martedì 29 settembre 2009

3 Michael Jackson Dossier. Ken Paisli



Il libro in questione non l’ho comprato di mia spontanea volontà ma mi è stato regalato da mia mamma che sa quanto adori Michael Jackson, quanto abbia sofferto per la sua scomparsa e quanto mi piacciano le biografie. Una premessa importante perché sapevo già che questo libro non è quel che si dice una classica biografia che parte dalla nascita e arriva sino alla morte, toccando punti importanti della vita del protagonista.
Sapevo che si trattava di un libro, incentrato soprattutto sui processi che hanno costellato gli ultimi anni di vita di Jacko. Non ho mai creduto a nessuna delle accuse che gli sono state mosse dai vari ragazzini, imbeccati da madri e padri interessati ad un ritorno economico piuttosto che a dire la verità e non mandare in frantumi un uomo già fragile. Per questo motivo non ero interessata a sapere i vari retroscena di una vicenda squallida e buona solo per ingrossare i portafogli della stampa scandalistica e delle suddette famiglie di accusatori.
Nonostante ciò l’ho letto perché un regalo è un regalo e non lo si può mettere da una parte a prendere polvere senza neanche provare a vedere di che si tratti. La prima critica che devo muovere è per la casa editrice, Chinaski Edizioni. Ok che non navigate nell’oro della Mondadori o della Sperling, ma cazzo un po’ di cura nel fare le cose non guasterebbe. Errori di stampa numerosi e difficoltà immensa a girare le pagine. Tutto di qualità più che scadente. Inoltre, per chi non lo sapesse, si tratta di una biografia edita precedentemente alla morte di Michael che è stata, chiaramente, riedita con l’aggiunta di un capitolo che si sofferma sulle ipotesi della causa del decesso. L’autore, Ken Paisli, è molto preciso nella ricostruzione dei fatti e per buona parte della narrazione non si espone in prima persona con giudizi di merito. Lo fa esclusivamente nella parte finale chiarendoci il fatto che lui sta dalla parte di Jackson o che comunque non si capacita di come dei genitori possano aver lasciato i figli da soli con una persona che era già stata accusata di pedofilia. Tutto ciò gli puzza di falso e io mi associo totalmente.
Passando al libro in sé e per sé: diciamo che vi è una piccola parte dedicata necessariamente alla vita artistica di Michael, dai suoi primi successi con i Jackson 5 al grande boom di Thriller sino all’ultimo album di inediti Invincible. Nella parte finale c’è spazio anche per le recensioni di tutti i suoi album. La parte centrale è tutta dedicata ai processi, freddamente descritti in ogni loro parte, dall’inizio alla fine. Questa parte personalmente l’ho trovata parecchio pesante e abbastanza ripetitiva ma penso che a molte persone che non conoscono la vicende e vogliono saperne di più risulterà molto utile. Il capitolo finale, quello dedicato alla morte, è interessante solo per le ipotesi che vengono elaborate da Paisli: suicidio assistito per uscire di scena alla grande soprattutto considerato che secondo molti Michael non era più in grado di cantare e ballare e non avrebbe mai potuto reggere un tour di 50 date (evidentemente falsa come dichiarazione a vedere i vari filmati delle prove e soprattutto considerato il film in uscita a breve nelle sale cinematografiche di tutto il mondo); omicidio per incamerare i beni presenti e futuri dell’artista (a mio parere molto debole come ipotesi); Michael è vivo e ha inscenato la sua morte per godersi la pace interiore ed economica in qualche punticino sperduto del globo, secondo Paisli questa tesi sarebbe avvalorata dalla mancanza di foto del cadavere, situazione senza precedenti visto che esistono immagini di tutti gli artisti morti in circostanze poco chiare, da Cobain a Prestley.
Le mie considerazioni finali sono che, per una persona che conosce abbastanza Jackson, questo libro non aggiunge niente di nuovo e probabilmente non è neanche la biografia definitiva visto che ancora non è stato chiarito niente rispetto alla morte. Io sarei stata molto più interessata da aspetti della sua vita che hanno rapito la mia attenzione quando ero più piccola nei lontanissimi anni 80, tipo l’uso del guanto, l’abbigliamento particolarissimo, le leggende metropolitane, insomma la simbologia che ha fatto di Michael un icona pop in tutto il mondo. Sarebbe stato interessante sapere qualcosa di più anche rispetto alle sue decennali amicizie con Liz Taylor e Brooke Shildes e i suoi rapporti con i familiari. Di tutto questo invece c’è poco o niente.
Leggere questo libro mi ha fatto un’enorme tristezza, anche sapere che alla fine era stato costretto a vendere la leggendaria Neverland, perdendo per sempre il suo piccolo regno costruito in una vita di sacrifici e solitudine.

1 Nel Labirinto delle ombre. Dean Koontz



Trama: Il protagonista della vicenda è Odd Thomas, un giovane aiuto cuoco capace di vedere i morti. Una notte viene a fargli visita Wilbur Jessup, un suo vicino di casa. Odd capisce subito che l’uomo è morto e gli sta chiedendo aiuto, a quel punto quindi si precipita a casa di Wilbur preoccupato per le sorti del suo migliore amico Danny (figliastro di Jessup e affetto da una malattia che rende le sue ossa fragili come il cristallo). Una volta giunto sul luogo, capisce subito che non si è trattato di morte naturale ma di omicidio. L’assassino però si è dileguato portandosi via Danny. A questo punto comincia per Odd la ricerca del suo amico con il solo ausilio del suo senso d’orientamento e di un cellulare satellitare in cui inizia a ricevere telefonate dall’assassino. In realtà si tratta di una donna, Datura, centralinista erotica e ossessionata dal desiderio di vedere i morti. La donna, entrata in confidenza con Danny, assiduo frequentatore di chat line, era venuta a scoprire dei poteri di Odd e a quel punto aveva deciso di mettere in atto il piano per far cadere in trappola Thomas. Il luogo in cui si dipana quasi tutta la vicenda è un vecchio casinò indiano, reduce da un incendio in cui erano morte tante persone. A questo punto per Odd comincia una lunga e tortuosa strada per portare Danny in salvo e eliminare Datura e i suoi due scagnozzi.

Commento: ho letto diversi romanzi di Dean Koontz, alcuni decisamente buoni altri un po’ meno. Questo lo annovererei tra quelli peggiori, anzi sarò più cattiva e lo metterò in cima alla classifica dei libri più brutti che abbia letto nella mia vita. Non so neanche da dove cominciare. Potrei dire per esempio che la trama poteva anche risultare interessante se il protagonista non ricordasse eccessivamente la sua controparte televisiva Melissa Gordon, protagonista indiscussa di Ghost Wisperer. Potrei anche passare oltre all’inutilità del dono di Odd in tutto il romanzo che invece avrebbe dovuto essere centrale e non strumentale all’ingresso in scena di Datura, un nemico che non ha niente di credibile, per prima cosa il nome. Il romanzo è debole e lentissimo, ma ancora peggio è scritto male, malissimo. Koontz carica la sua narrazione di ironia, a volte becera a volte tirata per i capelli sino al limite di sopportazione. Un thriller non può voler far ridere o sogghignare, un thriller dovrebbe avere la pretesa e il fine ultimo di spaventare o mettere in tensione il lettore. Beh questo romanzo non ci riesce mai, tutto è scontato e letto mille volte. Non c’è niente di salvabile e dispiace dirlo perché Dean Koontz è stato capace, in passato, di scrivere anche delle ottime cose seppur lontano mille miglia dall’eccellenza narrativa e stilistica del grande Stephen. Penso che a volte i romanzieri di successo dovrebbero prendersi un anno sabbatico per riflettere e trovare una buona idea da sviluppare invece di sfornare libri a cadenza semestrale, dimenticandosi di creare qualcosa di un valore più alto rispetto ad un fermacarte, perché di questo si tratta quando si parla di questo romanzo.

Voto: 1

lunedì 28 settembre 2009

0 Amici 2009. Il Circo è riniziato


Amici è riniziato. Qualcuno di noi ne sentiva veramente la mancanza? Forse qualche sadomasochista alla ricerca della tv più finta e meno educativa possibile. Lo dice una che segue questa trasmissione dalla primissima edizione, l’antesignana “Saranno Famosi”.
Penso che l’anno scorso per me sia arrivata l’assuefazione più totale, l’overdose mediatica che sfocia solitamente con il rifiuto più totale. Maria De Filippi non mi piace, le sue trasmissioni sono state anche carine sino alle prime edizioni per poi produrre merda a badilate. Amici 2009 è iniziato sotto i migliori auspici: mediocrità tralasciata per fare spazio ad un aspetto estetico più o meno interessante, almeno secondo i canoni di Garrison (eh si è ancora qui) e dei nuovi maestri, le marionette che finiranno prima o poi per sbottare (fintamente) prima contro qualche pigiamino azzurro e poi verso i colleghi, occupando interi day time.
Ho seguito il pomeridiano di sabato e lunedì 26 e 28 settembre. Ho notato alcune assenze ma per lo più le stesse facce: maestri di ballo in pensione, falliti, annoiati ma allo stesso tempo soddisfatti di recitare l’ennesimo copione scritto dagli autori del programma, appagati da un rimborso spese cospicuo che ripaga le loro scuole di ballo vuote da anni. I concorrenti sono mediocri, come dicevo più su. I ballerini sono scandalosamente tutti uguali, i cantanti in commentabili (specie il finto emo stonato che entra perché voluto fortemente da un unico professore che in lui vede un futuro idolo delle folle scomodando addirittura il povero Jacko), i cantautori cantano e scrivono testi da Castrocaro anni 80, nessuna melodia su un melange di altre dieci canzoni. La recitazione è scomparsa, così possiamo tranquillamente aspettarci che le orrende dizioni dei 22 in gara rimarranno dall’inizio alla fine, per la gioia dei Leghisti tanto preoccupati che il dialetto e le varietà regionali non siano sufficientemente tutelate.
La cosa ancora più incredibile, oltre alla scarsezza tecnica congenita di tutti e 22 (l’edizione peggiore secondo me), sta nell’assurda premessa della De Filippi di mesi orsono in cui proclamava l’assoluta trasparenza dei giudizi che si sarebbero basati da qul momento in poi sulla unanimità o comunque sulla maggioranza. Bene ragazzi, su 22 non ce n’è uno dico uno che sia entrato per maggioranza, tutti perché piacevano all’uno o all’altro. Il parere di uno conta più di tutti, un po’ come capita in politica in questo tremendo momento storico. In realtà poi la cosa si spiega col fatto che in caso di maggioranza assoluta non ci sarebbero state motivazioni ad eventuali diatribe montate ad arte quando la trasmissione varcherà il primo mese di messa in onda.
Amici vince e stravince perché non c’è alternativa, così come in politica non esiste un’opposizione. Se su Rai 2 ti piazzano quella merdata di Scalo 76 o un X Factor che perde i pezzi di puntata in puntata..cos’altro vuoi che vedano gli adolescenti italiani? Accontentiamoci di Maria De Filippi che essendo esclusivamente interessata all’aspetto psicologico della sua trasmissione non ci fa mancare la scheda dei vari concorrenti leggendoci le banalità che gli stessi hanno rilasciato alla vigilia dell’ingresso ad Amici. Allora via a cose tipo Odio la Falsità, Vorrei un Mondo di Pace, i Miei non mi Capiscono. Così abbiamo anche l’aspetto sociologico in un programma che ormai non è più interessato al talento, quello vero. La De Filippi è interessata alla legge dei grandi numeri, quelli delle vendite discografiche e quelli dei dati auditel che la vedono regina incontrastata dei palinsesti nazionali. I ragazzi che partecipano non contano un cazzo in questa grande fiera perché nel giro di una settimana si saprà già chi saranno i 3, 4 cavalli vincenti che si beccheranno le inquadrature, i siparietti, le domandine sciocche della poco obiettiva Maria che li tratterà come i figli prediletti rispetto all’anonimato di quelli che diranno la loro (tipo il fatidico e molto realistico “qui dentro tutto è già deciso”) e che saranno sistematicamente fatti fuori attraverso sfide con brocchi mostruosi (quindi non pericolosi per i succitati cavalli vincenti) o attraverso postille del regolamento che sino a due secondi prima erano invisibili perché inesistenti.
Benvenuti ad Amici 2009

giovedì 24 settembre 2009

1 Dylan Dog 153. La strada verso il nulla

Soggetto: Carlo Lucarelli
Sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Giovanni Freghieri
Trama: Dylan guida verso casa col cuore spezzato da una donna che l’ha appena lasciato per un altro. Nel tragitto si imbatte in un incidente spaventoso in cui è coinvolto un tir e molte macchine. Un agente consiglia a lui e agli altri guidatori di tornare indietro o prendere una deviazione che nessuno sembra conoscere. Dylan, per ragioni di forza maggiore, prende la stradina (che lungo il percorso nelle pietre miliari ha sempre e solo l’indicazione 6,66 miglia per Londra) e viene improvvisamente superato da un grosso tir. Accende la radio ma tutto ciò che viene fuori sono solo musiche sataniche.
Intanto un grosso tir lo supera riuscendo a buttarlo quasi fuori strada e dopo poco tempo, sempre lo stesso mezzo tenta di superarlo ancora. Una volta tornata la pace, Dylan dà un passaggio ad una ragazza di nome Alga che fa l’autostop. Nel corso del viaggio i due si trovano a dover di nuovo affrontare il Tir e lei improvvisamente ricorda di aver avuto a che fare con lo stesso camion poco prima di finire in panne. Sembra proprio che non ci sia uscita da questo incubo. Le stranezze continuano tra zombie in astinenza da donne, ragazzini marci che tirano sassi dal cavalcavia e scheletri in coda.
Arrivati ad una stazione di benzina deserta decidono di assopirsi in attesa che arrivi qualcuno ma tutto ciò che gli aspetta è sempre e solo il tir che Dylan decide di eliminare facendo saltare in aria le pompe di benzina. Sembra tutto passato e in effetti finalmente il posto si rianima di persone e voci tanto da permettere a Dylan e Alga di prendere un caffè e un the mentre il meccanico ripara il maggiolino. Ma niente da fare il tir ritorna e ancora una volta prende fuoco. Dylan riesce finalmente a ritrovare l’autostrada e a ritornare a Londra dove ospita la sua compagna di viaggio. L’indomani porta Alga alla sua macchina e poi si addormenta lui stesso nella sua automobile. Quando si sveglia si trova nuovamente davanti all’iniziale incidente per scoprire che una delle vittime è proprio Alga.
Commento: Lucarelli decisamente banale. Per il resto è sempre difficile per me dare un parere su un albo dove in cabina di regia ci sia il gran capo Sclavi. Difficile perché rischio sempre di apparire sacrilega nel dire che non apprezzo più di tanto il suo stile malinconico e non sense, il suo moralismo e la dimensione onirica dove ingabbia il povero Dylan, sempre una povera marionetta in questo gioco di scatole cinesi. La storia mi ha ricordato qualche racconto di Stephen King in cui la coppia di coniugi si perde in una deviazione non segnata sulle mappe e sempre foriera di tragedie. Niente di nuovo sotto il sole neanche per quel che riguarda la ciclicità della storia in cui si ripetono sempre le stesse scene per far capire ai protagonisti e a noi lettori che non ci troviamo più in una dimensione reale. I disegni poi non mi sono piaciuti ma semplicemente perché non amo lo stile di Freghieri, il suo Dylan pischellino non mi dice niente e come al solito i tratti somatici sono sempre poco espressivi e caratteristici, mi ricorda tanto uno di quei fumetti alla Valentina o comunque di genere rosa. Niente per cui spellarsi le mani.
Voto: 5

0 X Factor. Pagelle Terza Puntata


Puntata all’insegna del nervosismo e delle grandi stecche. Claudia Mori perde la testa e il controllo per uno dei classici montaggi impietosi ma chiaramente ironici: lei bella e giovane che canta Non Succederà Più e accanto un’immagine attuale, forse non una delle migliori. Certo il cattivo gusto c’è tutto ma quante volte è stato fatto ai danni delle donne che sono comparse nello studio di X Factor? La Ventura non se l’è mai presa e almeno di questo mi sento di darle merito perché nel grande carrozzone televisivo bisogna avere una grande dose di autoironia cosa che manca totalmente alla moglie del Molleggiato.
La Mori sbrocca minacciando di andare via e di non accettare le logiche televisive. Dopo uno stacco pubblicitario scompare dalla poltroncina di giudice per poi riapparire con un’espressione palese di incazzatura mal trattenuta. Rimarrà sino alla fine? Io ipotizzo di no ma non tanto per le sue incomprensioni con gli autori o il regista quanto per noia e incapacità congenita. I suoi artisti in gara sono tutti mediocri, le sue scelte musicali riescono ad essere peggiori di quelle della Ventura, non ha esperienza del mondo mediatico e solo marginalmente di quello musicale. Io avrei messo o metterei (è già successo che un presentatore abbandonasse la barca prima di arrivare in porto) Ambra Angiolini che ha la giusta stronzaggine e rappresenta bene l’ascoltatore medio, ha le stesse potenzialità della Mori perché compagna da tanto tempo di un cantante ma ha di più l’esperienza in tv e l’ironia oltre che l’età perché francamente continuo a non capire la presenza di un giudice di oltre 60 anni. I giovani seguono la trasmissione e i giovani per la maggior parte non sanno chi sia. Aria fresca che non arriva in una trasmissione che non sta decollando neanche a spinte e spallate.
Inizio dalla fine prima di passare alle pagelle. Sono stati eliminati gli A&K, il duo non duo che nella serata di ieri ha brutalmente martirizzato tutto ciò che ha tentato di cantare, dalla canzone in gara alle performance di ballottaggio con la mediocrissima Francesca. Andrea meritava un destino migliore anche se il suo carattere non ha aiutato la sua causa visto che si è rivelato una logorroica palla al piede, positivo e ottimista come un necrologio. Però grande talento che forse ora potrà riunirsi alla sua Chiara e tentare di sfondare nel settore musicale pur senza il grosso traino di un programma nazionale. Mara Maionchi potrebbe farlo entrare nella sua desolata scuderia e vedere che succede.
Il nuovo entrato è Mario, il pupillo di Morgan che ogni volta che lo guarda ha un sorrisone e gli occhi lucidi come se si rivedesse in quel ragazzino dalla matita nera negli occhi, i capelli strani e il fisico da topo di biblioteca. La voce o il timbro che non è piaciuto a Claudia Mori (che ci regala l’ennesima conferma di non capire una mazza di musica e affini) a me ha colpito molto per maturità artistica e originalità. Entra di diritto mandando a casa gli inutili burattini della Mori e di Mara Maionchi (poco coraggiosa a non scegliere come candidati i due ragazzi dell’ultima fase dei provini, molto interessanti e degni sostituti dei defunti A&K).
Il tema della puntata sono gli Anni 80. La domanda che sorge spontanea è: ma quale mente geniale ha scelto i pezzi di stasera? A parte due o tre eccezioni, le canzoni non rappresentano senz’altro il meglio di quel fantastico decennio.

Pagelle:

Categoria 16/24

Chiara I Want to Break Free : Luca Tomassini la veste male, ma questo non è nuovo per il coreografo stylist che notoriamente ha dei gusti alquanto discutibili. La cosa peggiore però è il consiglio di muoversi continuamente, saltare, vagare per il palco e fare tutto quello che sarebbe preferibile evitare quando devi cantare, in particolar modo se non sei proprio un fuscello. La canzone è bellissima naturalmente, ma secondo me già a priori non era l’ideale per Chiara che si muove meglio su pezzi meno ritmati e più intimisti. L’entusiasmo della ragazza c’è tutto e si vede lontano un miglio che vuole in tutti modi entrare nel cuore di Morgan, riuscendoci solo in parte. Lui non la ama e si vede benissimo, riconosce il talento ma si mostra sempre un po’ distaccato e infastidito quando lei si fa troppo entusiasta. Tutto ciò naturalmente si coglie bene da tutti i day time. Passando alla performance: parte bene nonostante un arrangiamento che non mi convince avendo perso tutta la potenza ritmica del basso e della batteria per affidarsi chissà perché alla chitarra elettrica. Come dicevo prima a furia di muoversi avanti e indietro perde fiato, perde intonazione e si lascia guidare esclusivamente dall’entusiasmo. Nonostante ciò risulterà tra le migliori della serata. Voto 6

Marco Notorius : per l’ennesima volta non conosce la canzone che gli viene assegnata. Sarà possibile? Continuo a stupirmi dell’ignoranza musicale delle nuove generazioni. Ma che vuol dire questa canzone è stata scritta due anni prima che nascessi e perciò non la conosco? Passiamo oltre. La voce di Marco mi sta convincendo di più col passare delle settimane anche se non sopporto tantissimo questo suo atteggiamento da svampito, soprattutto perché è creato ad arte. Il pezzo è una delle perle dei Duran Duran, io l’ho sempre trovata una canzone di un’eleganza e di un fascino particolare. Oltre che molto sexy. Marco la canta in modo pulito arricchendola con un timbro di voce quasi femminile, interessante e con un impatto visivo molto forte rispetto a tutti i suoi compagni d’avventura. Mi è piaciuto e mi ha convinto ancora una volta. Stavolta complimenti a Tomassini per costumi, coreografie e trucco e parrucco. Voto 6,5

Silver Vita : la canzone assegnata a questo ragazzino dall’acconciatura fastidiosa come quella di un gallo di Olanda è sinceramente troppo fuori contesto. Un testo che non c’entra niente con un pischello di vent’anni e soprattutto sto pezzo che cacchio c’entra con gli anni 80? Per niente rappresentativo. Silver vestito in modo più sobrio rispetto agli altri concorrenti, forse per assomigliare maggiormente a Morandi, canta con la sua voce nasale e strusciante in modo tutto sommato pulito. Niente per cui strapparsi i capelli comunque. Non trovo il senso di questo artista. Penso che sia l’anello più debole insieme a Ornella. Voto: 5

Ornella Non sono una signora : una canzone che penso abbia già detto tutto negli ultimi 30 anni, l’hanno cantata tutti, l’hanno consumata sta canzone qua. C’era bisogno di sentirla ancora una volta? Ma soprattutto si può assegnare un pezzo tanto incazzato ad una mammola? Ornella è buona e remissiva, non credo che sia la scelta più adatta nonostante i tentativi di brutalizzazione e troiaggio apportati da Tomassini alla ragazza italo sud americana. Come al solito anonima, senza verve. Voto 5

Categoria +25:

Damiano Bandiera Bianca : un’altra canzone che c’entra poco o niente con gli anni 80, non la si può dire rappresentativa di quel decennio, è un pezzo d’autore senza tempo e basta. La scelta è come al solito banale quando la si lega al personaggio con barba e sguardo terrorizzato che tanto piace alla Mori. Un pezzo che non necessita di doti vocali e perciò perfetto per il pelosetto che non stona (era difficile farlo) ma che si incasina al momento di utilizzare il megafono e rimanere in canotta. Voto 5,5

Sofia Overdose d’amore : l’androgina finta incacchiata, finta ribelle, finta rockettara, stavolta viene accontentata con un look metallaro che con la canzone non è che ci azzecchi granchè. La pettinatura è orrenda e ci svela le orecchie non proprio bellissime della grande estimatrice della Mori. Non avete notato come faccia di tutto per lodare, slinguazzare e incensare la sua giudicessa? Abbastanza vomitevole come atteggiamento e soprattutto poco fruttuoso visto che l’interesse della Mori va tutto in direzione Damiano. La voce è come sempre urlante e stonante. Non ha qualità tecniche o interpretative lo capiamo o no? Non so quanto potrà andare avanti nonostante il supporto del pubblico lesbo. Ho letto infatti in qualche blog che Sofia rappresenterebbe il nuovo idolo della categoria lei per lei. Voto 4,5

Francesca Nothing compares to you : pezzo gigantesco di Sinead O Connor, praticamente sacro e riservato a pochi eletti. Invece vedi che succede? Lo affidano alla cotonata del gruppo che con un enorme e inquietante fiore bianco al lato della testa canta tutto di gola e urlando dove avrebbe semplicemente dovuto essere delicata ma incisiva. Nelle note alte si perde totalmente e fa un mezzo macello rovinando la raffinatezza del pezzo. Voto 4,5

Categoria Gruppi Vocali:

A&K Survivor : il duo di solisti aveva il compito piacevole oltre che rispettoso di interpretare un motivo semplice ed elegante di un artista precocemente scomparso ossia Mike Francis. Sino ad un certo punto vanno anche bene ma all’improvviso la vocetta stonata di Vit decide di sfracellare tutto coinvolgendo anche il suo compagno nel disastro finale. Non ci siamo proprio. Chi ha scelto Vit è un incompetente, naturalmente non si tratta della Maionchi perché certe scelte arrivano dai piani alti e non da semplici discografiche fuori dal mercato attuale. Un peccato per Andrea, un talento bruciato troppo in fretta. Voto 4

Luana Biz Club Tropicana : uno dei pezzi forti degli Wham, fresco ed estivo e finalmente davvero rappresentativo di un’epoca. A priori mi prendo la responsabilità di dire che è un pezzo adatto a questo gruppo ancora nebuloso negli intenti e nello stile. Assistendo alla performance mi ricredo abbastanza per le grosse imprecisioni e stonature. Tutti presi dall’entusiasmo si lasciano andare ad esagerazioni da domenica al mare. Non mi piacciono. Voto 4,5

Yavanna Babooshka : le tre fatine non sono più tali in quanto trasformate da Tomassini in tre put…e di periferia. Non sono d’accordo con la scelta, penso che sia un po’ come l’anno scorso per i Farias. Si apportano stravolgimenti a gruppi che hanno scelto un loro stile e una loro anima. Se questo non piace vuol dire che usciranno prima del previsto. Non capisco le logiche dell’accontentare a tutti i costi il gusto popolare. Se uno si vede bene con le orecchie finte, i vestiti colorati e i capelli di tinte arcobaleno, a te che ti importa di volergli togliere tutto questo per trasformarle in tre troie? Non lo capisco. Penso che loro amino un genere musicale che è improponibile in un contesto commerciale e popolare come questo. La musica celtica non è adatta ai palati italiani e allora va bene, falle uscire e buonanotte al secchio, ma non menare il torrone con il fattore simpatia e antipatia che non c’entra niente. Comunque alla faccia di tutti cantano davvero bene, se non meglio di tanti altri. Voto 6

mercoledì 23 settembre 2009

0 Tutti Pazzi Per La Tele



Aspettavo da tanto di rivedere Antonellina Clerici in un programma che ne esaltasse le qualità rassicuranti e rustiche, la sua semplicità alla pane e mortadella. Non fa sicuramente testo la trasmissione per mini talenti “Ti lascio una canzone” dove aveva un ruolo molto più ingessato e defilato per lasciar spazio ai bambini dalle ugole d’oro. Tra l’altro era un periodaccio per lei che proprio in quel periodo aveva scoperto di essere stata tagliata fuori dal SUO programma storico La Prova del Cuoco. Certo la sua espressione non poteva essere il massimo della giocondità e le sue forme, dispiace dirlo, erano un po’ troppo lievitate dopo la recente gravidanza.
Ieri invece mi è sembrato di ritrovare la scoppiettante e sincera bionda che non poteva e non può fare a meno del Ca…o . Quella della Borra che fa la schiuma e quella dei mille doppi sensi tra risate e pettegolezzi. Una prima puntata molto piacevole. Lei l’ho trovata dimagrita e con un’espressione più leggera. Certo non è la stessa cosa vederla una volta alla settimana quando ti eri abituata ad averla come ospite fissa a casa tutte le mattine a mezzogiorno. Una cosa è sicura: la Isoardi a casa mia non ci mette piede e mi fanno schifo pure tutti quelli del cast che sono rimasti per un piatto di lenticchie invece di solidarizzare con chi li ha portati al successo.
Tornando alla puntata di ieri. Bellissimo l’omaggio iniziale per Mike Bongiorno con uno spezzone del suo intervento in trasmissione l’anno passato, con Baldan Bembo che gli aveva dedicato Amico è, una canzone per la quale lui aveva collaborato e che era la sigla finale di Superflash. La sua commozione e la sua felicità erano molto palesi e basta questo per farci capire quanto questo signore dai capelli cotonati e gli occhiali togli e metti, fosse un uomo semplice che voleva semplicemente regalare ancora qualcosa agli italiani e non solo essere lodato per il suo passato televisivo. Peccato ma grazie a Dio, noi dai 30 in su possiamo ricordarci che un tempo la televisione non era totalmente da buttare, anzi era bellissima.
Ecco la trasmissione di Antonella è un po’ l’apologia della tele che non c’è più. Gli ospiti raccontano e rivivono i loro primissimi passi e raccontano alcuni retroscena della loro carriera. Ieri c’erano Mentana, Mara Venier, Tito Stagno, Luca Ward, Victoria Silvsted, Lello Arena. Mitraglia mi è sembrato molto in forma e pronto a lanciare strali e frecciate all’indirizzo di Bruno Vespa (io Enrico lo vedrei MOLTO bene alla direzione di Rai Tre ma mi sembra alquanto improbabile), Mara sempre più sporcacciona e pronta a saltare sui pantaloni di un uomo qualunque, dal vecchio marinaio di Love Boat (compreso di dentiera) al più fresco Luca Ward. Lei forse era un po’ fuori forma, forse sono davvero tramontati i tempi in cui era la Regina indiscussa della rai, una regina un po’ ruspante ma senz’altro meglio della morigerata e (fintamente) monacale Lorena Bianchetti. La Silvsted è inutile come suo solito, io la definirei come una bambola gonfiabile rifatta da capo a piedi (e un impietoso video dei suoi esordi ci svela come non avesse né quelle borracce là davanti né tantomeno i canotti ad altezza bocca). Tito Stagno vuoi per la mia età vuoi per la sua di età non l’ho riconosciuto, pensavo che si trattasse di un teschio parlante. Impressionante ma stranamente molto lucido. Non ha offerto molto alla trasmissione ma perlomeno ho scoperto che è il giornalista dell’allunaggio ed è sardo. Il ciuffo biondo della sua gioventù era molto fashion, direi un antesignano emo. Luca Ward svela alla Venier, anzi diciamo che glielo ricorda che loro due insieme hanno recitato in uno dei capolavori della cinecommedia italiana: Chewingum. Lei non se lo ricordava e questo sì che è un brutto segno premonitore della vecchiaia che avanza inesorabile nonostante le meches e l’ormone sempre in palla. Lello Arena, che tra parentesi non mi ha mai fatto ridere, lancia solo qualche battuta rimanendo tutto sommato molto ai margini della trasmissione.
Joan Collins, che ormai viaggia sugli 80, dimostra una certa maleducazione sottolineando sotto le numerose plastiche facciali che ha dovuto aspettare 3 ore prima di entrare in scena. Per il resto la trasmissione scivola tranquilla sino alla sua chiusura. Unico difetto: gli spezzoni alla Paperissima.

martedì 22 settembre 2009

0 Scalo 76 Talent


Ma precisamente chi ha deciso che Lucilla Agosti è una brava conduttrice? A me sembra semplicemente una posseduta che parla a raffica rischiando ogni 2 per 3 di annodarsi la lingua (così come insegnano nei due canali musicali per eccellenza ossia Mtv e All Music che infatti l'ha tenuta a battesimo), mostra i bicipiti muscolosi, gesticola in modo parossisitico e infine perde le staffe ad ogni minimo intoppo a livello di copione. E' la classica presentatrice da copione, quella che non è in grado di andare a braccio e che soprattutto risulta antipatica a priori.
Ragazzi pensate che risulta più simpatico e amabile Alessandro Rostagno, e con questo ho detto tutto. Rostagno, che pensavo assolutamente fuori parte, riesce a condurre con professionalità non rinunciando alle sue punturine alla nitroglicerina. Un po' ingessato e falsuccio se richiamiamo alla memoria il suo ruolo di opinionista al vetriolo all'Italia sul 2, Buona Domenica e vari reality. Pagato per fare da bravo.
La trasmissione che doveva partire alle 16 secondo i palinsesti ufficiali è stata dirottata alle 16 e 40 per paura di scontrarsi con la corazzata Amici, in partenza dal binario 28 settembre. Questo dimostra, soprattutto guardando la trasmissione anche con mezzo cervello attivato, che il direttore di rai 2 e gli autori usano un minimo di razionalità nel giudicare i loro scadentissimi prodotti. Ora, io non sono un'estimatrice di Amici da almeno due o tre anni, ma mi rendo conto che già era difficile abbattere la trasmissione di Maria De Filippi con un programma qualunque ma con Scalo 76 Talent la Maurizia Costanza può dormire sonni più che tranquilli.
La trasmissione è decisamente bruttina, noiosa come nei canoni Rai e non vive mai momenti di pathos. Anche perchè in tutta sincerità ma da quando in qua a qualcuno può interessare un prestigiatore che sfida due ballerini di liscio (maschi entrambi e che ballano insieme..sigh!) o un cantante finto rock? Il ruolo del pubblico a casa, poi, è totalmente azzerato visto che non esiste un televoto ma solamente il bottone in studio, messo in mano a un centinaio di personaggi di vario genere messi nel pubblico e pagati per spellarsi le mani con gli applausi. Questa stravagante scelta rappresenta senza dubbio l'autoflagellazione mediatica o forse la pia speranza di non scoprire mai quante persone effettivamente si sarebbero prese la briga di sprecare un euro per votare i vari concorrenti in gara.
L'ospite in studio dell'odierna puntata rappresenta la punta di diamante dei vari talent di rai 2: Matteo Beccucci. Quello che è riuscito a vendere meno degli Aram Quartet o di Tony Maiello, quello che ancora non si spiega come ha fatto a vincere un programma alla veneranda età di 38 anni...io suggerirei una risposta: grazie all'intelligenza della Maionchi che aveva eliminato il vero talento di X Factor e del panorama musicale italiano in generale ossia Noemi (l'unica che stia vendendo copie di cd anche al di fuori del suo ceppo familiare).
La sfida tra i talenti del passato è la ciliegina sulla torta. Una ciliegina col verme. Fiorello contro Walter Chiari. Ora non aspettatevi di vedere uno zombie in studio perchè naturalmente si tratta di sfide a colpi di pezzi di repertorio su vhs...il che a casa risulterà appassionantissimo dopo un'estate di SuperVarietà.
Insomma diciamo pure che Rai 2 continua a provarci ma tutto quello che crea sa sempre di vecchio e di esperimenti fallimentari perchè fatti decisamente male.

0 Il Pesce Cobra..


Questa è una foto che ho scattato dal pontile del Domina Coral Bay di Sharm. E' stato il primo esemplare del Mar Rosso che sia capitato sotto i miei occhi e beh devo dire che mi ha spaventato per questo aspetto strano e affascinante oltre che inquietante. Un misto tra un crostaceo e un insetto. Vicino a lui nuotavano sempre dei piccoli pesci di colore scuro che a quanto pare erano meno cagasotto della sottoscritta. Ho poi saputo che si tratta di un pesce velenosissimo e pericoloso. Durante un'immersione l'ho avuto a distanza di un metro e mezzo e devo ammettere che ho sollevato due ettolitri d'acqua per allontanarmi subito e magari a lui non gliene fotteva niente di me.

lunedì 21 settembre 2009

0 Morte a domicilio. Dylan Dog 152


Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Giampiero Casertano
Trama: finestra iniziale con turisti in viaggio in Madagascar. In un’altra parte dell’isola un incidente distrugge una fabbrica in cui lavorano sotto sfruttamento uomini del posto ingannati dalle false profferte di guadagno da parte dei soliti ricchi Occidentali, maggiormente interessati ad avere manodopera efficiente e a bassissimo costo.
La scena si sposta improvvisamente a Londra dove Groucho è alle prese con Timothy un timido venditore porta a porta di aspirapolvere e Dylan ha a che fare con Geraldine la solita donna del mese, stavolta una giornalista di una rivista scandalistica interessata più che altro ad avere una sua intervista in esclusiva.
Un altro strano incidente, stavolta a Londra, insanguina una ditta di carico scarico. Guarda caso la merce è rappresentata dalla stessa marca di elettrodomestici che vende l’azienda di Timothy.
Il gioiello prodotto dallo stabilimento si chiama Omniwash 2000 e Timothy viene incaricato dal suo superiore di fare dimostrazioni pratiche casa per casa. Il primo tentativo si dimostra un fallimento e l’uomo viene freddamente liquidato dalla ricca donna che avevo accettato la dimostrazione. Timothy torna in macchina e qui, proprio mentre sta per andare via, una voce proveniente dall’aspirapolvere lo induce a tornare a casa della donna per darle una lezione. Lui rientra e la uccide brutalmente.
Unica testimone sembra essere la cameriera del Madagascar che in preda al terrore comunica alla polizia che si è trattato del Pey, uno spirito maligno appartenente alla mitologia della sua isola di origine. A questo punto entra in gioco Dylan, contattato da Bloch che si sta occupando del caso e che come al solito non sa che pesci pigliare.
Timothy intanto manifesta sempre più sintomi preoccupanti di instabilità mentale ma continua diligentemente il proprio lavoro, uccidendo altre due donne che non effettuano l’acquisto del suo aspirapolvere.
Intanto Dylan scopre che il Pey è una creatura che si anima in luoghi dove avvengono tragedie, in situazioni dove vi sono un numero elevato di morti e che è in grado di impossessarsi di oggetti creati dall’uomo e renderli indemoniati, ma soprattutto affamati. Dylan finalmente riesce ad arrivare alla soluzione individuando il colpevole degli omicidi in un rappresentante di elettrodomestici per la pulizia della casa….
Commento: l’albo non è certo un capolavoro, anzi direi che la trama è piuttosto banalotta, la classica storia d’orrore con al centro un oggetto indemoniato. Non ci ricorda forse qualche decina di racconti e film? Da christine la macchina infernale, alla stiratrice assetata di sangue di vergine, al tagliaerbe. Abbiamo già visto e letto tutto su questo argomento e uno può anche capire che arrivati al numero 152 non si abbiano più nuove idee fresche di giornata ma un piccolo sforzo in una direzione seminuova si può anche fare mi pare, altrimenti non ha più senso tenere in piedi un mensile come questo. Quindi da un punto di vista essenzialmente contenutistico non ci siamo. Il personaggio insicuro che improvvisamente diventa un cattivone ci è un po’ venuto a noia tutto sommato e anche la sua redenzione finale. Il the end non proprio felice e con il classico punto di domanda non mi ha fatto proprio gridare al miracolo, era decisamente telefonato ma con l’aggiunta di un bell’avviso di chiamata. Anche il tema iniziale (sfruttamento coloniale e superficialità turistica) che si poteva svolgere in modo anche interessante viene mollato alla quinta pagina per dedicarsi unicamente alla vita del commesso viaggiatore. I disegni invece sono un bel vedere, Casertano è sempre al massimo e ogni singola vignetta racconta una storia di umorismo, ironia e toni sempre sopra le righe. Per me sicuramente la parte a matita è la cosa migliore di quest’albo.
Voto: 6

2 Il finto patriottismo Italiano

L’Italia si riscopre patriottica di un patriottismo che non esiste, che non ha basi di alcun genere tranne una divisa e un tricolore dalle tinte sempre più vivide dopo decenni di colori sbiaditi che prendevano vita solo in occasione di eventi sportivi ogni 4 anni in occasione dei mondiali di calcio. Io ho una bandiera italiana che prende polvere in un’ombrelliera, tanti italiani ora in questo preciso istante hanno un rosso bianco verde che volteggia sopra il muretto di un balcone. Perché?
Perché sono morti sei militari italiani in Missione di Pace in Afghanistan. Le televisioni, tutte indistintamente, continuano a parlare di eroi, eroismo nel difendere la patria, nel cercare di porre le basi per una democrazia in un paese violentato dalle guerre. La democrazia in punta di mitra, tra una sigaretta, un messaggio su Facebook e una partita a carte. La patria per gli italiani si è improvvisamente spostata di qualche migliaia di chilometri verso est. I confini italiani non esistono più, smarginati verso oriente in una missione di pace che assomiglia tanto ad una guerra, ad una invasione di una nazione che non è la nostra, dove ben pochi desiderano avere militari di altri colori, lingue e bandiere oltre ai maiali barbuti che già si devono tenere in casa.
Magari chissà attraverso un referendum popolare si scoprirebbe che la popolazione afghana vorrebbe solo aiuti umanitari veri, quelli portati dai medici, dai volontari, dai missionari, dalla gente che davvero fa qualcosa per cui non percepisce uno stipendio, che lo fa rischiando ogni istante la vita e lo fa spinta da vero interesse e solidarietà. Ecco queste categorie non avranno mai un funerale di stato perché non indossano una divisa. Vedo cortei di gente proveniente da tutta Italia che con una bandiera in mano sfila per ore per toccare una bara che chissà che rappresenta per la casalinga di Caserta o il commerciante di Bari, per l’impiegato statale di Ascoli o la cassiera di Varese. Li guardo questi volti con la contrizione che gli attraversa il viso e penso “Sono questi gli italiani che hanno votato l’attuale governo, quelli che sono per imporre l’alimentazione forzata, per gettare agli squali gli immigrati e per fare le ronde, sono gli stessi che vanno in Chiesa alla domenica e che dopo aver dato il bacio della buonanotte ai figli vanno a farsi un paio di seghe davanti a un pc o comprano l’amore di una troia lungo una strada di periferia”. Però attenzione perché loro dentro hanno la Patria. Il cuore in tricolore e piangono sei morti che in fondo in fondo partivano per le zone calde solo per una buona busta paga e per imbracciare un bel fucile, estensione della loro maschia virilità.
Tutto lo sport con il lutto al braccio perchè così ha voluto la Federazione Sportiva peccato che molte squadre siano tornate in campo al secondo tempo senza la classica e ipocrita fascetta nera. Poi il calcio fa poco testo visto che si fanno i minuti di silenzio pure per gli ultrà morti durante qualche bella rissa a suon di coltellate, bottiglie rotte e catene.
Cosa c’è di ammirevole in gente che molla fidanzata, moglie e figli per partecipare a Missioni di Pace? Io non mi sento rappresentata né difesa da questa categoria di persone. Quando vedo un militare nella mia città penso a quanto ribrezzo mi faccia una divisa, penso a quanto si starebbe meglio se il mondo non avesse bisogno di imbracciare un’arma, a quanti problemi si risolverebbero. Io sono pacifista e inorridisco a sentire il Papa che loda le imprese dei soldati italiani nelle zone di guerra. Inorridisco e penso “questo crede che siamo ancora all’epoca delle Crociate quando era il pontefice che organizzava le imprese di guerra e mandava a sgozzare qualche migliaia di musulmani in nome di Dio”.
L’Italia e l’italiano continuano a sorprendermi in negativo. Viviamo in un’epoca oscurantista ma patriottica. Fascismo misto al Libro Cuore di De Amicis dove i bambini si tenevano la mano sul cuore al passaggio del corteo militare. Tornati indietro di più di 100 anni grazie a questo governo e grazie ad un’opposizione che si allinea continuamente con la maggioranza senza aver il coraggio o forse l’intenzione di levare una sola voce di protesta o di dissenso rispetto ad una qualunque cosa che non sia la solita tiritera AntiBerlusconiana. Berlusconi è il piccolo reuccio seduto su un’immensa torta di materiale fecale e le candeline sono i vari esponenti di centrosinistra. Io la vedo così.
Comunque il mio pensiero finale è pace all’anima loro e voltiamo pagina.

sabato 19 settembre 2009

2 Concorsi Pubblici. Buffonata Italiana


Qualcuno per favore mi spieghi il senso dei Concorsi Pubblici. No lo vorrei tanto conoscere perché sinceramente mi sfugge. Che senso ha di questi tempi avere una laurea e un master se tanto ti passano davanti tutti in graduatoria? Gente io non so se sia normale che nell’ultimo concorso regionale sardo (cercavano 8 persone per creare un atlante toponomastico) io sia arrivata 50esima con il ridicolo punteggio di 0,75! Ma il bello della serietà di questi signorotti che indicono concorsi sta tutto nel conteggio dei punti: nel prospetto del bando era scritto molto chiaramente che il punteggio base per una laurea quadriennale era di 1 (sino a un massimo di 2) e di un master di II livello 0,75 (sino a un massimo di 2 mi pare). Io ho una laurea in lettere (con orientamento antropologico sardo!) con 110 e lode e un Master di II livello in Antropologia, Storia e Paesaggio della Sardegna (con ampio spazio dedicato a materie linguistico filologiche). Ho ottenuto la bellezza di 0,75 punti. Ora se la matematica non è un’opinione avrei dovuto avere come minimo 1,75 scalando almeno 10 posizioni e sentendomi soprattutto meno presa per il culo.
Siccome al colloquio accedevano 25 persone, sono andata a vedermi quali sarebbero questi sedicenti esperti di lingua sarda con la bellezza di 14 punti. La venticinquesima aveva sui 5 punti, quindi sempre un’enormità rispetto a me!
Io sono una gran rompicoglioni quando si tratta di ingiustizie e elenco alla mano ho digitato il nome di tutti e 25 per ricavare informazioni utili per giustificare il fatto di essere un asino con la laurea, un’operatrice ecologica con un master, una senza arte né parte. Bene signori e signore, dopo aver visto che giustamente tutti questi signori hanno un profilo Facebook (è la prima cosa che appare e sinceramente la trovo alquanto inquietante) scopriamo che tra questi 25, almeno un 6,7 hanno effettivamente qualcosina più di me a livello di conoscenze linguistiche e pubblicazioni in lingua sarda. Ok ci sto, va bene. Ma se andiamo a guardare con più attenzione vediamo che molte di queste persone hanno già un lavoro, che c’è un giovane esemplare di razza umana del 1935…più vecchio di mio padre, cioè potrebbe essere mio nonno praticamente. Chissà magari avrà bisogno di arrotondare la magra pensione con un bel 6000 euro per un lavoro di soli 3 mesi. Un lavoro che con la crisi e la disoccupazione che colpisce pesantemente l’Italia ma la Sardegna in particolar modo, sarebbe come minimo spettato a qualcuno che il lavoro non l’ha mai avuto!!
Poi abbiamo gente che non ha niente più di me, che ha fatto il mio stesso percorso con un master in meno ma con una SSIS in più e mi è passato avanti. Scopriamo che se vivi in un paese e non nel capoluogo sardo sei avvantaggiato a prescindere. Io sono Cagliaritana perciò non ho le conoscenze giuste per questo lavoro, non conosco la Lingua Sarda, la Lingua Comuna, che da che mondo e mondo e secondo gli insegnamenti ricevuti in anni di studi universitari NON ESISTE, è una roba creata a tavolino. In Sardegna ci sono decine di dialetti e varietà linguistiche, non esiste una lingua sarda unitaria. Come si fa a fare un colloquio dove ti chiedono la conoscenza del sardo? Come si fa a creare un atlante in una lingua che non esiste? Come si fa?
Appunto non lo saprò mai.
Io credo fortemente che in Italia non ci sia speranza per i giovani laureati. I concorsi sono spesso fatti ad hoc e quando non lo sono, richiedono milioni di cose in più oltre alla laurea e al master (quest’ultimo poi conta come una pisciata nella neve): precedente esperienza lavorativa (non mi date la possibilità di iniziare a lavorare, come potrò mai maturare esperienza?), conoscenza del sardo (in Sardegna sta diventando decisamente importante per i laureati in materie umanistiche che già facevano fatica prima a trovare un concorso per loro, ora che chiedono pure la conoscenza del vernacolo è proprio un disastro. Io parlo solo l’italiano e di questi tempi sta diventando un peccato mortale), conoscenza dell’inglese almeno a livello intermedio, pubblicazioni, eccetera…
Sono parecchio scoraggiata. Mesi fa, un altro concorso per insegnare italiano agli extracomunitari…in quello mi hanno dato 17 punti ma peccato che i primi due avessero un total score di 42 e 39! Sono un drago in italiano, potrei insegnarlo anche a un sasso ma non importa perché lì passavano avanti quelli che avevano il diploma SSIS e pazienza se già facevano supplenze o comunque già percepivano un minimo di salario. Niente.
Ho lavorato un anno nella mia vita, un tirocinio in una biblioteca. Sapete quanto vale? Niente! Perché i tirocini non vengono riconosciuti in nessun modo. L’Italia non ha speranze, ma di questo poco me ne importa. Mi importa sapere che io non ho un barlume di speranza, non ho conoscenze, non ho appoggi politici, ho due titoli che non valgono niente e ora mi sto pure riscrivendo all’università per vedere trasformato uno 0,75 in un 1 bello tondo in uno dei prossimi concorsi. Ci rendiamo conto?
Penso che le ingiustizie più pesanti non le stanno pagando i precari che un lavoro, anche se non sicuro, ce l’hanno. Ce le abbiamo sulle spalle noi in attesa della prima occupazione! Ma chi parla a nostro nome nei comizi o nei tavoli del Parlamento? Nessuno, siamo mollati a noi stessi. Siamo invisibili agli occhi della società. Nessuno ci prende in considerazione perché ormai la meritocrazia non conta più un emerito cazzo. Posso essere un cranio che tanto mi passa avanti il figlio di, la nipote di, il paesanotto che ha l’appoggio del suo comune di origine, tutti praticamente. Soprattutto i più giovani o i più vecchi: i primi perché hanno la fortuna di laurearsi a 23 anni e i più vecchi perché hanno più esperienza e perché attraverso qualche gabola riescono a far passare sotto silenzio un secondo lavoro ben retribuito.
Le amministrazioni pubbliche italiane sono la vergogna dell’Europa. Mazzette, raccomandazioni, fannulloni e maleducati. In questo, pur essendo lontanissima dalla destra, mi trovo d’accordo col mini ministro…sarebbe ora di spazzare via tutto e ridare senso ad un sistema che ha vissuto e vive nella bambagia da troppo tempo. Speranze vane naturalmente. Pure le aziende private ci mettono del loro nel far passare avanti sempre altra gente che non sei tu. Penso all’unico colloquio che ho fatto: INA assicurazioni. L’esperta di risorse umane era una che aveva almeno un paio di anni meno di me, mi sono sentita idiota a rispondere alle domande che mi poneva a raffica scrivendo ogni tanto qualcosa sul suo taccuino dei buoni, dei cattivi e delle seghe totali. Sapevo benissimo che cercavano qualcuno con la faccia da culo e la lingua ben oliata. Io non ero così. Tendevo sempre a mostrare la mia facciata onesta, perché quella cattiva e determinata mi è uscita solo ora, dopo esperienze che mi hanno cambiato totalmente le prospettive.
Sapete cos’ho capito? Che se vuoi un lavoro devi saper sgomitare e schiacciare la gente che hai intorno, che devi avere un buon appoggio e che il tuo nome deve comparire in più di due pagine di Google. Altrimenti sei zero, sei fuori.

mercoledì 16 settembre 2009

0 X Factor. Pagelle Seconda Puntata

Sofia: la finta rockettara canta Il Cielo è Sempre Più Blu. La scelta mi sembra francamente molto ben azzeccata almeno a livello vocale visto che si tratta di un pezzo che non necessita di virtù vocali esagerate, perciò perfetto per Sofia. Il problema è che esiste anche un testo, e guarda caso di grande importanza. La rediviva Paola Turci in salsa stonata si scatena nel ritornello saltando, spaccando metaforicamente chitarre e esagerando come è suo solito. Voto 5

Marco: la faccia da fumetto canta una canzone femminile recentissima, L’amore si odia. Per l’occasione gli allisciano i capelli in modo inquietante e lui canta. Oddio canta anche bene anche se all’inizio ho avuto difficoltà a riconoscere il pezzo. La sua voce è alquanto duttile e ben si presta ad atmosfere femminili. Un’ambiguità che lo premia. Voto 6,5

Luana Biz: cantano Human dei The Killers. Niente da dire se non che non mi hanno comunicato niente di particolare. Voto 5

Damiano: il lupo di mare con barbone alla Jovanotti, l’uomo che scatena l’ormone stantio della donna matura, oggi ci canta Un Senso del grande Vasco. Il suo look eternamente trasandato, da Guccini fuori tempo, continua a non convincermi. Il suo sguardo e il suo aspetto continuano a sembrarmi o estremamente fuori posto o estremamente vecchi. Un po’ uno che si è svenduto con tutta la sua carica di intellettuale dello spartito per un piatto di lenticchie. Canta la canzone (una scelta gigionissima pur in assenza della Ventura) in modo piatto, monocorde e senza vita. Intonato ma senza vita. Abbiamo già avuto un De Andrè, i cloni non ci piacciono. Voto 5.

Silver: rimarrà proverbiale la sua ignoranza sul fatto che George Michael facesse parte degli Wham. Canta Faith con la sua acconciatura fresca di parrucchiere. Il quinto Fab Four, o meglio il nuovo Mark dei take That. Canta la canzone con un piglio da pagliaccio e tutte noi rimpiangiamo il bel George con il suo fascino da truzzone con l’orecchino a crocifisso e i Rayban. Come dice bene Mara Maionchi è carino, caruccio. Un vezzoso ragazzino con la chitarra che probabilmente strimpella senza saper suonare. Quest’anno è evidente la carenza di artisti a tutto tondo, ormai basta un look particolare e si tenta la corsia preferenziale del talent. Molto deludente. La sua voce comunque è strana, forse potrebbe riuscire bene in qualcosa di suo, nella roba degli altri sembra semplicemente un pirlotto. Voto 5.

Yavanna: la trilogia di Tolkien stasera canta Tear Drop dei Massive Attack. Le atmosfere si prestano molto al loro ambiente di elfi, nani e gnomi. Però le voci dove sono? Stento a percepirle. Solo ansimi sfiatati e incerti. Sembrano non gradire il nuovo tipo di orecchie di cui sono state dotate dietro suggerimento della Maionchi. Persino i loro capelli, per una volta raccolti, tolgono loro energia e potenza celtica. Un mezzo disastro. Voto 4,5

Chiara: canzone difficile per il vero talento di questa edizione, Forbidden Colours. La vestono da samurai o da Samara di the Ring. Un po’ di timore riesce a incutermelo ma si supera tutto concentrandosi sulle sue immense doti vocali che sono grandi, grandi davvero. La sua circonferenza, checché ne dica Pastore, non conta niente nella scelta di Morgan. E’ eccezionale e basta. Voto: 8

A&K: il duo di solisti canta The Sound of silence. Mi chiedo se stasera decideranno di amalgamarsi o se persevereranno nel prendersi a microfonate sul cranio come l’ultima volta. Li costringono a cantare insieme, a fondere le proprie voci ma chissà perché Andrea continua ad alzare la propria voce coprendo quella di Daniele. Non so neanche come giudicarli, intonati sono intonati ma il gruppo dov’è? Voto 7 per ognuno di loro e una media di 3,5 per incompatibilità congenita.

Francesca: Macy Gray cambia canzone in zona cesarini e canta Dammi Solo Un Minuto dei Pooh. Strano arrangiamento, brutto arrangiamento. A me ha ricordato in qualcosa All I Want For Christmas Is You di Mariah Carey (ma forse sono solo stanca). Originale ma forse troppo. Non mi è piaciuta, in realtà mi pare una cazzata da record. Voto: Non Giudicabile.

Ornella: pure a lei le cambiano la canzone. Passa da Fossato (un pezzo altamente sconosciuto e sin troppo sofisticato per una ragazzetta molto pop) a Luce di Elisa. Per la seconda settimana di fila un regalo in anticipo per la preferita dai maschi di X Factor. La sua bellezza per me è immaginaria ma passiamo all’esibizione. Canzone tutto sommato facile, da karaoke. Tutti noi ormai sappiamo fare i passaggi vocali di Elisa, non c’è più sfida in una canzone inflazionata come questa. Lei la fa identica alla versione originale mettendo giusto qualche pizzico di stile personale. Non mi è dispiaciuta ma era effettivamente un motivo facile facile. Voto: 6

Horrible Porno Stuntmen: i tre romagnoli dalla banana impomatata cantano Gaber con la sua Torpedo Blu. Uno di loro mi ricorda fastidiosamente un mio compagno delle superiori che era brutto come un cesso dopo il passaggio di uno con la legionella perciò il mio giudizio è sempre un po’ influenzato da questa cosa. Le loro esibizioni sono sempre retrò come è nel loro stile, uno stile vecchissimo se stiamo a vedere. Sono visivamente molto Righeira e stilisticamente molto Indietro Tutta, molto Arbore, molto Cavalli Marci. Non riescono a piacermi pur riconoscendo che hanno una loro dimensione personale che può piacere o non piacere. Hanno uno stile e di questi tempi non è poco. Voto 6


Carlo Pastore: il piccolo sapientino di Mtv approdato in Rai per rimpolpare il suo già capiente portafogli di ragazzino viziato del Nord, è una presenza molesta, fastidiosa e poco pochissimo modesta. A nessuno interessa il suo parere da musicologo adolescenziale, abbiamo già l’annoiato Morgan che svolge egregiamente il ruolo di disturbatore. Nessuno comunque gli dà retta e a noi va benissimo così. Voto: 0

Morgan: sempre annoiato, è stanco e si vede. Partecipa solo per il ricco cachet e per la crescente visibilità che gli permette buone vendite per i suoi album e per il suo libro. Si è svenduto anche lui perdendo fascino e carisma. Non ha nessuno da indottrinare trovandosi in mezzo alla moglie del Molleggiato e ad una vecchia discografica dal carattere coriaceo ma diplomatico. L’assenza della Ventura lo penalizza in modo pesante, gli hanno tolto il giocattolo preferito e lui è sempre meno cattivo nelle sue esternazioni. Sta persino invecchiando. Voto: 5. In decisivo calare

Claudia Mori: qualcuno della produzione le ha consigliato di essere più cattiva se non vuole perdere il posto con 12 puntate d’anticipo e lei cerca di svolgere il compito riuscendoci abbastanza bene. Sembra piuttosto incazzata e continua a ribadire la storia di Medea come se fosse l’accusa peggiore che le abbiano rivolto in vita. In fondo ha fatto la scelta migliore di tre edizioni: ha eliminato uno dei suoi per manifesta incapacità. Voto: 6,5. In rapida ripresa

Mara Maionchi: in questa edizione nonna Salice regala giudizi sempre più concisi, mi sei piaciuto, non mi sei piaciuto, sei brava, non è nelle tue corde eccetera. Direi quasi inutile senza le sue battute porno caserecce. Le esce un cazzo ripetuto 20 volte e un vaffanculo alle critiche verso le Yavanna che vanno in nomination. Piange? Mio dio piange veramente. Sarà tutto vero? Sono francamente sconvolta. Voto 5.
Francesco Fachinetti: tutto bene tranne i capelli. Meglio rasato che con quel riportino ricciuto che nasconde la calvizie incipiente. Voto 6

2 Il Cairo. Le mie impressioni


Il Cairo. Meraviglia tra le meraviglie. Così te la descrive chi c’è andato, solitamente colui o colei che sin da bambino/a ti smarronava a ogni piè sospinto con le piramidi, Cleopatra, gli extraterrestri e le mummie. Tu il fascino del Cairo non ce l’hai, tu sei la ics che ha visto un numero imprecisato di volte la Mummia in bianco e nero e la Mummia 1,2,24. Al massimo ti fai stregare dall’ipotesi di maledizioni, piaghe d’Egitto, Indiana Jones col suo frustino e il deserto con i suoi misteri, non te ne sbatte niente del Cairo, a meno che non si tratti di qualcosa che possa amalgamarsi alla perfezione con la tua immagine olografica di un cielo azzurro con tre piramidi, la Sfinge e il Sahara come base di partenza. Se è un paesotto, ma sì facciamo pure una città, di case basse, con tutti vestiti in tunica, in groppa a cammelli e con in mano un kebab la cosa non ci disturba ma anzi ci aggrada perché è come se andassimo a Gerusalemme e vedessimo passeggiare per le vie i Crociati o Gesù Cristo che in posizione yoga spiega una parabola a 12 amici intorno a lui. Ci sta bene di brutto perché così ci hanno insegnato i film, i libri e la scuola elementare. Del progresso poco ce ne importa.
Tutta questa premessa per dire che IO non ho mai desiderato andare in Egitto e tanto meno al Cairo. Io credo ancora a Babbo Natale e al Topo che ruba i denti da latte, pensate che potessi mai ritenere plausibile una mia full immersion in un Paese che è cambiato in maniera violenta negli ultimi 100 anni? Sapevo da testimonianze non richieste che il Cairo non è come te lo aspetti e ancora meno le Piramidi. Con una bella presentazione come questa che mi ha infranto i sogni non avevo proprio intenzione di completare l’opera mettendo la mia persona in mezzo a questa cazzata per turisti. Poi passati due anni mia sorella ritorna a bomba e dice Ma perché invece di andare in Grecia non vai a Sharm così puoi prendere l’aereo e visiti il Cairo in giornata? È troppo bello! Non te ne pentirai! La guardo con il sopraciglio alzato e ci penso. Guardo le differenze di prezzo e scopro che Sharm el Sheik è effettivamente più economica. Ok andiamo.
La giornata del Cairo è stata memorabile. Un’esperienza che consiglierei caldamente al mio peggior nemico. Una cosa da non ripetere. Prezzo giornata al Cairo: 225 euro. 225 EURO??? Quel giorno dovevo essere fuori di me, forse mi ero calata inavvertitamente una pasticca di Follia Sintetica. Spendo. Il giorno dopo inizia l’odissea delle scariche in bagno per via di qualche simpatico germe in forma di faraone. Il giorno prima di partire ho pregato il buon Gesù di mettermi un tappo nell’orifizio anale della durata di almeno 18 ore tutto compreso. L’indomani sveglia alle 4 del mattino. Colazione al sacco: un panino duro con prosciutto di un animale a scelta tra cammello, pollo, armadillo. Marmellata. Bottiglietta d’acqua della temperatura di un the caldo. Aereo Memphis 50 minuti e arrivo al Cairo. Corsa in bagno per una rapida pipì. Oh mio Dio. Sto in equilibrio instabile per non poggiare le mie chiappe sulla tavoletta e inizio a maledire qualcuno. Ok ci accolgono due tizi della Present Viaggi e ci fanno accomodare sulla macchina. Un certo olezzo di ascella non lavata inizia ad aleggiare intorno a me, potrei quasi disegnare la nuvoletta di puzza come quella che segue sempre quel personaggio dei Peanuts di cui mi sfugge il nome. L’autista inizia un lungo monologo in egiziano stretto con uno degli accompagnatori, stazione stabilmente ancorata sul salmodiare di un imam. La sua voce ci seguirà sino alle 18 della sera. Intanto ci muoviamo, in realtà penso siamo in un videogioco, ma sì siamo in GTA. Macchine da tutte le parti, corsie di marcia immaginarie, sorpassi a destra e a sinistra, incidenti sfiorati 200 volte. Tutti ridono abituati a sto troiaio. Io non rido, io maledico.
Ci presentano l’egittologo. Un signore anziano che sarà uno dei pochi elementi positivi della giornata. Simpatico, competente e alla mano.
Ci dirigiamo verso le piramidi. Intanto guardo la città intorno a me e inorridisco. Palazzine semi diroccate, miseria ovunque mista ad assurda e brutta modernità. Della città della mia fantasia non c’è quasi niente, se non gli orti e il verde che fiancheggia il Nilo. E’ il volto di un progresso che non mi piace, lo stupro di un territorio vergine e con una storia di millenni. Persino Roma, che è un coacervo di diverse epoche storiche, riesce ad essere meravigliosa pur nel cambiamento architettonico di secoli. Comunque a me ha fatto parecchio cagare e pensate che ancora non ero scesa dal pulmino.
Finalmente arriviamo in zona piramidi e per un attimo, ma solo una frazione di secondo, mi sono quasi sentita con un piede nella storia. Poi alla vista di migliaia di turisti, di indigeni rompicoglioni che ti si attaccavano per cercare di venderti una piramide made in Pechino, di poliziotti alla ricerca di mance e di grattacieli dietro le piramidi ho detto BASTA. Lì ho proprio deciso che neanche la vista dell'ultima meraviglia al mondo poteva valere il prezzo del biglietto. Le piramidi sono maestose ma mostrano tutta la loro età, tu te le immagini lisce e invece sono a gradini. Forse l'aspetto veramente affascinante sta nelle ipotesi riguardanti la loro misteriosa origine. Devi lavorare tantissimo di fantasia ed è un po' lo stesso fenomeno che ho avvertito al cospetto del Colosseo. Io se non vedo le cose così come me le immagino rimango irrimediabilmente delusa.
La Sfinge poi, che credevo immensa, è invece minuta ma devo ammettere che è comunque una di quelle rare cose capaci di rubarti un pezzetto d'anima. Un leone con la testa d'uomo, con le zampone un po' sproporzionate rispetto al corpo ma incredibilmente magica. Io continuerò a pensare che dentro ha tutta una serie di corridoi e trappole mortali, e soprattutto che in certe notti continua a proporre enigmi a sperduti viandanti. Gli antichi avevano più fantasia di noi, ma avevano anche un mondo vergine ai loro piedi. Beati loro.
La pausa papiro (compresa nel pacchetto) è stata una cosa comica. Io avevo il mio daffare a trattenere la pipì mentre l'imbonitore mi faceva da ombra lodando ogni singolo papiro presente nel negozio. A me non me ne fregava un cazzo visto che ne ho un casino di papiri in casa ma come fare? alla fine l'ha capita e mi ha lasciato andare via con un'aria infastidita e da limone spremuto.
Il pranzo sul Nilo è stata una cagata tranne per i profiterol davvero celestiali. Il ristorante si chiama Imperial e i camerieri erano quanto di più stronzo possibile. Non ho mangiato niente tranne i dolci appunto. Il mio intestino stava iniziando a ingranare la prima e cercavo di tenerlo buono non ricaricandolo.
La visita è continuata al Museo Egizio che è davvero molto bello. Mi ritengo fortunata perchè a quanto ho capito tra pochissimo cambierà sede e verrà trasferito in un edificio molto moderno. Io l'ho trovato grande, non enorme come il Louvre o i Musei Vaticani ma comunque degno di rispetto. La stanza di Tutankamon è qualcosa di unico ma forse unicamente per la maschera d'oro. L'ho voluta ammirare a lungo e ben due volte perchè è qualcosa che non si può spiegare a parole. Un faraoncino di pochi anni, che ha regnato per il tempo di un peto ma che è famoso in tutto il mondo perchè la sua è l'unica tomba non depredata dai tombaroli. L'unica intatta e perciò ricca di corredi. La storia della maledizione non me l'hanno spiegata ma immagino che sarebbe uscito tutto il plausibile e nessun incantesimo perciò ho preferito rimanere nel dubbio. E' stato bello anche scoprire che gli animali sacri non venivano uccisi per seppellirli con i faraoni così come si racconta in giro.
Mi ha colpito tantissimo anche il fantastico Akhenaton. I suoi tratti fisici sono ultraterreni, extraterrestri e davvero fashon. E poi pur non essendo un figaccione aveva una moglie che ERA LA PIù GNOCCA TRA LE GNOCCHE cioè Nefertiti.
Dopo questa bella visita per me potevano riportarci in aeroporto ma invece no. Vuoi perderti il bazar? ma sei fuori?? andiamo a sto bazar. A me i mercatini arabi piacciono da morire, in Tunisia in due viaggi ho veramente passato le ore a fare a gara con i venditori per tirare sul prezzo ma in quel momento non ne potevo proprio più. Il mercatino è quanto di più oscuro, puzzoso e brutto possibile. Mi ha parecchio deluso. Mi immaginavo qualcosa di immenso e speciale e invece l'ho trovato solo sporco e pericoloso senza il fascino del bazar di Tunisi. Inoltre per quel che ho visto, l'Egitto non ha assolutamente artigianato locale degno di questo nome, cioè va forte nei tessuti ma basta così. Mi hanno venduto tè Lipton spacciandomelo per tè locale!
Inutile dirvi quante mosche bipedi si sono attaccate cercando di portarmi dentro i loro antri oscuri e puzzolenti. Uomini dai denti marci e giovani dall'unghia nera.
Finalmente l'agonia è finita e ci hanno riportato all'aeroporto. Il nostro gate era quanto di peggio possibile: niente toilette, niente bar, niente aria condizionata. Attesa di ore per partire e rabbia portata a mille.
Non lo rifarei mai.
Un consiglio: se volete vedere l'Egitto fate la crociera sul Nilo, vi prego evitate l'escursione di un giorno da Sharm (sia in aereo che in pullman). E' massacrante e basta.

martedì 15 settembre 2009

3 Test d'ammissione Beni Culturali


Ieri ho provato sulla mia pellaccia il Leggendario Test d’Ammissione ad una facoltà a numero chiuso. Devo dire che quando mesi fa ho avuto la brillante ispirazione di riscrivermi all'università ero piuttosto gasata e motivata, tutta sudata sui libri di latino e greco con quel commovente impegno di un trentenne che ha la possibilità non trascurabile di tornare ventenne almeno attraverso i libri di testo.
Tutta bella impegnata con le 3 declinazioni (le ultime due le ho saltate per improvviso rompimento di palle e perchè contengono pochi sfigati sostantivi), con le versioni, con gli accenti e i dittonghi. Poi arrivata a luglio ho detto ma chi se ne importa? vuoi mica che una che ha una laurea e un master non sappia superare un ridicolo test di cultura generale????. Perciò vai di mare, sole e sharm el sheik (maledetto sia).
Ad un paio di giorni dal test, una certa tensione ha preso a salirmi su per la schiena abbronzata e ho detto ma dai facciamoci un paio di test di prova, ossia quelli degli anni precedenti. 70 domande...BELLO LE SO TUTTE LE SO TUTTE. oh Yea____
Arriva il 14 settembre. Sveglia alle 7 e prima avvisaglia di tensione mal gestita. 3 volte sul trono imperiale a far parlare l'intestino. Maledetto Tutankamon e i merdosi bacilli egiziani. Finalmente prendo coraggio, dopo due Imodium e un'enterogermina. Mi lavo, mi vesto, mi trucco e mi presento in facoltà. Atrio principale. Quanti ricordi merda. Io ventenne con il cagheggio della prima lezione e la faccia da matricola perdente. 10 anni fa si poteva ancora fumare e c'erano i corridoi intasati di carne umana e coltri di nebbia padana...io contribuivo con le mie Marlboro Light, in quell'ambiente viste come un'intrusione capitalista in territorio rosso Diana. Fantastico.
Ritorno in me e mi guardo intorno. Toh c'è una mia docente di spagnolo che accompagna la figlia al test, e lì ragazzette scortate da genitori e fratelli piccoli, poi ci sono le solite ciliegie che poi sarebbero le coppie di amici (maschi o femmine) che sai benissimo che vedrai insieme sino al giorno della laurea, ci sono i solitari e i fidanzatini. Poi ci sono io che sto da sola perchè non conosco nessuno o perchè così mi va, perchè in fondo ho già vissuto tutto e non mi aspetto niente. O forse perchè i miei sommovimenti intestinali non permettono dialoghi prolungati con chicchessia tranne che con i sanitari.
Un paio di persone mi chiedono informazioni su dove si terrà il test e io rispondo educatamente anche se dentro me penso ma sei pirla? c'è un cartello formato famiglia sulla porta che dice pure il tuo codice fiscale oltre a dirti in che aula terrai il test.
Alle 9 ci smistano nelle varie aule ed io capisco a un certo punto che sarà dura perchè siamo molto più di 200 che poi sarebbe il numero degli ammessi. Vedo facce mature in mezzo a tanti imberbi e sbarbine, uomini bassi col riporto, e uomini alti coi capelli bianchi e la gazzetta sotto al braccio. Smetto di sentirmi senior. Tocca a me. Entro, firmo, consegno la carta d'identità, poggio la borsetta in fondo all'aula e mi siedo in seconda fila. Alle 10 FINALMENTE INIZIA STO TEST DEL CAZZO.
1,2,3 aprite le buste! apro e mi rendo conto di avere in mano un blocco enorme di fogli pinzati. In un altro foglio andranno segnate le risposte, perciò occhio a non sbagliare altrimenti sei fuori, non rispondi? sei fuori lo stesso. Perciò rispondi anche buttando a caso. E giuro che per un paio ho fatto ambarabacciccicoco, ma con gli occhi se no era troppo palese.
Prima domanda: quale di questi è un AVVERBIO? o signore. Non ricordo più dal lontano 89 cos'è un avverbio come farò? Vado per esclusione. Butto un occhio davanti e scopro che quello davanti ha segnato con una crocetta su CON. Ci sono buone speranze per me. Almeno uno è più sega di me.
Le altre di grammatica le supero senza problemi. Passiamo alla logica. Se poniamo come condizione che è impossibile negare che è falsa l'affermazione che nessun cane ha tre zampe quale delle seguenti affermazione è corretta? ce n'erano altre 3 di questo tenore. Lì per lì ho detto datemi un PLASIL perchè sto per vomitare. Capogiro da labirinti sintattici.
Passiamo a storia e geografia. Una risata mi seppellirà. Disaster. A qualcosa ho risposto con dovuta sicurezza ma altre mi hanno messo in seria difficoltà. Mantova in che cacchio di regione sta. Alla fine il buon Dio mi ha posato una santa mano sotto la frangia e mi ha detto COGLIONA: LOMBARDIA. Se avessi sbagliato il segreto sarebbe morto con me perchè penso che non ci sia vergogna peggiore di non conoscere la geografia almeno del proprio Paese.
Poi ho regalato l'aeroporto di caselle a Bari, il potere esecutivo al Parlamento e il titolo di primo re d'Italia a Umberto II.
Latino è stata una passeggiata di salute. Tutte giuste.
Comunque in realtà all'inizio ho fatto un po' la scelta di rispondere a tutte quelle che ero sicura di sapere, tralasciando le altre almeno per il momento. Poi alla seconda passata ho ripreso quelle che non sapevo e ho risposto a istinto su quelle che per me erano impossibili ragionamento o meno. Le altre le ho tenute da parte per rifletterci per bene e poi ho risposto basandomi su collegamenti e cassetti della memoria.
Mi sono sentita molto a CHI VUOL ESSER MILIONARIO e soprattutto molto ma molto limitata. Ho capito di avere una cultura molto settoriale che in questi frangenti non serve a un cazzo. Serviva solo a Telemike, ormai se non sei nozionista tuttologo sei na merda.
Alla fine della fiera dopo 90 minuti la tortura è finita e ci hanno comunicato che i risultati sarebbero stati visibili già nel pomeriggio sul sito della facoltà.
Ho trascorso tutto il pomeriggio e la sera a controllare in modo ossessivo compulsivo con la certezza altamente ottimistica che non sarei passata neanche per Grazia di dio nostro signore e pastore. I risultati sono comparsi solo stamattina perciò lascio immaginare che bella notte ho passato.
Sono stata ammessa con 53 esatte su 70. 92sima. Niente per cui vantarsi, una tragedia soprattutto considerando che il primo è del 1990. Ma neppure sto figlio di buona donna ha risposto esatto a tutte. Perciò TIè.
La conclusione è: i test d'ammissione non servono a un cazzo. O meglio, se vertessero sulle materie che caratterizzano la facoltà avrebbero un senso, così con domande a culo sono ridicoli perchè chi mi dice che quelli più su di me non hanno fatto Passa Paperino con La Pippa in Bocca per rispondere a tutto?
Beh in bocca al lupo a tutti.
Abbasso l'università italiana e sarda in particolar modo

venerdì 11 settembre 2009

1 X Factor 2009. Pagelle Prima Puntata

Concorrenti 16/24

Ornella Felicetti: viene presentata da Morgan come la bellezza non plus ultra di questa edizione di X Factor. Tutti noi a questo punto ci aspetteremmo una nuova Shakira, soprattutto considerando le sue origini sud americane. Quel che appare invece è una normalissima ragazza dai capelli castani che di profilo mi ha ricordato Giorgia Palmas. Canta Malo di Bebe. Ci poteva essere scelta più banale di questa? La voce è troppo flebile, fatica a trovare l’intonazione in tutta la prima strofa, nel ritornello tira fuori un po’ di carattere ma sembra dimenticare o tralasciare la drammaticità del testo. Naturalmente ottima pronuncia spagnola, ma forse è davvero l’unica cosa positiva di questa esibizione. La giuria continua a ribadire la sua bellezza, usandola quasi come giustificazione a delle pesanti carenze vocali. Voto: 5

Marco Mengoni: aspetto simile a Luca Argentero e pettinatura alla Goku di Dragon Ball. Canta Man in the Mirror e diamine fa rimpiangere abbastanza Jacko, soprattutto nelle battute iniziali dove è ben visibile il panico da prima esibizione. La voce non è male ma non comunica, abbastanza privo di personalità nonostante il look fashion. Voto: 5,5

Silver: ecco uno che mi ha colpito subito a livello estetico, abbastanza strano e svagato. Un punto interrogativo tra tanti punti morti. Canta Rimmel…scelta che non condivido visto che è una di quelle canzoni che può cantare solo chi l’ha composta. Lui se la canta e se la suona con la fidata compagna di viaggio a 6 corde e qualcosa fa intravedere. Voce non scontata, aspetto di sentirlo in qualcos’altro. Voto: 6,5

Chiara Ranieri: il peso massimo dell’attuale edizione di X Factor. Canta Smile in versione italiana Se Mai. Morgan avrà pensato che mettere 4 aspiranti a Miss e Mister Universo sarebbe stato esagerato e ha regalato uno spazio anche a coloro che non si sentono perfetti. La voce di Chiara è molto piacevole e piuttosto matura a livello tecnico. Mi ha emozionata tantissimo. Da applausi. Voto: 8

Gruppi

Yavanna: le tre fatine che mi avevano tanto colpito nei provini della scorsa edizione calcano finalmente il palco di X Factor numero 3. Cantano Con Te Partirò. Molto belle le voci, ben armonizzate tra loro tranne quando decidono di lasciarsi andare a esagerazioni celtiche e stonature pesanti. Penso che all’estero avrebbero un buon successo, a casa nostra tutti storceranno il naso perché come puoi perdonare delle punte d’orecchio che fanno capolino da chiome rosse, viola e blu? Le vedo bene in qualche locale underground, nelle feste di bambini da Mc Donald o in teatro, non in classifica. Non sono senz’altro pop, ma fantapop. Voto: 5,5
A&K: ecco la parte della trasmissione che più mi ha fatto girare le bolas. Già dal pomeriggio su internet girava la voce di un grosso cambiamento riguardante il duo degli A&K, Andrea e Chiara. Premetto che mi piacevano tantissimo, lui in modo particolare e lei perché faceva da base di accompagnamento delicatissimo a un talento fuori dal comune. La Magnolia però ha pensato bene di escludere lei perché figlia di una dipendente Rai. La risata sale su spontanea naturalmente ma il meglio viene dopo quando si sente il nome di chi sostituirà la ragazza per permettere ad Andrea di continuare l’avventura: Daniele Vit. Non sapevo chi fosse sinché non ho fatto un po’ di ricerche su google. Il signorino è già nel mercato discografico da tempo, ha partecipato a Sanremo, ha collaborato con Fabri Fibra, è presente su Wikipedia, ha pubblicato 2 album e ha già dei video su Youtube. Però non è parente di nessuno in Rai. A me dispiace soprattutto per il povero Andrea (che sembra comunque non aver apprezzato la scelta della produzione e che fa scintille con il suo nuovo compagno di banco). Perché? Perché hanno scelto uno che tende a rubare la scena ed è peccato gravissimo con un giovane talento come il ricciolino romano che meriterebbe invece tutto il palco. Cantano I'M STILL HAVING FOUND WHAT I'M LOOKING FOR. Esibizione che dà il segnale forte che i due non si sopportano e che provano a rubare la scena l’uno all’altro alzando il volume della voce sino a farsi saltare le corde vocali. Voto: non giudicabile.
Horrible Porno Stuntmen: i romagnoli dalla banana anni 2000. Li vedo bene in qualche trasmissione dei Gialappi e secondo me, pur non piacendomi, avranno successo ma non nelle classifiche di vendita, bensì in televisione. Cantano Tanted Love. Stonatini ed eccessivi. Vocalmente ricordano tantissimo i Bastard Sons Of Dioniso, esteticamente ricordano tre pirla. Voto: 6
Luana Biz: nei provini mi hanno colpito un casino con la loro versione di Billy Jean, un po’ meno con le altre scelte musicali. Cantano Sono Solo Canzonette. Cantano bene, cioè cantano nella norma, il che è già tanto stasera. Scenicamente funzionano a meraviglia: ci sono i bellocci, il pizzetto (a cui hanno tolto la possibilità di riprodurre la batteria con la bocca) e il rasta man. Voto: 6,5.
Over 25
Francesco Gramegna: l’ennesimo ricciolone di quest’anno. Ingiudicabile anche lui. Infatti esce alla prima puntata.
Francesca Xefteris: la novella Paola Turci ribattezzata Sofia ci regala la sua versione di Falco a Metà. In realtà è anche una copia abbastanza fedele di Ambra Marie, nel suo essere così fintamente dura e androgina. Prende una nota altissima e continua così sino alla fine richiamando tutti i cani del circondario. Nel ritornello propende per lo stonato urlato. Claudia Mori ma chi ti sei presa in casa? Voto: 4
Damiano Fiorella: ecco un altro che, seguendo il regolamento Magnolia doveva uscire in quanto dipendente Rai, ma che invece è ancora qui con il suo barbone da lupo di mare e la simpatia travolgente di una testata al muro. Canta con nessuna modestia la Canzone dell’Amor Perduto. Lui, per par condicio, decide di prendere la nota più bassa che una corda vocale possa sopportare. Ha lo sguardo allucinato di uno che si sta cagando addosso dalla paura. Per me è vecchio, antico. Voto: 5
Francesca Ciampa: i suoi capelli alla Macy Gray sono talmente fastidiosi che mi impediscono un qualsiasi giudizio. Non mi piace a prescindere.

giovedì 10 settembre 2009

0 Il Delfino della Galak


Piccola domanda....MA CHE FINE HA FATTO IL DELFINO DELLA GALAK??? ci sono rimasta malissimo a scoprire che l'hanno mandato in pensione per far posto a questa stupida e anonima goccia di latte. Ma perchè le aziende fanno ste cazzate? stessa storia per i castori della Ciocorì, per il Piccolo Fornaio della Mulino Bianco e per l'omino col cappello rosso della Nesquik.
Maledetta omologazione!

mercoledì 9 settembre 2009

0 Parco di Ras Mohamed. Sharm parte 3



La Present Viaggi propone alcune tipologie di escursioni che vengono sventagliate in loco dai suoi rappresentanti a Sharm. Solitamente questo avviene la mattina successiva all’arrivo nella hall del resort. Io ne ho scelto tre: la gita di mezza giornata nel Parco Nazionale di Ras Mohamed, la motorata nel deserto, l’intera giornata al Cairo. La prima in ordine cronologico è stata quella al Parco marino. Partenza alle 8 del mattino e poi tragitto di mezzora per arrivare alla prima tappa. Prima però sosta al negozio che affitta attrezzature per lo snorkeling. Lì ho preso le pinne e il giubbotto salvagente per la cifra tutto sommato modica di 6 euro. Certo non aspettatevi degli oggetti nuovi di zecca ma comunque funzionali e adattissimi allo scopo.
Poco prima dell’arrivo al primo punto di immersione, sosta di rito nei paesaggi desertici che contraddistinguono la penisola del Sinai. Qualche scatto e poi via. Prima del via voglio avvertire tutti che non è il caso di mettere infradito da piscina perché si slitta sulla ghiaia che è un piacere. Io per esempio stavo per scorticarmi in una salita per la stupidità di aver messo calzature che non facevano nessun attrito con il terreno.
Dopo tutto ciò si arriva al nostro primo contatto con il mare e la barriera corallina. La nostra guida era un ragazzo cairota con un caratterino piuttosto spinoso che non nutriva un amore particolare per noi italiani. Ha tutta la mia comprensione visto che sono sarda e so cosa significhi vedere la propria terra invasa da turisti con domande retoriche, stupide, banali e con una dose massiccia di pregiudizi che ti sei stufato di tentare di sradicare. Lui però a 23 anni è un privilegiato che fa un lavoro stupendo rispetto a tanti suoi connazionali che vivono nella miseria o che fanno i lavapiatti, i muratori o i camerieri nei grandi alberghi. La sua accidia non l’ho capita del tutto soprattutto perché eravamo un gruppetto tutto sommato innocuo e molto ben disposto. Mi raccomando non parlate neanche di palestinesi e israeliani perché potrebbe scatenare ulteriori malumori. Chiunque vi parlerà di Berlusconi e questo ragazzo se ne faceva talmente tante beffe (con estremo sarcasmo) che l’ho adorato dal primo istante.
Tornando a noi. Io consiglio questa escursione a uomini, donne e ragazzi che abbiano un buon senso dell’equilibrio, che non soffrano di panico e che sappiano usare la maschera e il boccaglio. Nessuno vi spiegherà come si nuota, come si infila una maschera e come si respira da un boccaglio. Io lo sapevo già fare ma ho visto uomini dell’età di mio padre che hanno bevuto tanta di quell’acqua da poter far bollire un chilo di pasta. La definiscono un’escursione per principianti ma lo è sino a un certo punto e ora vi spiegherò perché. Scesi dal pulmino la guida ci ha chiesto di rimanere in costume e di portare con noi in acqua la maschera e le pinne. Il giubbotto me lo sono fatta sistemare come si deve e da quel momento in poi non ho più avuto paura di niente perché il mio unico terrore è non toccare il fondo e affogare. Come nuotatrice sono una sega e persino in piscina rimango sempre in punti dove tocco ma all’escursione non avrei mai e poi mai rinunciato. Una volta in acqua vi renderete conto che sotto quel bel turchese che precede la barriera non c’è solo sabbia ma pietre ovunque. Pietre scivolose e pezzetti di coralli che tagliano come rasoi. Arrivati ad un punto in cui l’acqua ci arrivava al ginocchio la guida ci ha fatto infilare le pinne per poi proseguire come granchi in fila indiana. Mano nella mano a camminare con le pinne sulle pietre sino all’unico punto in cui si può superare la barriera corallina. Non ci sono passerelle, c’è solo il culo che potete o non potete avere. All’andata ho rischiato più volte di cadere perché gli altri vi faranno perdere l’equilibrio che voi stessi faticherete a trovare indossando delle pinne. Al ritorno sono invece scivolata ma senza conseguenze a differenza di almeno 3 persone che si sino ferite malamente e profondamente. Una volta in mare tutto verrà dimenticato alla vista delle meraviglie del fondale: un blu profondo che nasconde un incredibile mondo sommerso. Il primo essere vivente che ho visto è stata una TARTARUGA GIGANTE! E poi purtroppo poco altro perché le condizioni atmosferiche non erano ideali (troppo vento e mare mosso) e perché è stato un disastro il fatto che ci abbiano accorpati a dei napoletani casinisti e molesti che non facevano che darmi pinnate in faccia in quanto incapaci di tenere le distanze almeno in mare. L’immersione è stata breve e una volta usciti, dopo le medicazioni, siamo andati al secondo punto di immersione.
Qui è stato più semplice e bello finché è durato. Stavolta si attraversava la barriera corallina immergendosi già da molti metri prima ed è stato spettacolare oltre che meraviglioso. C’erano ondate pazzesche che spingevano contro il corallo ma bastava tenersi a ragionevole distanza e il problema non sussisteva. Invece il galletto del gruppo che tra parentesi ha dichiarato più volte all’inizio di non saper nuotare si è avvicinato talmente tanto ai coralli che si è impigliato agli stessi col costume. Le risate si sprecherebbero se non aveste visto la scena di un uomo in piedi sul nulla: un nuovo Gesù Cristo in salsa partenopea che camminava sulle acque. Un’ondata l’ha messo sulla barriera e gridava AIUDO AIUDO!!! La guida incazzata come un uomo che ha parlato al vento per una mattinata intera si è lanciato al salvataggio sino a ferirsi in più punti. Chiaramente a salvataggio avvenuto tutti a casa anche se erano passati neanche 5 minuti dall’immersione. Un pacco praticamente. Usciti dall’acqua i beduini ci hanno accolto nelle loro tende per un pranzo organizzato per noi turisti. Buono ma niente in confronto al loro tipico the che è poi identico al the alla mente tunisino…un Paradiso di liquido ambrato. Dopo pranzo un piccolo salto in una zona in cui sono presenti le mangrovie e i paguri, infine un bel bagno nel Lago Magico, un lago salato che cambia colore a seconda del momento del giorno e che si dice avveri i desideri che si esprimono prima di immergersi. La gita è conclusa. Penso che in condizioni ottimali sia da 10 e lode, ma anche con tutte le problematiche del caso i 39 euro saranno comunque ben spesi.
 

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