martedì 11 agosto 2009

0 Lady D. Storia di una Principessa Mito


Sono trascorsi quasi 12 anni dalla scomparsa di Diana, la Principessa triste e bella morta a Parigi il 31 agosto 1997.

Quando si pronuncia il nome Diana si pensa immediatamente e unicamente a Lady Di, così come capita solo a quei personaggi che sono entrati nella storia attraverso i cuori della gente, miti viventi nonostante la loro scomparsa spesso prematura.

Diana mi ha sempre affascinato nonostante nell'81 (anno del suo matrimonio con il principe ereditario Carlo) avessi solo 4 anni. Ricordo in modo molto vago le immagini di questa giovanissima ragazza bionda che si avviava a diventare regina come nella più classica delle fiabe. Una ragazza che faceva parte di un'antichissima famiglia aristocratica della Vecchia Inghilterra ma che viveva in modo semplice come una qualsiasi diciottenne. Negli anni il suo volto prima radioso e poi sempre più triste ha riempito le pagine di mille settimanali che trovavo nelle stanze di casa mia.

Ero piccola per capire l'importanza di questa giovane donna ma ero come tutti rapita dai suoi gesti così istintivi e così straordinari, come i baci e le carezze ai bambini africani, ai malati di Aids, ai malati terminali. L'attenzione, l'affetto, la partecipazione al dolore altrui..così lontano dai modi reali, supponenti e distanti della monarchia.

E'stata una principessa Pop, attenta ai bisogni della gente comune ma anche attratta dal mondo della moda, dello spettacolo, dei media.

Tutto ciò l'ha resa cara al mondo e a mia madre che tanto ha pianto alle sue nozze così come la mattina che la notizia della sua morte è giunta anche a casa nostra attraverso un freddo notiziario.

Tanta commozione è stata niente forse rispetto al giorno del suo funerale, quando il popolo, la famiglia reale e il mondo intero ha dato il suo ultimo addio a una donna che nonostante fosse stata privata del suo titolo per tutti rimarrà sempre la Principessa per eccellenza. Io avevo 20 anni e lì ho capito che qualcosa era cambiato per sempre, che qualcosa di veramente importante era andato perso ma che un grande patrimonio morale sarebbe sopravvissuto alla sua morte.

Tutto questo gran preambolo per dire che un giorno di tarda primavera mentre gironzolavo nella mia libreria preferita ho alzato lo sguardo e ho incontrato lo sguardo di Diana che mi sorrideva da una copertina. Ho preso il libro e ho visto che si trattava di una biografia dettagliata (vista anche l'estrema lunghezza del tomo). Lì per lì ho pensato solo che mi avrebbe fatto piacere saperne di più rispetto ad una persona che per tutti era un mito ma che io ho conosciuto solo di riflesso.
Non è stata una lettura facile perchè trattandosi di una biografia è piena zeppa di nomi e di resoconti non sempre strettamente riconducibili alla figura di Diana che, devo ammettere, in gran parte della narrazione è dipinta in un modo non sempre piacevole. L'autrice, storica ex direttrice del Vanity Fair americano, ha un po' la mano pesante nei confronti di Diana, concedendole molti meriti ma spesso riconducendola ad una dimensione molto umana, soprattutto nel rapporto con i media (secondo la Brown dettato dal suo egocentrismo e dalla voglia di rivalsa dei confronti dei Windsor) e nei sentimenti, settore in cui Di era sempre stata sfortunata, rifiutata dal marito da sempre innamorato di Camilla e abbandonata dagli uomini di cui si invaghiva.
Un libro molto completo e adatto a chiunque come me voglia saperne di più rispetto a tutti i retroscena della vita di Diana ma non aspettatevi assolutamente niente sul suo rapporto con i due figli. La cosa mi ha molto delusa in quanto avrei gradito conoscere la Diana madre oltre che la Diana donna, anche solo per capire cosa è rimasto in questi due ragazzi della loro mitica mamma. Ogni volta che si sente qualcosa sui due principi si tratta quasi esclusivamente di scandalucci sull'uso di droghe leggere o sull'aver bevuto un paio di birre di troppo oltre che immagini di donnine nude vicino al rosso Harry. William è un timido, un sognatore, non ha il carisma e la forza della madre, sta sempre un pochino nell'angolo con quest'aria da cagnolino sperduto con sempre meno capelli sulla testa.
Anche la Casa Reale del resto vive il suo declino con un bassissimo profilo. Elisabetta è sempre più anziana e meno capace di incutere timore, la Regina Madre (la cara vecchina in realtà più simile ad una strega che a una dolce nonnina) è deceduta da tempo, Carlo si è infine sposato con Camilla coronando il suo sogno d'amore e rinunciando in via definitiva alla corona. La monarchia si è spenta, nessuno le dà più retta e non crea interesse. Con Diana insomma è morto l'Ancien Regime.
A volte mi domando se tutto ciò sia poi così positivo. In realtà avendo studiato la storia dell'Europa da cima a fondo un po' mi mette tristezza vedere come si è passati dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale alla monarchia immaginaria e simbolica. Alla fine che si tratti di Spagna, Belgio, Montecarlo o Gran Bretagna il discorso non cambia..rimangono solo simboli che alzano la mano quando passano in mezzo alla folla ma ormai non contano più niente a fini politici, sono grassi maiali che vengono mantenuti dallo Stato senza fare un c__o. Si è persa la nobiltà.
Diana incarnava il rappresentante della monarchia lungimirante e democratico, attenta ai bisogni della gente e al centro delle cronache rosa e non. Se i reali fossero avessero preso il buon esempio forse sarebbero ancora al centro della scena e non dietro le quinte come muffite statue di cera.
Se penso poi al nostro Emanuele Filiberto che tanto si fregia di appartenere ad una nobile e antica famiglia di reali e poi (dopo aver miseramente fallito in politica nonostante la vittoria come miglior ballerino a Ballando con le Stelle) si lancia nel nuovo trash reality targato Perego beh un po' di tristezza mi viene. La nobiltà al momento rappresenta bene il degrado della società, avvinazzati e cocainomani viveur nei salotti più in con mostrine e titoli che in realtà non valgono un c_o oltre ad un invito al Billionaire o dalla Marzotto. Persino il Ballo delle Debuttanti ormai riguarda la borghesia, anzi i popolani. Un inutile vestigio di qualcosa che non c'è più.
Diana ci mancherai sempre, nobile principessa ricca di classe ed eleganza




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