giovedì 25 luglio 2013
1 Mostri contro alieni (2009)
martedì 23 luglio 2013
0 Ricatto d'amore (2009)
lunedì 22 luglio 2013
0 Serate d'estate
venerdì 19 luglio 2013
0 Segnali dal futuro (2009)
giovedì 18 luglio 2013
0 Finalmente a casa (2007)
mercoledì 17 luglio 2013
2 30 giorni di buio (2007)
Adoro gli horror con un forte senso di claustrofobia o che vedono la lotta per la sopravvivenza di un manipolo di persone scampate al massacro. In questo caso particolare tutto è alquanto originale: innanzitutto la vicenda (lunga trenta giorni) si svolge in un paesino sperduto dell’Alaska dove il buio è totale per un intero mese e poi i nemici della comunità sono dei vampiri. Le due componenti si sposano a meraviglia (buio e vampiri formano del resto un binomio cinematograficamente e letterariamente perfetto). Fantastico il reparto trucco che rende i succhia sangue più simili a Nosferatu che al più blasonato Dracula. Inquietanti i tratti allungati dell’intero club dei vampiri, così come il loro sconosciuto e gutturale linguaggio. Rimangono invariati i modi di eliminarli: luce e decapitazione.
Non si capisce bene da dove arrivino ma immagino che la nave presente nelle prime inquadrature sia la loro casa madre. Lo straniero senza nome che spiana loro la strada assomiglia al personaggio matto di Dracula di Bram Stoker (il servitore del conte che adorava le mosche e i ragni per intenderci). Insomma gran parte della liturgia vampiresca viene giustamente rispettata ma scegliendo comunque nuove vie che come dicevo rendono questo film molto bello e ritmato.
Interessante anche il finale, anche questa volta per niente scontato ma ovviamente lascio la sorpresa per non rovinare la visione a chi ancora non avesse visto il film.
Bello bello bello.
VOTO 8
lunedì 15 luglio 2013
0 Jeepers Creepers (2001)
Devo dire che un qualunque episodio di Supernatural risulta più coinvolgente di questo film.
La partenza tutto sommato faceva ben presagire (anche se piuttosto scontata nel panorama horror degli ultimi vent’anni): due giovani fratelli viaggiano insieme in macchina per raggiungere non si sa quale meta prendendo la strada provinciale più deserta d’America. Ad un certo punto vengono tampinati da uno strano furgone dai vetri oscurati che rivedono più avanti fermo davanti ad una chiesa abbandonata. Qui scorgono il conducente del mezzo mentre getta dei corpi in un vecchio tubo infisso nella terra. Ovviamente non proseguono il viaggio ma anzi decidono di fermarsi, approfittando dell’assenza dello strano figuro, per controllare se c’è qualcuno in pericolo. Il fratello scemo cade nel tubo scoprendo così che nello scantinato della chiesa sono presenti centinaia di cadaveri cuciti alla belle e meglio. Riesce a scappare (non sappiamo come) e insieme alla procace sorella decide di chiedere aiuto in un autogrill dove tutti li prendono per matti di passaggio. Solo una sensitiva (naturalmente nera) crede alle loro parole e li mette in guardia dal mostro preannunciando che uno dei due morirà sulle note di Jeepers Creepers.
Insomma diciamo che sono presenti tutti i luoghi comuni del filone teen horror ma sviluppati in modo superficiale e privo di ritmo. Persino gli effetti speciali sono ridicoli: i corpi dei morti sono quanto di più finto abbiano visto i miei occhi, il trucco del mostro pur essendo ben fatto è comunque a livello degli horror anni 80. La paura è un concetto che sta agli antipodi di questo film. Non si trema anzi si sbadiglia alla grandissima, soprattutto sul finale girato tra l’altro nell’oscurità più completa cosicché si percepisce solo un enorme casino fatto di spari, ruggiti e urletti.
E’ chiaro che nessuno di noi si aspetta più il brivido lungo la schiena nel vedere i film attuali (o quasi) ma dovrebbe essere un imperativo categorico quello di confezionare almeno un prodotto godibile che non finisca la benzina allo scoccare della mezzora. Il bello (o il brutto) è che sono stati girati due sequel di questo banalissimo film.
Voto 5
domenica 14 luglio 2013
0 Hooligans (2005)
Matt è uno studente americano cacciato da Harvard a due mesi dalla laurea in giornalismo. Non avendo più un posto dove stare decide di raggiungere sua sorella a Londra. Qui entra in contatto con gli hooligans del West Ham e ne rimane totalmente affascinato, tanto da entrare a far parte della F. A. e da conquistare in breve tempo la fiducia di tutto il gruppo. Conoscerà la violenza ma anche un forte senso di appartenenza che va ben oltre il tifo calcistico.
Questo film è un piccolo capolavoro nel suo genere. Prima di tutto per la regia, semplice ma efficace, priva di zone morte e sempre sul pezzo. Sicuramente l’elemento che più mi ha colpito è senz’altro l’originalità nel far vedere durante la sequenza del sorteggio per il campionato, che tutti i membri della F.A. in realtà non sono dei delinquenti a tempo pieno ma svolgono dei normalissimi lavori (anche di un certo rilievo in alcuni casi), lavori che li mettono continuamente a contatto con persone (pilota d’aereo, professore, etc…), lavori in cui sono apprezzati. Non so se tutto ciò corrisponda al vero ma è sicuramente un punto di vista interessante e nuovo rispetto a tanti altri film che descrivono il mondo degli ultrà come un mondo di feccia e di violenza fine a se stessa. Secondo me il regista ha voluto soffermarsi sull’aspetto più intimista della faccenda, sulla fratellanza che nasce da una passione comune. Matt al suo arrivo a Londra è un sempliciotto che non sa cosa fare nella vita, ma dopo aver conosciuto Pete scopre di poter essere parte di qualcosa.
Ho trovato Elijah Wood perfettamente centrato nella parte del ragazzo per bene che assaggia per la prima volta il sapore della vita vera, così come Charlie Hunnam nel ruolo del duro dal cuore tenero.
Voto: 8
venerdì 12 luglio 2013
giovedì 11 luglio 2013
0 La bambola assassina 2 (1990)
I miei ricordi legati al capostipite della saga di Chucky sono veramente sbiaditi perciò ho apprezzato molto il fatto che nelle prime battute del sequel venga fatto un brevissimo riassunto dei fatti. Sappiamo che la bambola (rimessa in sesto dalla sua stessa fabbrica per evitare cattiva pubblicità) involucro che contiene l'anima di un serial killer è ancora in cerca del bambino per impossessarsi del suo corpo. Perché? Perché è la prima persona a cui ha rivelato la sua vera identità e perché rischia di rimanere intrappolato per sempre nel corpo della bambola. Da qui tutto un turbinio di nuovi omicidi e di grandissime gag insaporite dalle battute mitiche e fulminanti di Chucky. Siamo infatti nel tipico filone horror umoristico che ha caratterizzato tanti film a cavallo tra anni 80 e 90. Personalmente ho trovato questo film spettacolare..mi è piaciuto tantissimo sia nelle parti diciamo comiche che in quelle più ansiogene soprattutto in quei finali non finali che hanno fatto la storia di tanta cinematografia orrorifica del passato. Tutta la sequenza che si svolge nella fabbrica è grandiosa tra inutili e crudelissimi tentativi di eliminare Chucky. Beh insomma se avete tempo procuratevi una copia di questa meraviglia perché non ve ne pentirete. Voto 8
mercoledì 10 luglio 2013
0 Il matrimonio è un affare di famiglia (2007)
Inizialmente pensavo fosse una commedia poi dopo alcune sequenze ho iniziato a capire che si trattava di un film dai toni molto drammatici. La vicenda non è originalissima (se non nella location australiana): Jean celebrità al tramonto non accetta la fine della sua carriera e sfoga tutte le sue frustrazioni sui due figli, Tim e Mark. Il primo è un ragazzo semplice ma terribilmente plagiato dalla personalità accentratrice della madre, così tanto da avere difficoltà sessuali con la sua ragazza. Mark è invece un disabile mentale dalla nascita e perciò fonte di enormi rimpianti per la madre che ha gioco forza dovuto abbandonare i grandi palcoscenici di Londra per accontentarsi di una vita di provincia in Australia al seguito del padre dei suoi figli (anche lui celebrità al tramonto e ai ferri corti con Jean, ormai sua ex moglie).
Il film non nasconde e non addolcisce (e da qui si capisce che non ci troviamo davanti ad un’edulcorata produzione americana) ma anzi si sofferma sulle patetiche scene di gelosia di Jean nei confronti di Tim, sulle sue ubriacature, sul terribile show business che taglia via i rami più vecchi perché ritenuti ormai sorpassati e sul dilemma che attanaglia il povero Tim (da una parte legato alla madre ma allo stesso tempo stanco di non avere una sua privacy).
E’ un gran bel film anche se non è molto noto.
VOTO 7
martedì 9 luglio 2013
0 Panorama dal colle di sant'Elia e torre spagnola
Arrivare in cima al colle non è una passeggiata (soprattutto se non hai le scarpe adatte) ma lo splendido panorama ripaga della fatica. Il colle è importante da un punto di vista naturalistico (flora e fauna) e storico archeologico (rovine di un monastero, presenza di cisterne, due torri risalenti al dominio spagnolo e alla seconda guerra mondiale). Le foto offrono solo un piccolo assaggio di questo meraviglioso e poco conosciuto pezzetto di cagliari...
domenica 7 luglio 2013
0 Cagliari 1996 2013
Cagliari l'ho capita tardi. Anzi si può dire che sto iniziando ad amarla adesso che sto studiando la sua lunga e appassionante storia per poterla far conoscere a chi sardo non è. Quando ero piccola la vedevo piccola come me. Per me Cagliari era il mio quartiere (San Benedetto), il cimitero di san michele nel giorno dei defunti, l'anfiteatro le sere d'estate e via garibaldi il sabato sera. Oltre naturalmente ai parchi e i giardini dove ho imparato ad andare in bici. Nel 1996 a 19 anni Cagliari è diventata per me come il paese delle meraviglie per Alice. Ho scoperto nuovi posti che inevitabilmente sono diventati meta fissa per il mio gruppetto di amici. Il belvedere di monte urpinu per i tramonti e i gelati, via Roma per le vasche e la sala giochi ( e che palle i militari molesti), via dante per i negozi di musica e il bar europa che era uno dei pochi aperto la domenica e che vendesse sigarette (ma come resto ti dava sempre caramelle e mai monete), piazza repubblica per il fast food Rebecca, la quinta al Poetto per un caffè e il jukebox del Twist, viale Marconi per l'Open Gate e la Nuit, piazza Giovanni per il Matherland. Non avevamo i cellulari e per chiamarci usavamo il telefono a gettoni sperando sempre che rispondesse l'interessata e non i genitori. Cagliari era magica perché era nostra complice nelle cazzate: ci sorrideva tra i nostri tiri di canna divisi in cinque, nelle file chilometriche in discoteca, nei litigi e nelle riappacificazioni che duravano il tempo di due ore, nelle nostre prime storie d'amore a ritmo di Articolo 31, Sottotono e tormentoni estivi. Ora che di anni ne ho 36 capisco di essermi persa almeno 10 anni della mia città. Ho vissuto mentalmente lontana da Cagliari per inseguire storie senza senso. Ora che sono tornata in me sento come un richiamo atavico delle mie radici. Una sera in compagnia di amici ho fatto una passeggiata dopo cena in Castello ed è stato come innamorarsi per la prima volta. Ho sentito intorno a me il respiro dei secoli, ho iniziato a capire il privilegio di vivere in questa città unica al mondo che per troppo tempo ho trascurato e dato per scontata. Ogni volta che faccio la salita per la cittadella non posso non fermarmi per ammirare il panorama dall'alto. Respiro piano e anche se è stata una giornata da cazzo mi viene spontaneo pensare che la vita è stupenda sempre e comunque.
0 The horsemen (2008)
Dennis Quaid veste i panni di un ruvido e stroppicciato detective alle prese con omicidi di rara violenza. I corpi delle vittime infatti vengono trovati appesi con ami e ganci direttamente infissi nella carne in modo da morire lentamente e in modo atroce. Gli indizi portano a riconoscere gli assassini nei cavalieri dell'apocalisse...ossia coloro che appaiono sulla Terra all'approssimarsi del giorno del giudizio. La trama è molto gustosa ed è fortunatamente accompagnata da una regia efficiente che mette in scena un ottimo thriller che soprattutto nelle battute iniziali si presenta originale e crudo quanto basta per scatenare curiosità nello spettatore. Il finale è invece piuttosto scontato ma senza intaccare la bellezza del film che merita sia come thriller sia come film di denuncia rispetto ai cosiddetti invisibili.