venerdì 5 agosto 2011

19 L’aperitivo a Cagliari

L’aperitivo a Cagliari NON ESISTE. Questa è l’amara conclusione a cui sono arrivata dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto. A Cagliari il 90% dei gestori di un bar non conosce il significato della parola “aperitivo”, di tutto ciò che è insito in queste 8 magiche lettere che da Bologna in su sono tenute in massima considerazione. A Cagliari si preferisce lesinare sulla quantità e spesso sulla qualità a tutto danno di chi sogna di potersi bere un calice di vino con l’accompagnamento di qualche semplice tartina. Nel mio immaginario non mi spingo oltre la tartina perché nella mia città sarebbe come bestemmiare.

Spesso mi capita di andare a Novara (che con tutto il rispetto non è una metropoli o la capitale del divertimento) ebbene ci sono svariati locali in cui è possibile mangiare fino a scoppiare pagando una modica cifra iniziale. Che so, 7 euro un alcolico e 5 euro un analcolico. In un locale per esempio ordinando una semplice birra ho potuto mangiare delle squisite e infinite fette di pizza appena sfornate insieme a taglieri di salumi e formaggi. In un altro (Lo Stregone), con una flute di prosecco ho mangiato dall’insalata di patate e pomodori, al riso, alle focacce e alla pasta e nessun cameriere o proprietario guardava storto chi si alzava per servirsi anche due o tre volte, anzi tutti avevano un sorriso per ciascun cliente invitandolo a servirsi liberamente. A me è sembrato un Paradiso ma in realtà nel Milanese è ordinaria amministrazione.

A Cagliari, al contrario, al cliente capita spesso di sentirsi sotto l’occhio brutale del Grande Fratello nella persona del gestore o del cameriere nel caso in cui ci si trovi in un locale che insieme alla roba da bere (spesso scadente) offra le spartane ciotoline di olive o patatine dell’era di mio nonno buonanima. Mi spiego meglio: ti guardano male se accenni a servirti una seconda volta di qualcosa che è poggiata sul bancone.

Ora però entriamo nel vivo di questa disamina. A Cagliari (poco) ridente capoluogo della regione Sardegna esistono diverse tipologie di bar:

1) Bar bettola: fino a qualche anno fa costituivano il 99% dei bar cittadini. Come nei peggiori bar di Caracas si trova il barista/proprietario con la faccia da galeotto, lo strofinaccio sulla spalla, le paste per la colazione del 1982 e le cacche di mosca sulla vetrata. In questi bar le uniche bevande servite sono birra e caffè. Mai spingersi a richieste stravaganti come prosecco, bitter o campari. Mi limito a citare il bar Congera ma la lista sarebbe lunghissima. L’aperitivo questo sconosciuto.

2) Bar di media fascia ma di antica data: questi sono i bar storici che fanno della loro età anagrafica un vanto che però non corrisponde ai fatti. Pirani è un bellissimo bar pasticceria dove non conoscono la parola cortesia, dove è assolutamente illecito aspettarsi che il cameriere ti serva con un sorriso e dove i tavoli sono tutti prenotati anche se non c’è mai nessuno seduto, le tovaglie spesso e volentieri sono sporche così come i vetusti pavimenti. Aperitivo inesistente. Bar Floriana: altro bel bar elegante dove ho ordinato un prosecco e mi è arrivata acqua frizzante con un goccio di Tavernello per colorare. Bellissima la frase del cameriere “vi ho portato anche delle patatine di accompagnamento ma solo perché siete voi!”. Lascio ai posteri i commenti ma rifletto sulla qualità scadentissima delle suddette patatine, molli e con un inequivocabile sapore di stantio. Antico Caffè: bar turistico o da vecchi fighetti di castello. Bar con la puzza sotto il naso e dall’aperitivo scarso. Qualche minuscola tartina e olive. Prezzi alti.

3) Bar di fascia media senza una particolare storia alle spalle: sono tantissimi e tutti più o meno viaggiano sulla totale assenza di aperitivo. Non conoscono i cocktail più diffusi (Bellini o Rossini) e hanno marche scadenti di vino. Col banalissimo bitter ti portano (ma non sempre e non tutti) le sempiterne patatine. Lavorano tanto con i cappuccini e i caffè alle ore più improbabili perciò non sono assolutamente interessati al vagheggiato aperitivo. Un bar che alza un po’ la media è il Bumbo che sia a pranzo che alle 19 riempie parte del bancone con varie ciotoline e un vassoio di panini o pizzette. Prezzi onestissimi e servizio adeguato.

4) Bar fighetti: rappresentano la nuova generazione dei bar cagliaritani. Con lo stile architettonico e l’arredamento vogliono richiamare Milano ma la somiglianza con la capitale della moda e dell’aperitivo finisce lì. L’aperitivo lo fanno tutti ma ALLE LORO CONDIZIONI. Ossia: inizio alle 20.30 e a giorni stabiliti. Cioè se capito alle 7 di un mercoledì sera non troverò nulla se non i prezzi alti. Pubblicizzano in maniera scoppiettante i loro famigerati aperitivi come se fossero un evento imperdibile, ma in realtà scoraggiano l’essere umano normale a capitare dalle loro parti. Sembra quasi necessario essere amici del gestore o ancor peggio essere presenti in una lista oppure avere scritto in fronte “sono popolare”. Se sei uno normale non ti caga nessuno, figuriamoci i camerieri. Il Peek a Boo così tanto decantato è sicuramente un bel locale ma manca totalmente di organizzazione oltre a non avere una sua identità. Non puoi essere bar da colazioni per i clienti e i lavoratori del mercato, sala da the, locale da aperitivo, ristorante e discopub. C’è qualcosa che non torna e infatti lasci a desiderare. Come si può poi organizzare sia un aperitivo normale che un aperitivo rinforzato (che sottolineo a Milano sarebbe normale) negli stessi giorni, spingendo la gente delle 19 a finire in fretta perché devono avere i tavoli liberi per dopo? Una volta ho preso un the alle 17 e non solo non mi hanno lasciato il carnet con la scelta di bustine sul tavolo (come sarebbe doveroso) ma hanno avuto anche la faccia di dire che i biscotti (Balsen) li aveva fatti il loro cuoco. Non ci ho più messo piede perché a me le apparenze non convincono mai, preferisco l’onestà e l’educazione. Passiamo al Nuovocaffè: alla sua apertura ero rimasta piacevolmente colpita. Scelta ampia di aperitivi e ottime etichette di vino. Qualche buona tartina di accompagnamento. Certo la simpatia era un optional ma ho notato che è una cosa comune in questi locali trendy e già questo per me sarebbe sufficiente a far chiudere un locale di qualsiasi tipo. Ci sono tornata da poco e onestamente è stata una delusione. Era un sabato e non avevano niente di quello che c’era sul menu, alla fine ho dovuto prendere un San Bitter che mi è arrivato con tanto ghiaccio e metà contenuto della bottiglietta perché difatti l’altra metà era nel bicchiere della mia amica. Il prezzo però era moltiplicato per due. Da mangiare patatine. Bocciato. Lyricon: dalle foto del ricco aperitivo presenti su Crastulo sembrava una cosa da fantascienza qui a Cagliari. Sono voluta andare a provare. Era un giovedì, erano le 19.45 e non c’era niente da mangiare. Poi ho scoperto perché: l’aperitivo inizia alle 20. Bocciato senza appello. Cafè Europa: odio questo locale per svariati motivi: la maleducazione in primis, il modo di ignorarti se non ti conoscono per servire amici loro arrivati dopo di te, prezzi medio alti senza praticamente niente da accompagnare alla bibita ordinata. Anzi fanno di testa loro, a volte ti servono le patatine e le olive (piene d’aglio), a volte niente. Chiudo con il THotel: lo conosco benissimo perché ho fatto innumerevoli aperitivi e tutti di alto livello per la media generale dei locali cagliaritani. Tante piccole specialità gastronomiche e salatini di qualità, cortesia e gentilezza. Locale bellissimo e intimo. Barman esperto ma prezzi assolutamente improponibili per delle comuni tasche. Ora come ora non ci tornerei ma devo dire che tra tutti è il locale che meglio rispetta i miei personali canoni in fatto di aperitivo ed atmosfera. Non è un posto da fighetti che ti squadrano ma per persone di livello che si fanno i cazzi propri e a me basta e avanza.

Insomma il discorso è presto chiuso: a Cagliari io l’aperitivo milanese non l’ho ancora trovato e sinceramente mi sono anche un po’ stufata di cercarlo. In un forum leggevo che i gestori non si sentono garantiti dal guadagno fatto sulle bibite rispetto al fatto di offrire da mangiare. In soldoni: non gli va che uno prenda una birra o una coca e si mangi l’impossibile. In loro prevale la tirchieria piuttosto che l’aspirazione a far diventare questa città un luogo turistico ma anche imperdibile per i propri concittadini. Perché cucinare della pasta al forno (5 euro in tutto per gli ingredienti?) o un insalata di riso o una pizza divisa in mille parti se posso guadagnare senza spendere un centesimo? E’ questo che fa di Cagliari una piccola realtà provinciale dove la gente è costretta a mangiarsi un economico kebab piuttosto che finire scollettato in qualche ristorante di casa nostra. Se tu gestore abituassi la gente alla normalità di un ricco buffet, la stessa gente capirebbe da sola che forse è il caso di limitare la propria ingordigia. Inutile dire poi che in altre città la fame del cliente non è vista di cattivo occhio ma semplicemente si aggiunge altro cibo nei vassoi che si svuotano senza che questo mandi in rovina nessuno. E’ un concetto troppo astruso qua, dove non esistono che pochi ristoranti che propongono menu a prezzo fisso. Non  c’è il concetto della convenienza per il cliente, ma del risparmio e del guadagno per il proprietario. Inoltre anche il cagliaritano ci mette del suo nell’abitudine triviale di bere il cappuccino alle 8 di sera. Ma questo non dovrebbe interessare se non il proprietario di un bar senza pretese che è l’unico a non guadagnare niente da un buffet. E’ maledettamente ovvio che ogni gestore deve fare uno studio sul target rappresentato dai frequentatori del proprio locale dopo di che deciderà se accodarsi alla massa o creare qualcosa che ancora non c’è ma che la gente richiede a gran voce.              

19 sentenze:

Anonimo ha detto...

Questo signore,di firma anonima ,
farebbe bene prima a presentarsi,
ma ha prescindere,a noi non interessa
chi sia ,farebbe bene a stare a milano in mezzo alla merda ,con un aria rrespirabile ed una bolgia infernale.Non abbiamo bisogno dei suoi insegnamenti , di nessun genere e per di più non lo invidiamo .Buona
permanenza a Milano e ci rimanga.
Flavio.-

Anonimo ha detto...

Amico, ma perché parli di aperitivo milanese? Io per esempio trovo molti migliore quello di Reggio Emilia!

Anonimo ha detto...

Concordo con quanto ha detto Flavio, aggiungendo anche che l'autore di questo articolo dovrebbe rivedersi alcune delle cose che ha detto e che prima di fare di tutta l'erba un fascio forse avrebbe dovuto provare qualche locale in più, perchè, sebbene in nessun locale venga fatto il cosiddetto aperitivo milanese, non mi sembra il caso di sparare a zero così come si ha l'impressione che è stato fatto. In buona parte dei locali menzionati io mi sono sempre trovata bene e non mi è mai sembrato minimamente che abbiano lesinato sulle quantità e taantomeno sulla qualità, e il personale si è sempre dimostrato gentile e disponibile ad ascoltare qualsiasi richiesta senza mai mostrare alcun segno di maleducazione.

Anonimo ha detto...

E inzà abarradindi in cussa bidd'e merda padana. Pogaridari...

Anonimo ha detto...

il sig.Flavio deve essere titolare di uno dei suddetti locali chiamati in causa e con l'orgoglio tipico della maggioranza di noi sardi pretende di far valere le sue ragioni senza neanche provare a riflettere sul messaggio che l'autore cerca di trasmettere nell'articolo, da cio' si potrebbe desumere quale sia l'atteggiamento verso i suoi clienti... Io ho vissuto per tanti anni in varie parti d'Italia e d'Europa, posso confermare che in prevalenza purtroppo qui da noi in Sardegna quando si entra in un locale horeca (hotel,restaurant,cafe) si respira l'aria che sei tu cliente ad aver scelto quel posto e perciò ne devi subire i dettami, l'attenzione e le cortesie al cliente non sono la norma e il sorriso viene rivolto raramente. Ci sono poi le eccezioni, abbiamo dei locali dove veramente vieni messo a tuo agio dal personale e accompagnato come amico ancor piu che come cliente durante il tempo trascorso nel locale, ma purtroppo ripeto sono delle eccezioni!!!
cosmopolitan

Anonimo ha detto...

Io vivo a Novara e non mi sono mai considerata padana visto che la padania non esiste ma esiste al limite la pianura padana caro Anonimo vorrei vedere cosa penseresti se dicessero a te che dove vivi è un posto di merda...io vengo spessissimo a Cagliari e moltissime volte mi sono sentita discriminata proprio in Sardegna con un sorrisino come dire vieni dal Nord e chi ti credi di essere? quindi poche balle e razzista mi sembri proprio tu che ti nascondi dietro un dialetto che comunque capisco... per quanto riguarda altri discorsi mi sembra assurdo attaccare chi la pensa diversamente da voi ognuno sarà libero di esprimere il proprio pensiero... io ho provato i locali sopra citati e concordo con tutto quanto si è detto... uno mica attacca la Sardegna, attacca una mentalità provinciale come quella di Flavio e non trovo niente di provinciale in quanto scritto nel post
Poi mi chiedo perchè un blogger deve necessariamente presentarsi?

Anonimo ha detto...

vogliono che si presenti per denunciarlo per danno d'immagine, patetici!!

Anonimo ha detto...

comunque concordo appieno con l'autore, o meglio l'autrice, nell'affermare che a Cagliari l'aperitivo inteso nel vero senso dell'happy hour con drink e buffet NON ESISTE! Almeno non ancora, chissà se mai lo vedremo. Però vi informo che in Sardegna esiste!!! Almeno uno! E'un locale dove era possibile apprezzare appieno tutti i giorni della settimana, dalle 19 circa, un ricco buffet composto non solo da stuzzichini e taglieri di affettatti ecc, ma anche veri e propri piatti elaborati da ristorante di livello, e se si pensa che una consumazione (es.birra 0,40) stava sui 4 euro circa, fate un po voi il calcolo...
Uso il verbo al passato perchè l'ultima volta ci son stato un annetto fa circa, spero che la situazione non sia cambiata, magari se qualcuno ha modo di passarci ci aggiorni...
Si trova però al Nord ;))) (ebbene si) a Sassari nella centrale piazza Fiume.
cosmopolitan

Anonimo ha detto...

a novara parli del bar LA BRACE? quel posto seppur un buco resta fantastico

..^^FoRSe YeSs FoRsE No^^.. ha detto...

Conosco La Brace e si mangia benissimo e abbondantemente. Promosso a pieni voti

Anonimo ha detto...

è verissimo! a Cagliari non esiste l'aperitivo! io l'anno scorso sono stato in un paesino vicino a Torino, si faceva l'apericena a 3,50 € comprendeva un drink e poi ci si poteva "riempire il piatto" per due volte al buffet

Anonimo ha detto...

Ma perché si dovrebbe fare la stessa cosa dappertutto? Una città è tanto più bella quanto più somiglia alle altre per abitudini e orari? Mah...
ps: forse nei locali ti trattano tutti male perché il primo a non essere molto simpatico sei tu.

Anonimo ha detto...

L'autrice dell'articolo ha tutta la mia approvazione. Ma cara la mia blogger, davvero crede che una persona con evidenti deficit grammaticali sia in grado di recepire il suo messaggio di fondo?
Cagliari come sempre si dimostra un posto di gente permalosa, presuntuosa e di molto ristrette vedute. Poi i locali falliscono e ci si piange addosso, ma la verità è che il cliente non è stupido e percepisce molto chiaramente il momento in cui viene "spremuto" da un locale. La mentalità dell'imprenditoria cagliaritana è quella di offrire il servizio minimo possibile con i guadagni maggiori possibili. E' impossibile pensare che esista qualcuno che pensi di allargare e fidelizzare la sua clientela con un'offerta di qualità maggiore rispetto agli altri. "Se gli altri fanno 2, io al massimo faccio 2,5". E mi dispiace dirlo ma con i turisti Cagliari è spietata. Conoscendo bene tanti stranieri che vivono a Cagliari mi capita di vergognarmi dopo aver sentito i loro racconti sul differente trattamento che ricevono rispetto a locali spesso amici dei gestori. Non dite poi che i guadagni non sarebbero sufficienti. Esistono posti in Spagna dove con una 0,30 pagata 2 o 3 euro mi è stato servito un hamburger. CAGLIARI CRESCI.

PS: Milano non è l'esempio migliore di ristorazione competente in Italia (onestà, cortesia, servizio, qualità) ma è senza dubbio distante anni luce da Cagliari.

Anonimo ha detto...

Adoro Cagliari e la Sardegna tutta, l'ho scelta come posto in cui vivere e amare, ma mi spiace dirlo: quello che è stato scritto è assolutamente vero. Vivo a Cagliari da più di 10 anni, e ancora faccio i conti ogni giorno con la mentalità permalosa e ristretta che incontro in ogni bar, ristorante, negozio, posto di lavoro del luogo. Purtroppo non esiste mentalità imprenditoriale, e l'invidia dell'erba del vicino non permette a nessuno di crescere in servizio, professionalità e qualità dell'offerta. Quando vedo scritto che non esiste l'apertivo a Cagliari ma guarda che bel panorama e che aria, sorrido mestamente e mi convinco una volta di più che non ci siamo ancora. Sono due discorsi diversi, e certo non ci dovrebbe essere bisogno di dirlo...sfruttiamo (e non dico abusiamo di) questo bel panorama, e valorizziamo al massimo le meravigliose risorse che ci sono a Cagliari: non c'è un solo posto in cui fare un apertivo, ma non c'è nemmeno un posto decente in cui cenare guardando il mare con i piedi nella sabbia...quanto è lungo il Poetto? dopo Ottobre trovatemi un posto in cui mangiare all'aperto in una giornata di sole a sorpresa...che non siano i vecchi chioschetti dei ricci, sui quali potremmo aprire un capitolo a parte...

..^^FoRSe YeSs FoRsE No^^.. ha detto...

Mi trovi perfettamente d'accordo su tutto ciò che hai scritto. Anche io trovo desolante il fatto che non esista un ristorante con vista mare. Penso che Cagliari sia l'unica città italiana che pur potendo contare su questa meravigliosa risorsa fa finta di niente. I ristoranti con vista mare sono pochissimi e indecenti sia per qualità che per esosità. Speriamo che prima o poi cambi qualcosa ma ne dubito fortemente, se verrà aperto qualcosa sarà sempre il solito locale per fighetti che avvanteggerà sempre un ristretto gruppo di persone a discapito di chi vorrebbe solo godersi un pranzo semplice in una bella giornata di sole col rumore del mare come sottofondo.

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, io sono fierissima di essere sarda e in parte accetto i commenti della blogger perché penso che ognuno debba esprimere la propria opinione ed essere rispettato; ma vorrei precisare due cose. Non bisogna continuare a paragonare le città tra loro! Se Cagliari fosse uguale a Milano o Novara (o quel che sia) non sarebbe più Cagliari. Inoltre, è facile arrivare a Cagliari entrare in un bar farsi un bel aperitivo e tornare nella propria città, e il resto non lo considerate?! E la realtà cittadina? A Cagliari non abitano solo persone gentili delicate e che rispettano il prossimo; non sono solo cittadini di fascia media, turisti e studenti; esistono varie realtà tra cui alcune molto disagiate, che non guardano nessuno in faccia pur di riempirsi lo stomaco, che si approffitano di un buffet gratis, che non si preocupano di lasciare qualcosa agli altri clienti. E le tasche del proprietario chi le guarda?! La nostra diffidenza nasce da ciò..nasce dal confronto quotidiano con chi non porta rispetto nei confronti di ogni imprenditore in generale. È facile giudicare senza capire il perché di tanta chiusura e diffidenza. In Germania se vai in qualsiasi fast food puoi riempire all'infinito il bicchiere di bibite; vi chiedete perché qui non accada? Perché le persone se ne approfittano, acquisterebbero un bicchiere per 7 persone e bevrebbero a turno!! Se fossimo tutti "milanesi" qua a Cagliari penso che la mentalità nostrana cambierebbe, ma siamo cagliaritani. La mentalità dell' imprenditore cambierà al mutare di quella del cliente.

Ale ha detto...

Scusate se intervengo. Ma qui non c'è proprio la mentalità da aperitivo e concordo pienamente con il signore che ha scritto la piccola recensione. I primi a sabotare gli apericena ( sentiti con le mie orecchie) sono gli stessi gestori dei locali che si lamentano del fatto che, esistendo l'apericena nessuno andrà più a fare una cena completa. Questa è la mentalità chiusa che si incontra spesso qui. Di chi non si sa mettere in discussione e risponde "io non lo faccio" perchè la gente si rimpinzerebbe. E allora... Manco gli all you con eat dovrebbero esistere!!!! Eppure esistono e guadagnano benissimo!!!! Insomma io sono tornata da Roma questi giorni e sto cercando disperatamente un posto in cui festeggiare il compleanno con pochi amici, dove facciano un buon apericena con della buona musica. Sto rovistando su internet da ore... non ho trovato niente.

Anonimo ha detto...

Io sono Ligure e sono abituato alla maleducazione dei gestori, ai prezzi alti e alla scarsa qualità del servizio. In effetti vivo a Cagliari da due anni e devo dire che mi sento un pò a casa... purtroppo. Detto questo, non mi sento di giudicare negativamente un posto dalla qualità dei suoi aperitivi (anche perchè da buon ligure non spendo soldi in generi che non siano di prima sopravvivenza) ;) Adoro Cagliari! Cmq per me il precena è un bicchiere i cannonau, un trencetto di pecorino con qualche fetta di salsiccia e pane Civraxiu con mia moglie, a casa mia, con vista sulle saline.

Anonimo ha detto...

In questa pagina facebook si possono trovare quasi giornalmente indicazioni ed elenco di alcuni posti in cui è possibile fare un aperitivo (in determinati giorni o tutti i giorni)

https://www.facebook.com/AperitiviACagliari

PS: ho studiato a Verona e frequentato molto tutto il nord, so cosa sia l'aperitivo..

 

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