venerdì 28 agosto 2009

1 Pizzeria Buffalo Ranch. Mamma mia!



Ci sono posti che ritieni intramontabili per 1000 motivi diversi ma forse il principale è il RICORDO che alla fine sfalsa tutto.

Ieri sono tornata in una pizzeria che negli anni 90 ho frequentato per diversi anni per ragioni "familiari". Un posto davvero particolare e unico nella mia città perchè era l'unico abbastanza grande, rustico e trash per proporre oltre alla classica pizza un bel menu di balli latinoamericani e karaoke.

Anche le pietanze erano sempre buone, se vogliamo sorvolare su quella volta che mi capitò la leggendaria pizza con moscone centrale. Veramente di un altro pianeta anche gli antipastini della casa e i PROFITEROL...paradiso in Terra (p.s: se qualcuno mi sa indicare un posto a Cagliari dove li fanno ancora beh lo ringrazio sentitamente).

Era un tempo lontanissimo per certi versi visto che ancora si fumava in luoghi chiusi (e io contribuivo in maniera decisiva)...ieri appena ho sentito il fumo di sigaretta arrivare diritto dal tavolo dietro di me stavo per dare i numeri perchè ora semplicemente mi fa schifo..Mamma mia come si cambia!

Insomma, ieri sono capitata di nuovo in questa pizzeria e cazzo qualcosa è cambiato parecchio...diciamo tutto, và!

1) Servizio millenario. Ordinata la pizza alle 21 10 è arrivata alle 22. Naturalmente la birra molto prima e la birra successiva quando ormai la pizza era finita. Politica aziendale discutibile.

2) Possibile che in una pizzeria io debba essere costretta a bere o Nastro Azzurro o la Tuborg che penso sia la marca di birra più orrenda sulla crosta terrestre? Ma cacchio siamo in Sardegna perchè non c'è l'ICHNUSA?????Mah, dovrò veramente andare a Rho per bere birra sarda.

3) Il dolce è ingiudicabile se non con un voto molto sotto lo zero. I profiterol non li fanno più e il tiramisu che ho preso era IMMANGIABILE. Giuro che nella mia vita non ho mai lasciato un pezzetto di dolce sul piatto ma stavolta l'ho LASCIATO TUTTO. Sembrava pappetta masticata dalle gengive di un neonato spolverata di cacao.

3) La clientela del Buffalo è stata inghiottita da qualche buco nero? mi ricordo che non c'era un giorno della settimana in cui non ci fosse il tutto esaurito e la coda fuori dal locale. Ieri c'erano pochi ciuffi di persone e tutti con l'espressione da vecchi lupi di mare attaccati ad un posto desolato come fantasmi che infestano un rudere di casa. E comunque alle 23 30 non c'era quasi più nessuno e per un posto come Cagliari è pura fantascienza visto che la gente qui è abituata a cenare quando nel resto d'Italia le persone hanno già digerito.

4) Il grado di grezzume della clientela si mantiene sempre su livelli altissimi. Questo in effetti non è cambiato poi così tanto. Ragazzine discinte o uome (ossia sul maschile andante), uomini con i catenoni al collo e la magliettina aderente.

5) L'animazione era molto divertente sino a qualche anno fa, stavolta si è fatta attendere (si può veramente mandare in onda la replica di una partita del giorno prima?) ed era decisamente scadente. Il karaoke era interminabile e tranne un ragazzo veramente bravissimo, gli altri erano degli spacca timpani dell'altromondo o semplicemente avevano l'inibizione da microfono e quando spettava a loro bisbigliavano qualcosa sulla base. I balli dove sono finiti? ho potuto assistere nell'ordine a

- ballo sardo

- aligalli

- gioca jouè

Tutto questo mi ha insegnato una cosa: non tornare MAI in un posto che ti piaceva molto perchè sicuramente sarà diventato una vera merda. Meglio tenersi il ricordo.

lunedì 24 agosto 2009

0 Lost. Quinta stagione



Sto seguendo con grande fatica gli episodi della quinta stagione di Lost.

Lost è una di quelle serie che è partita col botto e che ti faceva sentire uno sfigato se eri tra i pochi che non seguivano le vicende dei sopravissuti del volo 815. Io per esempio la prima stagione non l'avevo seguita perchè se perdo la prima puntata di un telefilm difficilmente mi metterò a seguire la serie.

Poi l'estate dopo hanno dato in replica la prima stagione e ho iniziato a vederla con un po' di scetticismo convinta che sarebbe stata una cazzata pazzesca. Ora non aspettatevi che vi dica che poi ne sono rimasta folgorata tanto da diventare catatonica e sbavante davanti al televisore. Mi ha solleticato la curiosità senza conquistarmi del tutto.

Le cose sono migliorate parecchio con l'inizio della seconda serie dove finalmente sembrava che si iniziasse a vedere un qualche spiraglio in tanti misteri. Poi tutta la storia della botola è stata intrigante anche se alla fine si è dimostrata un tantino deludente. Gli Altri sono diventati sempre più una presenza fissa sino a svelare molti dei loro segreti. Le morti dei protagonisti spesso non le ho capite nè tanto meno accettate, tra parentesi penso che l'idea di far immolare il povero Charlie sia stata una cagata pazzesca. Con lui è morto l'umorismo e l'aspetto umano di tutta la faccenda visto che quelli rimasti sembrano tutti dei super eroi senza spessore. Persino Ana Lucia meritava un alito di vita in più e l'hanno fatta morire. Con lei se n'è andato il sadismo e il fascino latino.

Tutti noi poi pensavamo che con la terza o massimo quarta serie sarebbe finito tutto e avremmo saputo la verità sul progetto Dharma e sul destino dei nostri beniamini, magari con una spiegazione di corredo rispetto all'incidente aereo e agli intrecci che legano le loro vite così diverse. Invece gli autori ci hanno accontentato facendo tornare parte dei naufraghi nella civiltà lasciando sull'isola i poveri Sawyer e Jin a perdere sangue dal naso per improvvisi salti spazio temporali che c'entrano davvero come un peto in chiesa.

Gli autori avevano giurato che avrebbero svelato tutto con una spiegazione reale ma in realtà secondo me era molto più carina oltre che realistica la teoria dell'isola come Purgatorio piuttosto che questa puttanata senza capo nè coda con l'aggravante che gli scampati alla trappola dell'isola invisibile e ballerina, DEVONO RITORNARE NELL'ISOLA PER SALVARE I COMPAGNI RIMASTI. Ma ha senso tutto questo??

Io se fossi precipitata in un posto dove ci sono mostri, presenze, assassini, matti e se fossi riuscita a scappare per puro culo non credo che tornerei neppure se mi pagassero. Questi invece accettano come se niente fosse. Passi per Sun che vuole recuperare il marito, passi per Hugo che per aver raccontato la verità è finito in un manicomio, passi pure per il medico fallito Jack simpatico come una gomma da masticare incollata alle scarpe nuove...ma tutti gli altri??????

E poi niente ha senso, ma se pure lo avesse è comunque gestito malissimo con ritmi lenti e nessun colpo di scena veramente credibile. Forse sto iniziando a capire che questi salti temporali servono allo spettatore per saperne di più sugli inizi del progetto Dharma ma io li trovo superflui e fuorvianti.

Puntate tutte uguali con la prospettiva per niente allettante di un'altra serie, fortunatamente l'ultima. In America si erano rotti da una vita e mezzo e io mi chiedevo perchè...ora lo so. Evviva.

venerdì 21 agosto 2009

0 Bionsen. Sottotitolo: le ascelle parlano



Eccoci di fronte a un esempio di pubblicità ingannevole.

Amiche e amici oggi vi sconsiglierò l'acquisto di questo deodorante: Bionsen freschezza 48 ore.

Scordatevi la freschezza ma non per 48 ore, non per 24, non per 12.

Diciamo che l'apparente freschezza durerà una buona mezzora poi sarà il caso che corriate al riparo con una bella lavata d'ascella o un altro deodorante che mantenga davvero le promesse..a meno che non vogliate perdere i vostri amici, vostro marito o i rapporti di buon vicinato.

0 Televisori a tubo catodico vs Lcd



Questo qui sopra sino a un paio d'anni fa deteneva ancora lo scettro di Signore dei Salotti. Il leggendario TELEVISORE A TUBO CATODICO. Disprezzato come oggetto ingombrante e vetusto in confronto ai longilinei e ultrapiatti televisori LCD. A dire il vero anche questi ultimi stanno vivendo un momento di crisi dovuto al fatto che solo di recente sono stati messi in commercio gli lcd con digitale terrestre integrato.

Diciamolo pure, il digitale terrestre ci ha rovinato la vita invece di migliorarcela. Oltre alle 1000 magagne c'è infatti il grosso problema di dover dare via i nostri beneamati e fedelissimi apparecchi analogici perchè non più funzionali. Vogliamo parlare dell'ingombro di fili per gli assurdi e molteplici collegamenti ai quali ci costringe il decoder? lettore dvd, decoder, playstation, televisore...un po' troppo anche per le nostre ciabatte a 7 posti.

Come non desiderare un lcd che ha tutto compreso? difficile, difficilissimo. Ma come fare se il televisore che abbiamo è ancora in ottimo stato e abbastanza nuovo perchè siamo stati tra gli sfigati ai quali si è rotto il televisore proprio un anno prima dell'avvento del decoder e poco prima che gli lcd scendessero di prezzo in maniera astronomica??

E come fare se il famoso decoder pagato profumatamente ha deciso di fare entrare in sciopero a titolo definitivo la slot per le smart card?

Cambi il decoder e spendi un'altra botta di 80 euro sapendo che tra un paio d'anni cambierai comunque il televisore?

Cambi il televisore e compri un lcd con dentro decoder e slot per la smart?

Questi sì che sono i veri quesito del nostro tempo.

giovedì 20 agosto 2009

4 Puntura d'Aragna. AHIAAA!!!


Oggi 20 agosto 2009 me lo ricorderò come il giorno in cui ho provato la puntura di aragna o tracina. L'esperienza risale a un paio d'ore fa, in una delle mie classiche mattinate di mare a camminare camminare camminare e ancora camminare per assecondare le manie da maratoneta di mia madre, la donna dalla bracciata lenta ma regolare e dagli ottimi piedi.
Niente di male perchè io ne approfitto sempre per osservare la fauna marina, per ammirare le varie specie di pesci e per rimodellare il mio corpo. Peccato che a volte accadano gli imprevisti.
Eravamo sulla via della svolta che poi sarebbe il momento in cui mia madre decide di tornare indietro anche perchè se andasse ancora avanti si troverebbe in mare aperto o in prossimità delle coste tunisine. Camminavo senza pensieri quando ZAC sento come se un graffio di gatto mi attraversasse la parte superiore della pianta del piede, oppure spine o un pezzo di vetro. Qualunque cosa pungente e tagliente che esista su questa fottuta crosta terrestre.
Mi fermo, guardo il piede e non vedo niente. Cammino, sento il principio di un bruciore nel punto esatto in cui ho sentito pungere e mi fermo di nuovo. Guardo ed ecco un puntino rosso di sangue. E dico che cazzata, devo aver preso col piede un arbusto spinoso. Sì certo come no??
Nel giro di 30 secondi ho sentito un bruciore e un dolore grande come una casa tanto che non riuscivo più a camminare, mi sono appoggiata a mia madre e ho iniziato a sentire brividi in tutto il corpo. Ok ho detto PUNTURA D'ARAGNA. La leggendaria puntura di cui mia sorella parla dalla bellezza di 30 anni, cioè dal giorno in cui bambina era stata punzecchiata da questo mostrino dei mari e aveva tirato giù la spiaggia dalle urla. Io me la sono sempre fatta sotto all'idea di provare una cosa del genere ma sai poi pensi che non ti accadrà mai perchè il mondo è cambiato, c'è più inquinamento, più gente, più tutto e il pesce, anche il più bastardo, decide di emigrare più in là. Invece NO.
Il dolore è aumentato e con il mio colpo di genio ho pensato che camminare in acqua disinfettasse la ferita e invece non ha fatto altro che peggiorare le cose, perchè ha stretto ancora di più i vasi sanguigni e ha trattenuto il veleno. La guardia medica era lontana 800 miglia e proprio oggi mio padre aveva deciso di mollarci al mare per andare a tosarsi il caschetto....peggio di così! mia madre che si proponeva di prendermi in braccio e portarmi e va bene che è alta e forte ma qui si esagera. Beh comunque a parte che non mi piace come ti guarda la gente quando zoppichi perchè ha quello sguardo di pena, di segreta serenità interiore all'idea che è capitato a te e non a loro che per me è insopportabile. Ma comunque sono uscita dall'acqua e un signore anziano mi ha consigliato di camminare sulla sabbia calda che aiutava. Così ho fatto e finalmente siamo arrivate allo stabilimento del D'Aquila dove c'è la Guardia Medica. Io già avevo il cagheggio perchè visioni fosche si presentavano nella mia mente: ora mi aprono il piede, mi fanno punture giganti, mi squarteranno, mi porteranno a casa in ambulanza...L'ottimismo è il sale della vita.
Una dottoressa in bikini mi ha fatto sedere e mi ha fatto mettere il piede in una bacinella con acqua sui 60 gradi centigradi tanto che ho pensato che oltre al veleno mi avrebbe levato pure la pelle. Lì ho iniziato a piangere perchè va bene essere forti e non mostrare sofferenza ma quando non ce la fai più non ce la fai più. Perciò lacrimoni e lei che ha cercato di rassicurarmi raccontandomi di un ragazzo straniero che ha avuto la mia stessa sfiga e che è rimasto a contorcersi dal dolore per mezzora. Io l'ho capito benissimo perchè fa davvero un male cane e solo chi lo prova può saperlo. Raccontarlo non è facile per niente. Fatto sta che dopo mezzora di continui pediluvi sempre a temperatura di ebollizione finalmente ho iniziato a stare leggermente meglio e sono andata piano piano verso la seggiolina che avevamo lasciato 2 km più in là.
Ora sono a letto con l'arietta condizionata, il portatile sulle cosce e una stanchezza che metà basta.
Brutta giornata

mercoledì 19 agosto 2009

1 Viaggio al centro della Terra. Julius Verne



Trama: ci troviamo a fine maggio dell'anno 1863. il Professor Lidenbrock, accademico di mineralogia all'università di Amburgo scopre per caso uno strano codice in un vecchio manoscritto. Suo nipote Axel riesce a decifrarlo scoprendo che si tratta di appunti ad opera di Saknussem (uno scienziato islandese del XVI secolo) che spiegano come raggiungere il centro della Terra attraverso il cratere dello Sneffels in Islanda. Il professore decide allora di tentare l'impresa rigettando al vento le teorie secondo cui il centro del globo sarebbe avvolto da un calore insopportabile per qualsiasi essere vivente. Nell'avventura viene coinvolto anche suo nipote Axel, giovane geologo convinto che l'impresa sia suicida oltre che assurda. Giunti in Islanda riescono ad assicurarsi dietro modesto compenso l'aiuto di un esperto del posto, Hans il silenzioso e robusto cacciatore delle preziose piume di edredone, palmipede del posto. A questo punto tutto è pronto e i tre scendono nel cratere attrezzati con armi, strumenti scientifici, zappe, picconi e cibo. La discesa si presenta subito ardua ma nonostante ciò avanzano sino a raggiungere un misterioso mare interno che sembra abitato da creature simili agli estinti dinosauri o comunque ad organismi preistorici risalenti a milioni di anni prima. Presto trovano anche tracce di vita umana insieme alla firma inequivocabile di Saknussem, evidentemente giunto come loro sino a quelle profondità. Il centro della Terra è ormai vicino ma un grande masso ostacola il cammino e l'unico modo per eliminarlo sembra essere l'esplosivo. Sfortunatamente la potenza è tale che la zattera sulla quale si trovano i tre viene travolta e spinta in una stretta cavità in cui inizia a salire sempre più velocemente sino a eruttare fuori da un altro cratere. I tre infatti si trovavano in un altro vulcano, stavolta attivo, che li fa uscire all'aria aperta dopo ben 2 mesi di viaggio. La sopresa è che i tre sbucano non a nord come indicava la bussola (impazzita per qualche fenomeno magnetico) ma molto più a sud dell'Islanda, cioè a Stromboli.

Commento: questo è un grande classico, uno di quei libri che ognuno di noi dovrebbe prendersi la briga di leggere o rileggere nel caso. Un romanzo breve, brevissimo eppure ricco di contenuti scientifici, avventurosi, ironici e appassionanti anche per noi uomini del 2000 pieni di certezze e sempre meno capaci di fantasticare su cose apparentemente impossibili. Verne è un maestro ed è anche un uomo dell'800, secolo in cui un po' tutte le scienze muovevano i primi passi. C'erano scuole di pensiero diverse e le diatribe a livello accademico erano molto più accese di adesso forse proprio perchè le strumentazioni scientifiche erano ancora molto rudimentali e il progresso doveva ancora fare lunghi passi per arrivare alle certezze che abbiamo adesso. Certo, immaginare vita dentro il globo terrestre risulta difficile, così come pensare che esistano uomini giganteschi che vivono insieme a creature ormai estinte nelle profondità del nostro pianeta. Non ci sono elementi scientifici che possano anche solo far ipotizzare una simile situazione ma il bello è che l'uomo ha la capacità e la possibilità di immaginare anche l'impossibile condendolo, come in questo caso, di argomentazioni pseudoscientifiche molto realistiche. Sicuramente per un lettore di cento anni fa questo libro doveva rappresentare una valida alternativa alle teorie del tempo, proprio perchè nei più non c'era molta fiducia nella scienza, di stretto dominio dei pochi intellettuali e delle università. Un po' come magari è capitato a noi quando abbiamo letto per la prima volta il codice da vinci...tutto ci è sembrato molto plausibile proprio perchè in materia di fede non sappiamo un granchè ma solo quello che ci viene filtrato dalla Chiesa. Per tornare a noi, penso che questo sia un romanzo figlio dell'epoca in cui è stato scritto ma che si presenta sempre molto piacevole da leggere e che non a caso ha ispirato due pellicole, una ormai vecchiotta ma sempre godibile e l'altra più recente, ricca di effetti speciali e di gag oltre che di molta libertà nella trasposizione del libro.

Voto: 8

martedì 18 agosto 2009

1 Moira Orfei & Lando Buzzanca. I "nuovi" Mostri



Voi direte ma che cosa lega la Siora del Circo con Il Genitale più Vecchio e Impenitente d'Italia?
Io rispondo: BERLUSCONI.
Entrambi infatti, a leggere le interviste dello scorso numero di Vanity Fair, sono dei grandi estimatori del Nonnino di Plastica con tendenze Sessuomani. Tutti e tre in fondo viaggiano sullo stesso bacino anagrafico: vecchi che non accettano il passare dell'età e che nascondono il pelo bianco e la ruga con varie metodologie.
1) Due chili di crema mattutina del costo di 200 euro a boccetta, trucco pesante ed espressione da matrioska. Con l'aggiunta di qualche incantesimo satanico estrapolato da un libricino che si tramanda da generazioni.
2) La ricerca della carne fresca e giovane nelle macellerie del mondo, quelle a cielo aperto e con le vitelle che passeggiano con due centimetri di short attaccati al culo e la mammella priva di latte (o con latte, magari al grande vecchio sicilianuzzo piacciono anche le vacche incinte) ma ben esposta alle correnti ascensionali di uno sguardo di un anziano suino a due gambe. Per il Buzzanca, uomo di destra e con tanto di orgoglio celodurista, il massimo della vita è fottere, perchè a suo modo di vedere "berlusconi fa benissimo a dare dei colpi di minch_a qua e là....ciò che fa il politico a casa sua sono fatti suoi, l'importante è saper governare e lui lo fa benissimo". Come dire che se Sarkozy andasse in cerca di minorenni durante il suo jogging quotidiano, magari pure col batacchio di fuori sarebbe giusto e sacrosanto, basta che poi si infili una cravatta e stringa la mano ad Obama. Al Buzzanca la vita ha dato una moglie che è tranquilla di dividere il cetriolo grigio del marito con mezza popolazione femminile, perchè lei sa che "lui l'amore l'ha fatto solo con lei, con le altre solo chiavatine senza importanza". Ma poi vorrei vedere in faccia le donne che sono andate e ancora vanno ( OH MY GOD) con Buzzanca. Pure da giovane era un cesso con la faccia da cesso, ora è solo un vecchio coglione dal Viagra nel borsello. Razza in espansione in Italia, soprattutto grazie al nostro presidente che dà il buon esempio sia con puttane di mestiere e che con tr_ie nell'animo.
Ci si può stupire che due modelli di italianità come questi amino Berlusconi? Una rappresenta l'italia della domenica, quella un po' felliniana, ruspante e grezzotta, quella che alle elezioni vota Pdl per motivazioni ignote, forse perchè crede che sia un modo come un altro per entrare al Gf o perchè crede alle fregnacce di un nano da balera. L'altro rappresenta la vecchia italia maschia e maschilista, quella che considera la donna come un foro di entrata e uscita, un buco con due tette e un culo. L'italiano meridionale castigatore di donne nordiche attratte dal fascino latino. Peccato che sia l'immagine un po' ingiallita degli anni che furono e che ora come ora la donna che accetta di passare quei 5 minuti a far cigolare le molle di un letto con un matusa sia la donna dell'est alla ricerca della cittadinanza italiana, la badante del suddetto vecchio con ancora il pannolone di lui in mano o la semplice escort (se così la vogliamo chiamare) con il letto ad acqua e il bidet in un angolo della stanza.
Povera Italia!!

domenica 16 agosto 2009

0 Crash



Ho iniziato a seguire questa serie quasi per caso, non particolarmente attratta dalla trama e tanto meno dal cast. So che la serie prende le mosse dal film premio oscar Crash, che parlava per l'appunto di questioni interrazziali attraverso episodi apparentemente indipendenti l'uno dall'altro. Un film che ha ispirato la serie di cui vi parlo.

Devo dire che mentre il film mi ha parecchio delusa, il telefilm mi ha letteralmente rapita facendomi rimanere col fiato sospeso sino all'ultima puntata della prima stagione.

E' un telefilm spiazzante senza sconti per nessuno e con una grande attenzione per il lato sporco della società e dell'essere umano. In fondo è come se il regista guardasse dentro ognuno di noi e ne tirasse fuori il peggio del peggio, mettendo sotto l'occhio impietoso della telecamera il lato oscuro della nostra luna personale.

Si parla un po' di tutto: il discografico bianco fallito e drogato che prende come tuttofare un ragazzo di colore, illudendolo di una vita dorata costellata di successi musicali e di vita. C'è il poliziotto corrotto, razzista e doppio giochista, capace di condurre due storie d'amore parallele così come fa con la sua vita, da un lato il bravo agente, buon padre di famiglia e ottimo marito e dall'altra sicario per un boss coreano e scopatore di una collega. C'è il poliziotto col pallino del sesso che trascorre la sua vita da un letto a un altro tradendo la moglie e pentendosi senza riuscire a tenere a freno il batacchio per più di mezza giornata. C'è la classica casalinga americana che perde l'ormone per l'architetto di colore. E molto molto altro.

Il linguaggio è spesso forte, così come le scene di violenza e sesso. Non sembra neanche un telefilm, in quanto ha davvero le potenzialità di un film. Un prodotto eccellente e molto ben fatto, secondo me da vedere assolutamente soprattutto se si vuole assistere a un pezzo di vita reale senza compromessi e senza censure.

Consigliato.

sabato 15 agosto 2009

0 Bullismo da spiaggia



Classica mattinata di mare nel pezzo di spiaggia all'altezza del chiosco Malibù (quarta fermata del Poetto). Solite famiglie, soliti anziani, mille ombrelloni disseminati da un lato all'altro dell'arenile. Tutto nella norma, bello nel suo essere rassicurante anche se con troppe donne incinte e figli in nude look. Sabato Ferragostano con caldo bomba e piccole onde che hanno contribuito al drenaggio della mia cellulite.

Ad un certo punto, dopo la mia pizzetta mattutina e durante quello step che io chiamo "asciugamento rapido e frammentario", ecco la situazione tipo che ogni povero frequentatore di spiaggia libera teme e deve sopportare a denti stretti a meno di non volersi beccare un pugno in bocca:

I coglioni del pallone da calcio

Capiamoci: ci sono quelli che giocano la partitella nei primi metri di spiaggia dove la temperatura sfiora gli 80 gradi e dove l'essere umano normale non si avventura se non per un cafferuzzo nel vicino chiosco. Quelli si divertono con due ciabatte a fare da porta e va bene a tutti perchè non rompono il batacchio a nessuno.

Io parlo di quelle facce da bulli di periferia che si mettono nel bagnasciuga per tirare immaginari calci di rigore (a 100 all'ora) verso il mare dove il compagno di stronzate finge di essere il portiere per poi ritirare la palla ai due deficenti sulla spiaggia.

Ecco stamattina (tra bambini che facevano castelli di sabbia, donne che chiacchieravano nell'acqua bassa, vecchi sotto l'ombrellone, me stessa skazzata) un gruppetto proveniente immagino dai quartieri bassi di cagliari si divertiva a calciare pallonate che potevano decapitare qualcuno verso punti imprecisati del mare o della spiaggia col divertimento da testa di minc_a che è marchio di fabbrica di questi esemplari. Età media: tra i 18 e i 25 anni. Quindi si può dire non proprio bambinetti nè adolescenti.

Ad un certo punto il pallone è finito contro una coppia di anziani e non si sono sentite nè scuse nè niente. Si è visto solo il sorrisetto di chi dice ah ah che divertimento, non vedevo l'ora che capitasse così ho un buon motivo per fare a pugni con chi si permette di protestare. Un signore infatti ha detto la sua e il piccolo bulletto si è avvicinato minaccioso con la palla sul palmo della mano a ripetere "mi vuoi prendere il pallone? vuoi il pallone?". Allora:

1) dare del Lei non si usa più, è evidente e poi come puoi dare del lei ad uno che stai per picchiare?

2) l'anziano uomo che di esperienza ne aveva da vendere ma che chiaramente con 5 persone non è che potesse fare granchè, ha detto la sua senza esagerare.

3) il tizio offeso nell'onore perchè non è scattata la trappola per far scatenare la rissa ha pensato bene di appoggiare il pallone a terra e di dare un calcio che avrebbe staccato la testa ad un paio di persone se messe nella giusta angolazione. Tutto questo senza problemi.

4) lui e il suo gruppo si sono allontanati con l'animo furente per poi ritornare 5 minuti dopo e rifare esattamente la stessa cosa alla faccia di tutti.

Ho poi saputo che sono gli stessi che hanno spaccato le docce e i bagni pubblici di quel tratto di spiaggia.

Il commento da parte mia è: se fossi stata un uomo con un bel fascio di muscoli gli avrei rifatto i connotati. Ho sperato che arrivasse qualcuno che li mettesse a posto ma del resto lì sono tutti vecchi o col toracino carenato e gli occhiali (padri di famiglia dalla riproduzione facile ma dal bicipite scarso). Come dare torto poi a qualcuno che ha paura di mettersi contro questa gente che non ha rispetto per l'età, per la legge o per la semplice educazione che dovrebbe essere compresa nel dna di ogni essere umano? non ho fatica a immaginare le stesse persone che stuprano le donne o spaccano qualunque cosa non si trovi dentro le loro misere 4 mura.

I Leghisti hanno inventato le ronde cittadine per scacciare l'extracomunitario perchè colpevole di qualsiasi cosa, forse anche di respirare la nostra aria. Io quello che vedo sempre è il delinquente di casa mia, con il mio accento e la cittadinanza italiana...ma mai nessun telegiornale che si metta a denunciare la cosa, mai nessun servizio su quanto è maleducata e pericolosa la gente di casa nostra.

Io dico la verità: visto che la polizia non c'è mai quando serve, visto che la giustizia in Italia è un concetto astratto e privo di fondamento, io direi che a volte farsi giustizia da sè non sarebbe poi così malaccio. Almeno uno si prende la soddisfazione di spaccare certe facce che solo a guardarle ti prudono le mani, poi se vogliono che se li portino in carcere, tanto per quel poco che ci rimangono tra indulti, sconti di pena, lungaggini burocratiche. Le carceri sono piene dicono, ma in realtà se si va a vedere dentro ci sono solo spacciatori o ladri di caramelle. Il delinquente vero non c'è mai, lo trovi sempre per strada, in pizzeria o in discoteca, libero come uccel di bosco e con la faccia da c__o.

0 Ferragosto



Questa immagine non c'entra una pippa con il Ferragosto ed è di una tristezza allucinante ma l'ho scelta perchè le altre facevano cag_e. Non ho mai capito se Ferragosto fosse il 14 notte o il 15...stesso dubbio che mi prende ogni 31 dicembre.

Quello che posso dire è che: non bevendo niente di più forte di una birretta, non facendomi canne dall'età della pietra, non facendo il bagno nuda a mezzanotte, non suonando la chitarra intorno al falò....beh per me Ferragosto nella sua parte goliardica e notturna non rappresente un emerito c__o ma rispetto chi lo festeggia tranne quelle teste di pinolo che bevuti sino al midollo vanno a schiantarsi (o a far schiantare gli altri) nelle strade, con un tasso etilico che se fosse carburante ci porterebbe su Marte nel giro di un'ora.

Non amo neanche i vomitofili...ossia gli amici del vomito che non perdono occasione per caricarsi di alcol a tal punto da creare pozze di succhi gastrici misti a vodka e panino con cipolla in ogni metro quadro del lungomare Poetto, arcinota spiaggia di Cagliari, famosa per i 1800 chioschi (si fa per dire ma il numero è alto) che servono da bere di tutto e di più (e di qualità scadente non che caro come il fuoco) scassandoti le orecchie con le lezioni di salsa cubana, gruppi che coverizzano male qualsiasi puttanata dagli anni 70 a Sincerità di Arisa e karaoke con Gavino e Sascia (nomi inventanti ma simili come tipologia a quelli che si trovano nella realtà).

E poi c'è il classico spettacolo dei fuochi artificiali che sarà assurdo ma riesce ad essere migliore di quello di Capodanno e forse è l'unica cosa che veramente mi piace del Ferragosto.

Poi classico pranzo all'italiana tutto pesce, anguria, melone e dolce della casa. E così ferragosto va via un'altra volta.

Buon Ferragosto a tutti!

giovedì 13 agosto 2009

0 La mia Domenica anni 80



Anche se siamo di giovedì mi è venuta voglia di scrivere qualcosa sulla Domenica, ma non una domenica a caso...la mitica, almeno nei miei ricordi, Domenica degli anni 80.

Gli anni 80 per me significano l'infanzia e forse è anche per questo che li vedo sempre ammantati di una luce particolare, per sempre magici anche se magari al tempo che li ho vissuti mi sono sembrati una cag__a. Così è la vita: ciò che non c'è più è sempre più bello di quello che hai nel presente...filosofia di vita altamente positiva e ottimista, l'ideale in una mattinata estiva con l'odore di pioggia che sale dal terreno.

Torniamo a noi.

La domenica era bellissima non come ora che tutti stiamo un po' a smarronarci e a pensare tristemente che l'indomani si tornerà al lavoro o a scuola o all'università. La domenica si viveva dall'inizio alla fine e solo verso l'ora di andare a letto iniziavi a brontolare pensando alla routine del giorno dopo. Per esempio io ero sempre terrorizzata all'idea del lunedì a scuola perchè alle elementari avevo il cagheggio per la mia maestra che era simile ad un ufficiale delle SS. Ecco perchè la domenica era una figata: non c'era scuola innanzitutto.

La domenica iniziava sempre verso le 9 e qualcosa..non sono mai stata una che si alzava tardi e sarebbe stato anche difficile con mia madre che ha sempre avuto un tono di voce uguale a quello di una giovane aquila che si lancia su una preda di buon mattino e ha sempre avuto l'abitudine di accendere il televisore durante la sacra preparazione del caffè Lavazza. Insomma volente o nolente alle 9 e 15 ero giù dal letto e da quel momento iniziavano i preparativi per la MESSA. Eh sì in quei lontani tempi andavo ancora alla funzione domenicale e non rischiavo di essere fulminata dopo aver poggiato il piede all'interno delle sacre mura. Ero una brava bambina che già allora odiava la messa ma che era costretta ad andarci per via del benedettissimo catechismo. Nella mia chiesa non sfuggivano mai le assenze e le presenze e perciò se il mercoledì non volevi essere svergognato dovevi per forza di cose andare a messa la domenica o il sabato sera (che per me era la funzione dei vecchi).

Mi ha sempre messo un senso di ansia quell'odore di incenso, i momenti di raccoglimento (dove io non sapevo mai a che cacchio pensare e mi strizzavo il cervello per farmi venire un pensiero triste), le strette di mano con i vicini di banco che non conoscevi e non sapevi se la mano te l'avrebbero data oppure no. Non lo so la messa è la cosa più triste che ci sia. Penso a chi fa la comunione e ha questa espressione contrita e trafitta da mille spade avvelenate mentre secondo me e forse anche secondo Cristo dovrebbe avere un bel sorriso e l'animo più leggero. Chissà quanti dietro quella finta costrizione nascondono tante porcherie e ti danno a intendere che sono illuminati dalla luce di Dio attraverso una falsa confessione e un pezzo di pane che si incolla al palato.

A parte questa digressione, ricordo bene che il momento che preferivo era quello in cui sentivo le parole "andate in pace" e finalmente si usciva dal buio per entrare nella luce di una bella mattinata di sole su di un cielo azzurrissimo. Mia madre comprava i giornali e poi si andava a casa della mia nonna materna per i saluti settimanali. Questa è una cosa che mi è piaciuta sino a che è stata la classica riunione familiare con tutti i miei cugini e i miei zii. Si giocava e si rideva e poi c'erano i millenari confetti gelosamente custoditi da mia nonna in un immenso contenitore di porcellana. Ce n'erano di tutti i colori ma la cosa veramente forte era che non sapevi a quando risalivano, potevano anche essere quelli del battesimo di qualcuno di noi o di una delle mie zie, la più giovane delle quali allora aveva sui 25 anni. Tirate voi le conclusioni.

Dopo di ciò c'era finalmente il pranzo che si svolgeva sempre o quasi a casa dei miei nonni paterni dove abitava anche la mia zia preferita. Il loro appartamento si trovava nel mio condominio perciò si può dire che erano più le volte che stavo dai miei nonni che a casa mia. Adoravo quella casa pur avendo un gran timore, aveva tanti spazi scuri e poi c'erano le storie di fantasmi di mia zia e di mia nonna su inquietanti presenze che si aggiravano nella notte per i corridoi della casa. Per un bambino non c'è niente di più spaventoso ma allo stesso tempo eccitante, perciò era automatico che io fossi sempre lì anche se molto contribuiva la presenza di un gatto, Prince. Era la gattina di mia zia, scelta da me e luce dei miei occhi. Una persiana cincillà morbida e dolce ma timidissima. L'amavo e ogni volta era una gioia rivederla e poter affondare la mano in quel pelo stupendo. Bhe la domenica c'era pure lei insieme al resto della famiglia.

Ora sembrerà assurdo ma io come prima portata mi ricordo solo gli spaghetti ai granchi che erano la super specialità di mia zia e che poi mio padre ha tentato di imitare nel corso degli anni. Io adoravo quel sugo perchè mia zia aveva la mia stessa idiosincrasia per il pomodoro a pezzi perciò usava esclusivamente la passata con mia grandissima gioia. Poi facevo ridere tutti perchè pretendevo che il sugo fosse da MASCHI e non da finocchi o da femmina. Questo voleva dire che doveva essere bello piccantino altrimenti ero convinta che non sapesse di niente. Un altro classico erano i ravioli e poi il maialetto o l'agnello arrosto..tutte cose che ho accuratamente tolto dal mio menu (tranne i ravioli) perchè non ne sopporto più l'odore, perchè non le digerisco e perchè mi dispiace per gli animali (ormai mi sono ridotta all'hamburger, al wurstel e raramente al pollo).

Ciò che aspettavo era il momento del dessert...cioè il mega vassoio di paste e pasticcini che mia zia comprava nel bar sotto casa quando ancora era un luogo frequentabile e non un ricettacolo di cinghiali a due gambe. Per un bambino (ma anche per me a 32 anni) era il paradiso vedere tutte le varietà possibili di bignè, di dolci, di pasticcini al cioccolato. Ecco devo dire che negli anni non c'è più stato un vassoio di dolci che abbia colpito la mia fantasia e i miei sensi allo stesso modo. Il gusto e il sapore non sono più gli stessi, tutto sa un po' di industriale e alla fine ti passa la voglia di mangiare dolci che sanno di finto.

Mentre pranzavamo si guardava sempre Domenica In ai tempi di Boncompagni e anche questa è una cosa che mi manca terribilmente. Ho sempre trovato quelle edizioni come le migliori in assoluto: semplici, giovanili, familiari e rassicuranti senza essere pallose. C'erano le ragazze vestite tutte uguali con i jeans e una maglietta bianca, c'erano le compilation e il cruciverbone ( e mia madre si attaccava al telefono di casa per prendere la linea e tentare la fortuna...ma non c'è mai riuscita in tanti anni). C'erano le imitazioni di Sabani, le stronzate della Laurito, la sensualità della Fennec e il giovanissimo Pupo che con l'acconciatura a scodella cantava ogni domenica Gelato al Cioccolato. Era un contenitore che durava tantissime ore e che alla fine era condotto da una persona sola ma non ti rompevi mai le palle. Dalle 14 alle 20 era una festa e quando passavano i titoli di coda ti dispiaceva sempre un po'.

Il calcio? c'era c'era ma non esistevano Sky, Mediaset premium o Dahlia. C'era la radiolina e Tutto il calcio minuto per minuto oppure semplicemente andavi allo stadio. I risultati li davano in sovraimpressione in televisione non come ora che sei costretto a mettere sul televideo per scoprire se ti devi incazzare o sei puoi gioire. Tutta questione di diritti televisivi...mah!

Alle 18 c'era il mitico 90 minuto con la buonanima Paolo Valenti malamente sostituito negli anni da Maffei e da mille altri. Era una trasmissione lineare e semplice: schedina, servizi brevi con le immagini dei gol e delle azioni importanti, commento finale, intervista e ritorno in studio per lanciare il servizio successivo, titoli di coda con i gol più belli. Era così bello e povero, senza giri di miliardi e con tutto ciò che serviva. Ora ci riempiono di moviole, di opinionisti del nulla, di interviste, di dietrologie da due soldi.

La domenica continuava la sera dopocena con Drive In, il massimo della comicità e la ciliegina sulla torta di una domenica sempre speciale. Un bel po' di risate con il Tenerone, la Carrà, Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, il Giumbotto, il Paninaro e quel cogl_e di Pier Silvio Berlusconi che stava seduto al tavolino a ridere a comando come tutti quegli altri ragazzi con le pettinature anni 80 e le felpe Best Company. I tempi della presidenza Mediaset erano lontanissimi e tutti eravamo felici senza avere un intrattenitore sulle navi da crociera come premier. In fondo Berlusconi ci stava anche simpatico nel suo essere invisibile e proprietario di 3 canali che offrivano degli ottimi prodotti televisivi. Non sapevamo chi c__o fosse e stavamo da Dio.

La domenica finiva che erano al massimo le 23 e tutti si andava a letto contenti e senza ulcere.

martedì 11 agosto 2009

0 Lady D. Storia di una Principessa Mito


Sono trascorsi quasi 12 anni dalla scomparsa di Diana, la Principessa triste e bella morta a Parigi il 31 agosto 1997.

Quando si pronuncia il nome Diana si pensa immediatamente e unicamente a Lady Di, così come capita solo a quei personaggi che sono entrati nella storia attraverso i cuori della gente, miti viventi nonostante la loro scomparsa spesso prematura.

Diana mi ha sempre affascinato nonostante nell'81 (anno del suo matrimonio con il principe ereditario Carlo) avessi solo 4 anni. Ricordo in modo molto vago le immagini di questa giovanissima ragazza bionda che si avviava a diventare regina come nella più classica delle fiabe. Una ragazza che faceva parte di un'antichissima famiglia aristocratica della Vecchia Inghilterra ma che viveva in modo semplice come una qualsiasi diciottenne. Negli anni il suo volto prima radioso e poi sempre più triste ha riempito le pagine di mille settimanali che trovavo nelle stanze di casa mia.

Ero piccola per capire l'importanza di questa giovane donna ma ero come tutti rapita dai suoi gesti così istintivi e così straordinari, come i baci e le carezze ai bambini africani, ai malati di Aids, ai malati terminali. L'attenzione, l'affetto, la partecipazione al dolore altrui..così lontano dai modi reali, supponenti e distanti della monarchia.

E'stata una principessa Pop, attenta ai bisogni della gente comune ma anche attratta dal mondo della moda, dello spettacolo, dei media.

Tutto ciò l'ha resa cara al mondo e a mia madre che tanto ha pianto alle sue nozze così come la mattina che la notizia della sua morte è giunta anche a casa nostra attraverso un freddo notiziario.

Tanta commozione è stata niente forse rispetto al giorno del suo funerale, quando il popolo, la famiglia reale e il mondo intero ha dato il suo ultimo addio a una donna che nonostante fosse stata privata del suo titolo per tutti rimarrà sempre la Principessa per eccellenza. Io avevo 20 anni e lì ho capito che qualcosa era cambiato per sempre, che qualcosa di veramente importante era andato perso ma che un grande patrimonio morale sarebbe sopravvissuto alla sua morte.

Tutto questo gran preambolo per dire che un giorno di tarda primavera mentre gironzolavo nella mia libreria preferita ho alzato lo sguardo e ho incontrato lo sguardo di Diana che mi sorrideva da una copertina. Ho preso il libro e ho visto che si trattava di una biografia dettagliata (vista anche l'estrema lunghezza del tomo). Lì per lì ho pensato solo che mi avrebbe fatto piacere saperne di più rispetto ad una persona che per tutti era un mito ma che io ho conosciuto solo di riflesso.
Non è stata una lettura facile perchè trattandosi di una biografia è piena zeppa di nomi e di resoconti non sempre strettamente riconducibili alla figura di Diana che, devo ammettere, in gran parte della narrazione è dipinta in un modo non sempre piacevole. L'autrice, storica ex direttrice del Vanity Fair americano, ha un po' la mano pesante nei confronti di Diana, concedendole molti meriti ma spesso riconducendola ad una dimensione molto umana, soprattutto nel rapporto con i media (secondo la Brown dettato dal suo egocentrismo e dalla voglia di rivalsa dei confronti dei Windsor) e nei sentimenti, settore in cui Di era sempre stata sfortunata, rifiutata dal marito da sempre innamorato di Camilla e abbandonata dagli uomini di cui si invaghiva.
Un libro molto completo e adatto a chiunque come me voglia saperne di più rispetto a tutti i retroscena della vita di Diana ma non aspettatevi assolutamente niente sul suo rapporto con i due figli. La cosa mi ha molto delusa in quanto avrei gradito conoscere la Diana madre oltre che la Diana donna, anche solo per capire cosa è rimasto in questi due ragazzi della loro mitica mamma. Ogni volta che si sente qualcosa sui due principi si tratta quasi esclusivamente di scandalucci sull'uso di droghe leggere o sull'aver bevuto un paio di birre di troppo oltre che immagini di donnine nude vicino al rosso Harry. William è un timido, un sognatore, non ha il carisma e la forza della madre, sta sempre un pochino nell'angolo con quest'aria da cagnolino sperduto con sempre meno capelli sulla testa.
Anche la Casa Reale del resto vive il suo declino con un bassissimo profilo. Elisabetta è sempre più anziana e meno capace di incutere timore, la Regina Madre (la cara vecchina in realtà più simile ad una strega che a una dolce nonnina) è deceduta da tempo, Carlo si è infine sposato con Camilla coronando il suo sogno d'amore e rinunciando in via definitiva alla corona. La monarchia si è spenta, nessuno le dà più retta e non crea interesse. Con Diana insomma è morto l'Ancien Regime.
A volte mi domando se tutto ciò sia poi così positivo. In realtà avendo studiato la storia dell'Europa da cima a fondo un po' mi mette tristezza vedere come si è passati dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale alla monarchia immaginaria e simbolica. Alla fine che si tratti di Spagna, Belgio, Montecarlo o Gran Bretagna il discorso non cambia..rimangono solo simboli che alzano la mano quando passano in mezzo alla folla ma ormai non contano più niente a fini politici, sono grassi maiali che vengono mantenuti dallo Stato senza fare un c__o. Si è persa la nobiltà.
Diana incarnava il rappresentante della monarchia lungimirante e democratico, attenta ai bisogni della gente e al centro delle cronache rosa e non. Se i reali fossero avessero preso il buon esempio forse sarebbero ancora al centro della scena e non dietro le quinte come muffite statue di cera.
Se penso poi al nostro Emanuele Filiberto che tanto si fregia di appartenere ad una nobile e antica famiglia di reali e poi (dopo aver miseramente fallito in politica nonostante la vittoria come miglior ballerino a Ballando con le Stelle) si lancia nel nuovo trash reality targato Perego beh un po' di tristezza mi viene. La nobiltà al momento rappresenta bene il degrado della società, avvinazzati e cocainomani viveur nei salotti più in con mostrine e titoli che in realtà non valgono un c_o oltre ad un invito al Billionaire o dalla Marzotto. Persino il Ballo delle Debuttanti ormai riguarda la borghesia, anzi i popolani. Un inutile vestigio di qualcosa che non c'è più.
Diana ci mancherai sempre, nobile principessa ricca di classe ed eleganza




domenica 9 agosto 2009

1 Le tavolate tristi



Non esco spesso, ma quando mi capita osservo tutto con discrezione ma anche con molta attenzione...da sempre interessata a studiare i comportamente dell'animale Uomo.

Ieri ho trascorso una serata in pizzeria in uno dei tipici posti estivi, turistici ma anche molto apprezzati dalla gente del posto. Lo Spiedo Sardo del Poetto. Mentre sorseggiavo una Peroni a temperatura sauna turca, guardavo la gente prendere posto in quelle gigantesche tavolate da 20 persone, nate per fare la felicità dei gestori ma nemiche della comunicazione e del rapporto sociale. Quelle per intenderci organizzate dal soggetto Ics che invita tutti i suoi amici e pazienza se tra di loro non si conoscono, l'importante è la ricorrenza o ancora più spesso USCIRE dalla monotonia del bivano uso coppia convivente.

Se guardi bene puoi vedere le presentazioni iniziali, buone per dimenticare i vari nomi nello spazio di una stretta di mano, la disposizione nel tavolo che solitamente favorisce qualcuno a tutto svantaggio del 60% dei presenti. Poi guardi le facce e capisci che c'è qualcosa che non va.

C'è la coppia che si lancia uno sguardo di comunicazione interna della serie MAMMA CHE PALLE PERCHè C__O SIAMO USCITI STASERA o era meglio la trecentesima replica de La sai L'ultima o la cena dalla suocera. Un colpo d'occhio all'orologio per scoprire se l'ora del martirio sta per finire e vedere invece che non sono arrivati neanche gli antipasti della casa. Vedi queste persone, questi disgraziati che non riescono ad interagire col vicino che solitamente è del tutto indifferente alla loro presenza tanto da averli rimossi dal momento successivo alle presentazioni. Il vicino dialoga con le persone che ha accanto o davanti, solitamente amici di vecchia data e ignora quegli sfigati che ha affianco e che si concetrano sulla 4 Stagioni per evitare di pensare alla serata di merda che si sta svolgendo intorno a loro.

Una tristezza senza fine.

giovedì 6 agosto 2009

0 Wonder Boy I miss you


Ora con l'ultima generazione di console si può tranquillamente affermare che il videogioco è diventato un fenomeno di massa, un passatempo che allieta le serate tra amici (Guitar Hero, Singstar, Buzz), i bambini, le ragazzine, gli inesperti, i veterani, i cosiddetti casual gamer. L'offerta sul mercato è molto varia: Xbox (varietà e numero di giochi), Ps3 (lettore blue ray), Wii, Nintendo Ds. Non esiste più quella che sembrava l'eterna lotta tra Sega e Nintendo. La prima si è data alla macchia dopo il fallimento della sua ultima console Dreamcast (console a 128 bit non all'altezza delle sue sorelle maggiori) e la seconda è sopravvissuta resistendo egregiamente nella lotta tra Sony e Microsoft.
Questa è l'epoca del videogioco semplice e dalla grafica mostruosamente realistica. E' un'epoca che personalmente non mi piace per niente, dove fatico a trovare un gioco che si addica al mio gusto e alle mie esigenze ben distanti dallo sparacchiamento in prima o terza persona, dalla guida per immense città o dalla creazione di livelli idioti da mettere in rete (little big planet..scadente giochicchio lontanissimo dal MIO personale concetto di platform). Mi manca tutto, so che persino Final Fantasy XIII mi deluderà perchè sarà realizzato con l'idea di continuare nella pesantissima strada dell'action rpg game con un pizzichino di strategia togliendo la magia del ragionamento, della calma e del relax delle immense cittadine da visitare. Oltre allo humor nipponico..totalmente assente dall'ultimo episodio (Final Fantasy XII).
Sono una videogiocatrice di antichissima data. Non so bene da quando è iniziata la passione ma ricordo bene le estati trascorse a giocare nei cabinati a Ghost & Goblins, a invidiare con la bavetta all'angolo della bocca il commodor 64 di un amico d'infanzia e a incominciare a rompersi di non avere la possibilità di giocare anche a casa propria per l'ostinazione di genitori contrari a spendere grosse cifre per cazzate che mi avrebbero distratto dai compiti di scuola. Avevo decine di quei videogiochini da passeggio, sullo stile delle console portatili molto ANTE LITTERAM.
Poi è arrivata la promozione in seconda media e il premio. Il mio mitico Master System, console a 8 bit. Tanto voluto, tanto desiderato. Era la seconda metà degli anni 80 e ricordo come mi sembrasse impossibile accendere la console e giocare a Hang On, il giochino di moto che si trovava all'interno del sistema. Passavo giornate intere a curvare e superare quei pixellosi rivali che come me affrontavano intere giornate di corse per raggiungere un inesistente traguardo. Era un gioco che non aveva una fine, si basava solo sul passare del giorno (mattino, tramonto, notte) e sull'accumulo di punti. Era bellissimo nella sua monotonia, così come il gioco della chiocciolina a cui potevi accedere solo azzeccando una stranissima combinazione di tasti.
Solo dopo qualche tempo sono arrivati i videogiochi, quelli veri. Golden Axe, il guerriero che si muoveva in diagonale e mazzolava nani e esseri medievali da un quadro all'altro, Sonic porcospino dall'immensa velocità e dalla difficoltà abnorme. Mi soffermo proprio su Sonic per spiegare cosa volesse dire vivere in un mondo senza password o savepoint...ogni giorno si doveva riniziare da capo e sembra assurdo ma nè io, nè mio padre nè mia sorella ci rompevamo il c__o di rifare tutto. Ci attaccavamo alle 9 di sera e sino a mezzanotte, con gli occhi gonfi, rimanevamo incollati allo schermo con le dita intorpidite e la soddisfazione di essere andati avanti un altro pochetto. Ma il mio preferito rimarrà sempre e comunque Wonder Boy, il ragazzino protagonista del primo simil rpg. Per essere precisi, il primo Wonder Boy, è un platform nella forma più pura e non mi ha mai convinto del tutto. Il secondo e il terzo episodio hanno rappresentato il videogioco per eccellenza, un'avventura capace di trascinarti in un mondo magico e coloratissimo. Ricordo io che urlavo a mia sorella SALTA E SPARA, SALTA E SPARA!!! che poi era una stronzata perchè Wonder Boy aveva uno spadino e non un fucile, ma nella concitazione del momento mi usciva qualsiasi cosa dalla bocca. Ho ancora gli incubi per il labirinto finale dell'episodio numero due...potevi rimanere ore incastrato tra serpentelli e musica ossessiva. Notevole anche Wonder Boy nell'episodio uscito per Mega Drive (Wonder Boy in Monster World) che ricorderò sempre per i salti millimetrici che se sbagliavi potevano pregiudicare tutta la partita soprattutto nelle battute finali prima del Boss Finale. Cito anche Indiana Jones e l'ultima crociata, veramente formidabile, Shinobi, Forgotten Word e mille altri.
Il Mega Drive è stato il passo successivo, un passo obbligato perchè in quei tempi non era consentito passare impunemente da Sega a Nintendo, come ora si fa da Sony a Microsoft. C'era un codice d'onore che ti veniva automatico rispettare e poi ai possessori di Nintendo ho invidiato solo Zelda e Super Mario (che in questi giorni sto giocando in flash rompendomi dopo mezzo minuto di mangiafungo, prendi fiore, salta e elimina). Passare dagli 8 ai 16 bit è stato un salto di qualità ma devo dire che ho sempre preferito il Master System al suo fratello maggiore, in fondo il primo amore non si scorda mai.
Poi è successo qualcosa, ho smesso di acquistare le riviste specializzate (Consolemania) e mi sono buttata all'acquisto di una console che stava frantumando qualsiasi record di vendite. La prima Playstation. Anche qui amore a prima vista, giochi di una bellezza spettacolare e difficili, difficilissimi. Così come quelli delle console Sega. C'era sfida ma anche qualcosa in più, una grafica da urlo e spesso la localizzazione in italiano (una novità bomba per noi italici smanettoni): Crash Bandicoot, Medievil (quanto ho amato il primo e quanto mi ha deluso il secondo!!), Resident Evil, Tomb Rider e....FINAL FANTASY 8, 9
Per la Playstation 2 stesso identico discorso con il proseguio di alcune tra le serie più forti. C'erano le esclusive e ti sentivi un privilegiato a poterle giocare sulla tua piattaforma di gioco. In fondo tutti avevano la Playstation, non c'era vera concorrenza. Ora è tutto cambiato, tutti giocano tutto, si vuole il gioco perfetto ma che sia anche facile e abbordabile perchè la fetta di mercato si è ingrossata a dismisura. Il vecchio videogiocatore si sente un po' preso in giro e guarda questi nuovi giochi come delle bellissime opere d'arte senza anima, magari li compra ma dopo poco li ripone da una parte a prendere polvere. Io ho comprato più di un anno fa Oblivion e non sono riuscita a giocarci per più di una settimana, mi annoiava, lo spostamento a 360 gradi del personaggio mi portava a un passo dal vomito ed era troppo difficile e vasto. Ormai si va dalla facilità più letale (Lego) al casino più pazzesco con troppe strade da scegliere, troppa roba sul fuoco e poca linearità. Non so, penso che si sia perso molto per strada e che la mia passione di un tempo si sia molto attenuata, sino a spegnersi. Ho comprato sullo Store Final Fantasy 7 e ci giochicchio ogni tanto ma l'essermi abituata alle traduzioni in italiano mi rende tutto un casino nero, riconosco la complessità e la bellezza ma non riesco ad apprezzarne in pieno lo spirito. Penso che la Sony avrebbe come minimo dovuto inserire una patch per ovviare al problema visto che siamo nel 2009 ma alzo le spalle e mi adatto come posso sapendo che ormai il mercato del videogioco sta prendendo una china orrenda.
A volte rimpiango la bidimensionalità e la semplicità di giochi con cubettini invece di personaggi. C'era una magia che non c'è più.

0 Recensione Racconti Incantati



Anno: 2008

Durata: 99 minuti

Genere: Commedia - Fantastico

Regia: Adam Shankman

Cast: Adam Sandler, Keri Russell, Lucy Lawless, Courteney Cox

Trama: negli anni 70 Skeeter Bronson, suo padre e sua sorella sono proprietari di un piccolo motel nella città di Los Angeles. Vivono felici nella loro semplicità sino a quando i debiti costringono papà Bronson a vendere il suo piccolo regno ad un potente affarista: Barry Nottingham. L'unica condizione che pone è che suo figlio Skeeter possa un giorno diventare il direttore del nuovo complesso alberghiero che nascerà dalle ceneri del piccolo hotel. Passano gli anni e ormai Skeeter è un giovanotto più vicino ai 40 che ai 30, lavora come tuttofare nell'enorme e lussuoso albergo Nottingham (vivendo in un piccolo monolocale all'interno dell'edificio che altro non è che tutto ciò che rimane del suo minuscolo motel) e ormai ha perso qualsiasi speranza di diventare direttore. Un giorno però viene a sapere durante una conferenza stampa tenuta dallo stesso Nottingham che presto sorgerà un nuovo albergo e che il direttore sarà scelto tra chi presenterà il progetto più originale. Nel frattempo la sorella di Skeeter gli chiede di badare per qualche giorno ai due figli. I bambini, dopo un iniziale diffidenza, si affezionano allo zio e ogni sera inventano un racconto della buonanotte sempre più fantasioso e esilarante. La cosa non sarebbe poi così strana se i racconti non si trasformassero in realtà ma SOLO nella parte inventata dai due ragazzini. Sketeer capisce che l'unico modo che ha per vincere il concorso e diventare direttore è far creare ai due nipoti un racconto che lo veda vincitore. Ma non tutto è semplice come sembra...

Commento: commedia targata Disney con al centro il mattatore Sandler, uno dei comici americani più in forma. Il film è ricco di gag esilaranti e di effetti speciali semplici ma efficaci. La storia è ben congegnata perchè funziona a meraviglia sia come semplice commedia sia come pellicola di genere fantastico, fondendosi in unica creatura gradevole sia per i bambini che per gli adulti.

Il cast, a parte Sandler, è di buon livello e ci mostra vecchie conoscenze provenienti per la maggior parte dal mondo dei telefilm anni 90. Abbiamo Lucy Lawless, la mitica interprete di Xena la principessa guerriera in questo caso l'arcigna addetta alla reception. Keri Russell, la melodrammatica interprete di Felicity. E infine Courteney Cox, la superattiva Monica del telefilm Friends..in questa pellicola particolarmente in là con gli anni e senza smalto. Il signor Nottingham è invece interpretato dal babbano Richard Griffiths, lo zio di Harry Potter nei film della saga.

Concludendo a me il film è piaciuto tantissimo, mi ha ricordato un po' Jumanjii e un po' Cambia la Tua Vita con Un Clic. Gli americani sono strepitosi in questo genere di pellicola e anche qui non deludono le aspettative regalando al pubblico un'ora e mezzo di divertimento e fantasia.

Voto: 7,5.

martedì 4 agosto 2009

3 Boy band, riflessioni sul fenomeno anni 90



In quell'epoca di boy band dalle facce pulite come la candeggina gli unici che riuscivano a colpirmi con le loro melodie melodrammatiche e lo style very fashion (ironizzo naturalmente) erano i Backstreet Boys e ancor prima gli ormai vetusti Take That che vivevano il loro ultimo scampolo di successo legati a 4 sedie nel video di How deep is your love mentre il loro compagno di viaggio Robbie Williams prendeva il largo con la sua nuova carriera da solista. Balletti facili ma che all'epoca ci sembravano delle evoluzioni da vere etoile o da bracker di strada. Vestiti bianchi su abbronzatura scura (frutto di numerose sedute di lampada), capelli curati e crocifisso al collo oltre ad anelloni infilati a 4 dita su 5. Vocine da evirati e grande romanticismo che colpiva la teenager anni 90, ormai stufa del cantante sfigato all'italiana (Masini, Vallesi, Ramazzotti) e desiderosa di tornare ai poster appesi alla parete e alla smemoranda gonfia di foto, testi e poesie.

Rendiamoci conto che noi che eravamo adolescenti in quegli anni venivamo da un vuoto di idoli mica male: Duran Duran, Spandau Ballet, Wham...erano un lontano ricordo fatto di capelli mesciati e spalline da Mazinga Zeta. Erano VECCHI!! ultratrentenni senza un disco in classifica da anni. Avevamo voglia di musica facile ma anche di bei visi, di canzoni da cantare e pettegolezzi da dividere con la compagna di banco.

Ecco perchè le Boy Band hanno avuto un così grande successo. Sono nate nel momento giusto con i loro testi facili e forse un po' banali, orecchiabili e con video di grande impatto che mettevano in mostra il bell'aspetto dei componenti del gruppo (non sempre TUTTI belli, alcuni infatti non entravano mai nella Top Ten dei più appetibili, vedi Gary Barlow..grasso già da allora e onestamente orrendo nonostante il trucco e parrucco). Bei ragazzi che solo in alcuni rari casi erano autori delle canzoni che cantavano, spesso e volentieri nascevano grazie a qualche operazione commerciale non troppo dissimile da quella che qui in Italia ha dato vita al breve fenomeno Lollipop. Nessuno suonava uno strumento, erano lontani anni luce dall'aspetto classico della band in cui oltre all'estetica contava in misura considerevole anche la capacità artistica. La presenza doveva bastare..tanto è vero che raramente si poteva assistere a qualche perfomance dal vivo...il motivo è ovvio...lo studio di registrazione compiva dei veri e propri miracoli nell'annullare le numerose imperfezioni vocali che in una esibizione live si sarebbero pericolosamente tradite.

Ricordo una puntata di un Fantastico o di un Carramba in cui erano ospiti le Spice Girl (versione al femminile delle boy band), avevano cantato qualcosa a cappella su richiesta della Carrà e l'unica che si era dimostrata vocalmente preparata era stata Mel C. Lo stesso poi è capitato un po' con tutte le boy band che dietro lauto pagamento sono andati ospiti a trasmissioni italiane per dire CIAO ITALIA VI AMIAMO con le ragazzine che si strappavano i capelli o piangevano a dirotto davanti al televisore di casa. I manager di questi giovanotti li facevano apparire come dei bravi ragazzi della porta accanto e gli facevano dire le cose giuste (credo in Dio, mi confesso, non fumo, non mi drogo, non bevo, faccio Yoga, mi prendo la briga di far attraversare le vecchiette e raccolgo micini dagli alberi) ma si sa che poi a sipario calato qualcosa non andava per il verso giusto e molti erano incollati alla bottiglia o alla strisciolina bianca.

Penso che nessuno di noi all'epoca abbia mai avuto la convinzione che il fenomeno boy band sarebbe durato a lungo, anche la ragazzina più ina ina capiva che la bellezza non è eterna e che non è facile uscire fuori ogni stagione con una nuova hit che eguagli la precedente. Diciamo che gli stessi Take That, capostipiti del fenomeno se si tralasciano i meno famosi New Kids On The Block, non sono stati prolifici e il loro ritorno sulle scene non ha portato i risultati sperati ma solo l'impietosa visione di come si cambia in dieci anni di anonimato. Le carriere soliste sono andate male un po' a tutti se non consideriamo Robbie Williams che pur non piacendomi ha meritato la consacrazione come uno degli artisti britannici più dotati artisticamente. Una goccia d'acqua in mezzo al deserto.

Tante boy band sono nate dopo la "morte" di quelle precedenti sfruttando ancora un po' la scia e cavalcando successi dalla esse minuscola: 5ive (truzzoni e fintamente cattivi), Blue (puzza sotto il naso e importanti padrini come Elton John), Boyzone (quelli qui sotto che avevano tra le loro fila un giovane Ronan Keating e un omosessuale dichiarato_______vero scandalo per quei tempi ma grande stretta di mano da parte mia), East 17 (mi piacevano parecchio sinchè sono andati in frantumi per uso di droga), N'Sinc (poco noti in Italia nonostante la presenza dell'ancora imberbe Timberlake), Westlife (molto molto simili ai Boyzone...forse perchè entrambi irlandesi), in Italia è giusto citare anche i Ragazzi Italiani che pur essendo delle vere m__e leggo che hanno inciso ben 5 album. Da poco sono spuntati dal nulla anche i misteriosi Studio3 che penso abbiano ben poco traino commerciale e che abbiano successo più per un passaparola che altro. Hanno all'attivo 3 dischi ma nessuno ne ha mai sentito parlare.

Il fenomeno boy band è morto, ufficialmente e senza particolari scossoni. In fondo ora vediamo come leggende i vari gruppi anni 80 che in alcuni casi hanno avuto anche minor vita a livello temporale rispetto alle band anni 90 ma erano veramente capaci di creare gioielli musicali che tutti ancora canticchiano e che meritano un posto nella classifica delle 500 canzoni più belle al mondo. Un motivo ci sarà. Io non ho mai voluto indietro gli Spandau o i Duran perchè erano perfetti nella loro versione giovanile e trashona di quegli anni, mi fa pena rivederli ora con la panza e il riportino. Meglio ricordarli com'erano nella loro spregiudicatezza e nel loro misterioso fascino.

La musica lo sappiamo bene è cambiata, solo alcuni ricordano ancora qualche brano di queste boy band e lo denigra sputandoci sopra...però anche quello è stato un passaggio fondamentale che ha portato a qualcosa di meno piatto e più profondo. Una ricerca musicale che ha dato nuova linfa al cantautore buttando giù dalla torre il semplice esecutore, il balleronzo e il bel faccino. Il gusto musicale ora è più ricercato, più vario, non c'è più il fenomeno sociale...si onora Ligabue, Vasco Rossi, le band come i Negramaro ma chissà perchè chi vende di più continuano ad essere i cantanti. Vedi Marco Carta e Alessandra Amoroso, frutto dei lombi del medesimo talent e poveri burattini nelle mani delle case discografiche più interessate alla personalità e alla faccia piuttosto che alla creatività. Chi esce da X Factor muore artisticamente, è scientificamente provato. Giusy Ferreri aveva amicizie molto in alto e canta brani scritti per lei utilizzando una voce che a lungo andare stuferà. Non fa testo.

I Bastard che dovevano essere il fenomeno musicale dell'anno sono spariti nelle loro malghe...è triste ma è così.

A me la musica che si fa ora non mi piace, oddio posso dire che carina sta canzone ma poi passate due settimane mi rompo un po' le palle di sentirla e le radio ormai ti bombardano con la stessa traccia dal 89 al 108 megaherz. Non c'è più la voglia di far sentire tutti i generi musicali, ti impongono quelli che vogliono loro. Ecco perchè sto sempre attaccata al mio lettore con 400 canzoni vecchie e più recenti (ma non troppo) o a una radio in streaming completamente libera dalla pubblicità e dal deejay molesto. Mi sparo musica dagli anni 70 ai 90 e godo anche a riascoltare Relight My Fire dei Take That.
Qui in basso i Boyzone durante il loro effimero successo e più sotto in un'impietosa foto che mostra il passare degli anni e i pranzi troppo abbondanti




lunedì 3 agosto 2009

0 Cagliari-Sharm...Volo da Paura



Non ho mai avuto grande simpatia per i viaggi aerei sia per le lungaggini del metal detector, controlli, attese, code, perquisizioni sia per la paura insita in ogni essere vivente che abituato da sempre ad avere la terra sotto le zampe si ritrova a volteggiare a migliaia di chilometri dalla superficie terrestre su un mostro di metallo pesante, ripieno di carne umana e valigie.

Ogni tanto leggo di disastri aerei ma non ne vengo mai particolarmente colpita perchè solitamente riguardano compagnie aeree del Turbekistan o del buco di culo nella periferia del mondo perciò ho l'assurda convinzione che nessun aereo che solleva il carrello dal suolo italico possa cadere. Tutta la mia serafica calma viene poi ingurgitata dallo spettro del sospetto quando improvvisamente mi trovo con una cinghia intorno alla vita e la donna vicino a me che recita un rosario mentre un vuoto d'aria mi fa riscoprire il gusto della brioches mangiata al mattino. Fortunatamente ho sempre fatto tratte brevissime perciò il tempo di un sudoku, di una ventina di canzoni nel lettore e di una sfogliata di rivista scandalistica ed ero arrivata a destinazione.

Questa estate però il desiderio di terre lontane mi ha fatto acquistare un pacchetto tutto compreso per Sharm el sheik con partenza da Cagliari...tutta contenta mi apprestavo alla settimana di relax con l'unico pensiero di come occupare 4 ore e mezzo di volo quando caso vuole che proprio ieri, il Boeing AMC (compagnia aerea egiziana) che porta i vacanzieri da cagliari a sharm abbia avuto un "leggero" guasto tecnico dopo 2 ore di volo (si è staccato o rotto un motore) tanto da generare odore di bruciato all'interno della cabina e panico diffuso tra la gente. Come se non bastasse vado a cercare notizie su questa misteriosissima compagnia aerea e scopro che sino a un paio d'anni fa era in Lista Nera e che è tuttora famosa per i problemi tecnici.

Ora, morire a 32 anni non è la mia principale aspirazione nonostante tutto ciò dia un alone di fascino alla mia persona, perciò le soluzioni sono veramente poche. Certo se fossi in rapporti intimi con Berlusconi potrei farmi trasportare in loco da uno degli aerei di stato ma essendo una semplice e squattrinata cittadina italiana devo affidarmi o alla fortuna accettando comunque di usare quella compagnia e trascorrendo le 4 ore più lunghe di tutta la mia vita o sborsare una bella cifra per prendere 2 aerei, facendo scalo non so bene dove e perdendo quasi sicuramente un intero giorno di vacanza MA guadagnando la possibilità non vomitevole di raggiungere almeno l'età di Cristo.

Non so come funzionino i pacchetti in questi casi, credo che i tour operator usino la classica politica del "non vuoi partire con i nostri voli? attaccati al tram e libera la stanza"...

domenica 2 agosto 2009

1 Fotonovela-Ivan...trash con classe...

Ho ascoltato questa canzone giorni fa e me ne sono perdutamente innamorata. E' un esempio della Italo Disco anni 80 con una spruzzata di anima latina e gitana. E' inutile, in passato, sapevano creare musica che faceva sognare, mi è sembrato giusto riproporre questo brano con video e testo


Tu para mi eres la estrellaun corazon a todo color

nuestra vida como una dulce mentira -cuentos tiernos - inventos que inventas tu. Vuela - con tu fotonovela vuela - mujer fotonovela.

Tu para mi solo una historia un medio amor sin solucion

una musica y una cena con velas -siempre tu - fotonovela solo tu.Vuela - con tu fotonovela vuela - mujer fotonovela.

Tu para mi eres la estrella yo para ti no se quien soy.Vuela - con tu fotonovela vuela - con tu fotonovela.Vuela - con tu fotonovela vuela - con tu fotonovela

sabato 1 agosto 2009

0 Superenalotto e Dea Bendata



Ok non faccio fatica ad ammetterlo, faccio parte di quei milioni di italiani e non che tentano la fortuna al Superenalotto. Ogni settimana butto a caso 6 numeri che non sono legati a sogni, date di nascita o di morte...sono semplicemente numeri scelti a culo senza stare lì a studiare strategie o a scomodare gli scienziati della Cabala o dei numeri ritardatari. Penso che sia il Lotto che il Superenalotto siano giochi dove tutto quello che conta sia la fortuna e che tutto sommato siano la rappresentazione legale della macchinetta mangiasoldi con la differenza che uno ti porta via 2 euro e l'altro milioni.

Tento la fortuna con la speranza di azzeccare il 6 naturalmente, ma in realtà non si tratta di speranza, di preghierine a Gesu Bambino o al santo patrono dei dadi...si tratta di malcelata certezza che tanto primo poi il toc toc che sentirò alla porta di casa sarà quella sventola bionda con problemi di vista e tacchi a spillo. Qualcuno mi prenderà per fuori di testa ma sono assolutamente convinta che un giorno avrò la villa a due piani in città o l'appartemento superlusso in centro, tutta la tecnologia all'ultimo grido, il trolley sempre pronto all'uso e qualsiasi cazzatina che al momento non mi posso permettere.

Tutto questo è assolutamente rilassante perchè ti rendi conto che nella vita non ti devi mai preoccupare di un'emerita pippa..come dire: Don't worry, be happy...Non preoccuparti, Sii Felice. Il mio motto, il mio faro nel buio delle seghe mentali...viviamo per godere e il mio personale godimento è avere il mio lumicino nel cervello che mi fa dire stai tranquilla la fortuna è lì a due passi da te.

Tutto questo per dire che non è molto importante se sarò io la fortunata vincitrice di questo stratosferico montepremi...anzi sono piuttosto certa che finirà nel ricco Nord, in Campania o in Sicilia e devo dire che quest'ultima ipotesi un po' mi sega le palle in due perchè penso che dopo le recentissime elargizioni del Signor Papi alla succursale di Arcore, la Silviolandia, il discorso soldi debba spettare a qualcun'altro.

A parte questi inutili discorsi quel che mi preme dire è: perchè la Chiesa per una volta non se ne sta fuori dalle bisacce e lascia fare un po' alla fortuna senza stare lì a sparare cavolate prive di senso? ora secondo Loro il montepremi dovrebbe essere congelato e destinato alle zone colpite dal terremoto. Ma siamo scemi o cosa? io non sono assolutamente d'accordo...credo che tutti gli italiani meritino quei soldi, credo che non spetti a noi poveri granelli di sabbia nella spiaggia delle responsabilità umanitarie rinunciare al sogno di una vita in favore di una popolazione che dev'essere aiutata dalle casse dello Stato o dal capiente portafogli berlusconico.

Credo che la soluzione ideale sia cercare di spalmare il montepremi in modo che anche i 3, i 4 e i 5 possano avere delle cifre più corpose visto che indovinare 3 numeri su 6 non è una cosa da niente.

Comunque buona fortuna a tutti!!

 

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