sabato 27 aprile 2013

0 I due figli di Ringo (1966)

Inutile dire che questo film è scadente. Magari per chi adora Franco e Ciccio è una super bomba di comicità ma per un comune essere umano dotato di un senso dell’umorismo nella media si tratta di un film lento, scontato e poco originale. Le gag praticamente non esistono se si escludono alcuni scambi di battute tra i due mattatori della risata che forse facevano ridere i bambini degli anni 70. Alla mia età certi film non si possono considerare dei cult movie ma solo delle mediocri parodie degli spaghetti western anni 60. Tanto rumore per nulla come si suol dire.

In un sabato di tempo variabile sbadiglio al ricordo di una trama senza costrutto e di ritmi blandissimi. In giro si trova di molto meglio.

Voto 4

giovedì 4 aprile 2013

0 Gantz (2004)

Credo che non serberò un buon ricordo di questo anime dalle tinte fosche. Credo proprio di no visto il periodo ultra negativo in cui mi è capitato di sorbirmi i 26 episodi (divisi in due stagioni). Ecco, se uno ha un umor nero è meglio se si tiene alla larga da questo esempio di positività allo stato puro. Devo dire però che la prima puntata prometteva bene e non so perché mi ha ricordato in qualche strana maniera il film cult “The cube”. Sicuramente perché degli sconosciuti si ritrovano inspiegabilmente riuniti in una misteriosa stanza (anzi un mini appartamento) in quel di Tokyo da cui possono uscire solo tramite il Gantz, una strana palla che canta e dice sconcezze e che si limita a fornire missione, tute e pistole ai misteriosi personaggi che in realtà sono morti ma non del tutto morti. Okay, questo è troppo vero? Ma in realtà ha un suo senso. Gli uomini e le donne che si trovano lì sono morti in modo violento e si risvegliano in questo strano posto con lo scopo (una volta trasportati in un luogo preciso della città) di eliminare alieni sparsi per Tokyo. O li eliminano entro un tempo limite oppure muoiono per sempre. Se riescono a sopravvivere riuscendo anche a portare a termine la missione ricevono un punteggio, utilissimo perché se si arriva a 100 si è liberi per sempre, mentre con un punteggio inferiore si è totalmente alla mercé del Gantz per compiere altre missioni. Io ho trovato tutto questo succosissimo da un punto di vista teorico mentre nei fatti la storia non mi ha convinto del tutto, soprattutto per i tempi morti. Non c’è ritmo e l’effetto di drammaticità così evidente in questo tipo di prodotto che rispecchia assai bene lo spirito nipponico non è poi così coinvolgente. La cosa stravagante è la quantità generosa di scene di sesso che forse non hanno molto senso all’interno della trama ma che manifestano un certo tasso di pruderie nella mente degli sceneggiatori, obbligati non si sa perché a trovare un punto di contatto con le fantasie sessuali degli spettatori (giovani brufolosi con l’idea fissa che le donne abbiano tutte delle tette grosse). Insomma a me non ha fatto impazzire e non ho apprezzato il finale non finale. Molto meglio Death Note.

martedì 2 aprile 2013

0 Reaper, in missione per il diavolo

Reaper è una serie tv americana composta di due sole stagioni che tra le altre cose finiscono in maniera del tutto brusca e senza preoccuparsi minimamente di fare luce sui vari misteri presenti all’interno dei 26 episodi.

Ok non è un telefilm memorabile ma sicuramente godibile e divertente. I personaggi sono simpatici e fuori dagli schemi. Non sono né studenti né professionisti ma semplici commessi in un grande magazzino di attrezzi per la casa. Le loro serate si svolgono sempre davanti ad una birra e qualche cosa da sgranocchiare, hanno macchine di seconda mano e appartengono ad un vero e proprio campionario di Nerds.

Il protagonista principale è Sam, un ragazzo che al compimento del 21simo anno d’età scopre che la sua anima è nelle mani del diavolo e da quel momento deve stare al suo servizio rimandando negli inferi le anime che sono riuscite a scappare. Per fare ciò si serve di oggetti strampalati o comunissimi fondamentali per catturare le anime e riportarle all’inferno.

Come dicevo più su il telefilm è molto gradevole e lontanissimo dagli stereotipi americani, elemento che lo rende originalissimo. Certo i difetti (molti) non mancano, come per esempio l’introduzione di elementi nella trama che vengono inspiegabilmente soppressi tra una puntata e l’altra. Probabilmente il fatto di aver avuto un forte calo negli ascolti ha pregiudicato anche il lavoro degli sceneggiatori, costretti a sintetizzare, tagliare, tralasciare per portare a compimento la sfortunata serie.

 

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