mercoledì 22 dicembre 2010

1 Maison Ikkoku (Cara Dolce Kyoko)

Questo meraviglioso anime è andato in onda in Italia nel lontanissimo 1991 e da allora si sono perse le tracce, a mio modo di vedere per misteri imperscrutabili visto che si tratta di un vero e proprio capolavoro opera della grande Rumiko Takahashi, autrice anche del più conosciuto E’ quasi magia Johnny (nell’originale Orange Road). Maison Ikkoku si compone di 96 episodi e racconta la storia (che si svolge in pieni anni 80) tra lo studente universitario Godai e la giovane vedova Kyoko, amministratrice della Maison Ikkoku, un modesto alloggio che ospita oltre a Godai anche la pettegola Ichinose, lo schietto e dissacrante Yotsuya e la rossa Akemi. Altri personaggi ruotano intorno ai protagonisti tra i quali l’aitante maestro di tennis Mitaka, la nonnina di Godai e il suo migliore amico Sakamoto. Inutile dire che si tratta di una storia che mescola sapientemente romanticismo ed equivoci a non finire. In molte puntate si passa dal riso al pianto grazie anche ad un’atmosfera capace di far commuovere anche solo attraverso uno sguardo o un gesto. Come nella migliore tradizione nipponica, tutta la storia si sviluppa gradualmente finendo per avere progressi veramente importanti solo nelle ultime 10 puntate. Insomma chi cerca il bacio deve aspettare e aspettare perché la serie rispetta molto quelle che sono le tradizioni nipponiche in materia sentimentale, ossia un lunghissimo corteggiamento per arrivare ad un singolo bacio, preludio di una richiesta di matrimonio. A noi occidentali tutto questo appare come qualcosa di inconcepibile ma chi ama questo cartone sa che tutto è funzionale alla storia.

Un grosso difetto è da imputare al doppiaggio, perfetto per le prime 50 puntate o giù di lì e poi terribile in quella che è alla fin fine la parte più importante. I doppiatori cambiano e si fa estrema fatica ad accettare le nuove voci, spesso troppo caricaturali e inadatte ai vari personaggi. Oddio verso la fine ci si abitua anche ma sarebbe comunque stato meglio non cambiare doppiatori. Altro difetto a mio parere abbastanza evidente, è il fatto che non si è tenuto in alcun modo conto di una delle puntate centrali (per me la più bella), una puntata che dava ad intendere che da lì in poi le cose tra Godai e Kyoko sarebbero iniziate a farsi più interessanti. Parlo della numero 40. In realtà poi è come se non fosse successo niente e si torna punto e a capo. Nonostante ciò si tratta sempre di una bellissima serie totalmente snobbata dalle reti nazionali e dalle principali reti private, relegata su canali locali dove spesso e volentieri venivano saltati episodi o cambiati orari. Non ci sarebbe neanche niente da censurare in un anime che come accennavo prima è il trionfo del tradizionalismo e delle consuetudini famigliari a livello di relazioni sentimentali. L’unica concessione alla trasgressione sono i numerosi festini a base di sakè e birra del malefico trio formato da Ichinose, Achemi e Yotsuya.

In una parola: imperdibile.

Voto: 9,5  

mercoledì 15 dicembre 2010

0 Berlusconi salvo per 3 voti!

sabato 11 dicembre 2010

0 Viaggi organizzati: fregatura

A volte capita di sbagliarsi e di vedere onestà dove non ce n’è. Troppo buoni o troppo ingenui? L’anno scorso avevo vissuto una bella esperienza in Germania in occasione dei Mercatini di Natale, un viaggio deciso quasi all’ultimo e a scatola chiusa visto che non conoscevo il Tour Operator in questione. Essendomi trovata bene, ho malauguratamente deciso di ritentare la fortuna, stavolta per un viaggio a Bruxelles, sempre in occasione dell’Immacolata. Premetto che si tratta di un’atipica agenzia di viaggi di Carbonia che organizza viaggi in cui sono presenti i referenti, ossia il patron e consorte. Da un certo punto di vista la cosa conforta ma quando si presentano problemi che poi non vengono risolti tutto diventa spiacevole come non mai. Pensare che l’unica nota negativa dell’anno scorso era stata l’età media (abbondantemente sopra le 50 primavere)! Quest’anno invece ho proprio l’imbarazzo della scelta.

1) Albergo: Hotel Bedford a Bruxelles. Un 4 stelle che ne merita forse mezza. Arredamento anni 70, moquette macchiata, lavandino macchiato, materassi infossati, coperte militari dure ruvide e pesanti, televisore a tubo catodico che non prendeva neppure un canale italiano, chiavi magnetiche difettose, wireless solo ed esclusivamente al piano terra e due misere postazioni internet (sempre occupate anche da personale di servizio), maleducazione del personale addetto alla reception (soprattutto una giovane stronzetta dall’espressione sarcastica mentre esponevamo le nostre sacrosante rimostranze), cibo perlopiù congelato.

2) Mercatini di Natale NON PERVENUTI. Sappiate in partenza che non esistono mercatini di Natale credibili in Belgio, nonostante l’enorme pubblicità che si può trovare online. E’ tutto a uso e consumo dei pochi turisti. Nessuna atmosfera natalizia paragonabile alla Germania o all’Austria. Bancarelle con roba dozzinale e cibo internazionale (a parte le ostriche con champagne e i waffle). Illuminazioni ridicole e sparute, tristezza generale e niente per cui valga la pena di visitare questa nazione nel periodo delle feste natalizie.

3) Mancia di 10 euro richiesta dal capogruppo praticamente a viaggio non ancora iniziato. Mancia per autisti, camerieri e guida. Onestamente sono abituata a scegliere autonomamente quanto e se dare, inoltre mi aspetto che tali richieste siano fatte quando il viaggio è in via di conclusione e quando quindi ho avuto ampiamente modo di stabilire (almeno per la guida) se il servizio meriti un extra così generoso. Considerato poi che eravamo almeno 40, tirate voi le somme. Inoltre la consegna dei denari non è neppure avvenuta davanti ai nostri occhi quindi per me non è chiaro se i soldi siano poi arrivati a destinazione.

4) Costo del viaggio eccessivo. 750 euro per 4 giorni senza contare le bibite e le spese che fanno lievitare il tutto a quasi 1000 euro. Il prezzo di una crociera di una settimana. Il tutto però viene presentato come ultra conveniente, tanto da pensare di organizzare una settimana con Costa Crociere con tutte le escursioni auto gestite. Ovviamente spacciato come economico rispetto all’organizzazione Costa, peccato che quest’ultima offra un ventaglio ampio di possibilità di escursioni per ogni singolo giorno e non ti costringa a scegliere la cena delle 19 o delle 21 per compattare un gruppo. E soprattutto eviti di chiederti 300 euro come supplemento singola (cabina interna).

5) Ristoranti da mani nei capelli. Si può onestamente pensare di prenotare a Bruxelles un ristorante chiamato La Capannina, con cucina italiana e personale musulmano? Sistemati in uno stretto corridoio in balìa delle correnti nordiche, con un piatto di pasta al sugo e un tiramisù (scadente). Altra scelta azzeccata quella di Babylos a Liegi: cameriera con capelli lunghi e scarmigliati (sempre ad un millimetro dal piatto), tentativo di imbroglio sul prezzo delle bibite (chiaramente non esposto in nessun menu), secchiellino della lavastoviglie sul tavolo per prendere il proprio cucchiaino.

6) Guida ottantenne, con tremore di Parkinson, maleducata e tirchia (con i soldi degli altri). Questo vecchio belga, ma veramente vecchio, in 3 giorni ci ha fatto visitare solo chiese. Unico museo, quello di Storia Militare, perché gratis e con i bagni. Vi lascio immaginare l’interesse generale per 800 spade tutte uguali e cappelli col pennacchio, per l’allarme dello sgancio bombe ogni 5 minuti e in definitiva per il meno interessante dei 100 musei presenti a Bruxelles. L’Agnello Mistico rimarrà sempre un mistero visto che era a pagamento e perciò non meritava uno sguardo neanche di sfuggita. Il vecchio inoltre parlava solo per i 4 o 5 che aveva vicino dimenticando la regola base della Brava Guida che impone di aspettare anche l’ultima delle pecorelle smarrite prima di dire Bha. Nonostante le tante rimostranze ha fatto solo spallucce e ha continuato a fottersene, con in tasca parte dei miei 10 euro. Anche in questo caso poco o nulla è stato fatto per risolvere la questione, che non spetta e mai deve spettare al cliente ma sempre e solo all’organizzatore.

In conclusione sono tornata a casa con il portafogli più leggero e l’umore più nero con la consolazione però di uno zaino rosso che non regalerei neppure al mio peggior nemico e con la promessa di 50 euro di sconto sul prossimo immaginario viaggio con un Tour Operator di cui per decenza e onestà intellettuale nasconderò il nome.        

sabato 27 novembre 2010

0 Tutto l’amore che c’è (2000)

Tutto l’amore che c’è è un film di Sergio Rubini. Si svolge negli anni 70, nella provincia barese e vede come protagonisti un gruppo di ragazzi dai 16 ai 30 anni che cazzeggiano da mattina a sera in attesa forse di niente forse semplicemente di un’occasione che li porti lontano da quella realtà periferica. C’è chi studia da avvocato e ha una ragazza fissa praticamente da sempre, c’è chi non ha voglia di studiare, chi suona in un gruppo e chi semplicemente trascorre le giornate a fare battute. Un giorno arrivano in paese tre belle e disinibite ragazze della provincia di Milano e tutto cambia. Chi pensava di essere innamorato si scopre in realtà attratto da queste ragazze così libere, così poco provinciali e tanto diverse dalle loro fidanzate storiche. Scoprono il piacere di una spaghettata a mezzanotte e di una casa dove i genitori non rompono mai, ma anzi incoraggiano i proprio figli a socializzare, pazienza se sono le 3 di notte. Come non preferire una donna che si concede senza tanti problemi ad una che aspetta il matrimonio e nel frattempo ti lascia in stand by mettendoti una mano nella patta a pochi metri dalla madre? Come non preferire la bella milanese con gli occhi chiari e il viso d’angelo a quella semplice ragazza di paese con cui passi i pomeriggi a letto a scherzare e a fare l’amore (quell’amore che ti fa dire “ti amo con tutto l’amore che c’è”) ma che rappresenta quel chiodo pesante che ti incatena ad una realtà troppo stretta?

Tutto però non è così facile come sembra e la tragedia o la presa di coscienza è proprio dietro l’angolo. L’occasione per andare via c’è ma non tutti la colgono: tanti anni di abitudine e routine sono più gestibili di un punto di domanda a pochi metri da te e così si rimane ad affrontare il male minore. Solo chi non ha niente da perdere capisce che l’unico modo per essere veramente felice è spezzare invisibili catene e andare via.

Questo film offre spunti interessanti sotto molti punti di vista, ma soprattutto regala uno spaccato sempre attuale della vita di provincia. Racconta il passaggio da una vita monotona ad una che regala sorprese ogni giorno, la prima sigaretta, la prima volta, la voglia di conoscere qualcosa di nuovo, il modo di vedere tutto ciò che sta 10 km lontano dal tuo paese come il Mondo, un Mondo che si invidia e un po’ si teme. Milano come la città della ricchezza, della moda e del benessere e conseguentemente le ragazze settentrionali come portatrici di nuova linfa in un paese di vecchi. Tutto sembra girare molto intorno al sesso ma in realtà seppure ci sia molto sesso, il regista sembra utilizzarlo come uno strumento per far capire quanto sia in realtà vissuto come uno dei pochi modi (insieme ad una birra nel bar di paese) per sentirsi vivi.

Ho trovato particolarmente bella la storia della ragazza (di cui mi sfugge il nome) sinceramente innamorata di Nicola. Una ragazza di paese che però ama la vita e non porta rancore nonostante il tremendo dolore di vedere il proprio ragazzo a letto con un’altra donna forse più bella, più appariscente, più cittadina ma più vuota e facile. E’ il personaggio che cambia le carte in tavola proprio nel momento in cui tutti si sentono pronti per mollare la vecchia vita e passare ad una nuova. Segna il passaggio dalla spensieratezza all’età matura.

Un ottimo film.

Voto: 8  

mercoledì 24 novembre 2010

0 X-Factor 4. Pagelle Finale

DAVIDE: non vince ma arriva secondo, un po’ come capita sempre a tutti i concorrenti della categoria capitanata dalla Maionchi. Una sua vittoria non avrebbe destato scandalo visto che il ragazzo (appena diciassettenne) ha un talento e una timbrica eccezionali oltre che estremamente rari. Il suo graffiato ha colpito dal primo provino, ha sempre cantato bene sebbene non sempre sia stato capace di trasmettere emozioni, ma è giovane e si farà. Ieri è stato alquanto svantaggiato dal duetto con Renga che ha pensato bene di cantare 3/4 di canzone lasciando a Davide quel che restava, cioè niente. Per il resto non ha brillato come è avvenuto in altre puntate, forse per la troppa emozione. Nonostante ciò il suo inedito l’ha cantato bene e ha confermato il fatto che sarà uno dei più richiesti in radio, sperando che nel frattempo possa mettere in cantiere il suo primo album (di inediti e non di cover). Il mondo della discografia ha solo un compito, quello di esaltare le sue potenzialità e gestire la sua carriera in modo consono al suo talento. Non buttiamolo via. Infine, ho trovato penoso il fatto che come era successo per Ruggero, non ha potuto vivere il momento del ballottaggio finale. Aboliamo questa legge o limitiamola ai bambini, altrimenti poniamo come limite i 18 anni per partecipare alle trasmissioni. Voto finale: 7

NATHALIE: è stata la sua serata. Ha vinto meritandolo e dimostrando un carattere e una sicurezza che spazza via qualunque possibile dubbio sulla sua vittoria. E’ meritata e sacrosanta e lo dice una persona che, sbagliando, le ha spesso dato voti mediocri. Ieri si è espressa in modo eccezionale, duettando alla pari con Skin e offrendo esibizioni di altissimo livello. L’inedito continua a essere bellissimo e coinvolgente. Raramente mi è capitato di sentire un brano nuovo che mi colpisse e mi emozionasse in questo modo. La sensazione è che questa ragazza possa davvero diventare una certezza nel nostro panorama musicale, capace di alzare il livello di un mercato discografico dominato da cantanti di plastica, meri esecutori di brani scritti da altri, prodotti di trasmissioni usa e getta. In bocca al lupo Nathalie! Voto finale: 9

NEVRUZ: ecco la nota dolente di questa edizione. Ieri ha confermato ciò che si avvertiva già da un paio di settimane: si è sgonfiato e ridimensionato. Il suo grave errore e continuerò a ripeterlo anche stavolta, è stato non aver avuto il coraggio ( o chissà forse il permesso) di portare qualcosa di suo. Alla fine, il suo inedito continua a sembrare un plagio, continua a non piacermi e soprattutto continua a ridicolizzare la sua persona. Non penso che qualche casa discografica gli offrirà qualcosa di buono. Si è giocato le major (perché non ha vinto) e ancor peggio si è giocato le etichette indipendenti che dopo la scelta dell’inedito preferiranno sicuramente rivolgersi ad artisti meno commerciali e meno inclini alla prostituzione musicale. Forse il termine è un po’ forte ma non ne trovo un altro per sintetizzare l’atteggiamento remissivo e da scimmietta ammaestrata di Nevruz. Era il mio preferito ma nella vita e nei giudizi bisogna essere sempre obiettivi. Ritornando a ieri, il duetto con Zampaglione è stata una gara a chi steccava di più, tutto il resto è noia, maledetta noia. Esce prima dell’ultima manche senza tante storie, consapevole di non aver più assi da giocare. Voto finale: 5

sabato 20 novembre 2010

0 Tutto può succedere (2003)

Trama: Harry (Jack Nicholson) è un uomo sulla sessantina che salta da un’avventura all’altra, scegliendo sempre donne al di sotto dei 30 anni. L’ultima preda si chiama Marin. I due decidono di passare un week end da lei convinti di essere soli ma all’improvviso entra in casa la madre della ragazza sorprendendo l’uomo in desabillet. La donna, Erica, è una commediografa sulla cinquantina, disillusa, gelida e distaccata verso il mondo nei suoi maglioni bianchi a collo alto e nel monotono collezionismo di sassolini bianchi. Harry ha un infarto e viene ricoverato, costretto poi dal giovane medico Julian (innamorato di Erica) a trattenersi a casa di Erica fino alla totale guarigione. I due prima si scontrano per poi innamorarsi. Erica infatti riscopre la vita e se stessa, mentre Harry si spaventa perché non aveva mai iniziato una storia con una coetanea e teme un coinvolgimento troppo impegnativo. Lui decide di tornare a casa sua e lei si dispera quando la sera dopo lo sorprende a cena con l’ennesima trentenne. Dopo un periodo di depressione Erica inizia a frequentare Julian (nonostante la grande differenza d’età) e sembra essere ritornata in se, mentre è il turno di Harry di stare male e soffrire per la mancanza della prima e unica donna di cui si fosse innamorato…

Commento: questo film è delizioso, una commedia romantica delicata e ricca di significati, a volte espressi solo da una frase o uno sguardo. Diane Keaton e Jack Nicholson sono due perfetti innamorati e la nascita del loro amore è qualcosa che riesce a catturare l’anima come pochi film sono capaci di fare. C’è commozione e ci sono sorrisi, tutto sapientemene miscelato da un’ottima regia e dalla bravura di due veri mostri sacri. La Keaton è piacevolmente nevrotica ma allo stesso tempo dolce e credibilissima nella parte della donna che pur essendo stata sposata per 20 anni capisce di essersi innamorata veramente solo alla soglia dei 60. Jack Nicholson che non avevo mai apprezzato nelle vesti di attore leggero, è fantastico e tenero. Un testardo che pur di non arrendersi al passare degli anni finisce per collezionare storie con ragazze poco impegnative e vuote. Un film consigliatissimo a tutti coloro che cercano due ore di grande coinvolgimento emotivo.

Voto: 10     

venerdì 19 novembre 2010

0 Dylan Dog 161 – Il Dio Prigioniero

 

 

 

Soggetto e Sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Daniele Bigliardo

Trama: Dylan e Groucho giungono nel paesino costiero di Bradwell invitati a partecipare all’inaugurazione di un parco acquatico (“Neptuneland”) dal comandante Le Duc e da sua figlia Charlotte. Alcuni addetti ai lavori vengono uccisi da due sicari mentre un treno carico di veleni attraversa tutta l’Europa per portare scorie radioattive nel profondo dell’Alaska. Intanto due loschi personaggi vengono accolti sulla nave di Le Duc: l’ammiraglio Heine (principale finanziatore di Neptuneland) e il signor Colosmith. Nel corso della vicenda si scopre come in realtà Heine abbia accettato di finanziare la costruzione del parco marino per poter utilizzare una grotta in fondo al mare per riversare i rifiuti tossici all’insaputa del mondo e con la connivenza dei governi europei. Dylan e Charlotte vengono avvertiti di questo misfatto da una misteriosa email arrivata all’indirizzo elettronico della ragazza e da questo momento iniziano a indagare…

Commento: bell’albo. Piacevole e dal tema attuale nonostante risalga ormai al 2000. Ovviamente il nucleo di tutta la vicenda è la salvaguardia del mare e della natura oltre che una sacrosanta critica a tutti gli acquari e zoo del mondo. Troppo spesso si tende a considerare questi luoghi come dei bei parchi dove gli animali vivono in totale sicurezza, fregandocene del fatto che in realtà sono ridotti a vivere in spazi angusti e sporchi, lontani dal loro habitat naturale. Messi lì per essere ammirati e nutriti dietro il pagamento di un biglietto. Questo numero di Dylan Dog non è retorico ma veritiero. E’ dura pensare che debba essere un fumetto a denunciare situazioni che spetterebbero ai mass media. Passando al lato tecnico dell’albo, non posso che applaudire sia la sceneggiatura di Ruju che i disegni di Bigliardo. Gli uni e gli altri risultano credibili e ben fatti, soprattutto la parte artistica riesce a comunicare in modo estremamente efficace l’ansia e il ritmo fortemente cadenzato della vicenda. Insomma un albo che non ha niente di soprannaturale ma che ha tutte le carte in regola per essere considerato più che buono.

Voto: 8    

mercoledì 17 novembre 2010

0 X-Factor 4. Pagelle Semifinale

Davide: in Un mondo d’amore mi è sembrato troppo veloce e a corto di fiato. Un po’ banale l’intento di trasformarlo in un Gianni Morandi anni 2000. Esibizione anonima. Voto: 5. L’inedito Il tempo migliore è un brano totalmente easy, talmente pop che parte già come una testa di serie nella classifica di ITunes. Renga parla male della trasmissione e poi scrive una canzone per un concorrente, coerente come la fede politica alla quale appartiene (Berlusconiano). Il testo è da suicidio, deprimente come nella migliore tradizione di Renga. Inadatto per un pupo di 17 anni, ma si canta subito. La Sony esulta. Voto: 6,5. In The Right Thing solo un esercizio di stile. Voto: 7.

Nevruz: in C’era un ragazzo canta in modo caotico, indeciso fino all’ultimo se utilizzare la sua timbrica o la solita, orrida, voce di gola. Le usa entrambe regalandoci un’esibizione altalenante. Di sicuro tradisce lo spirito della canzone concentrandosi più sull’involucro della performance che sulla sostanza del brano. Voto: 5. L’inedito Tra l’amore e il male è quanto di più terrificante esista, oltre che un plagio vergognoso (soprattutto per quanto riguarda la base) di almeno due vecchi brani degli Aerosmith (Mia e Dream On), è una cagata pazzesca a livello di testo. Da taglio di vene. Nevruz non ha avuto il coraggio di portare all’attenzione del grande pubblico la sua musica, ha stabilito che è più importante lo show business piuttosto che la propria dignità di cantautore. Non contano due giri di chitarra in più se poi il risultato è immondezza della peggior specie. Il fatto che il brano sia piaciuto alla Tatangelo la dice tutta sul valore oggettivo di questa canzone. Voto: 3. Ancora la canta tutta di gola e risulta straordinariamente fedele all’originale. La cosa mi spaventa. Voto: 6.

Nathalie: Se Perdo anche te è la mia canzone preferita di Morandi (anzi direi l'unica che mi piace) e Nathalie la canta troppo in punta di piedi. Troppo educatina. Un po’ di verve in più non avrebbe guastato. Voto: 5,5. L’inedito “In punta di piedi” è la cosa più bella dell’intera serata e del suo personale percorso in questa mediocre edizione di X Factor. La mia conclusione è che ci sono cantanti che come interpreti non valgono niente ma come cantautori mostrano un talento eccezionale. Nathalie ha messo in piedi un brano forse un po’ acerbo nel testo ma potente e avvolgente nella musica. Presenta atmosfere new age pur essendo una classicissima ballata. Il più bell’inedito delle 4 edizioni. Ha avuto il coraggio che è mancato al suo compagno di scuderia. Voto: 9. Bette Davis Eyes è un classico degli anni 80 che ben si adatta alla timbrica e al mondo di Nathalie. Perfetto. Questa è decisamente la sua serata. Voto: 7.

Kymera: cantano Occhi di Ragazza nel solito modo fastidioso. Il falsetto non conquista, l’abbiamo capito o no? Caserecci. Voto: 5. L’inedito Atlantide è qualcosa che andrebbe sotto la categoria N. C. (non classificato) o S. V. (senza voto). Ma solo perché il voto corrispondente non esiste in natura. Inizio a capire perché Ruggeri non ha scritto più qualcosa di decente dai lontani anni 80. Qualcuno di molto arguto mi ha suggerito che questo brano potrebbe fare da sigla ad un cartone animato. E’ vero. Uno di quei cartoni moderni con gli animaletti colorati. Non è credibile nel testo e grezzissimo nella musica. Siamo in territorio Jalisse, ci rendiamo conto? Voto: 3.

lunedì 15 novembre 2010

0 Unico testimone (2001)

Non capita tutti i giorni di imbattersi in un film con un buon ritmo e già questo assegna un punto  a favore di questo classicissimo thriller.

Il protagonista è John Travolta che recita la parte del padre eroe, un po’ sovrappeso ma pur sempre eroe. Un padre separato con un figlio dodicenne che lo venera come poche volte capita nella realtà dei nostri giorni dove il massimo che accade è un vaffanculo formato famiglia.

Il ragazzo vive con la madre che nel frattempo ha pensato bene di risposarsi. Pazienza se poi il neo marito è un pregiudicato che ha cambiato nome e città pur di farla franca. Il ragazzino lo odia a prescindere ma quando scopre che la madre aspetta un figlio e che il patrigno è in realtà un assassino decide di denunciare la cosa. Nessuno sembra credergli tranne il padre, costruttore di barche in legno.

La trama è questa né più né meno. Forse è un po’ poco per chi giustamente si aspetta sempre una gran ventata di novità dopo centinaia di film tutti uguali a se stessi. Qui di interessante c’è il ritmo. Il resto è un po’ lasciato a se stesso. Non c’è infatti una grande attenzione alla spiegazione dei fatti precedenti al nucleo della vicenda. Da quanto tempo il fidanzato della mamma vive con la mamma? Perché i due genitori si sono separati? Perché hanno scelto un attore mono espressione e antipatico per recitare la parte del figlio?

Non lo sapremo mai. L’unico consiglio che mi sento di darvi è: se avete una serata noiosa da far passare, beh questo film merita una chance. Non aspettatevi finali rocamboleschi o colpi di scena da balzo sul divano. Niente di tutto questo, solo una sana pellicola che sta su binari come un trenino della Lego.

Voto: 6  

mercoledì 10 novembre 2010

0 Terra Ferma – Matilde Asensi

 

Matilde Asensi è una gran brava scrittrice iberica che ha fatto del romanzo d’avventura il suo asso nella manica. Ha dalla sua parte una scrittura scorrevolissima e semplice, immediata ma anche molto evocativa. Non è una che si perde in lente descrizioni di ambienti, situazioni o stati d’animo, lei scrive di getto, alternando parti dialogate a pura azione narrativa. E’ una scrittrice di talento che ha sicuramente superato se stessa nella stesura dell’Ultimo Catone, finora il suo miglior best seller.

Matilde Asensi è anche una che non bada più di tanto alla coerenza e al realismo delle storie che racconta, cercando più che altro di far accadere cose (per lo più impossibili) di puro divertissement per il lettore. Un lettore pop (io per prima) ama il suo stile perché è ingenuo e senza secondi fini, non è moraleggiante e non si prende sul serio. Le storie narrate dalla Asensi ti coinvolgono fino a farti vestire i panni dei suoi eroi e delle sue eroine e pazienza se tutto è molto simile ad una trasposizione narrativa di un film di Indiana Jones.

Tutto questo gran preambolo per dire che la Asensi ha scritto tanta bella roba ma qui è proprio inciampata malissimo, una bella buccia di banana sulla sua carriera rispettabilissima. Il romanzo è corto e di questo la ringrazio vivamente perché il ritmo non è dei più intensi. Penso che la sua volontà sia stata quella di voler riproporre a distanza di secoli il genere in voga nella Spagna del 600/700, ossia il romanzo picaresco di cui è mirabile esempio il Lazarillo de Tormes (grazie al quale stavo per essere sbattuta fuori all’esame di letteratura spagnola, perciò da me “amatissimo”). La protagonista è Catalina, giovane spagnola appartenente ad una nobile famiglia decaduta e promessa sposa ad un ricco e non del tutto normale uomo, che abita nei territori della Terra Ferma, ossia il Nuovo Mondo. La sua nave viene attaccata dai pirati e lei si getta in mare per mettersi in salvo. Arriva in un’isola desera e lì dopo qualche tempo viene stanata dall’anziano capitano della nave Chacona che conosciuta la sua storia decide di farla travestire da uomo e trasformarla in suo figlio adottivo. Da qui poi inizia tutta la storia che è più che altro incentrata su storie di contrabbando e onore perduto.

Insomma se le prime 20 pagine ti fanno divertire le successive 100 ti tramortiscono con tutta una sequela di nomi e soprannomi spagnoli, con un intreccio degno di una telenovela anni 80 e con dialoghi scarni e molto poco realistici (un po’ come i dialoghi tra Don Rodrigo e i Bravi nella piece dei Promessi Sposi rifatta dal Trio Solenghi, Marchesini e Lopez).

Insomma diciamo che questo libro per il momento si aggiudica l’ultima posizione tra i romanzi scritti dalla Asensi. 

Voto: 6

0 X-Factor 4. Pagelle Undicesima puntata

Francesco Facchinetti: lo odio. Punto e basta. Non sa proprio cosa sia l’imparzialità, però è capacissimo di fare la morale a tutti. Nel ballottaggio finale ha toccato definitivamente il fondo quando un centesimo di secondo prima che Elio dicesse il nome dell’eliminato l’ha bloccato con toni da SS intimandogli di rispettare il regolamento che impone di giudicare l’intero percorso e non solo le esibizioni della serata. Non contento si è improvvisato marmista realizzando negli ultimi secondi della trasmissione un vero e proprio monumento alla memoria e al coraggio di Stefano Filipponi. I Kymera? Tappezzeria. Voto: 0 (visto che più sotto di così non si può andare).

Elio: l’unico che ha mostrato la coerenza che dovrebbe essere l’unico punto fermo di un giudice in una competizione canora. Manda a casa Stefano perché Stefano non solo ha fatto una, due, tre, quattro pessime performance nel corso della serata, ma soprattutto perché non ha mai dimostrato di avere talento. Voto: 10

Mara Maionchi: ha pianto falsissime lacrime di circostanza e soprattutto si è macchiata di una bruttissima frase nei confronti dei Kymera, colpevoli di sfidarsi contro il suo pupillo. Invece di eliminarli con la semplice motivazione che preferiva sostenere uno della sua squadra, ha pensato bene di eliminarli aggiungendo delle critiche fuori luogo (“vi siete esibiti come delle vecchie cantanti” o qualcosa del genere) condite anche da un’aggressività non comune. Pessimo spettacolo. Voto: 0

Anna Tatangelo: quando ho visto chi c’era al ballottaggio ho intuito subito che Miss Simpatia Domani avrebbe fatto qualche cagata delle sue. Ha passato gli ultime due mesi a criticare Stefano accusandolo di aver rubato il posto a migliaia di giovani più meritevoli di lui, ha montato un casino dell’altro mondo per dimostrare che Filipponi rappresentava l’antimusica per eccellenza, ha litigato con cani e porci sostenendo che solo lei aveva il coraggio di dire che era stonato e poi al momento di dimostrare tutto questo con un gesto coerente e legittimo cosa fa? Dice che non si vuole prendere la responsabilità e se ne lava le mani. Penso che questa sia la giusta chiusa della sua inutile presenza in questa e in qualunque altra trasmissione. Voleva farsi conoscere per quello che era, beh il bilancio finale è molto chiaro: è antipatica, incoerente, priva di argomenti, totalmente ignorante in materia musicale e soprattutto VECCHIA. Voto: 0

Enrico Ruggeri: niente da dire, a parte il fatto che dovrebbe ricordarsi che è pagato per esprimere giudizi chiari anche per il resto dell’umanità. Voto: 6

Morgan/ Simona Ventura/ Claudia Mori: il voto globale è intorno al 2 ma solo grazie a Morgan e a come suona bene il pianoforte perché in realtà il Trio dei Trombati e Ammutinati meriterebbe uno 0 grande come le palle che mi sono fatta per sopportare la loro inutile presenza. Morgan che dalla Bignardi ha lanciato battutine al vetriolo su tutto il carrozzone di X- Factor 4 risponde presente per un lauto cachet, dimenticando di essere stato volutamente trombato dai cani antidroga della Rai (che importa se poi quegli stessi censori ti permettono di cantare a quasi un anno di distanza la canzone che loro stessi ti hanno impedito di presentare a Sanremo? Che importa se poi ti tocca duettare con la Tatangelo che non sapevi neanche chi fosse e se questa ha pure paura di sedersi vicino a te per timore che le sporchi il vestito?). La Ventura che è solo un mascherone rifatto che lancia fango su X-Factor ma solo attraverso le interviste su Chi. La Mori che ha tentato il tutto per tutto dal primo minuto della trasmissione per salvare il culo a Stefano dimenticandosi che forse in certi momenti (vedi il ballottaggio finale) sarebbe stato più civile tacere. Voto: 2

Davide: nella prima manche ha distrutto gli U2 o forse sono loro che hanno distrutto lui. La voce mancava e si è inevitabilmente spezzata più volte. Seconda manche da paura con un’interpretazione di Sally che risulta quasi migliore dell’originale. Voto: 8

Nevruz: ennesima canzone difficile e poco conosciuta ma il ragazzo se la cava bene recuperando il carattere che aveva perso nell’ultima puntata. Molto bene. Seconda manche meno precisa. I Depeche Mode erano la scelta giusta ma la voce era sbagliata. Dovrebbe cercare di non cadere nella tentazione di utilizzare quel timbro di gola che rovina la sua bella voce naturale. Quasi commovente la sua ammirazione per Morgan che invece non ha perso occasione per smontarlo, ovviamente lontano dalla diretta ma nel sicuro di un confessionale. Voto: 7

Kymera: cantano come al loro solito, se ti piacciono le coppie canore e di fatto non puoi non apprezzarli, altrimenti li odi. Con loro si vive un po’ l’effetto Jalisse, amati a casa ma abbandonati in fretta per mancanza di spessore e perché decisamente fuori moda, direi come un vecchio merletto della nonna. Al ballottaggio si lanciano nella banalissima Adagio e questo a parer mio fa di loro la classica icona gay che sventola le piume ai Gay Pride o che si esibisce nei privé di una discoteca omosex negli intermezzi revival. Un po’ come era successo nel precedente ballottaggio in cui avevano cantato Hijo de la luna. Fastidiosa Breathe. Inutile dire che ieri erano solo uno strumento per liberarci di Filipponi. Voto: 5

Nathalie: ieri ha rovinato i Red Hot Chili Peppers, steccando che è una bellezza, poi nella seconda manche ha fatto perdere la mascella a tutti, me compresa che non la amo particolarmente. Elegante, raffinata, di gran classe e soprattutto misurata. Voto: 7,5

Stefano: prima manche tutto sommato decente, seconda manche da mani nei capelli, soprattutto rispetto ai suoi colleghi. Nel ballottaggio tanto atteso (almeno da me) distrugge l’una e l’altra canzone. In quella di Benigni voleva giocare di nuovo sull’effetto emozionale ma gli è andata male, nel pezzo a cappella gli si spezza la voce e restiamo tutti in silenzio in attesa che qualcosa accada, beh accade che sta zitto finché decide che forse ma proprio forse è il caso di cantare un altro po’. Anche a quelli dello Zecchino d’Oro insegnano ad andare comunque avanti fino a finire la canzone a meno di un allarme bomba nello studio. La novità di ieri è stata elargita da Morgan che gli ha suggerito di dire le cose cantando, tutti erano lì sbalorditi come il primo uomo che ha inventato la ruota. Finalmente comunque se ne torna a casa. Voto: 4

martedì 9 novembre 2010

0 Uno sguardo dal cielo (1996)

Gli americani possono essere giustamente ritenuti i Re incontrastati della commedia natalizia, amano e rispettano il Natale in un modo che noi non potremo mai veramente capire. Infatti il cinema italiano le poche volte che investe soldi in pellicole di ambito festivo familiare ne tira fuori pasticci volgari con protagonisti De Sica e Boldi oppure commedie agrodolci finalizzate a mostrare l’ipocrisia di certi rapporti familiari (vedi il magnifico e consigliatissimo Parenti Serpenti del grande Monicelli).

Gli americani invece si impegnano in modo quasi ossessivo nel tentativo di salvaguardare la principale festa dell’anno, lo fanno con quella glassa che a tanti può risultare indigesta, un eccesso di zucchero che a volte risulta pesantissimo da smaltire. Questo film ne offre un esempio molto calzante. Non basta la presenza di un grande come Denzel Washington per risollevare le sorti di una pellicola che non offre sorprese ma tanta banalità e una recitazione al di sotto della media.

Whitney Houston è incolore, la sua presenza si sente solo al momento delle numerose canzoni che ci vengono snocciolate lungo tutto il lunghissimo arco del film. Non è un’attrice e si vede, sembra una statua di cera che si anima solo quando ha in mano un microfono. Inoltre non risulta credibile nella parte della moglie del pastore, interpretato senza grinta da Courtney Vance. Un bel visino e una grande voce (se vi piace il genere), ma la recitazione sta da tutt’altra parte. Certo, la sua presenza sarà stata senz’altro di richiamo in un periodo in cui aveva da poco sfondato ai botteghini con The Bodyguard, ma qui mostra tutte le sue numerose pecche.

Denzel Washington, molto lontano dal suo mondo fatto di thriller e filmoni drammatici, recita la parte dell’angelo corso in aiuto di un pastore che ha scordato la sua missione di uomo di Dio, per giunta in procinto di perdere la moglie e la sua comunità di fedeli. E’ un angelo non sui generis in quanto finisce per innamorarsi della bella moglie del parroco, rinunciando a lei solo per ordine di Dio.

Ma in tutto questo il Natale dov’è? Il Natale è un pretesto, lo si vede attraverso le decorazioni e lo si sente attraverso le mielosissime canzoni in tema cristiano che costellano il film come indigesti canditi su un panettone.

Non è un bel film, all’inizio potrebbe anche trarre in inganno ma perde subito di ritmo passata la prima mezzora.

Voto:  

domenica 7 novembre 2010

1 X-Factor 4. Pagelle Decima Puntata

La peggiore puntata della storia di questo programma.

Lorella Cuccarini: è diventata la brutta copia della più amata dagli italiani. Pesante in senso fisico e morale, pettinatura vecchia, collo da rottamare, non sa più muovere due passi e per giunta cade come nel più classico dei filmati di Paperissima. Per il canto poco male visto che non ha mai saputo cantare. Voto: 4

Francesco Facchinetti: ora fa l’aziendalista e decide di non concedere a Ruggero i 5 abbondanti minuti che gli avrebbero consentito di esibirsi nel ballottaggio. Tutto perché una stupida legge vieta che i minorenni si mostrino in video dopo la mezzanotte. Il problema però è che alla mezzanotte mancava davvero un pacco di tempo e la scelta del Facchinetti è sembrata alquanto paracula. Scandaloso il suo tentativo quasi riuscito di liberare il programma da Nevruz con filmati studiati ad hoc per metterlo in cattiva luce. Voto: 0

Elio: male malissimo. Ha dato a Nevruz due canzoni sconosciute sapendo bene che al sabato la gente cerca solo la canzone pop. Non ho capito il motivo di questa inversione di tendenza. Ha dimenticato a casa anche le argomentazioni rispetto ai giudizi di fine esibizione. Ormai è tutto un sei forte, mi sei piaciuto e stop. Voto: 3

Mara Maionchi: l’unica che si mantiene costante nel corso delle puntate. Niente da segnalare a parte il poco coraggio dimostrato nel salvataggio di Ruggero quando è dall’inizio che dice di voler produrre Nevruz. Voto: 6

Anna Tatangelo: inutile e dannosa. Direi che rispetto alla vicenda di Stefano ha dimostrato quanto non abbia la faccia di dire fai cagare e dovresti andare a casa. Il salvataggio di Ruggero dimostra come i suoi gusti musicali siano di un prevedibile allucinante. Impagabile poi la sua espressione di rabbia e disgusto quando la Cuccarini ha elogiato i vari cantanti che escono dai Talent e stanno ai primi posti in classifica. Voto: 0

Enrico Ruggeri: nei giudizi si nasconde sempre dietro frasi criptiche che vogliono dire tutto e niente. Neppure lui si sente in grado di sopportare il pianto di Stefano e così propende per un falso giudizio positivo. Si salva in zona cesarini con il salvataggio di Nevruz. Voto: 5

Kymera: vanno avanti e ci si chiede perché. Mi sto convincendo che dipenda tutto dal considerarli una coppia all’Albano e Romina, rassicuranti come una pagnotta fatta in casa e familiari come un bicchiere di vino con un panino. Non importa la voce né i limiti tecnici, vanno avanti come panzer e amen. Meglio nella prima manche che nella seconda. Voto: 5,5

Nevruz: stavolta aveva qualcosa che non andava tanto da farmi temere il peggio, tipo un’alzata di gomito o chissà che altro. Era strano e assente, ha cantato peggio che male salvandosi solo nel ballottaggio dove ha offerto una buona prestazione. Era in difficoltà in questi tre giorni e nonostante ciò Elio non ha mai pensato di cambiargli almeno uno dei due orribili pezzi che gli ha assegnato quasi in risposta alla stupida critica della Tatangelo che gli imputava una preferenza per Nevruz rispetto a Nathalie. In ogni caso Nevruz perde i pezzi e al ballottaggio ha un’espressione talmente terrorizzata da farmi dubitare della sua anima rock. Con la speranza che si riprenda il mio voto è 4

Stefano: ha cantato più che male e nonostante tutto è ancora in gara. Nessuno che abbia avuto il coraggio di criticarlo, tutti spaventati all’idea della lacrima e dell’eventuale ritorsione da parte della gente a casa che imperterrita vota vota  e vota mandando affanculo tutte le parole sprecate nelle sempre più noiose e ripetitive puntate del day time. Più se ne parla male e più lo si manda avanti. E’ una legge fissa del reality show anche se qui di reale è rimasto ben poco. Voto: 0

Nathalie: senza vita come sempre, sulle note basse è inesistente e sulle alte spara il suo solito timbro graffiato che è rimasto l’unico asso nella manica in esibizioni veramente al di sotto della media. E’ incolore, non sa articolare un linguaggio umano e non merita di andare avanti. Voto: 4

Davide: il migliore della serata, di gran lunga il migliore. Preciso sicuro e affidabile. Finalmente gli assegnano due brani intelligenti: uno ironico e l’altro monumentale. Benissimo con la Bomba dove dimostra di divertirsi e sublime in Come Together nella versione degli Aerosmith. Voto: 10

Ruggero: poveraccio, non meritava di andar via. Non ha mai sbagliato niente ma è evidente che non ha carte nella manica per l’accesso alla finale: non è bellissimo, non balbetta, non è gay, non è rock. E’ un ragazzino pieno di vita ma troppo sui generis perciò va a casa. A lui il mio miglior augurio di iniziare una brillante carriera nel mondo dello spettacolo. Voto: 7

mercoledì 3 novembre 2010

0 X-Factor 4. Pagelle Nona Puntata

Puntata come al solito sul soporifero andante e sul finale anche molto banale. L’uscita (immeritata) di Marika contro la (noiosa) Nathalie sa di minestra riscaldata e la cosa peggiore è stata vedere Ruggeri che per non fare un torto a non si sa bene chi, tiene dentro una che non gli è mai piaciuta, eliminando una delle più belle voci che io abbia mai sentito. Stefano come al solito è rimasto in gara, anche se stasera non avrebbe comunque meritato di finire al ballottaggio. Insomma tutto regolare. Forse da sabato si comincerà a stabilire chi è giusto che rimanga visto che sono finite le zavorre da smaltire per allungare il percorso dei veterani.

Nevruz – Gianna: una delle canzoni più bruttarelle di Rino Gaetano ma che appartiene decisamente all’angolo Revival di tutti noi. Qualche errore di intonazione nella prima parte che poi è la più scontata, perché vicinissima all’arrangiamento originale. Decisamente meglio nella seconda parte quando Nevruz si scatena in un trascinante ritmo ska con tanto di chitarrina giocattolo spaccata. Non la sua migliore esibizione ma a parer mio un gradino sopra rispetto all’ultima puntata. Voto: 6,5

Davide – Balliamo sul mondo: brutta canzone di Ligabue per il povero Davide che è ancora lì che aspetta un pezzo che rispecchi e rispetti la sua timbrica. Il pezzo ha troppo ritmo, necessita di fiato e spreca le doti indiscusse di Davide. La canta comunque in modo dignitoso e passa avanti per un solo motivo: la canzone piaceva a casa. E’ quasi evidente che stanno finendo in ballottaggio i brani più che gli artisti in gara, non avrebbe altrimenti una spiegazione il suo precedente ballottaggio. Esibizione banalotta. Voto: 6

Kymera – 21 guns: l’esibizione di stasera spiega molte cose su di loro, tipo il fatto che se ti allontani dal loro mondo etereo e teatrale le pecche risultano evidenti come una macchia di cioccolato (per non dire di peggio) su un tessuto bianco. Era infatti da parecchie settimane che non li sentivo stonare in questo modo, maltrattando il brano e le nostre orecchie. A questo giro meritavano sicuramente il ballottaggio per KO tecnico. Brutta esibizione da ogni punto di vista. Voto: 4

Ruggero – Crocodile Rock: brano che esalta le caratteristiche di Ruggero. Diverte, fa ballare, sorridere e pazienza se l’inglese non è esattamente da Oxford o se lui è un po’ a corto di fiato. A me come al solito è piaciuto e almeno ha avuto rispetto per l’originale, cosa che stasera è decisamente mancata da parte di molti. Voto: 6,5

Marika – Woman in love: ma dico io, non si poteva far partire un televoto di due minuti dentro Extra Factor in modo che assegnassero anche a lei un brano scelto da casa? Almeno avrebbe gareggiato alla pari con tutti gli altri. Invece le tocca un bellissimo brano che però rimane sconosciuto alla parte più giovane del pubblico che segue questa trasmissione. Non penso che sia uscita per altre motivazioni. Dal lato tecnico e umano non ha niente da rimproverarsi ma evidentemente è entrata troppo tardi e con un pezzo sbagliato. Non è colpa sua perché per l’ennesima volta una concorrente under 24 esce per un brano assegnato male dalla Tatangelo. Notare l’arrangiamento che in alcuni punti ricorda da vicino un brano di D’Alessio (che adesso mi sfugge)…ma forse è una mia impressione. Belle comunque le variazioni di Marika. Voto: 7

Nathalie – Underneath: vorrei capire quando Nathalie tornerà a cantare in italiano perché sinceramente mi ha un po’ stufato. Passando all’esibizione niente di eclatante da segnalare, un po’ in difficoltà sulle note basse e stonatina su quelle alte. L’impressione che scaldi sempre la stessa minestra è confermata, anzi confermatissima. Mediocre. Voto: 5,5

Stefano – Centro di gravità permanente: devo dire che stasera a me è piaciuto a differenza di quel che ha detto la giuria lì in basso. La voce belante era meno evidente, il balletto di intermezzo era carino e lui è stato molto sul pezzo. Mi è piaciuto il carattere e in generale l’esecuzione. Bravo Stefano. Voto: 6,5         

mercoledì 27 ottobre 2010

0 X-Factor 4. Pagelle Ottava puntata

E fu così che Mister Simpatia se ne tornò ai suoi lidi toscani. La sua uscita non toglie nulla al programma in quanto si viaggia bene anche senza la sua timbrica accademica e la faccia da disturbato mentale. Ma vogliamo parlare di tutte le espressioni facciali che ci ha regalato durante il ballottaggio? Mi sembrava uno di quei bambini viziati che trattengono il fiato fino a scoppiare finché il genitore non gli compra il giocattolo. E c’è chi l’ha accontentato: Mara Maionchi. Fortunatamente gli altri 3 hanno fatto il loro dovere e Davide continua la sua strada, sapendo però che tutte i pronostici sulla sua vittoria finale sono stati improvvisamente ridimensionati. Ormai appare chiaro che il vincitore designato sia Stefano, che canti male o che canti peggio è sempre lì, un metro avanti agli altri e solo per motivi lontanissimi dalla musica.

Dami – Gimme some lovin: pura accademia, un ottimo corista e nulla più. Ha una gran voce ma questo suo compiacersene toglie qualunque giudizio positivo sulle sue performance. Penso che abbia studiato anni e anni di canto ma se in quattro anni non sei riuscito ad entrare dalla prima puntata un motivo ci sarà pure. E’ un maniaco del vocalizzo e di un uso sovrabbondante del vibrato, cosa che in Italia non ha portato a niente (vedi il fallimento discografico di Giorgia e il recupero solo post mortem di Alex Baroni). Stasera ha cantato meglio di tutte le altre puntate ma va a casa. Ce ne faremo una ragione. Voto: 6,5

Kymera – The Phantom of the opera: bellissimo l’aspetto scenografico e coreografico di tutta l’esibizione. Atmosfere vecchio horror che sembrano calzare a pennello sul duo più teatrale delle quattro edizioni. I Kymera sono cresciuti parecchio nel corso di queste 8 puntate, partendo da evidenti limiti tecnici (stonati come campane per dirlo in basso italico) sono arrivati ad un controllo quasi totale della voce. Non sono belli, non sono carismatici, ma sono strani e forse è proprio la non convenzionalità che va cercando chi guarda questa trasmissione, non per niente Nevruz, Nathalie e appunto i Kymera sono ancora in lizza per un posto d’onore in una trasmissione ultra pop. Il brano era difficile ma loro l’hanno portato a casa con sicurezza e personalità. Voto: 7,5

Ruggero – Mambo italiano: inglese pessimo ma gli si perdona tutto a uno con una faccia come questa. E’ un folletto imberbe, uno che ha sempre in tasca il sorriso e l’autoironia e che ha smesso praticamente dalla seconda puntata di prendersi sul serio, rinunciando all’imitazione di Michael Bublè e acquistando sempre più una sua dimensione. Ha ragione Ruggeri quando dice che il suo destino sarà nei musical. Sa cantare e ballare quanto basta, continua inesorabilmente a mangiarsi il palco e ha solo 17 anni appena compiuti. Non sarà mai una stella della musica ma ha un futuro nei teatri o in televisione. Bravo Ruggero. Voto: 7

Nevruz – Cosa sono le nuvole: confesso la mia ignoranza e ammetto di non conoscere il brano in questione. Ero certa che sarebbe andato in ballottaggio proprio per la poca notorietà del pezzo, ma evidentemente molti sono rimasti colpiti dall’interpretazione sofferta di Nevruz, capace anche di commuoversi a fine esibizione. Devo dire che non ho apprezzato per niente il ritorno alla timbrica fasulla, quella tutta di gola che in qualche modo doveva ricordare il modo di cantare di Modugno. Nevruz deve cantare con la sua voce naturale, tra l’altro particolarmente bella. Onestamente stasera ho fatto fatica a capire la sua esibizione. Voto: 6

Davide – Everybody’s talkin: altro brano non proprio conosciutissimo e forse per questo Davide finisce al ballottaggio. Il pezzo di stasera era fin troppo elegante per un pubblico giovane e inesperto in quanto a colonne sonore. Ma alla Maionchi faceva tanto schifo un bel Bryan Adams tratto da Robin Hood principe dei ladri? Io non sto più capendo le assegnazioni dei brani. Davide ha una voce particolare che merita di essere utilizzata per qualcosa che sia più vicino al suo mondo, che tra parentesi non è quello di Balliamo sul Mondo di Ligabue. Il ragazzo ha bisogno solo di una chitarra e va da solo. Nel ballottaggio ho apprezzato tantissimo l’esecuzione del brano di Tanita Tikaram, mentre non ho capito la scelta banalissima e piatta di Se io, se lei di Antonacci (mai eseguire le sue canzoni senza base o si rischia di ucciderle). Voto: 5,5

Nathalie – Let The sunshine: finalmente dopo una lunga pausa Nathalie è tornata a cantare con personalità e convinzione, trasmettendo qualcosa in più del quasi nulla delle ultime 4 esibizioni. Secondo la mia personalissima opinione questa ragazza non è in grado di cantare tutto, devi proprio sforzarti per trovare il brano adatto alle sue corde e perdonatemi fans di Nathalie, ma per me questo è un grosso limite. Anche quando canta ciò che le piace stenta sempre a tirare fuori gli attributi, a personalizzare, a dare un marchio a ciò che sta cantando. Sempre a metà strada tra il vorrei ma non posso. Non mi convince mai del tutto. Voto: 6,5

Stefano – La prima cosa bella: eccoci qui come ogni martedì a commentare l’esibizione di un Non cantante, anzi dell’anti-canto per eccellenza. Voce tremolante che non manca mai, vocettina alla Zecchino d’oro e voilà ecco che il timido Stefano passa alla fase successiva. La versione doveva essere quella della Ayane ma in realtà non si è capito se non per la base. Due mondi diversi, due voci diversissime, insomma nonostante a me la Ayane mi stia sugli zebedei, non c’era proprio possibilità di confronto. E poi perché non provare con la versione originale di Nicola di Bari? Almeno avrei tenuto le palpebre aperte fino alla conclusione di quel lunghissimo minuto e 50. Inoltre ieri abbiamo capito perché nessuno osa criticare Stefano: guardate al momento del commento di Ruggeri che cosa è capitato. Lacrimoni e faccia a prugna di uno che tra poco corre via a rifugiarsi sotto la gonna della Casale. Basta, abbiate pietà di noi voi Popolo di Rai 2 che spendete male i vostri soldi. Voto: 4

 

  

       

 

mercoledì 20 ottobre 2010

1 X-Factor 4. Pagelle Settima Puntata

Come preannunciavo nel precedente post, Stefano “Sterminator” Filipponi, ha portato al patibolo un’altra gran voce: stavolta infatti è toccato alla sicula Cassandra abbandonare prematuramente il programma e con una faccia nero fumo che promette tempesta. Come darle torto? Il suo ballottaggio con Ruggero è stato peggio che ridicolo, infatti tutti già sapevamo come avrebbe votato la giuria che mai (almeno in questa edizione) ha dato una seconda chance ad un concorrente già finito nello spietato gioco della roulette finale. Chi doveva andare allo scontro finale? A mio modesto parere Stefano e Damiano, uno per incapacità vocale e l’altro per manifesta banalità a livello timbrico e interpretativo. Una considerazione finale: il day time sta pesantemente rovinando il gioco, sarebbe il momento di chiudere con le chiacchiere e lasciar fare agli rvm, così come è sempre stato.

P.s: i brani italiani scelti per rappresentare il XXI secolo sono veramente indecenti

Ruggero – 7000 caffè: sarò matta e probabilmente incompetente ma continuo a pensare che questo ragazzino che all’inizio non potevo vedere neanche in cartolina, abbia del talento. Ora, non avrà un’estensione vocale pazzesca o il vibrato, ma canta in modo piacevole e con personalità. Non annoia mai, sa persino ballare, padroneggia il palco come pochi, è una persona solare e positiva e credetemi che ormai di rado si vedono facce così a 17 anni compiuti. Per le strade si vedono eserciti di zombie con gli zaini sulle spalle e l’espressione da giorno dei morti, adolescenti che riempiono le bacheche di Facebook con pensieri positivi come “la vita è una merda e nessuno mi capisce”. Almeno questo qui una risata ogni tanto se la fa che diamine! Tornando all’esibizione, la canzone assegnatagli non era facile vista la presenza quasi costante di note basse nei brani di Britti. Voto: 6,5

Nevruz – Nuova ossessione: ero molto scettica su questa assegnazione soprattutto dopo aver visto nelle prove la difficoltà iniziale di Nevruz ad approcciarsi con un brano difficilissimo. Invece, come sempre accade, Nevruz canta bene e con nessuna imprecisione, usando forse per la prima volta la sua voce al naturale. Il risultato dovrebbe aver messo a tacere tutte le critiche sulla sua presunta assenza di talento, sulla sua intonazione e sul suo essere un cantante. Questo ragazzo ha una grande strada davanti che forse non passerà dalle vie più commerciali o da Sanremo, ma che arriverà sicuramente in alto. Voto: 7,5

Kymera – Non me lo so spiegare: il brano era più che arduo per chiunque, inoltre aveva anche una grande responsabilità a livello emotivo in quanto suppongo che molta gente a casa abbia avuto come colonna sonora delle loro storie d’amore questa bella canzone di Tiziano Ferro. Persino i Kymera al momento dell’assegnazione si sono guardati in modo inequivocabile…Ho però trovato la scelta un po’ furbetta visto che non tanti giorni fa proprio Ferro ha fatto il suo scontatissimo e strategico coming-out. Canzone scritta da un gay ormai dichiarato cantata da una coppia omosessuale dichiaratissima. Nonostante ciò l’esibizione di ieri è stata perfetta sotto ogni punto di vista, sicuramente la migliore della serata e di tutte le precedenti performance dei Kymera. Infatti le loro voci finalmente si sono sposate in modo del tutto armonioso dando vita a due minuti di grande effetto sia emotivo che canoro. Voto: 8

Stefano – Eppure sentire: allora, risentendo su You tube l’esibizione di Stefano tutto ciò che si percepisce è la sua lingua felpata che tenta a fatica di staccarsi dal palato e il fastidiosissimo e onnipresente tremolio della voce. Ha cantato senz’altro meglio delle ultime tre volte ma diciamo che tanti avrebbero fatto meglio di lui. Ormai la Casale Maria Goretti ha deciso di prendere del tutto in mano la situazione e infatti si capisce senza tanto sforzo che la Maionchi ha abbandonato il progetto Filipponi già da tempo. Un discografico serio non darebbe mai una chance ad una persona che non sa cantare e che va avanti sempre per la stessa motivazione: buonismo formato sms. Riderò quando e se la major discografica di turno sarà costretta a fargli firmare un contratto da 300000 euro. Voto: 4,5

Nathalie – Tu che sei parte di me: non ho ancora capito cosa le sia capitato nel corso delle settimane ma soprattutto mi è davvero difficile comprendere la motivazione delle sue crisi di pianto a giorni alterni. Passa avanti ogni settimana e si lamenta perché le canzoni non la valorizzano. Io questi discorsi non riesco proprio ad accettarli così come il cenno di sì con la testa quando Ruggeri le prospetta una carriera lontana da programmi come X-Factor. Non mi piacciono le persone che sputano sul piatto dove mangiano. Passando all’esibizione: molte imprecisioni e poca voce almeno fino alle battute finali quando Nathalie decide di tirare fuori il solito bel graffiato e mostrare un po’ di personalità. Performance molto al di sotto delle sue capacità. Continua la fase di declino ma nonostante tutto continua a tirare avanti. Voto: 5,5

Davide – Parlami d’amore: non mi è piaciuto. Niente da dire sull’intonazione né sulla timbrica ma il brano non gli stava addosso per niente. Penso che Davide abbia seria difficoltà con brani che presuppongono un dispendio generoso di fiato e dove la personalità del cantante originale sia così spiccata. Io infatti continuavo a pensare a Sangiorgi e lo rimpiangevo, perciò almeno dal mio punto di vista l’assegnazione del pezzo era sbagliata dall’inizio. Non mi piace il fatto che il nome di Davide ricorra continuamente quando si parla di vincitore finale, è un po’ come giocare una partita che sai già come andrà a finire. Per carità, il ragazzo merita sicuramente un contratto discografico visto il grandissimo talento dimostrato ma sarebbe il caso di valorizzare la sua timbrica con qualcosa di più adatto e che giustifichi l’eventuale vittoria. Voto: 6

Cassandra – Ricomincio da qui: ad Elio faceva tanto schifo Come Foglie della Ayane? Almeno era più orecchiabile, più commerciale, meno lagnosa, meno disarmonica e noiosa. Cassandra ha subito la sconfitta per l’assegnazione di un brano mi verrebbe da dire volutamente sbagliata. La sua eliminazione era nell’aria da settimane e ancora mi chiedo perché. Questa ragazza ha una voce straordinaria e matura, magari a volte non molto controllata per eccesso di virtuosismo ma comunque unica. Probabilmente questo era il suo ultimo treno vista l’età non certo paragonabile ai 17 anni di un Ruggero. Meritava di andare avanti per mille ragioni ma soprattutto per il talento e la personalità, che in questa edizione scarseggiano visibilmente. Mi auguro che il suo destino sia simile a quello di Noemi, eliminata ingiustamente e poi arrivata comunque al successo, superando nettamente i compagni di avventura, incapaci di vendere un disco o semplicemente finiti nel dimenticatoio. Voto: 6,5

Dami – Credimi ancora: il piccolo mostro di simpatia decide di giocarsi tutte le sue carte e canta sfoderando tutte le mossette giuste, gli sguardi in camera e la grande e inutile gestualità, tanto cara alla scuola di Amici. Cerca di imitare Mengoni praticamente in tutto. Non voleva fare una versione uguale a quella di Marco e poi quello che si è visto racconta tutta un’altra storia. Non si può dire che sia stonato ma non ha proprio personalità in quanto sembra rifarsi sempre a cinque o sei cantanti diversi, prendendo dall’uno e dall’altro quello che potrebbe piacere a casa. Non sopporto il suo doppio mento. Voto: 5

     

 

 

 

venerdì 15 ottobre 2010

0 Recensione War Games – Giochi di guerra (1983)

Chiunque abbia un’età superiore ai 30 anni dovrebbe conoscere anche solo per sentito dire questo piccolo grande film costato all’epoca un fiume di soldi ma capace di entrare di fatto nella memoria collettiva di un’intera generazione di ragazzi e adulti.

Trama: siamo in pieni anni 80, David (un imberbe Matthew Broderick) è un adolescente con la fissa per i videogiochi e proprio questa sua mania lo porta a far scattare il pericolo di una guerra globale, infatti (grazie ad una tecnica che poi sarà molto cara ai futuri hackers) entra per caso nel database del centro militare degli Stati Uniti, iniziando una partita di “Guerra Termonucleare Globale” con Joshua, un computer ideato dal Dottor Falken. Il gioco in realtà non è una simulazione in quanto il computer pur ricevendo l’ordine di interrompere l’attacco, continua a giocare riuscendo a identificare il codice che dovrebbe far partire i missili dalle basi americane verso quelle sovietiche. Solo David capisce quale sia l’unico modo per fermare Joshua…

Commento: non vedevo questo film da tempi immemorabili visto che dopo un’epoca in cui almeno nel periodo natalizio l’allora Fininvest riproponeva a ciclo continuo i film culto degli anni 80, si è arrivati a proporre solo le repliche di film di terza categoria o peggio ancora telenovele tedesche. Sappiate giovani generazioni che c’è stato un tempo in cui la televisione era utile e dilettevole, ora è solo marcia. Concluso il pistolotto passiamo a questo bel film, perché di bel film si tratta. Tralascio la mia passione viscerale per gli Anni 80, per la loro ingenuità ma anche per la loro immensa capacità di ragionare su un ipotetico futuro a tinte fosche. Erano anni in cui la tecnologia stava per la prima volta facendo passi da gigante e soprattutto c’era stato l’exploit dei primi antesignani videogiochi, sia i cabinati che gli scatoloni da scrivania, quei cosi grigi della IBM con le scritte verdi su sfondo nero, capaci di metterci più di un’ora per caricare un singolo gioco. David è più di un videogiocatore della domenica, è un piccolo genio dell’informatica, con tutti i dispositivi presenti in camera e capace di creare connessioni (molto simili a quelle attuali di internet) che gli permettono addirittura di cambiare i proprio voti nel database della scuola. Inutile dire che un database scolastico noi ce lo sognavamo all’epoca (ma chissà forse anche ora) ma evidentemente in America era una realtà già da anni.

Ciò che rende affascinante questo film è sia questa piccola tematica che avrà sicuramente fatto impazzire i ragazzi degli anni 80, ma anche quella più seria del conflitto tra Unione Sovietica e Stati Uniti. Tutto il film richiama questo grande tema che ha rappresentato per tutto il mondo la concreta possibilità di una Terza Guerra Mondiale. E’ un tema che è stato molto sfruttato dagli americani nel decennio di cui stiamo parlando, un po’ come gli effetti della guerra nucleare in gran parte delle serie animate prodotte in Giappone. Ciò che fa paura o ciò che ha ferito in profondità l’umanità viene sviscerato quasi in funzione apotropaica ed esorcizzante. In questa pellicola il succo di tutto il discorso viene sintetizzato dalla frase finale di Joshua “L’unica mossa vincente è non giocare”, e ciò dimostra ampiamente come l’intenzione del regista John Badham (autore anche di un altro cult movie come “Corto Circuito”)fosse quella di lanciare un messaggio di pace in un lungo momento in cui c’è stato il rischio di un conflitto tra le due maggiori potenze mondiali che avrebbe potuto produrre danni inimmaginabili sull’intera umanità.

La pellicola ha ritmo da vendere, è infatti godibile anche dopo quasi 30 anni dalla sua uscita nelle sale e questo anche grazie alla totale assenza di tempi morti. Broderick è un credibilissimo giovincello dall’aria furba e dalle soluzioni alla Mac Gyver, soluzioni francamente impossibili ma forse proprio per questo capaci di strappare un sorriso e un moto di ammirazione e invidia. Fa un po’ troppo il saputello e appare incredibile che alla fine venga graziato dal Presidente degli Stati Uniti pur avendo portato la nazione intera ad un passo dalla guerra, seppure per gioco. La storia d’amore dentro il film è a dir poco convenzionale, il classico topos delle pellicole anni 80 dove quello che viene considerato lo sfigato della scuola riesce a conquistare la bella della classe. Il personaggio del dottor Falken è anch’esso ricorrente, l’uomo che costruisce strumenti di guerra che si trasforma in uomo di pace dopo aver riflettuto sulla stupidità umana e sull’inutilità della guerra, ciononostante è a dir poco fondamentale all’interno della pellicola anche se verso la fine non si capisce perché non prenda in mano l’iniziativa pur sapendo come risolvere la situazione. Lascia infatti fare a David forse per fargli che chi sbaglia deve anche saper rimediare. Tuttavia ad un passo dalla guerra non stai a far giochini e ti rimbocchi le maniche. Tutto ciò è molto tipico di certe produzioni americane, più attente a creare pathos che a cercare di non sbandare oltre il sentiero della logica.

Mi ha stupito molto la critica accesa verso l’inaffidabilità delle macchine, di certo adesso sarebbe molto difficile trovare un film che ridimensiona l’importanza delle macchine rispetto a quella umana, in quanto siamo totalmente schiavi di esse, da quando ci alziamo dal letto e accendiamo il nostro portatile a quando ci addormentiamo col cellulare acceso sul comodino. Sarebbe bello poter avere ancora quella sana ingenuità e scetticismo nei confronti di qualcosa che tuttora non è del tutto affidabile e controllabile. Si tratta insomma di un film moraleggiante ma anche divertente. Un mix imperdibile da cui sono nati anche videogiochi, dimostrando come alla fine il film non abbia insegnato più di tanto.

Voto: 9      

mercoledì 13 ottobre 2010

2 X-Factor. Pagelle sesta puntata

Ieri l’uscita di Dorina ha dato un brutto segnale e un avvertimento a tutto il carrozzone: MAI METTERE UN CASO UMANO IN UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA CHE PREVEDE UN TELEVOTO E UN VINCITORE FINALE.

Tanto è vero che Dorina, che ha una bella voce, va a casa mentre Stefano Filipponi, che di voce non ne ha e non ne ha mai avuto, rimane in gioco grazie alla sua balbuzie e agli studiati montaggi del Day Time di Rai 2.

Aspettando la prossima vittima sacrificata sull’altare del buonismo (a chi toccherà? Nathalie, Cassandra o i Kymera?) caliamo un velo pietoso e passiamo alle pagelle.

DAVIDE – I’M OUTTA LOVE: il ragazzo è tornato a brillare dopo qualche puntata fermo ai box. Gonfia le ruote, sistema il ciuffo, afferra il microfono e si mangia letteralmente il palco, il pubblico in studio e noi a casa che restiamo a bocca aperta davanti ad una versione da sala d’incisione di una canzone che, almeno a me personalmente, non è mai piaciuta. Mi sbilancio e dico che la versione di Davide è addirittura superiore all’originale, soprattutto perché la sua voce è naturale a differenza di quella fasulla e contraffatta di Anastacia. Bravo! Voto: 9

DORINA – HOT STUFF: il brano, almeno sulla carta, si presenta adattissimo alla voce di Dorina che finalmente può urlare a suo piacimento e dare spettacolo sul palco in compagnia di due ballerini che le si attorcigliano addosso, solleticando l’ormone di qualche pensionato a casa. Ovviamente scherzo visto che stasera le coreografie di Tommasini sono state a dir poco eccelse. Come al solito prima strofa di alto livello con un uso appropriato e controllato della voce, poi solita serie di strepiti che se ne fottono della scala musicale, della base e delle nostre orecchie. Ciò non toglie che in ogni modo l’esibizione di stasera (pur non brillando) non giustifica assolutamente la sua presenza al ballottaggio finale così come peggio ancora l’eliminazione dal talent. Voto: 6

NEVRUZ – MI VENDO: anche in questo caso si tratta di un pezzo che dovrebbe calzare alla perfezione con l’animo goliardico di Nevruz, anche se non capisco cosa c’entri con la Dance, se non con quella della salette Revival tanto care agli anni 90. Sorpresa delle sorprese, Nevruz canta in un cesso creato per l’occasione. Base rockeggiante e ritmata. Come al solito si tratta di una performance completa, che unisce folle teatro a una voce che, dite quello che vi pare, per me è meravigliosa. Camaleontica, controllata, mai stonata, in una parola “Originale” ma l’originalità cara Tatangelo, caro Malgioglio o caro critico ics che non sai fare il tuo mestiere non fa rima con calante o antimusicale. Grande grandissimo. Voto: 10

RUGGERO – YOU’RE MY FIRST, MY LAST, MY EVERYTHING: brano troppo pretenzioso per il giovanissimo Ruggero. Penso che sia uno dei pezzi più difficili al mondo perché a mio modo di vedere presuppone un timbro simile a quello di White, ossia qualcosa tipo Mario Biondi. Vi pare poco? Ruggero oggi ha rischiato di finire al ballottaggio senza passare dal Via, soprattutto perché a differenza di altri cantava un brano non conosciutissimo nel mondo degli under 17, ossia il suo pubblico votante e poi perché tanti stasera hanno cantato meglio di lui. A me ha fatto più che altro tenerezza perché le lacune erano evidenti: inglese alla Toto e Peppino, sempre a corto di fiato, atteggiamento da vecchia gloria che va tra il pubblico di donne con lo sguardo maliardo, peccato che abbia da poco dismesso il pannolone. Voto: 5

CASSANDRA – WHAT A FEELING: è di gran lunga l’esibizione più coraggiosa di tutta la serata e per me anche la più emozionante. Si toccava con mano la voglia di rivalsa di Cassandra rispetto alle critiche (per altro basate sul nulla) della scorsa puntata. Cassandra ha voluto cantare e ballare allo stesso tempo. Ma non mettere insieme due passettini, proprio dare vita ad una coreografia quasi identica a quella dei ballerini che l’accompagnavano. Provvista di archetto ha fatto qualcosa di eccezionale, dare vita ad uno spettacolo in cui ha mostrato non solo le sue qualità vocali (per altro indiscutibili), ma anche una grande propensione per il musical. La ragazza balla bene, canta meglio ed è credibile. A me ha mostrato una drammaticità pazzesca. Applausi a scena aperta. Voto: 10

STEFANO – I WILL SURVIVE: eccoci alla mela della discordia. Io in tutta sincerità non mi aspettavo che cantasse meglio della volta scorsa perché è ormai evidente che il ragazzo è entrato in una spirale di insicurezza che ha cancellato in via definitiva quel poco di intonazione che aveva nelle prime puntate (dove comunque non ha mai brillato). Stasera lo sapevo dall’inizio avrebbe vinto la canzone, conosciutissima e meritoria da sola (per la gente stupida che vota) di far passare il turno a chi già da settimane salta l’appuntamento con la sacrosanta eliminazione dai giochi. Vogliamo parlare dell’esibizione? Inglese pessimo, non tiene il ritmo della canzone, sbaglia il testo, stona dall’inizio alla fine e giuro l’avrei cantata meglio io. Pessimo oltre ogni possibile immaginazione. Voto: 2

NATHALIE – RAY OF LIGHT: mi scuseranno i numerosi fan di Madonna ma per me questa canzone è una delle più brutte della signora Ciccone. Nonostante ciò Nathalie la canta bene, la sporca con un po’ di graffiato e forse in qualche modo riesce a rianimarla. Non è stata una brutta esibizione ma neanche da strapparsi i capelli. Penso seriamente che Nathalie non stia facendo niente per emergere e che non stia capendo che ormai bisogna fare qualcosa in più se si vuole rimanere dentro. Sono settimane ormai che è in una fase di stanca dove non è contenta delle canzoni che le assegnano e che svolge il compitino con diligenza ma senza brillare. Peccato. Voto: 6,5

KYMERA – LET’S DANCE: Ruggeri ha delle grandi responsabilità sulla loro bocciatura da parte del pubblico a casa. Questo brano è sconosciuto ai più e siccome stasera vinceva la canzone più che l’interprete era ovvio che a questo giro sarebbe finita in questo modo. Morgan gli altri anni dava brani poco noti ma sapeva sempre come catturare l’attenzione del pubblico: ne parlava, li presentava, raccontava la loro storia e il loro significato. Alla fine quei brani li apprezzavi perché diventavano qualcosa di più di un insieme di note. Qui non c’è stato niente di tutto questo e perciò nonostante una bella esibizione senza sbavature e un bellissimo impianto scenico, i Kymera vanno al ballottaggio uscendone indenni per una manciata di voti. Voto: 7

DAMI – YOU MAKE ME FEEL: la sua faccia non mi piace, ha dimostrato durante la settimana di essere presuntuoso e poco umile. In questo caso vince il lato estetico. Non ha una brutta voce per carità ma neanche uno di quei timbri che rimangono impressi. Un buon corista e nulla più. C’entra davvero poco in questa trasmissione, lo vedrei molto meglio ad “Amici di Maria de Filippi” dove ciò che conta è come guardi la telecamera, le mossettine e le sopracciglia depilate al millimetro. Voto: 5,5

        

 

 

martedì 12 ottobre 2010

0 Prova Pc, andasse affanculo chi l’ha inventata

 

 

CRONACA VERITIERA DI UNA PROVA PC ALLA FACOLTà DI LETTERE DI CAGLIARI

Oggi sono più incazzata del solito, anzi diciamo che erano anni che non prendevo questo colorito blu sintomo di un’esplosione imminente.

Non so perché ma qualche mente super geniale ha pensato bene di inserire in Beni Culturali la prova di informatica. Cioè parliamone, non siamo mica futuri programmatori o ingegneri termonucleari. Ma vabbè, facciamo anche che sta cazzo di prova ci possa stare…ma è proprio necessario che ciò significhi che io mi debba sparare una prova scritta (50 fottute domande) e una prova pratica???

Quando ho visto che avevo passato lo scritto mi son detta OK è FATTA. E certo, se diamo retta a qualche coglione che ti dice “vai tranquilla che quello chiede solo copia incolla, grassetto e giustificato” certo certo VECCHIO PIRLA, eccome no?

Stamattina prova pratica dopo 4 giorni di trip informatico, simulazioni, pippe di ogni genere ma soprattutto rapporto molto intimo con WORD, EXCEL (!!! mio Dio picchiatemi) e POWERPOINT. Tutto questo per niente. Mi sono spappolata i maroni e accecata gli occhi per niente. Certo perché quella gran testa di foruncolo marcio ha pensato bene di distribuire 3 lunghi fogli da copiare su WORD, dividere in 3 capitoli, formattare, dividere in colonne e mettere l’indice (e che cos’è soprattutto? Io non l’ho mai visto né usato perciò si presuppone che sia inutile a meno che uno non faccia lo scrittore di professione). Ora c’è chi dirà: “ma dai che cazzata”. Bravo merlo, peccato che ho ricevuto delle interessantissime sorprese prima di poter anche solo pensare al formato del titolo:

1) nel pc era installata quella merda puzzolente di WORD 2007, che non c’entra un cazzo con la precedente versione che rimane a tutt’oggi la più usata al mondo. WORD 2007, un programma di merda dove non si trova niente di quello che cerchi, dove tutto è un macello e dove perdi 3/4 d’ora a cercare modifica= che tra parentesi non ho trovato.

2) magia delle magie qualche testicolo aveva levato la barra degli strumenti e ho perso tipo 20 minuti nell’affannosa e disperata ricerca del comando che la rimettesse là dove è destino che stia. Niente. Ho dovuto chiamare l’assistente che sembrava pure seccato e io intanto che sentivo il ticchettio incessante degli altri 20 che erano già a metà dell’opera.

Se c’è una cosa che detesto è ricopiare un testo perché sono lenta. Dovevamo scriverne almeno 50 righe e chi le ha contate? Ho diviso in colonne, formattato, fatto quasi tutto con l’orologio che correva e correva (un’ora di tempo è veramente poca, soprattutto quando in realtà sono 40 minuti scarsi). Cerchiamo sto cazzo di indice. Eccolo è lì! Clicca clicca e niente. Anzi Sì qualcosa è successo: MI è SPARITO TUTTO IL TESTO CHE AVEVO SCRITTO. Un minuto alla fine. Dove cazzo sta MODIFICA E ANNULLA??? Non c’è, non c’è!!! Vedo una freccia che va verso sinistra e dico” TI PREGO BAMBIN GESù FAI RIAPPARIRE TUTTO O MI STRANGOLO CON IL FILO DEL MOUSE!!”. Miracolo recuperato tutto ma STOP è finito il tempo. Perciò già sapevo che era andata male.

Infatti tornata a casa zuppa di pioggia e con l’ombrello rotto…(perché si sa se che una giornata è merdosa, tutto quanto lavorerà alacremente per peggiorare ulteriormente le cose)…scopro che non sono tra i 6 fortunati che hanno passato la prova.

ABOLIAMO WORD 2007 E I PROFESSORI DI INGEGNERIA CHE VENGONO ESPORTATI NELLE FACOLTà DI LETTERE PER ROMPERE IL CAZZO E BOCCIARE LA GENTE

E VAFFANCULO

mercoledì 6 ottobre 2010

2 X-Factor 4. Pagelle Quinta Puntata

Premessa importante: questa puntata è stata senza ombra di dubbio la più pesante e lenta delle 4 edizioni di X-Factor. Non so se sono l’unica ad aver fatto fatica a tenere gli occhi aperti ma sicuramente non è questo il modo in cui X-Factor risolleverà i suoi bassi ascolti. Inoltre non ho capito perché hanno scelto di tornare alle due manche e ai filmati pre esibizione che servono solo a far perdere tempo. Insomma un vero disastro, completato dalle fastidiose massime della Tatangelo che visto il numero e il ritmo con le quali le sforna, penso che arriverà presto alla stesura di un libro di Aforismi. Gigi d’Alessio hai tutta la mia comprensione ma dimmi: un paio di tette finte valgono veramente due coglioni rotti?

Come si può vedere dalla foto è uscita Manuela Zanier e diciamo subito che non è una gran sorpresa, in quanto pur avendo avuto tante occasioni non ha saputo dimostrare le sue qualità vocali. Nonostante ciò è pur vero che la sua uscita grida vendetta vista la pessima esibizione di Stefano, che più di tutti meriterebbe di essere sbattuto fuori e tuttavia continua a rimanere dentro perché la gente a casa confonde la Carità con il talento.

Dorina – Donna: ho nelle orecchie l’originale cantato dalla grande Mimì e le differenze si sentono eccome. Innanzitutto ciò che ritengo fondamentale nell’esecuzione di un qualsiasi brano è la precisa scansione delle parole in modo che si possa anche capire il testo, ancora di più quando si tratta di una canzone di questo spessore. Altra importante differenza: Mia Martini non esprime rabbia ma sofferenza e lo fa senza strepitare come invece fa Dorina, sempre pronta a promettere che canterà con dolcezza per poi fare invece il cacchio che le pare. Ciò che fa rabbia è che la prima strofa la canta in modo perfetto tanto da lasciarmi pensare che stavolta mio malgrado dovrò farle i miei complimenti, poi…poi ecco venir fuori il demone che la possiede, quello che la fa urlare e strafare, quello che manda a carte 48 un’esibizione che poteva essere perfetta. Bello comunque l’aspetto scenografico, forse l’unico degno di nota stasera. Voto: 6,5

Kymera – Blondie: finalmente un brano ritmato e su base originale per la coppia di soldatini di piombo piumati. Penso che finora sia la loro migliore esibizione soprattutto perché le voci calzano come un guanto su questa canzone che nella sua versione originale è improntata su tonalità alte che ben si adattano alla voce di Pochaontas. Nessuna macchia stavolta. Complimenti. Voto: 7,5

Ruggero – Crazy little thing called love: ormai mi pare chiaro che in questa edizione hanno deciso di rispolverare ma direi anche di scomodare i grandi successi dei Queen. Ruggero torna alle origini, infatti dismessi i panni di un triste Jovanotti che canta la ninna nanna ad una figlia immaginaria eccolo di nuovo gigioneggiare sul palco. Devo dire che a me questo ragazzino sta piacendo soprattutto perché immagino il suo futuro non all’interno di una sala di registrazione ma sul palco di qualche teatro. Lui stesso ha ammesso il suo sogno di partecipare a qualche musical. Se lo si osserva da questa prospettiva l’esibizione di stasera è buona. Direi che o lo si ama o lo si odia. Voto: 7

Stefano – Dillo alla luna: non hanno insegnato ai concorrenti dei talent show che la legge numero uno è MAI RIFARE VASCO? Ma se proprio vuoi suicidarti in questo modo cerca perlomeno di cantare come si deve. Il peggio poi è che questo brano l’ha scelto il signorino Lenti Spesse, quello a cui faceva schifo Veramente che per carità fa cagare anche me ma se te l’assegnano la devi cantà non devi fare il capriccioso con i vizi visto che i tuoi compagni di categoria si sono fatti e si stanno facendo i cimbali per cantare cose lontane mille miglia dai loro gusti personali, vedi Davide che canta sempre canzoni femminili che manco conosce. Comunque io mi sono rotta della sua voce tremolante e stonata. Sì è stonato, ammettiamolo per la miseria, invece di dire che emoziona. Ma poi chi emoziona? Le nonne a casa e i logopedisti? Voto: 3

Davide – Amore di Plastica: questa è l’unica canzone della Consoli che mi piace, l’unica che secondo me abbia un testo fatto di parole semplici e non tirate fuori a caso dallo Zanichelli, come è tipico della Cantantessa. Davide non la canta bene, molte imprecisioni e poca vitalità. Sembra che il ragazzo si sia spento da due settimane e forse è davvero giunta l’ora di assegnargli un brano adatto alle sue corde. Non che rischi di uscire, ma che almeno vinca con merito e non per un taglio di capelli che solletica l’ormone delle ragazzine a casa. Voto: 5

Manuela – No more I love you: si torna al raffinato dopo uno sconfinamento in territori rockettari non adatti al mondo di pizzi e merletti della Zanier. E’ la volta che canta meglio in assoluto, la volta che poteva passare indenne alla puntata successiva se non fosse stata piazzata nella manche dei mostri sacri (Davide, Nevruz, Nathalie e Dorina). Va al ballottaggio senza meritarlo. Voto: 7

Nevruz – Charlie fa surf: per l’ennesima volta risolleva gli animi dopo due ore di lenta agonia. Per me ha una voce strepitosa che avrà successo anche fuori da X-Factor. La Tatangelo continua a insistere con la storia dell’esorcista ma mi chiedo se sia mai andata ad un concerto. Ma secondo lei uno dovrebbe stare davanti ad un microfono e cantare un Requiem? Si vede palesemente che gli fa schifo ma che non si preoccupi la Tatangelo che la cosa credo sia reciproca. Il brano, che nella versione originale mi annoiava, stasera mi coinvolge e mi fa pogare quanto basta per dire GRANDE NEVRUZ!!! Voto: 8

Nathalie – Cornflake girl: una bella e difficile canzone degli anni 90 per la piccola rossa che canta meglio di quando parla. Stavolta mi comunica poco o niente. Svolge infatti il compitino con ordine e buona volontà senza smarginare e senza far arrabbiare la maestra che annoiata le dà un 6 di incoraggiamento. Fase di stallo che si sta protraendo da un paio di settimane, sarebbe ora di osare di nuovo caro Elio. Voto: 6

Cassandra – Come ti vorrei: un blues di casa nostra visto che si tratta del brano portato al successo dalla Zanicchi prima che si involasse verso il parlamento europeo risultando meno simpatica di quando faceva Ok il prezzo è giusto. Per me Cassandra ha fatto un’esibizione magistrale che non è stata capita a casa perché troppo lontana dalle voci e dai generi convenzionali a cui ci siamo abituati. La Tatangelo l’accusa di urlare (ma perché non guarda a casa propria, vedi esibizione di Dorina la Regina della Giungla?) e lei risponde MA ANCHE NO. Ahia errore fatale che la Tatangelo non manca di notare e sottolineare con un ANCHE SI che somiglia tanto ad un’ascia di guerra dissotterrata in nome del suo ruolo di Moralizzatrice dopo la purga imposta a Dorina. Cassandra è intelligente e furba e decide in fase di ballottaggio si porgere le sue scuse, gesto apprezzatissimo dalla Tatangelo che con gelida accondiscendenza elargisce il suo perdono e le offre una seconda possibilità. Ma vaff…Voto:        

 

  

martedì 5 ottobre 2010

1 Recensione La Signora di Avalon (1997)

Leggere questo libro è stata una vera impresa persino per me che amo molto lo stile della Zimmer. La difficoltà mi è parsa drasticamente evidente fin dalle prime battute in quanto sono convinta che la bellezza di un qualsiasi romanzo si evince anche solo dall’incipit, se questo non decolla, difficilmente riuscirà a farlo il resto della narrazione.

Io amo, anzi adoro i libri che superano lo scarno confine delle 200 pagine, ma qui si è dato vita ad una pericolosa bulimia letteraria, per giunta non sorretta da un intreccio convincente e degno delle 563 pagine che compongono il romanzo. Quest’ultimo è composto da tre parti che corrispondono a tre periodi storici e a tre momenti nella storia di Avalon e delle sue Sacerdotesse. Ho trovato la prima frazione quasi inutile salvata solo dalle battute finali dove si spiega in che modo e soprattutto il motivo per il quale la sacra isola di Avalon viene separata dal mondo terrestre. La seconda è forse ancor più inutile visto che si perde nei soliti discorsi delle anime reincarnate che miracolosamente si ritrovano grazie all’aiuto della Dea e al richiamo di Avalon. Stavo seriamente pensando di abbandonare nel dimenticatoio questo romanzo quando all’improvviso, grazie all’ultima parte, si è risvegliato il sacro dono della scrittura della Zimmer.

Se infatti le prime due parti del romanzo sono totalmente intrise di descrizioni stile harmony o peggio ancora da banalissime introspezioni dei vari personaggi, la terza parte ci riporta di forza al mondo delle Nebbie di Avalon dove i protagonisti assumevano un identità a 360 gradi, rendendosi riconoscibilissimi al lettore e capaci di creare empatia con quest’ultimo. Viviana è l’assoluta protagonista di questo scampolo di romanzo, una Viviana che ritroviamo bambina e presto donna, una donna arrabbiata e combattiva ma sempre capace di grandi gesti dettati più dal cuore che dal volere della Dea. Interessante la scelta da parte dell’autrice di soffermarsi soprattutto sul rapporto burrascoso e contrastante tra la Signora di Avalon (la cinica e fredda Ana) e sua figlia Viviana. E’ un rapporto che si sviluppa pian piano passando dal rancore, alla rabbia fino ad una sorta di accettazione in nome di un bene più grande, ma mai passando attraverso l’amore, se non un amore celato dietro l’asprezza dei modi di una madre assente e piena di sensi di colpa verso una figlia tanto, troppo simile a lei.

La terza parte del libro presenta personaggi che poi diventeranno assoluti protagonisti delle Nebbie di Avalon, il capolavoro assoluto della Zimmer, un best seller che lei stessa non è riuscita ad eguagliare con gli altri romanzi che compongono il Ciclo di Avalon.

Il mio consiglio a chi si accingesse alla lettura del presente libro è quello di non scoraggiarsi nonostante un ritmo costantemente lento, che si protrae immutato fino a quasi tre quarti di libro. Il bello viene subito dopo ed è un bello che merita di essere letto. Tra l’altro non presenta neanche forti legami con il resto del libro procedendo quasi in modo autonomo verso direzioni molto più interessanti che si svilupperanno nel romanzo successivo, presumibilmente legato strettamente alla figura di Viviana ma anche a quella della giovane Igraine, qui ancora bambina.

Voto: 7   

 

La finestra sul cortile Copyright © 2011 - |- Template created by O Pregador - |- Powered by Blogger Templates