sabato 28 dicembre 2013

2 The amazing Spider-Man (2012)

A 10 anni esatti dallo Spider Man diretto dai Sam Raimi ecco spuntare dal cilindro un cosiddetto reboot che riscrive interamente la storia del celebre supereroe della Marvel.

Non sono un'esperta del fumetto ma ricordo bene le sensazioni positive alla visione della trilogia curata da Raimi (un regista fantastico) e quando ho saputo dell'uscita di un nuovo Spider Man mi sono chiesta che senso potesse avere, soprattutto alla luce dell'enorme successo riscosso dai tre film di cui sopra, per non parlare del poco tempo trascorso dalla conclusione del terzo.

Bene, ora che scrivo le mie impressioni dopo i titoli di coda di The Amazing Spider Man mi faccio la stessa domanda di quasi due anni fa. Intendiamoci, il film è veramente molto curato e godibile con effetti speciali incredibili e con sequenze meravigliose in quel di New York ma mi ha lasciato quasi fredda. Cosa manca? Un po' tutto credo. Innanzitutto l'aspetto "fumettoso" che invece era molto evidente nei film diretti da Sam Raimi (uno che sguazza da più di trent'anni nell'universo fantastico). 

Il cast poi mi ha lasciato davvero con l'amaro in bocca. Partiamo da Andrew Garfield: sarà quel che sarà ma a me non mi ha dato per niente l'impressione del nerd imbranato (compito che invece è stato svolto alla perfezione da Tobey Maguire). E' un fighetto anche con gli occhiali da vista per non parlare della zazzera fintamente ribelle e lo skateboard sotto braccio. Insomma potrebbe avere successo anche senza mutazioni genetiche.  E la sua arroganza è fastidiosa dall'inizio alla fine del film.
Passiamo a Emma Stone che interpreta Gwen, la ragazza di Peter Parker. Direi che non ha nessuna intensità nè tantomeno credibilità, ha la faccia da attrice televisiva. Ho preferito mille volte Kirsten Durst, bella di una bellezza eterea, intensa, vera. E poi come dimenticare lo storico bacio tra Spider Man e Mary Jane??? Dai!!
Il resto del cast non mi ha detto niente. Sally Field è brava ma mi ha ricordato troppo il personaggio che ha interpretato per anni in Brothers and Sisters.
E poi manca il grandissimo James Franco.

Insomma si è capito che questo film non mi ha convinto per niente e che preferisco di gran lunga il suo predecessore ma ripeto: non si tratta di un brutto film. Diciamo che lo consiglierei a chi si accinge per la prima volta a seguire le gesta di Spider Man.

Voto 6 

sabato 21 dicembre 2013

0 Scusa mi piace tuo padre (2012)

Filmettino di matrice natalizia che vede al centro i problemi personali di due famiglie che vivono nello stesso quartiere e si frequentano da vent'anni. Il padre di una delle due famiglie intreccia una relazione con la figlia ventiquatrenne del suo migliore amico e da qui partono mille conseguenze dal sapore dolce amaro.

Non è una commedia e non è un film drammatico. Non si ride e non si piange. Più che altro ci si annoia dall'inizio alla fine.

Mi è sembrata quasi un'esaltazione delle separazioni come mezzo per scoprire il proprio io: il padre fedifrago scopre l'amore per le giovani donne, la madre tradita scopre che c'è qualcosa di meglio dell'occuparsi dei cori natalizi, i vicini rinverdiscono il sesso stantio con oggetti elettrici e le figlie di entrambe le famiglie trovano la propria strada, una come cameriera in un ristorante a Roma e l'altra come stilista fallita.

Un film decisamente brutto.

Voto 4

venerdì 20 dicembre 2013

0 Diana la storia segreta di Lady D (2013)

Il film è un mediocre biopic sugli ultimi anni di vita di Lady Di. Il regista Hirscbiegel decide di puntare l'occhio della telecamera sull'amore segreto della principessa triste, un cardiochirurgo pakistano di nome Hasnat Khan. La loro relazione, segreta ai più, è descritta in uno dei tanti libri legati alla ormai leggendaria figura di Diana e viene qui elaborata in modo piuttosto scontato e quasi televisivo.
 
Naomi Watts è la cosa migliore di tutto il film, non tanto per la (poca) somiglianza con l'originale quanto per l'apprezzabile impegno nel difficilissimo compito di interpretare il personaggio praticamente più noto del XX secolo. In alcune sequenze è stata addirittura commovente: mi riferisco in particolar modo alla scena nella quale Hasnat decide di lasciarla. Naveen Andrews (Hasnat Khan) sembra più a suo agio sull'isola di Lost piuttosto che nei panni di un medico pakistano che muove i suoi primi passi sul grande schermo.
 
Il film è freddissimo e lento, direi un'ottima occasione sprecata sull'altare del prurito gossipparo di un certo tipo di produttore cinematografico. Diana è un personaggio troppo importante e carismatico per ridurla ad una donnetta che soffre per un amore di cui alla fine non sappiamo niente, neppure se esistesse o meno.
 
Alla fine del film si ha la netta sensazione di aver assistito ad un brutto esempio di cinema, dozzinale, poco attento alla ricostruzione degli eventi, superficiale e poco rispettoso nei confronti di una donna amata dal mondo intero.
 
Voto 4

domenica 15 dicembre 2013

0 Hard Candy (2005)

Film sul tema scottante della pedofilia online interpretato da una giovanissima e alquanto androgina Ellen Page e da un asettico e imbarazzato Patrick Wilson, rispettivamente la "tredicenne adescata" e il "lupo cattivo".
In realtà la Page ricopre il ruolo della vendicatrice di tante coetanee molestate dal viscido over 30. Infatti dopo essere riuscita a farsi invitare a casa dal pedofilo inizia il suo personale gioco del gatto col topo arrivando alla tortura fisica e psicologica dell'uomo costretto alla fine a suicidarsi per nascondere il suo oscuro segreto.
 
Il film è lento come una tortura in pieno stile ed è tutto basato sull'inquadratura incalzante sui volti dei due protagonisti lasciando davvero poco spazio all'azione vera e propria che a conti fatti non esiste. Molto teatrale ma anche poco incisivo, direi molto trascurato nella descrizione del mostro. Questo elemento è molto importante perché la mia impressione (e penso non solo la mia) sul personaggio interpretato da Wilson non è negativa all'ennesima potenza perché il regista non si è minimamente curato di mostrarne il lato oscuro, tutto quello che sappiamo sulle sue morbose inclinazioni lo evinciamo solo dalle parole della Page che certo non interpreta un personaggio molto equilibrato. 
 
Ho trovato il film abbastanza incolore e privo di vera tensione, quasi disegnato intorno alla Page e alla sua falsa innocenza. Evitabile.
 
Voto 5  

martedì 10 dicembre 2013

0 Rischio a due (2005)

Brandon (Matthew McConaughey)è un ex giocatore di football americano che dopo un grave infortunio decide di lavorare come consulente in un piccolo centro scommesse. La sua abilità viene presto notata da Walther (Al Pacino) il proprietario di un importante centro scommesse di New York che gli propone di diventare la sua punta di diamante. Brandon conosce così la bella vita e il lusso, dimenticandosi le sue origini umili ma oneste. Inoltre ben presto anche i suoi pronostici iniziano a non essere più vincenti arrivando a rovinare decine di scommettitori, primo fra tutti lo stesso Walther, preda di una vera e propria dipendenza fisica che non gli permette di dire mai basta, a scapito della sua salute e della sua famiglia. Brandon capisce che è giunto il momento di tornare a casa ma non prima di aver sistemato almeno in parte la drammatica situazione in cui si trova il suo ex capo.
 
Il film mi ha ricordato Wall Street sia per i contenuti che per il rapporto sempre più simbiotico tra il senior e il junior, tra l'uomo d'affari e il giovanotto di belle speranze. Il risultato forse non è altrettanto immortale ma non si può di certo negare che questo non sia un film molto bello e ben recitato. McConaughey mi ha molto colpito soprattutto perché per la prima volta l'ho visto recitare veramente e che dire di Al Pacino? Qualunque copione abbia davanti lo rende spettacolare e trascinante. 
 
Voto 7 

sabato 7 dicembre 2013

0 Una moglie bellissima (2007)

Questo film potrebbe essere sintetizzato con una sola frase: Proposta indecente in salsa toscana.
 
Mariano (Leonardo Pieraccioni) e Miranda (Laura Torrisi) sono una coppia felicemente sposata che vede la propria vita cambiare quando la donna viene notata da un fotografo (Gabriel Garko) che le propone di posare nuda per un importante calendario. Venutolo a sapere, Mariano convince la moglie a rifiutare ma quando viene proposto loro un assegno molto più sostanzioso decide di accettare sperando in questo modo di poter finalmente acquistare un locale dove poter svolgere in maniera più tranquilla e serena la sua attività di fruttivendolo. Inizialmente tutto procede bene fino a quando Miranda cede alle attenzioni sempre più incalzanti di Andrea (l'aitante fotografo) arrivando a tradire più volte Mariano che in modo abbastanza banale (cercando una ricetta nella borsa della moglie trova invece una lettera d'amore di Andrea) scopre tutto. I due si lasciano. Mariano è distrutto e depresso incapace di realizzare che la sua vita così semplice e felice sia cambiata per sempre, mentre Miranda conduce una vita superficiale al seguito di Andrea. La donna però scopre che il suo compagno la tradisce e decide di lasciarlo scappando via in macchina pur essendo ubriaca. Ha un brutto incidente e per questo motivo viene chiamato Mariano legalmente ancora suo marito. Lui si precipita da lei e i due riprendono dopo un lungo anno la loro storia d'amore.
 
I film di Pieraccioni sono sempre molto amari pur nella loro patina di leggerezza e battute alla toscana. Hanno quasi sempre al centro una figura maschile un po' sfigata ma capace di intenerire le donne più belle e questo antieroe subisce sempre qualche sfiga dalla vita che cambia tutte le carte in tavola. Certo, il lieto fine non manca mai ma sempre con una sorta di chiusa amarognola. In questo caso abbiamo la sequenza finale di Mariano e Miranda che mangiano un semplice panino con la porchetta mentre guardano il tramonto e immaginano il loro figlio non ancora nato. A me sembra che nessuno dei due sia veramente contento: Mariano perché ha accettato di ricostruire il suo matrimonio sotterrando sotto il tappeto il tradimento della moglie e Miranda perché ha accettato di tornare col marito solo perché il suo nuovo compagno la tradiva o per un debito di riconoscenza.
 
Tutto questo ne fa un film non scontato e piacevole dove brilla soprattutto la bella Laura Torrisi al suo vero e proprio esordio come attrice. Mi ha colpito per l'immediatezza con cui è riuscita a entrare nel piccolo mondo toscano di Pieraccioni, quello fatto di provincia, situazioni surreali e accento toscano tirato al massimo. Divertente e meno sboccato del solito anche Ceccherini, scontatissimo Garko e perfettamente inutile Papaleo.
 
Voto 6,5


 

0 Come fu che Babbo Natale sposò la Befana - Andrea Vitali

Questo breve romanzo dal titolo così curioso (e aggiungerei furbissimo visto il periodo natalizio ormai alle porte) è una sorta di favoletta per grandi e piccini. In realtà infatti ha due chiavi di lettura che ne fanno un libro per tutte le età: noi grandi ne apprezziamo l'ironia e la descrizione di come anche certi cuori induriti possano sgelarsi grazie alla magia del Natale, mentre i più piccoli possono (forse) apprezzare le indagini di Tom, Carmine e Rebecca riguardo all'esistenza di Babbo Natale.

La scrittura e lo stile di Vitali (che confesso di non conoscere per niente) mi hanno ricordato molto da vicino Gianni Rodari soprattutto per l'uso di cognomi e soprannomi ironici e onomatopeici che spesso fanno riferimento a caratteristiche del personaggio. Anche la ricerca (qui a volte forzata) dell'ironia è un tratto che lo avvicina al celebre scrittore per l'infanzia.

Il mio parere rispetto a questo libro non è del tutto positivo. Parte in quarta per poi arenarsi dopo poche pagine. L'idea iniziale (Tom torna dalla scuola con la classica domanda da bambino che inizia ad avere qualche dubbio per colpa di qualche coetaneo: Babbo Natale esiste veramente?) non viene elaborata a dovere finendo per essere scartata per lasciare spazio alla storia d'amore tra colui che viene dai bambini scambiato per Babbo Natale e Clotilde la domestica di casa Stecchetti (definita Befana dalla padrona di casa in un momento di rabbia). 

Il ritmo è blando, messo in secondo piano rispetto alla ricerca di uno stile forzatamente intimista e poetico. 

Il tutto sembra davvero un'operazione commerciale che certamente frutterà molti proventi allo scrittore e alla sua casa editrice ma che lascerà abbastanza delusi coloro che riceveranno in dono un romanzo così debole e facilmente dimenticabile.

Voto 5

mercoledì 4 dicembre 2013

1 Giorni contati (1999)

Film sul Diavolo con protagonista Arnold Schwarzenegger nei panni di un ex poliziotto incazzato con stesso e con Dio per non aver potuto evitare la morte della figlioletta e della moglie, uccise barbaramente da gente che aveva un conto in sospeso con Jericho (questo è il biblico nome di Schwarzy nella finzione cinematografica). Ma Dio ha un progetto più grande su di lui e infatti lo coinvolge in una storia demoniaca ponendolo come protettore e custode di una ragazza di vent'anni scelta come sposa e madre dal Diavolo in persona (stavolta nei panni abbastanza stravaganti di Gabriel Byrne, uno che di solito recita la parte dell'eroe buono).
Jericho con un vero e proprio arsenale di armi di ogni genere combatterà fino alla mezzanotte del 31 Dicembre 1999 per evitare che Satana riesca ad accoppiarsi con la ragazza. 
 
In questo film c'è un po' di tutto:
 
- l'ansia per l'avvento del 2000 (ore ci fa sorridere ma all'epoca eravamo davvero un po' tutti preoccupati)
- il Vaticano, descritto sempre come un po' infingardo e non molto vicino a Dio (e qui gli esempi di film simili si sprecano)
- il poliziotto ubriacone e dal passato tragico che trova la sua redenzione in un atto fortemente eroico
- New York nello splendore delle sue eterne luci e nell'oscurità dei meandri della sua metropolitana
 
L'elemento chiave sta nel fatto che la trama è quella di un horror virante nel thriller ma di fatto è un action alla Arnold Schwarzenegger con tanto di sparatorie, acrobazie e scazzottate. Non suscita nè paura nè tensione, è semplicemente uno spettacolo per gli occhi e per il cuore di tutti noi che amiamo questo attorone forzuto, buono e sempre fottutamente eroico. In questo film si mantiene ancora benissimo ed è un peccato che abbia perso tanto tempo per fare (male) il governatore della California. Da poco ho visto al cinema Escape Plan e vederlo abbastanza invecchiato mi ha lasciato molta amarezza per questo quando mi capita per le mani uno dei suoi vecchi film è come una piccola festa. Grande merito va ovviamente al suo mitico doppiatore Alessandro Rossi.
 
Non è il film più bello della storia del cinema ma si lascia guardare.
 
Voto 6,5   
 

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