Il libro in questione non l’ho comprato di mia spontanea volontà ma mi è stato regalato da mia mamma che sa quanto adori Michael Jackson, quanto abbia sofferto per la sua scomparsa e quanto mi piacciano le biografie. Una premessa importante perché sapevo già che questo libro non è quel che si dice una classica biografia che parte dalla nascita e arriva sino alla morte, toccando punti importanti della vita del protagonista.
Sapevo che si trattava di un libro, incentrato soprattutto sui processi che hanno costellato gli ultimi anni di vita di Jacko. Non ho mai creduto a nessuna delle accuse che gli sono state mosse dai vari ragazzini, imbeccati da madri e padri interessati ad un ritorno economico piuttosto che a dire la verità e non mandare in frantumi un uomo già fragile. Per questo motivo non ero interessata a sapere i vari retroscena di una vicenda squallida e buona solo per ingrossare i portafogli della stampa scandalistica e delle suddette famiglie di accusatori.
Nonostante ciò l’ho letto perché un regalo è un regalo e non lo si può mettere da una parte a prendere polvere senza neanche provare a vedere di che si tratti. La prima critica che devo muovere è per la casa editrice, Chinaski Edizioni. Ok che non navigate nell’oro della Mondadori o della Sperling, ma cazzo un po’ di cura nel fare le cose non guasterebbe. Errori di stampa numerosi e difficoltà immensa a girare le pagine. Tutto di qualità più che scadente. Inoltre, per chi non lo sapesse, si tratta di una biografia edita precedentemente alla morte di Michael che è stata, chiaramente, riedita con l’aggiunta di un capitolo che si sofferma sulle ipotesi della causa del decesso. L’autore, Ken Paisli, è molto preciso nella ricostruzione dei fatti e per buona parte della narrazione non si espone in prima persona con giudizi di merito. Lo fa esclusivamente nella parte finale chiarendoci il fatto che lui sta dalla parte di Jackson o che comunque non si capacita di come dei genitori possano aver lasciato i figli da soli con una persona che era già stata accusata di pedofilia. Tutto ciò gli puzza di falso e io mi associo totalmente.
Passando al libro in sé e per sé: diciamo che vi è una piccola parte dedicata necessariamente alla vita artistica di Michael, dai suoi primi successi con i Jackson 5 al grande boom di Thriller sino all’ultimo album di inediti Invincible. Nella parte finale c’è spazio anche per le recensioni di tutti i suoi album. La parte centrale è tutta dedicata ai processi, freddamente descritti in ogni loro parte, dall’inizio alla fine. Questa parte personalmente l’ho trovata parecchio pesante e abbastanza ripetitiva ma penso che a molte persone che non conoscono la vicende e vogliono saperne di più risulterà molto utile. Il capitolo finale, quello dedicato alla morte, è interessante solo per le ipotesi che vengono elaborate da Paisli: suicidio assistito per uscire di scena alla grande soprattutto considerato che secondo molti Michael non era più in grado di cantare e ballare e non avrebbe mai potuto reggere un tour di 50 date (evidentemente falsa come dichiarazione a vedere i vari filmati delle prove e soprattutto considerato il film in uscita a breve nelle sale cinematografiche di tutto il mondo); omicidio per incamerare i beni presenti e futuri dell’artista (a mio parere molto debole come ipotesi); Michael è vivo e ha inscenato la sua morte per godersi la pace interiore ed economica in qualche punticino sperduto del globo, secondo Paisli questa tesi sarebbe avvalorata dalla mancanza di foto del cadavere, situazione senza precedenti visto che esistono immagini di tutti gli artisti morti in circostanze poco chiare, da Cobain a Prestley.
Le mie considerazioni finali sono che, per una persona che conosce abbastanza Jackson, questo libro non aggiunge niente di nuovo e probabilmente non è neanche la biografia definitiva visto che ancora non è stato chiarito niente rispetto alla morte. Io sarei stata molto più interessata da aspetti della sua vita che hanno rapito la mia attenzione quando ero più piccola nei lontanissimi anni 80, tipo l’uso del guanto, l’abbigliamento particolarissimo, le leggende metropolitane, insomma la simbologia che ha fatto di Michael un icona pop in tutto il mondo. Sarebbe stato interessante sapere qualcosa di più anche rispetto alle sue decennali amicizie con Liz Taylor e Brooke Shildes e i suoi rapporti con i familiari. Di tutto questo invece c’è poco o niente.
Leggere questo libro mi ha fatto un’enorme tristezza, anche sapere che alla fine era stato costretto a vendere la leggendaria Neverland, perdendo per sempre il suo piccolo regno costruito in una vita di sacrifici e solitudine.
Sapevo che si trattava di un libro, incentrato soprattutto sui processi che hanno costellato gli ultimi anni di vita di Jacko. Non ho mai creduto a nessuna delle accuse che gli sono state mosse dai vari ragazzini, imbeccati da madri e padri interessati ad un ritorno economico piuttosto che a dire la verità e non mandare in frantumi un uomo già fragile. Per questo motivo non ero interessata a sapere i vari retroscena di una vicenda squallida e buona solo per ingrossare i portafogli della stampa scandalistica e delle suddette famiglie di accusatori.
Nonostante ciò l’ho letto perché un regalo è un regalo e non lo si può mettere da una parte a prendere polvere senza neanche provare a vedere di che si tratti. La prima critica che devo muovere è per la casa editrice, Chinaski Edizioni. Ok che non navigate nell’oro della Mondadori o della Sperling, ma cazzo un po’ di cura nel fare le cose non guasterebbe. Errori di stampa numerosi e difficoltà immensa a girare le pagine. Tutto di qualità più che scadente. Inoltre, per chi non lo sapesse, si tratta di una biografia edita precedentemente alla morte di Michael che è stata, chiaramente, riedita con l’aggiunta di un capitolo che si sofferma sulle ipotesi della causa del decesso. L’autore, Ken Paisli, è molto preciso nella ricostruzione dei fatti e per buona parte della narrazione non si espone in prima persona con giudizi di merito. Lo fa esclusivamente nella parte finale chiarendoci il fatto che lui sta dalla parte di Jackson o che comunque non si capacita di come dei genitori possano aver lasciato i figli da soli con una persona che era già stata accusata di pedofilia. Tutto ciò gli puzza di falso e io mi associo totalmente.
Passando al libro in sé e per sé: diciamo che vi è una piccola parte dedicata necessariamente alla vita artistica di Michael, dai suoi primi successi con i Jackson 5 al grande boom di Thriller sino all’ultimo album di inediti Invincible. Nella parte finale c’è spazio anche per le recensioni di tutti i suoi album. La parte centrale è tutta dedicata ai processi, freddamente descritti in ogni loro parte, dall’inizio alla fine. Questa parte personalmente l’ho trovata parecchio pesante e abbastanza ripetitiva ma penso che a molte persone che non conoscono la vicende e vogliono saperne di più risulterà molto utile. Il capitolo finale, quello dedicato alla morte, è interessante solo per le ipotesi che vengono elaborate da Paisli: suicidio assistito per uscire di scena alla grande soprattutto considerato che secondo molti Michael non era più in grado di cantare e ballare e non avrebbe mai potuto reggere un tour di 50 date (evidentemente falsa come dichiarazione a vedere i vari filmati delle prove e soprattutto considerato il film in uscita a breve nelle sale cinematografiche di tutto il mondo); omicidio per incamerare i beni presenti e futuri dell’artista (a mio parere molto debole come ipotesi); Michael è vivo e ha inscenato la sua morte per godersi la pace interiore ed economica in qualche punticino sperduto del globo, secondo Paisli questa tesi sarebbe avvalorata dalla mancanza di foto del cadavere, situazione senza precedenti visto che esistono immagini di tutti gli artisti morti in circostanze poco chiare, da Cobain a Prestley.
Le mie considerazioni finali sono che, per una persona che conosce abbastanza Jackson, questo libro non aggiunge niente di nuovo e probabilmente non è neanche la biografia definitiva visto che ancora non è stato chiarito niente rispetto alla morte. Io sarei stata molto più interessata da aspetti della sua vita che hanno rapito la mia attenzione quando ero più piccola nei lontanissimi anni 80, tipo l’uso del guanto, l’abbigliamento particolarissimo, le leggende metropolitane, insomma la simbologia che ha fatto di Michael un icona pop in tutto il mondo. Sarebbe stato interessante sapere qualcosa di più anche rispetto alle sue decennali amicizie con Liz Taylor e Brooke Shildes e i suoi rapporti con i familiari. Di tutto questo invece c’è poco o niente.
Leggere questo libro mi ha fatto un’enorme tristezza, anche sapere che alla fine era stato costretto a vendere la leggendaria Neverland, perdendo per sempre il suo piccolo regno costruito in una vita di sacrifici e solitudine.