovermi per caso? dovrei accettare il funerale di stato con le bandiere tricolori sulle bare? ma per favore. Il militare morto aveva persino il tempo di scrivere su Facebook, spiegarci che era troppo di destra e che questa sporca guerra qualcuno la doveva pur combattere. Naturalmente ora si sprecano i neo gruppi in commemorazione del defunto, eroe che difende la patria. Scusa hai detto patria? ah, non sapevo che l'italia avesse cambiato dislocazione geografica nel corso degli anni...sarà una nuova deriva dei continenti. Mi spiace ma io non accetto nessun tipo di guerra, non capisco perchè sprecare denaro pubblico per missioni che non servono a nessuno invece di utilizzarli per tutto quello che manca nel nostro Paese, soprattutto in un momento di crisi economica come quello che stiamo attraversando. La cosa più rivoltante non sono state, per una volta, le parole di Berlusconi che appartiene ad una fazione politica da sempre pro-guerre ma quelle del presidente della Repubblica, l'ex comunista Napolitano che riesce a dire che è comunque giusto continuare. Un uomo che sta ripudiando tutte le sue idee politiche per baciare la mano al Papa, giustificare guerre e pasticci politici. Non aggiungo altro, che è meglio.

3) Lo stupratore Luca Bianchini. Ecco l'ho scritto. Mi sembra di essere la prima a non usare il termine "presunto" per definire questo strano individuo dalla faccia da disturbato. La domanda è: ma cosa serve di più oltre al DNA, i numeri della targa, le videocassette porno (tutte su violenze carnali), le crocettine sulla cartina geografica di Roma che corrispondono ai tentativi di stupro, gli articoli conservati, la pistola paralizzante, il coltellaccio, la testimonianza di due donne che hanno riconosciuto in lui il loro stupratore? va bene che siamo in Italia e neppure se becchi uno con l'arnese di fuori pronto a violare una donna in un parcheggio lo metti dentro ma qui si esagera per davvero. Ma cosa aspettano? ah si probabilmente la perizia psichiatrica che confermerà l'infermità mentale e lo assolverà per incapacità di intendere e di volere. Oppure no aspettate, c'è l'ultima: forse non possono incriminarlo perchè mancano i trofei che lo stupratore si portava via, ossia gli slip delle vittime. Accidenti, inciampiamo sulla mutanda! e come facciamo ora? tralascio l'assurdità delle testimonianze dei compagni di partito di Bianchini che ce lo dipingono come Frate Cipolla, e mi soffermo sulla misteriosa fidanzata che in un anno non si è accorta di niente. Ma sarà possibile questa cosa? forse non gliela dava e lui cercava altrove, forse non l'ha mai guardato veramente in faccia perchè io, vi confesso, da uno con quei lineamenti non avrei accettato neanche un cremino algida figuriamoci un passaggio a casa. Sono veramente senza parole. Mi chiedo, tutte queste lungaggini dipenderanno dal fatto che non si tratta del solito romeno o albanese ma di un semplice italiano della media borghesia? perchè è un uomo di partito? perchè la giustizia dovrebbe rimangiarsi la precedente assoluzione e ammettere la toppata? francamente non ne ho la più pallida idea. Rispetto a certi individui la penso in modo diverso da Calderoli che chiede la castrazione chimica, io sono per metodi più vecchia scuola, tipo lasciarlo in pasto alla folla e vedere che succede. Tutto questo mi sconvolge, penso a quelle donne che non potranno mai più vivere una vita normale e mi incazzo. Perchè si tende sempre a tutelare il colpevole e mai la vittima? perchè si devono sempre trovare assurde giustificazioni per ogni porcata commessa: ascoltava heavy metal, giocava con videogame violenti, marinava la scuola o il catechismo, il padre lo menava, è cresciuto in una realtà difficile. Io certo psicologi da due soldi li manderei a spaccar pietre in miniera invece di ammorbarci con le solite teorie del menga.

martedì 14 luglio 2009

0 A Lorena Bianchetti piace cambiare il pannolone



Oggi scopro che Lorena Bianchetti, la soubrette più gradita al Vaticano, in realtà non è una suora mancata o una missionaria di Dio come spesso mi ha fatto credere sotto quelle mentite spoglie di ragazza della porta accanto, tutta acqua e sapone, che si confessa al sabato e prende l'ostia alla domenica.
La qui presente Lorena Bianchetti dopo essere stata silurata da Domenica In ci rivela con grande orgoglio di essersi innamorata di quel pirlottino nella foto in alto, un tale Matteo Fiocco. Tra l'altro suo Raccomandato ai Raccomandati in quanto il bebè ha aspirazioni canore... La cosa non farebbe scalpore e non avrebbe attirato la mia attenzione se non ci fosse il retroscena sfizioso e scandalistico.
Il pesce bollito (dalla voce sgradevole come quella di un tacchino in età puberale) ha 21 anni mentre suor maria, ne ha la bellezza di 35 suonati. Ora, se facciamo un rapido calcolo con il pallottoliere scopriamo che sono ben 14 anni di differenza d'età.
Ho capito che siamo in un periodo in cui la donna ha bisogno del maschio giocattolo per assecondare il suo desiderio di maternità in assenza di un uomo vero che le regali la gioia di un figlio a cui pulire il culo, ma qui si esagera. Soprattutto se chi è coinvolto ha descritto la sua vita come un esempio di virtù. Ok che ti piace l'uomo giovane ma questo sino a due mesi fa non poteva neanche votare al senato o firmarsi la giustificazione a scuola.
Io provo un po' senso, soprattutto a vedere lo zerbino che il ragazzo si è attaccato al torace di pesca, ma immagino che la Bianchetti lo trovi abbastanza sexy da attorcigliargli intorno le dita durante i momenti intimi.
E così sia..

0 Mi Ricordo

Mi ricordo mia nonna che si ostinava a darmi gli Yoghurt Galbani al Caffè
Mi ricordo la mia assurda passione per dei mini strudel ai fichi (ho smesso di mangiarli dopo una partita scaduta)
Mi ricordo quella volta che io e mia sorella avevamo una sete pazzesca di Coca Cola, apriamo la lattina ed era senza bollicine, ne apriamo un'altra uguale, altre 2 lo stesso e alla fine abbiamo capito che tutta la confezione era sgasata e abbiamo bevuto acqua
Mi ricordo quando per fare la temeraria ho preso una mega discesa con la bicicletta, sono caduta con la testa in avanti, mi è venuto un bernoccolo e mi è rimasta la cicatrice. Mia sorella rideva
Mi ricordo la volta che ho accarezzato un gatto e quello mi ha portato via mezzo chilo di carne dal polso all'ascella con una precisione chirurgica. Non amo i gatti.
Mi ricordo quando a dieci anni mia madre mi ha portato al cinema a vedere L'ultimo Imperatore. Dopo venti minuti dormivo. Da allora non ho più visto un film di Bertolucci.
Mi ricordo quella volta che ho fatto la comunione senza confessarmi e pensavo che sarei morta fulminata all'uscita dalla Chiesa. Ero alle elementari e soffrivo di manie di persecuzione.
Mi ricordo quando a Capodanno mio zio aprì una bottiglia di champagne e tutti rimanemmo con la gola asciutta visto che eravamo in dieci e la bottiglia era da 0,50 cl.
Mi ricordo quella volta che per una grave offesa a mio padre ho dato un calcio forte ad un amico di un amico. Ha pianto e non ha più detto niente. Avevo undici anni.
Mi ricordo una mia amica che ha dato un pugno ad uno in discoteca. Da quel momento l'ho guardata con altri occhi ma soprattutto da lontano.
Mi ricordo quando una notte avevo solletico alle gambe, ho acceso la luce e ho scoperto di avere le gambe nere. Erano plotoni di formiche. Da quel momento non ho più amato gli insetti.
Mi ricordo una volta a cena che mia sorella ha fatto arrabbiare mio padre e lui incazzato le ha detto "Togliti gli occhiali e vai a letto". Ancora stiamo cercando il senso della frase.
Mi ricordo una domenica a casa dei miei zii. Al momento del dolce arrivano i pasticcini e mio cugino al vedere una peschina dice "Guarda, il culo di Barbie!". Silenzio assoluto e poi iniziamo a ridere per venti minuti. Poi mio zio (l'unico che non rideva) ha girato un paio di volte l'orecchio destro di mio cugino come un orologio a molla. Da quel giorno ho capito che mio zio non ha senso dell'umorismo.
Mi ricordo quando mi hanno messo l'atropina per la miopia e ho capito cosa vuol dire essere un vampiro e preferire la notte al giorno.
Mi ricordo quando ho preso la mia unica sbronza cattiva. Era Capodanno, c'erano 4 gradi, ho bevuto spumante alla fragola, birra, vodka, fumato, ribevuto, mangiato e fumato. Ho vomitato quelle 4 volte canoniche più una in omaggio.

lunedì 13 luglio 2009

0 Il Veleno per Topi mettitelo a supposta

Vivo in una città di medie dimensioni, una città che come tante altre soffre del problema Topi, Blatte, Zanzare, Zecche e affini. Ogni tanto nel mio quartiere scoppia una fogna e il Comune ci mette una vita e mezzo a mandare il signor Ics a chiudere il tombino Ypsilon..diciamo che ritiene più importante spaccare le strade ogni 2x3, organizzare fuochi artificiali per Ferragosto e regalare ai cittadini le Notti Bianche (dove alla fine non compra mai nessuno e io non riesco a chiudere occhio o a sentire la tv perchè devo ascoltare volente o nolente la Cover Stonata di Sincerità da parte di una piattola pagata 50 euro per allietare le passeggiate dei cittadini by night).
Torniamo a noi. Cosa succede quando un topolino con la coda di 30 cm ti fa ciao ciao da dietro un sacco di immondizia abbandonato sul marciapiede perchè i TogliMerda aspettano le prime luci del mattino per svuotare i cassonetti?? cosa succede quando mentre cammini per strada devi fare la gimcana per evitare blatte a pancia sotto, pancia sopra, svolazzanti, vagolanti e inebriate dalla puzza di escremento che esce da alcune abitazioni o dalla varia umanità non lavante che abita il pianeta Mondo? cosa succede a questo punto?
Che il bravo cittadino utilizza la metodica "faccio da solo e cacchi vostri". Ecco che allora uscendo di casa ti ritrovi dentro un quadrato delimitato da 4 inquietanti strisce di polvere bianca o gialla. Cosa fai? salti come un deficiente per evitare di portarti a casa il veleno sconosciuto messo da una testa di supposta che abita nel tuo condominio o decidi di metterci su la suola per evitare pericolose scivolate in caso di strade ghiacciate in pieno luglio?
Ma io mi chiedo: ma se ci fosse un bambino che scivola o raccoglie da terra questa roba e se la mette in bocca che cosa succede? se un animale lecca questa stronzata cosa succede? di chi è la responsabilità? del cittadino che fa le sue vaccate nell'anonimato perchè costa fatica fare una telefonata di protesta al comune?
Più vivo in un condominio più mi rendo conto di quanto desidererei vivere in cima ad una colonna come uno Stilita.
Io non riesco ad uniformarmi alla gente, non riesco neanche a comprenderla la gente. Mi sento come un alieno in un pianeta di esseri dal cranio oblungo e vuoto, che fa la fila per i provini del Gf, che vota il magnaccione, vive nell'egoismo e nell'ignoranza più assoluta e che se lo becchi con le mani nella marmellata ti dice che hai capito male, che hai frainteso, che lui non c'entra niente, tutte menzogne.
Italietta e Italioti.
Stasera vado e butto una secchiata d'acqua davanti al portone.

domenica 12 luglio 2009

0 Dylan Dog 151. Il Lago nel Cielo


Soggetto & Sceneggiatura: Cristina e Pippo Neri
Disegni: Bruno Brindisi
Trama: Dylan è in momento di strana malinconia e ci mostra una stanza mai vista nella sua misteriosa casa di Craven Road n.7 : una camera che contiene tutti i suoi ricordi, appunti, casi risolti e irrisolti e numerose fotografie. Proprio in una di queste vede una bambina che in un primo momento non riesce a riconoscere, ma che poi (casualmente) grazie al quotidiano del giorno scopre chiamarsi Spring Shorend. Era una sua compagna di scuola che era presa di mira da tutti per le sue visioni "acquatiche" (sosteneva infatti di poter comunicare con degli esseri fatti solo di H2o). Dylan l'aveva poi persa di vista quando lei aveva cambiato scuola ma grazie ad un articolo di giornale scopre che è diventata presidentessa di un'importante holding chiamata Lomax. Spring non è più la ragazzina timida di un tempo ma è diventata un osso duro, una donna intrattabile e sempre pronta a licenziare chiunque non rispetti i suoi ordini all'istante. Dylan ignora tutto questo sinchè non la incontra in occasione del funerale del nonno di lei. Nel piccolo paese natio, Spring inizia a rivivere le sue fantasie di bambina e rivede dopo tanti anni gli acquatici, un popolo che vive nel fondo del lago e che tanto tempo prima l'aveva rapita e portata sott'acqua. Spring chiede l'aiuto di Dylan e insieme noleggiano una barca per andare a esplorare la superficie del lago (privo di pesci e temuto da tutti gli abitanti del paese). Improvvisamente scoppia un fortunale e i due vengono gettati in acqua dalle correnti impetuose. Perdono conoscienza e si risvegliano sul fondo del lago che nel frattempo si è completamente svuotato rivelando la strana città scavata nelle pareti del lago e abitata da esseri fatti unicamente d'acqua. Tra questi, che in realtà sono solo riflessi di persone reali, si distingue una creatura di sesso femminile che rivela a Dylan molti segreti sul lago e sulla stessa Spring.
Commento: stavolta, dopo un paio di numeri veramente scadenti, si è finalmente tornati ad un minimo di qualità sia per il soggetto scelto e sviluppato sia per i disegni, opera del grandissimo e insuperabile Brindisi. Il tema è fantasioso e alquanto originale nella base di partenza, gli Acquatici misteriosi esseri che vivono in fondo al lago. Ok ricorda un po' Atlantide (che infatti è citata a sua volta nel corso della storia) ma è pur sempre un argomento affascinante e in questo caso anche coinvolgente sin dalle prime battute. La storia ha un bel ritmo, i personaggi forse vivono un po' di stereotipi: la donna che diventa dura e rigida dopo essere stata costretta ad abbandonare le fantasie dell'infanzia, i classici abitanti della Gran Bretagna con le loro superstizioni e l'inossidabile diffidenza verso i forestieri. Un briciolo di umorismo, un bel po' di ricordi rispolverati e un lieto fine quasi telefonato. Ho trovato la vicenda un po' confusionaria nel suo essere ricchissima di spunti che però non sono stati pienamente sviluppati da chi ha creato il soggetto, in questo caso la moglie e il cognato di Tiziano Sclavi. Un albo, come accennavo qualche riga sopra, disegnato con estrema bravura da un Brindisi in grande spolvero. Le espressioni facciali sono più che realistiche così come le mattane della protagonista e la comicità di alcune vignette che inframezzano la vicenda portante.
Voto: 6.5

venerdì 10 luglio 2009

1 Weeds


Ho scoperto quasi per caso questa serie americana che in Italia va in onda ad orari impossibili. Credo in terza serata su Rai Due. Beh il motivo è piuttosto semplice: il telefilm ruota completamente intorno all'Erba, allo spaccio, al sesso oltre a mettere in scena famiglie piuttosto stravaganti che utilizzano (dal bambino all'adulto) un linguaggio piuttosto forte.
Io l'ho trovata assolutamente geniale, sia nelle tematiche controverse che nello sviluppo dei personaggi, inizialmente molto simili a macchiette e poi sempre più intriganti e profondi nelle loro mille sfaccettature.
Protagonista assoluta è Nancy, quarantenne vedova e madre del burrascoso Silas e del piccolo genio Shane. Sembrerebbe tutto normale se non fosse per il fatto che Nancy ha una doppia vita: casalinga e spacciatrice di erba. Vive ad Agrestic, un piccolo centro più simile apparentemente ad una pubblicità della Mulino Bianco che a un paese ricco di scheletri nell'armadio. Qui, inizialmente, lavora per altri, poi inizia piano piano a diventare coltivatrice di erba e a espandere la sua lucrosa attività.
Ma perchè Nancy conduce una vita tanto lontana dallo stereotipo della brava casalinga americana? perchè dopo la morte del marito decide di continuare a mantenere un alto tenore di vita e l'unica attività che sembra poterglielo garantire è proprio lo spaccio.
Naturalmente la vita non può essere facile visto che si tratta pur sempre di un'attività illegale in un paesino di poche anime, perciò piano piano Nancy si rende conto che non solo i suoi clienti (e successivamente soci in affari) conoscono la sua doppia vita ma anche i due figli adolescenti e la governante. A loro presto si aggiunge la figura a mio modo più divertente dell'intera serie, ossia il cognato Andy, un consumatore assiduo di erba e presto ospite fisso a casa di Nancy.
La prima serie scivola via in modo piuttosto lento e forse poco interessante in quanto sembra che tutti gli interpreti siano troppo imbarazzati e rigidi all'interno dei loro ruoli. Nella seconda serie, come accennavo all'inizio, la vicenda si sviluppa in modo imprevedibile e imprevisto con continui colpi di scena, sino all'ultima puntata che lascia veramente tutto in sospeso.
In America sono arrivati già alla quinta stagione, sintomo del successo indiscutibile della serie. In Italia siamo ancora fermi a due e si spera che si possa andare avanti presto perchè è un telefilm che merita davvero di essere visto. A mio parere, si rivolge ad un pubblico con una buona cultura, non è un prodotto usa e getta, bisogna capirlo e apprezzarne l'ironia e la dissacrazione di argomenti sacri come per esempio la famiglia. Io lo definirei un The Simpson in carne e ossa.
Un prodotto a basso budget ma di alto livello.
Spendo due parole per Mary Louise Parker (Nancy) che qualcuno ricorderà in pellicole famose come Pomodori Verdi Fritti alla fermata del treno, Il Cliente, Ritratto di Signora. Io la trovo perfetta nella parte della madre spacciatrice e incasinata, sempre in lite con il figlio maggiore e capace di infilarsi in pasticci pazzeschi per l'estrema ingenuità.
Una menzione speciale anche Elizabeth Perkins, la nevrotica Celia. Penso che sia l'attrice più in palla di tutta la serie. Capacissima di farsi detestare ma in grado anche di conquistare lo spettatore con le sue uscite all'acido muriatico. In una parola fantastica.

0 Laureati 3+2


Di questi tempi sembra che tutti si laureino, oddio non è che sia solo apparenza..è proprio così. Un tempo, ormai remoto, la Laurea era quella cosa con la lettera maiuscola che era ad appannaggio di pochi, nel senso che ottenerla era un'impresa talmente faticosa che molti rinunciavano agli studi o vivacchiavano invecchiando tra i corridoi delle facoltà alla ricerca del coraggio di dare quell'annoso esame di Latino o Chimica Organica. Tanti raccontavano veri e propri aneddoti simili a Leggende da tramandare ai posteri: "è la sesta volta che tento di dare l'esame ma quella continua a sbattermi fuori appena mi riconosce, non mi laureerò mai". Alla fine, dopo il settimo tentativo, accettava il 18 e pazienza per l'onore.
C'erano i senatori all'università, quelli con barba e valigiotto che potevano essere o dottorandi o molto più spesso gli attivisti politici, quelli per cui non importava raggiungere la laurea, ciò che contava era mettersi in prima linea nelle manifestazioni, nelle occupazioni e negli scioperi. Quando eri una matricola li vedevi quasi come delle divinità irraggiungibili, poi capivi che in realtà non avevano voglia di studiare.
Quando affrontavi la preparazione di un esame sapevi che minimo ti sarebbero toccate 1000 pagine (più note a margine) da assimilare alla perfezione. E i professori non facevano sconti di alcun tipo, ti tenevano sulla sedia per un'ora alla ricerca del tuo punto debole e se mostravi incertezze all'ultima domanda nonostante grande preparazione in quelle precedenti, rischiavi di essere sbattuto fuori ugualmente. Erano rare le domande di salvataggio, tipo argomento a piacere. Se un prof voleva fare il bastardo c'era poco da fare, pive nel sacco e a casa a ripassare da cima a fondo in attesa del prossimo appello. Insomma un inferno, ma con la soddisfazione a volte di uscire dallo studio con un voto alto nel libretto, il cuore leggero e la sicurezza di aver dato il massimo.
Non parlo degli anni 80 perchè ero ancora alle medie (immagino che allora la percentuale di laureati si avvicinasse ad un 5% della popolazione italiana), mi riferisco a quel periodo a cavallo tra la fine dei 90 e la metà dei 2000..quando ancora c'era una parvenza di serietà nel sistema universitario.
Ricordo che ero una delle ultime che affrontavano il vecchio ordinamento con gli esami divisi tra parte istituzionale e parte monografica, in tutto un 2000 pagine se l'esame era veramente tosto. C'era per esempio Letteratura Italiana che era una roba da fuori di testa, con la pretesa da parte della prof (un cerbero come pochi) di imparare a menadito tutta una cantica con annessa parte critica, metrica e sintattica. Beh insomma era dura, ma erano gli ultimi spasmi di un'università pronta ad essere decapitata dalla mannaia rappresentata dal 3+2, datato 2002. L'abominio che ha ridotto tutto il sistema universitario ad un diplomificio senza senso.
Quando ero in fila per gli appelli vedevo la massa di nuovi studenti che dovevano sostenere il mio stesso esame ma con un 80% di programma in meno. Li vedevi terrorizzati ma anche con una certa puzza sotto al naso rispetto a te della vecchia guardia. I docenti li detestavano perchè sapevano che la loro preparazione non sarebbe mai stata sufficiente ma che erano comunque costretti ad assegnargli voti alti per lo studio di 40 paginette e una tesina.
Il bello è che queste teste d'uovo ti guardavano dall'alto dicendoti che loro avevano il doppio di esami da sostenere, dimenticandosi che uno dei loro esami valeva a malapena come la metà di uno di quelli preriforma.
I professori quando avevano a che fare con gli studenti del vecchio ordinamento li tranquillizzavano dicendo che tanto il nostro titolo avrebbe sempre contato più di una triennale...passati gli anni il mondo del lavoro ha deciso invece di favorire i laureati da supermercato 3x2 (spesso senza 2), cercando giovani che non superassero i 24 anni.
Che importa se alla discussione della tesi, i vecchietti si portavano lavori di minimo un anno di ricerca e i giovinotti tesine da ridere? Che importa se alla fine ora i 110 li regalano come caramelle? è tutto sbagliato, proprio tutto, ma questo è quello che ci meritiamo in Italia: questi sapientini con la boria data da valutazioni fasulle e gonfiate. Quelli che ci troveremo negli uffici pubblici, nelle aziende private, negli studi, sono il risultato di un'istruzione carente e deficitaria.
Mi commuovo ancora per i laureati di medicina, gli unici rimasti esenti da questo sistema triennale. Sinceramente avrei difficoltà a farmi mettere le mani addosso da un medico che ha studiato solo la metà dell'anatomia umana. Ah Ah. C'è poco da ridere, c'è da disperarsi.
La signorina Gelmini ha deciso di inasprire il sistema scolastico ma si è dimenticata totalmente dell'università. Ma cosa si ottiene a frenare il percorso di un ragazzino che comunque prima o poi al diploma ci arriverà comunque, ma carico di odio e con più anni dei suoi compagni di classe? il problema ha origine e gravi conseguenze all'università, perchè è da lì che escono quelli che poi entreranno (o avranno la grande speranza di farlo) nel mondo del lavoro. Ora che siamo in una situazione di disoccupazione più che allarmante sarebbe il caso di bloccare questo flusso di laureati, questo oceano di gente che spesso non ha la preparazione di un laureato preriforma e che riesce a spuntarla in un concorso o in colloquio di lavoro semplicemente per questioni anagrafiche.
In queste settimane mi è capitato di assistere alle glorie e agli entusiasmi di persone che hanno preso (pure in ritardo) la specialistica e di persone che dopo 12 anni hanno ottenuto una laurea breve dopo aver fatto il passaggio da vecchio a nuovo ordinamento. Quest'ultimo caso non influisce però a livello di lavoro perchè non verranno mai presi in considerazione neolaureati ultratrentenni, è il primo caso che crea problemi.
Questo individuo che chiamerò Ipsilon ha preso come dicevo la specialistica (parlando di laurea, quando pure le pietre sanno che si tratta esclusivamente di un diploma di perfezionamento) e ha inviato domanda di insegnamento nelle scuole superiori della zona. C'è da chiedersi se saranno felici i diplomati alla SSIS che aspettano da anni uno straccio di supplenza dopo essersi fatti il culo per ulteriori 3 anni oltre alla laurea. Mi si risponderà che i neotriennali non potranno mai ottenere una cattedra in via definitiva e io ribatto..ma perchè c'è qualche supplente in graduatoria che arriverà a diventare insegnante di ruolo se non quando avrà bisogno di una dentiera e un pannolone pampers?
Ho un altro conoscente che è iscritto da anni all'università e ha dato solo un esame.
Queste sono le cose da cambiare non la reintroduzione del grembiule alle elementari.

giovedì 9 luglio 2009

0 Dylan Dog 149. L'alieno


Soggetto&Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Ugolino Cossu
Trama: Dylan e Groucho entrano sotto mentite spoglie in un selezionatissimo college inglese e vengono assunti dal direttore Fontleroy in qualità di bibliotecari. Qui si trova anche Justin, un timido e fragile studente preso sempre di mira dai bulli dell'ultimo anno. Il suo unico amico è Ian. Insieme si recano spesso fuori dal perimetro della scuola per salire sulla vecchia torre antincedio. Una sera però, Justin cade misteriosamente dalla piattaforma perdendo conoscienza. Al suo risveglio racconta di aver visto cadere un piccolo meteorite che gli è poi penetrato nel cervello. Nessuno sembra credergli ma il ragazzo inizia a cambiare diventando un genio in tutte le materie scientifiche. Intanto, nel corso delle giornate lavora ad uno strano macchinario con cui fa impazzire un pallone da rugby che arriva a decapitare l'allenatore colpevole di averlo esonerato ingiustamente dalla squadra. In seguito provoca la morte dei tre bulli che lo tormentavano quotidianamente.
Dylan però intuisce che non è stato Justin a compiere gli orrendi misfatti, soprattutto perchè già da tempo il college era stato teatro di improvvise e inspiegabili sparizioni di studenti. In realtà il responsabile è Lord Fontleroy, lui sì colpito dal meteorite e mutato in un essere alieno.
Commento: devo dire che ci troviamo davanti ad uno degli albi peggiori mai ideati da mente umana. Non c'è trama o se c'è è veramente sballata e inconcludente. Non si capisce come mai Dylan si trovi nel college, chi l'abbia assunto e chi sia in realtà questo Alieno presente nel titolo dell'albo. Terribile il soggetto così come la sceneggiatura, niente pathos, vignette spesso prive di senso (vedi la visione che ha Justin della sua mutazione fisica e dell'omicidio della Burnell). I disegni tutto sommato non li boccerei totalmente anche se trovo che tutti i protagonisti abbiano un'espressione troppo allucinata.
Voto: 4 con generosità e clemenza

mercoledì 8 luglio 2009

0 Jovanotti..il nuovo profeta






Questi qui sopra sono i due volti di Jovanotti, la mancata icona italiana. Colui che nella seconda metà degli Anni 80 riusciva a trascinare le masse di adolescenti, il Pifferaio Magico dall'inglese inventato, il cappellino rigorosamente verde, il chiodo rosso e le All Star dall'aspetto volutamente vissuto. Poster, libri, fotografie, spillette, magliette, oggettistica di ogni tipo per celebrare le glorie dell'allora nuova scoperta di Claudio Cecchetto che insieme a lui fonda appunto il marchio di abbigliamento YO.
E poi Deejay Television dall'Aquafan di Riccione, i concerti, la partecipazione a Sanremo con una canzone senza capo nè coda che si piazzò tra i primi posti (ricordiamoci che erano gli anni in cui potevano partecipare ancora cantanti estemporanei, vedi Marisa Laurito o Gigi Sabani), la pubblicazione di un disco dietro l'altro con singoli che occupavano saldamente le posizioni più alte della classifica.
I mass media erano convinti che la società giovanile si stesse Jovanottizzando tanto da rendere i 12 mesi di leva di Lorenzo Jovanotti una notizia di primo piano, con le ragazzine disperate e assettate di notizie che trapelavano ogni tanto dalla caserma di Albenga.
Era la Bella Epoque dei grandi numeri a livello di vendite discografiche e lo sbarbatello in questione era arrivato a navigare nell'oro, a mostrare la moto che si era finalmente potuto comprare (tanto da dedicarle l'arcinota La Mia Moto) e la ragazzotta che gli stava accanto per il tempo di una stagione, ossia l'allora giovanissima Rosita Celentano. Scrive persino un libro dove ci spiega come sia comodo e liberatorio stare a casa senza mutande. Una conquista da annotare a pagina Ics di un libretto buono per arrotondare i ricavi discografici.
Si fregiava del titolo di rapper anche se solo qualche anno più tardi avremmo assistito alla nascita in territorio italico di una vera e propria scuola hip hop..molto distante dal rap facilotto di Jovanotti o Gino Latino (pseudonimo estemporaneo, giusto per non farsi mancare nulla).
Negli Anni 90 si respira un'aria diversa, sembrano conclusi i tempi dell'omogenizzazione del vestiario, dell'italodisco e del testo vuoto ma con un buon ritmo. Ci vuole qualcosa di più per un'icona al tramonto e Jovanotti si reinventa. Inizia a imparare a suonare la chitarra e compone testi più profondi con qualche scappatella verso l'idiozia (Ciao Mamma, Ragazzo Fortunato, Tieni il Tempo, Non M'Annoio). Lorenzo 1994 rappresenta la classica svolta che porta Jovanotti a diventare definitivamente Lorenzo Cherubini con tutti i temi che si possono trovare in tutti gli album usciti successivamente: l'amore, l'aids, Che Guevara, l'ipocrisia del Vaticano, la politica (all'acqua di rose), l'America Latina (in particolare Cuba).
Tutto questo unito ad un cambiamento radicale del look e dell'espressione facciale. Non più un viso fresco e pulito da ragazzino borghese, ma la barba lunga e l'abbigliamento dimesso oltre ad uno sguardo perennemente triste.
Jovanotti nel corso degli anni è invecchiato dietro quella lunga barba, sempre nuove rughe e sempre più voglia di fare dichiarazioni in favore dei paesi del terzo mondo e tutto questo è molto buono e condivisibile se non fosse che personalmente mi urta.
Mi urta profondamente che ogni volta che Jovanotti esce dal suo eremitaggio (prima amava fare shopping e creare le tribu che ballano, ora preferisce l'ombra di un faggio e gli ermi colli) sembra che parli il profeta Isaia. Tutti (giornali, no global, televisioni) sono lì a pendere dalle labbra da uno che sembra essere diventato l'unico che ha in sè la scienza infusa e la giusta soluzione ai problemi del mondo.
E' un po' come Bonolis che fa i proclami e poi poggia il culo sui miliardi. Non lo sopporto, è più forte di me. Tra l'altro con l'aggravante di lettere aperte al premier di turno (l'ultima è sull'ultimo numero di Vanity Fair con una vomitevole missiva indirizzata a Berlusconi) fregandosene di rimangiare qualche presa di distanza dal governo di centro destra. L'importante è parlare, non importa se ti sei definito per 20 anni comunista (o anarchico se preferite), l'essenziale è esternare con la solita espressione saggia da mahatma italico.
Piero Pelù è una vita che fa il lavoro sporco, che nei suoi testi, nella sua vita si è battuto per i diritti umani ma non se l'è mai filato nessuno se non quando per l'appunto ha partecipato con Ligabue e (sorpresa!!) Lorenzo Cherubini all'incisione di Il Mio Nome è Mai Più nel 1999.
Per concludere, Jovanotti mi faceva sorridere negli anni 80 perchè era il classico prodotto usa e getta di quegli anni, negli anni 90 mi ha colpito con un paio di canzoni, nei 2000 mi ha proprio rotto le balle. A volte penso che un cantautore dovrebbe cantare e parlare dei problemi del mondo attraverso le sue canzoni, dovrebbe fare beneficenza senza proclamarlo ai 4 venti, dovrebbe fare invece di parlare.
Pensiero personale.
 

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