domenica 7 luglio 2013

0 Cagliari 1996 2013

Cagliari l'ho capita tardi. Anzi si può dire che sto iniziando ad amarla adesso che sto studiando la sua lunga e appassionante storia per poterla far conoscere a chi sardo non è. Quando ero piccola la vedevo piccola come me. Per me Cagliari era il mio quartiere (San Benedetto), il cimitero di san michele nel giorno dei defunti, l'anfiteatro le sere d'estate e via garibaldi il sabato sera. Oltre naturalmente ai parchi e i giardini dove ho imparato ad andare in bici. Nel 1996 a 19 anni Cagliari è diventata per me come il paese delle meraviglie per Alice. Ho scoperto nuovi posti che inevitabilmente sono diventati meta fissa per il mio gruppetto di amici. Il belvedere di monte urpinu per i tramonti e i gelati, via Roma per le vasche e la sala giochi ( e che palle i militari molesti), via dante per i negozi di musica e il bar europa che era uno dei pochi aperto la domenica e che vendesse sigarette (ma come resto ti dava sempre caramelle e mai monete), piazza repubblica per il fast food Rebecca, la quinta al Poetto per un caffè e il jukebox del Twist, viale Marconi per l'Open Gate e la Nuit, piazza Giovanni per il Matherland. Non avevamo i cellulari e per chiamarci usavamo il telefono a gettoni sperando sempre che rispondesse l'interessata e non i genitori. Cagliari era magica perché era nostra complice nelle cazzate: ci sorrideva tra i nostri tiri di canna divisi in cinque, nelle file chilometriche in discoteca, nei litigi e nelle riappacificazioni che duravano il tempo di due ore, nelle nostre prime storie d'amore a ritmo di Articolo 31, Sottotono e tormentoni estivi. Ora che di anni ne ho 36 capisco di essermi persa almeno 10 anni della mia città. Ho vissuto mentalmente lontana da Cagliari per inseguire storie senza senso. Ora che sono tornata in me sento come un richiamo atavico delle mie radici. Una sera in compagnia di amici ho fatto una passeggiata dopo cena in Castello ed è stato come innamorarsi per la prima volta. Ho sentito intorno a me il respiro dei secoli, ho iniziato a capire il privilegio di vivere in questa città unica al mondo che per troppo tempo ho trascurato e dato per scontata. Ogni volta che faccio la salita per la cittadella non posso non fermarmi per ammirare il panorama dall'alto. Respiro piano e anche se è stata una giornata da cazzo mi viene spontaneo pensare che la vita è stupenda sempre e comunque.

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