sabato 19 luglio 2014

0 Cafè express (1980). Un grande Nino Manfredi

Ogni volta che mi accingo a vedere un vecchio film con protagonista Nino Manfredi so già che mi capiteranno due cose: riderò e mi commuoverò a ritmi alterni.
Mi sono sempre chiesta il motivo per il quale questo grandissimo attore non venga mai annoverato tra i grandi interpreti del cinema italiano. Risuonano stentorei i nomi di Sordi, Mastroianni, Gassman, De Sica e mai e dico mai Manfredi. Io l'ho sempre trovato immenso e perfetto nei ruoli scomodi dell'italiano che si barcamena per racimolare quei pochi soldi necessari per sopravvivere in un Italia povera ma misteriosamente felice nella sua miseria. Il suo essere orgogliosamente italiano mi ha sempre commosso e allo stesso tempo divertito. Insomma per me è stato un attore davvero straordinario e questo film non fa altro che confermarlo.
In questo caso Manfredi interpreta un pover'uomo che vende abusivamente caffè e cappuccini sopra i malandati treni delle Ferrovie dello Stato. In questo viaggio tra fumo di sigarette e miseria, durante una fredda notte invernale, ci vengono presentati spaccati di vita quotidiana: gli amanti che si danno appuntamento sempre sulla stessa tratta per consumare il loro frettoloso rapporto, la suora che accompagna dei bambini,  dei lavoratori che fanno la spola da una città ad un'altra e tanti altri. Questa strana routine viene bruscamente interrotta dai controllori che ricevono l'ordine di bloccare il nostro venditore abusivo per truffa ai danni dello Stato. Come finirà? Bisogna vedere il film per apprezzare anche il finale, degno di questa Italia, indecisa tra il seguire le leggi e l'impossibilità quasi genetica di farlo veramente.
Un ottimo film per riflettere.
Voto 7,5

sabato 5 luglio 2014

0 Dallas Buyers Club (2013)

Film ben diretto e ben recitato. 
Menzione speciale per la sessione di dimagrimento da fame di Matthew McConaughey che evidentemente stufo di interpretare ruoli da belloccio con la tartaruga in bella mostra si reinventa come attore impegnato (riuscendoci anche bene). Mio parere personale: forse la statuetta d'oro che campeggia nel suo salotto è più per lo choc procurato dal suo aspetto emaciato che per effettiva bravura. Per carità, il ruolo era complesso e la sua immedesimazione nel ruolo di un malato di Aids è stata perfetta ma gli ho preferito di gran lunga Jared Leto, splendido e struggente nella parte di Rayon (questo sì un ruolo che avrebbe messo a dura prova chiunque e non per motivi estetici ma per la rinuncia totale a quella virilità che il cinema Hollywoodiano sbandiera in ogni sua mega produzione cinematografica). Leto in questo film raggiunge mette inarrivabili e merita di gran lunga l'Oscar, molto più del protagonista principale.
Il film si svolge negli anni 80 in Texas e racconta la storia di un uomo che scopre in maniera del tutto casuale di aver contratto l'Hiv. Per lui, uomo dalle mille donne da una notte, è come una pugnalata al basso ventre perchè significa perdere il lavoro, essere deriso e schifato dai suoi amici che pensano che sia un omosessuale, perdere la casa. Sarà la disperazione e la voglia di vivere nonostante la diagnosi infausta dei suoi medici che lo spingerà a dare una svolta alla sua vita. 
Al regista e agli sceneggiatori spetta il compito di descrivere un'epoca ancora ignorante e oscurantista rispetto al contagio e alla diffusione dell'Aids, considerata allora come una malattia trasmissibile quasi unicamente attraverso i rapporti omosessuali. 
Il film ad un certo punto prende quasi un taglio documentarista che almeno dal mio punto di vista lo appesantisce moltissimo. La storia personale di Ron viene quasi soffocata dalle critiche al sistema Fda che proibisce ai cittadini l'uso di sostanze non approvate.
Un film bello ma non eccezionale.
Voto 7       
 

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