sabato 31 luglio 2010

0 Dylan Dog 156 Il Gigante

 Soggetto e Sceneggiatura: Tiziano Sclavi

 Disegni: Giampiero Casertano

 Trama: mentre un nonno racconta ai suoi nipotini storie fantastiche e un tantino  spaventose, Dylan Dog riceve la visita di una strana ragazza, Darby Dadd, che inizia a parlargli del Piccolo Popolo mettendo in luce il fatto che non tutte quelle graziose creature hanno un animo buono e giocherellone, in quanto alcune di loro hanno un pessimo carattere, come per esempio il gigante Zaron. Secondo Darby è stato proprio l’indagatore dell’Incubo a portarlo fra gli uomini ed è suo compito rimettere le cose a posto. I due, nonostante lo scetticismo di Dylan, si recano in un bosco vicino a Londra e lì grazie ad uno speciale tipo di occhiali, l’uomo riesce a vedere gli gnomi e le fate appartenenti al piccolo popolo. In realtà si trovano a Golconda, luogo molto noto a Dylan e teatro di avventure oltre l’impossibile. La ragazza gli spiega che proprio lì Dylan ha inconsapevolmente aperto un varco per l’arrivo di Zaron, il mangiatore di teste. In effetti i giornali e l’ispettore Bloch confermano a Dylan l’esistenza di un presunto serial killer con la mania delle teste mozzate le cui uniche tracce portano proprio al bosco di Golconda..

Commento: albo leggero leggero come una carezza di fata potremmo dire tanto per rimanere in argomento. Sclavi, Sclavi, ma che mi combini? Si tratta di un periodo di magra a livello di ispirazione creativa? Certo, non lo si può definire un brutto numero, ma un numero decisamente scarso sì. Solita trama alla Decameron con la cornice stavolta  rappresentata dal nonno e dai nipoti (in realtà appartenenti al Piccolo Popolo e scettici sull’esistenza del Grande Popolo, ossia la specie umana) e il nucleo della storia costituito dalle indagini di Dylan Dog. Come botto finale la solita solfa sullo stile del “era tutto vero o era solo un sogno?”. Come intermezzo, infine, le arcinote banalità sulla grettezza umana…il cosiddetto “Sclavi style”, quello che proprio mi spinge ad un passo dall’usare il fumetto come combustibile per i barbecue estivi. Tirando le somme a me questo numero non mi ha fatto né sollevare un quarto di sopracciglio né tantomeno sgranare gli occhi dalla meraviglia. Disegni discreti ma del resto non potevamo aspettarci niente di meno dal grande Casertano. Copertina bruttina e poco affine alla storia.

Voto: 5     

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giovedì 29 luglio 2010

0 La mia idea di viaggio

Nella vita ho conosciuto un mucchio di gente che non sapeva proprio cosa fosse un viaggio, al massimo avevano fatto il giro del circondario od erano arrivati alla fine della strada per poi tornare indietro. La loro idea di viaggio era il week end al mare. Poi ci sono quelli che si sono addirittura spinti fino a Roma, capitale del mondo ma a mio modesto avviso meta di viaggio un po’ superata.

Io ho avuto una gran fortuna invece perchè ho dei genitori che mi hanno abituato all’idea del viaggio come esperienza imprescindibile di vita da quando ero alle elementari. Prima Roma, poi la Toscana (fino allo sfinimento) e poi a mano a mano che mio padre si sdoganava dalla condizione di italiano medio anni 80 siamo arrivati fino in Francia, Germania, Austria, Danimarca, Belgio, Corsica. Abbiamo girato mezza Europa prima con la nostra mitica Panda Blu e poi con la gloriosa seppur gaggissima Ronda. Autoradio con mangiacassette e panini all’autogrill, pranzi al sacco e creperie, ristoranti cinesi sino a scoppiare e cucina del luogo. Non siamo stati i classici italiani da pizza e spaghetti, i miei mi hanno sempre spinto alla scoperta di sapori etnici o autoctoni ed ecco perchè ogni volta che mi capita di sentire le lamentele enogastronomiche della famiglia italiana in territorio extra Stivale mi prende male, moooooolto male. Che minchia partite a fare se tanto non vivete senza cappuccino e maccheroni con la pummarola in coppa? Per colpa di sti stronzi ogni volta mi tocca mangiare la stramaledetta cucina internazionale che l’estate scorsa mi ha fatto disintegrare sul cesso del mio bungalow. Caliamo un velo pietoso. Comunque tornando a noi, i viaggi con i miei sono stati fondamentali, mi hanno aiutato ad apprezzare la vacanza variegata, quella che non disdegna un wurstel mangiato per strada mentre si ammirano le bellezze artistiche, ma anche quella che comprende la grande capitale europea affiancata al classico salto a Gardaland, il museo blasonato e il museo delle cere. Ecco diciamo che non mi sono mai annoiata, non ho mai sofferto della mancanza della settimana tutta chiappe e abbronzatura a Rimini tra animazione trucida e poppe romagnole. C’era anche la settimana tutta sole e mare a San Teodoro per poi riempire un paio di valigie da montare sul portapacchi e prendere la Tirrenia da Porto Torres.

Tutto questo grande via vai è durato fino ai 14 anni poi com’era ovvio mi sono rotta il pacco e ho dovuto aspettare un bel po’prima di aggiungere viaggi alla mia lista personale. Le gite scolastiche non le ho mai apprezzate totalmente, le ho sempre viste come roba organizzata male, costosa, dove si mangia di merda e dove l’obiettivo primario era la prima scopata fuori porta. L’unica volta che mi sono divertita davvero è stato quando in prima liceo ci hanno portato in Sicilia. La peggiore è stata la gita a Parigi in seconda liceo, primo perchè mia madre mi ha obbligato ad andarci nonostante odiassi dal profondo dell’anima tutti i miei merdacompagni, secondo perchè sti cazzo di bimbiminchia volevano andare a dormire alle dieci di sera, terzo perchè la tizia con cui ho diviso la camera si è presa praticamente tutto il letto ad una piazza e mezzo (era pure un cesso russante), quarto perchè le mie labbra sono implose per il freddo di marzo, quinto perchè non abbiamo visto niente e abbiamo mangiato merda.

Poi arrivata finalmente ai 25 anni ho fatto il primo viaggio vero, un tour della Tunisia che mi ha fatto innamorare a prima vista dell’Africa. Non ho viaggiato moltissimo, sono stata a Sharm el Sheik (dove non tornerei neanche se mi pagassero), al Cairo e in Germania. Conosco quasi a memoria Barcellona, ma non la considero una meta di viaggio, piuttosto una breve esperienza di vita. E’ una città che ho vissuto a modo mio, senza cercare il divertimento alcolico o qualche altra merdata da “amiche in viaggio senza uomo”. Avevo un immensa curiosità di visitarla poi per casi assurdi della vita ho finito per vivacchiarci a cadenza bimensile per quasi un anno. Di Barcellona si può dire di tutto e ho sentito dire di tutto, ma una cosa è certa, è la città più tranquilla che io conosca, mai stata derubata o importunata. E’ una città a misura d’uomo, non è grande ma ha tutto. Assomiglia tanto alla mia Cagliari e forse è per questo che non ho mai avuto problemi a girarla da sola, ma come ho detto prima è stata una parentesi.

Quest’estate proverò una nuova esperienza, cioè la crociera. Le sono sempre sfuggita perchè l'ho sempre vista come roba da anzianotti, poi un giorno di primavera mi sono svegliata con l’idea fissa della Grecia e da lì il passo è stato breve. Alla scoperta dell’Egeo: Messina, Smirne, Santorini, Mikonos e Atene. Ormai sono in trepida attesa e solo il fatto di preparare la valigia e andare mi scatena l’urlo liberatorio dopo mesi e mesi di tran tran quotidiano. Voglio viverla al 100% perchè penso che meriti e perchè visto il costo di ogni stronzata mi sentirei male a non sfruttare le singole giornate sino a trascinarmi sui gomiti. Insomma vedremo.

Il sogno più grande resta sempre New York. Se penso a me stessa nelle luci della Grande Mela potrei piangere come una fontana. E’ uno dei prossimi obiettivi e farò di tutto per superare la paura dell’aereo perchè penso che non ci sia niente che valga maggiormente la pena degli Stati Uniti. New York per me è qualcosa che non riesco a spiegare, è passato, presente, futuro. Ci vedo legami assurdi e impossibili con la mia vita, con i miei ricordi e con la mia essenza più profonda. E’ qualcosa che mi scorre dentro le vene. Spero di poterci andare presto, anzi sono sicura che capiterà quanto prima.

Altro piccolo sogno: la settimana bianca a Cortina. Di questo ha colpa la visione ripetuta centinaia di volte del primo “Vacanze di Natale” e anche la passione per lo sci, anche se solo visto in televisione e mai praticato.

Questo inverno invece penso che i miei piedi cammineranno sul selciato di qualche via di Vienna, soprattutto ora che c’è il volo diretto da Cagliari. Come non fantasticare su una tazza di cioccolata e una fetta di sacher in una delle mille sale da the di una delle più romantiche capitali europee?

Insomma come si può capire amo viaggiare all’ennesima potenza. Non potrei rimanere piantata in città per tutto l’anno, ho bisogno di cambiare aria a cadenza trimestrale, che sia Milano, Bali o Pechino.

Buon viaggio a tutti!

martedì 27 luglio 2010

2 Estate 2010

Sono mesi e mesi che aspetto l’estate e adesso che siamo a fine Luglio scopro di non averne ancora vissuto neanche un minuto. Niente mare, niente dormite, niente cazzeggio, solo impegni e molto stress. Potrei essere incazzata invece sono molto fiera di questa estate 2010 ricca di impegni e responsabilità. Luglio soprattutto mi ha dato molto, anzi direi che è stato un corso accelerato di sopravvivenza, sia nella vita che nel lavoro. Ho imparato che ci sono persone che non conoscono la collaborazione ma solo il primato personale e l’opportunismo. Sono quelle persone a cui dai una mano ma che finiscono per prenderti un braccio, quelli che a un esame entrano dicendo non so un cazzo e poi escono sventolando il libretto e urlando 30 e lode. Persone che per sei mesi ti hanno rincorso per avere sbobinature e libri e che si sono ben guardate di restituirti il favore. Per molto tempo sono stata dipinta come Crudelia Demon ma in realtà mi rendo conto che sono un’anima candida che troppe volte ha dato al prossimo un bel tubetto di vaselina e tanti saluti. Ho studiato come una pazza per questo benedetto esame di Paleografia e Diplomatica, un esame che in realtà non era nei miei piani immediati e che ho dato solo perchè spinta a farlo dalla suddetta persona che voleva solo una spalla a cui appoggiarsi (ma questo l’ho capito a cose fatte). Il risultato è stato un voto alto ma non il massimo. Sono arrivata alla conclusione che ormai per me c’è spazio solo per i 30, tutto ciò che è sotto è una fregatura. Il godimento lo raggiungo solo quando raggiungo la vetta, per me il detto “l’importante è partecipare” è una frase da falliti e il fatto di aver dato la mia fottuta anima per prendere poi un 28 beh diciamo che mi ha rovinato i primi due giorni, passati a ringhiare e corrodermi di rabbia, poi come al solito ho digerito e con un bel rutto mi sono liberata di qualunque rimasuglio di rancore, tanto nella vita non serve veramente a niente. Il talento lo riconoscono solo i docenti dotati di intuito e intelligenza, gli altri si fanno stregare dalla filastrocca imparata a memoria. Del resto si sa che le nostre università sono tra le peggiori al mondo e un motivo ci sarà. Comunque la prima cosa che ho fatto è stata cancellare da Facebook la famosa furbetta che ha usato la mia amicizia e i miei favori per scavalcarmi e raggiungere i suoi personalissimi obiettivi. Io la gente così la cancello, non sto neanche a farmi seghe mentali, soprattutto quando mi mandano i messaggi per sapere come sono andata, tanto per sditalinarsi alla notizia che ho preso meno di loro. Roba da vivere sempre con la guardia alzata. Ma la gente fa davvero così schifo?

Luglio è stato anche il mese in cui ho capito che la mia vita è andata avanti, che ha smesso di rimanere sempre sullo stesso solco con quella maledetta puntina che continuava a rimbalzare sullo stesso giro di basso. E’ andata avanti. Era un mercoledì, esattamente il 14 luglio. Ero nervosa, strana, forse triste, forse incazzata e decisamente stressata, avevo ricevuto una notizia di quelle che non mi aspettavo o forse di quelle che segretamente già conosci ma che sembrano non esistere finchè non vengono pronunciate ad alta voce o semplicemente scritte. Ho passato due giorni a trivellarmi il cervello, a stare male, a non capire come fosse possibile che la falsità raggiungesse picchi così alti, a chiedermi come fosse possibile mentire così freddamente e poi vivere la propria vita come se niente fosse. Ho fatto un veloce ripasso degli ultimi anni e ho capito un sacco di cose, ho capito che la cosa più giusta da fare quando ci chiudono la porta in faccia è girarci e cercarne un’altra aperta. Non so bene cosa ho fatto in questo tempo, credo di aver sempre dato fiducia a chi la fiducia l’ha sempre usata come carta igienica e questo è stato il mio errore. Ho pensato ininterrottamente per 48 ore, poi mercoledì sono andata in tilt è ho pianto sino a liberarmi di tutto. Sono state lacrime inaspettate ma necessarie perchè dopo mi si è schiarita la mente e ho smesso di pensare i miei inutili pensieri negativi. So quello che sono, l’ho sempre saputo e non credo di aver perso tempo in questi anni, ho vissuto prima a 60 all’ora, poi a 70, poi a 80 e ora sono di nuovo a 100. Ci ho messo del tempo perchè all’inizio non volevo vivere davvero, volevo solo stare ferma ad aspettare non so neanche io cosa, poi ho schiacciato il piede sull’acceleratore perchè mi stavo scazzando e lì c’è stata la svolta, lì ho iniziato a centrare i miei obiettivi: prima una risata, poi una cena, un film, una chitarra da imparare a suonare, le chiacchiere all’università, il corso di inglese e un nuovo bacio. Il bello del presente e il meraviglioso del futuro. A volte non ci si crede ma un giorno capita che la porta sul passato si chiuda e allora si arriva davvero a capire il concetto di libertà.

venerdì 16 luglio 2010

0 Calendar Men

Si tratta di una serie nipponica risalente al lontano 1982, composta di ben 52 episodi e fornita di uno humor travolgente, come nella migliore tradizione orientale. La storia è questa: siamo nel futuro, il Regno di Calendar ha bisogno di un nuovo re e l’unica persona che può assumere questo alto incarico è quella che catturerà il Cosmopavone, un bellissimo volatile che ama viaggiare nel tempo. I due candidati sono il Principe Sabato, discendente di un ramo estinto della precedente dinastia reale e la Principessa Domenica, figlia del re defunto. I due tornano nel passato che poi sarebbe il nostro presente. Qui si sistemano in una palazzina amministrata da Maigret, un investigatore sfigato che svolge il doppio ruolo di detective e amministratore di condominio. I suoi collaboratori sono Tina Ieri e Beppe Domani, due ragazzi che si scopriranno essere i progenitori della Principessa Domenica. I due ospitano Domenica nella loro soffitta, mentre Sabato, sua sorella Lunedì e gli aiutanti Settembre ed Ottobre vanno a vivere nel sottoscala del palazzo. I due gruppi sono ovviamente ai ferri corti e si lanciano di volta in volta alla ricerca del CosmoPavone grazie alle informazioni ricevute dal Pavonputer, che indica il luogo, l’anno e l’oggetto in cui si è trasformato il magico Pavone. Una volta arrivati al luogo esatto finisce sempre che il pavone riesce a scappare e i due gruppi si fronteggiano con i rispettivi robot: i cosiddetti buoni chiamano in aiuto Kingstar (attraverso una formula di richiamo e una chiave e un lucchetto) e i cattivelli, scimmiottandoli con due bamboline, chiamano i robot progettati dalla funambolica mente di Settembre. Ovviamente ogni episodio si conclude con la sconfitta di questi ultimi che vengono ogni volta graziati da King Star con la frase “odio il peccato e non chi lo commette”, il tutto avviene sempre dopo una fantastica scenetta in cui i 4 recitano la parte dei pentiti, ma alla fine si tradiscono sempre con qualche epiteto contro il Robot che con l’iperudito riesce a sentirli anche dopo essere andato via. Allora li trafigge con una freccia, lasciando tutti in desabillè.

Importante anche la figura di Yattodetamen, la controparte forzuta e carismatica dell’infantile Beppe, che compare sempre col suono di un flauto e con una rosa che lascia a seno nudo Lunedì o in mutande gli uomini. Come non ricordare poi il miticissimo Conte Don Giovanni innamorato pazzo della principessa Lunedì alla quale dedica sempre melense serenate e sguardi languidi?

Questa è solo una minima sintesi dell’anime che è molto ma molto di più. Un gioiello che pochi ricordano e che appartiene sempre alla stessa serie della quale fa parte anche il più celebre Yattamen. Ovviamente le scene osè non mancano e c’è da credere che ora non andrebbe mai in onda, ma se avete tempo e pazienza cercatelo su Youtube e credetemi vi farete matte risate.

W Calendar Men!!! 

lunedì 12 luglio 2010

4 I Robinson ieri e oggi..che nostalgia

Da poco sto rivedendo I Robinson dalla prima serie e non posso spiegare il senso di pace e di serenità che mi infondono quelle mitiche puntate di una ventina di minuti. La perfezione assoluta. Nei palinsesti televisivi attuali non c'è più posto per prodotti di qualità praticamente eterna, perciò spegniamo la Tv e accendiamo Internet.

domenica 11 luglio 2010

0 Falsità…

 Oggi non sono arrabbiata direi piuttosto che trasudo incazzatura da ogni singolo poro della mia pelle. La vedete quella parola là in alto? Quella che inizia con la F, una effe che è il marchio di fabbrica di troppa gente a questo mondo, così tanta che è impossibile non incontrare nemmeno uno di questi squallidi personaggi nel corso delle nostre ingenue vite. Fatevi dire da qualcuno che vi conosce bene quanti manici di coltello vi spuntano dalla schiena. Il Falso o la Falsa, quelli con le belle parole sempre nel taschino e la mascherina sul viso, una bella maschera e tante pacche sulla schiena con la solita mitica frase “io per te ci sarò sempre” nonostante sia una cazzata talmente grande che chiunque la pronunci dovrebbe avere la faccia rossa come un culo di babbuino, rossa di vergogna.

L’essere Falso però non conosce questo sentimento perchè per lui tutto ciò che esce dal suo magico cilindro è buono e giusto, perchè le magagne che possono uscire da qualche suo passo falso se le scrolla di dosso con una bella alzata di spalle e un “c’est la vie”. Non chiede perdono perchè è seriamente convinto di non aver fatto niente di male, perché tutto quello che fa è sempre e solo un gesto d’amore e rispetto nei confronti del prossimo. E’ un/una incompreso/a.

Per me è solo una persona che se ne fotte finché può, che crede che il suo schifoso micromondo sia spettacolare e stupendo ma che in realtà sa benissimo che non ha un cazzo nella vita e passa il tempo ad imitare gli altri come una scimmietta o a volere sempre di più sempre di più sbattendosene di chi calpesta, perchè il SUO di fine giustifica ogni mezzo. E’ una marionetta che recita una parte grazie a varie maschere, ognuna con un’espressione diversa a seconda dell’occasione e della persona con cui ha a che fare. Inutile dire che sopravvive benissimo nella giungla in quanto trova sempre quella ingenua persona che si fa irretire da quei due assi della manica che non mancano mai di farlo/a arrivare a fine giornata.

La notizia bella è che arriva il momento che capisci come funziona il trucchetto delle 3 carte e te ne vai, la notizia brutta è che il mondo continuerà a proliferare di questi abomini su due gambe. Ma la cosa peggiore di questi esseri rivoltanti è che esprimono anche opinioni, stessero zitti si potrebbe anche sopportarli, forse. Esprimono opinioni negative sulla politica, sul popolo, sulla vita, sui vasi da notte, sugli specchietti retrovisori, sulle persone che gli capitano a tiro, su tutto e MAI dico MAI che guardino se stessi e le loro rogne.

  

venerdì 9 luglio 2010

0 Alfie (2004)

 

Remake dell’omonimo film con Michael Caine, risalente agli ormai vetusti anni 60.

Alfie (Jude Law) è un autista di limousine che ama se stesso sopra ogni cosa e che gode della vita, senza impegni nè responsabilità. Piace alle donne per l’aspetto sexy e piacione, per una finta dolcezza che in realtà nasconde solo pruriti sessuali da soddisfare quanto prima. Usa le donne per il sesso, per un piatto di cibo caldo e per i soldi. Le donne per lui sono fondamentali ma solo perchè riescono a mantenere vivo il suo conto in banca e gli puliscono la casa. E’ un perfetto stronzo che non fa promesse, non regala fiori e si preoccupa solo che la cravatta faccia pendant con il completo giacca e pantaloni. Ha una storia con una ragazza madre ma in realtà la tradisce con una donna sposata, fa sesso con la ragazza del suo migliore amico e la mette incinta, incontra per caso una bellissima bionda e la porta a vivere con sè per poi scoprire che un difetto ce l’ha: ride troppo forte. Allora zac, chiude la porta in faccia anche a lei. Ma quando finalmente si ritrova solo, cerca di rimediare ai suoi errori incontrando tutte le sue ex, ma la ruota ha fatto un bel giro e nessuna di loro ha più bisogno di lui.

Ultimo smacco, quello fatale. La donna matura che gli ha fatto battere il cuore, l’unica per la quale ha comprato un mazzo di fiori e che è addirittura pronto a sposare, lo tradisce con un altro uomo. Cornuto e mazziato.

Che dire di questo film? Inizia col botto e finisce con una scorreggia sfiatata se mi permettete questo tocco di bon ton. C’era tutto: un protagonista accattivante, un buon cast di accompagnamento, un continuo rivolgersi alle telecamere per spiegarci passo passo i suoi pensieri, stile, glamour, pathos..e poi? Poi proprio sul finale, proprio quando ci aspettiamo il lieto fine, ecco che ci sparano in pieno viso la perla di saggezza di cui avremmo fatto volentieri a meno: Se non abbiamo la pace dell'anima non abbiamo niente. Oh MIO DIO, perchè ci fate questo? Perchè non un bel calcio nei denti allora? Forse farebbe meno male di questa squallida caramella mou tutta appiccicata e stucchevole. Ecco mi ha fatto arrabbiare questa scelta priva di senso, avrei preferito un The End dopo la scoperta che anche il cornificatore è stato cornificato. Una bella legge del contrappasso senza tanti se e tanti ma. Ero pronta a dare il massimo a questa pellicola anche se a dire la verità poteva tranquillamente finire 20 minuti prima perchè il caffè allungato piacerà agli americani, ma noi italici badiamo più alla sostanza e se si può dire una cosa in un’ora invece che in due è sempre meglio, dico io. Comunque per farla breve il film in questione non va oltre il 6,5. Il lato masochista della cosa è che tutte ma proprio tutte le donne riconosceranno in Alfie uno che hanno malauguratamente incrociato nella vita, la tipica persona che ti tratta come una bambolina di pezza mentre contemporaneamente se la sta facendo con un’altra, quello che arriva a guardarti come se fossi un pezzo della casa e non una persona, che ti dà per scontata e finisce per scaricarti (con una scusa banalissima) e che poi dopo un bel po’ ti viene a cercare per dirti che tu eri la perfezione e lui, il povero mentecatto, non l’aveva capito. Uomini, donne, tutti abbiamo conosciuto una donna o un uomo così. Il mondo è pieno di superficialità non credete? Questo film lo dimostra ma toppa sul finale.     

martedì 6 luglio 2010

0 Alexander (2004)

Alexander

Non si tratta di un film osannato dalla critica, anzi direi che è stato distrutto, fatto a pezzi e premiato con Oscar di latta. All’epoca quello che sembrava saliente di questa lunga e costosa pellicola era il fondoschiena nudo dell’irlandese Colin Farrel. Un frammento di un secondo netto di cui ci si accorge solo se si guarda il film per quest’unico motivo. Con questi presupposti, oltre che per il capello biondo platino dello stesso Farrel, la visione non mi allettava per niente, tanto è vero che ho aspettato 6 anni per vederlo.

La trama rispetta in pieno le fonti storiche e così ci viene offerta davanti agli occhi la breve e gloriosa vita di Alessandro, discendente di Achille ed Ercole. Un uomo succube di una madre forte ed ambiziosa (Olimpiade, interpretata da una bellissima Angelina Jolie) e non tanto amato da un padre accecato dal vino e dalla guerra (Filippo II, interpretato da un quasi irriconoscibile Val Kilmer). Il sogno di Alessandro è la gloria raggiunta attraverso la conquista di territori sconosciuti e l’unione di popoli diversi. L’esercito lo ama e lo segue fino in capo al mondo fino a che non capisce di aver seguito per anni il sogno di un’unica persona, a scapito delle proprie famiglie e di migliaia di vite umane. Alessandro supera il padre nella gloria ma perde tutto quello che per lui conta: Efestione, che rappresenta l’amore di una vita e Bucefalo, il suo cavallo indomabile. Tutto il resto è niente, tutto il resto è superficie e strumento per arrivare ad un sogno solo in parte realizzato, ma la consapevolezza arriva troppo tardi, quando ormai le sue labbra assaporano l’amaro calice dell’odio che ormai lo circonda da ogni parte.

Tutto questo ci viene raccontato dall’anziano Tolomeo, uno dei “falsi” amici e compagni di Alessandro. In un Egitto color pastello detta la storia di Alessandro ad uno scriba ricordando i momenti salienti della sua esistenza. Antony Hopkins, grasso e invecchiato è davvero la parte meno riuscita di questo film e tutto sommato la più sacrificabile volendo essere onesti.

Il film a me è piaciuto tantissimo a differenza di un altro contemporaneo kolossal hollywoodiano, ossia Troy (onestamente inguardabile e vergognoso). Io ho trovato il film appassionante, realistico e come ho detto prima molto attinente ai fatti reali, cosa del tutto anomale per una produzione statunitense. La critica non l’ha capito e si è fermata alla superficie, il pubblico probabilmente gli preferirà sempre Il Gladiatore, ciò non toglie che si tratti di un buon prodotto. Gli si rimprovera anche una certa insistenza sui gusti sessuali del protagonista, troppo orientati verso l’omosessualità, dimenticando forse che in Grecia così come in tutto il mondo classico era un fatto normalissimo provare sentimenti forti per lo stesso sesso, per condivisione di intenti, cultura, guerra, vita e morte. L’unione tra uomo e donna era necessaria, ma il sentimento vero, quello libero da obblighi sociali era quello verso lo stesso sesso.

Puri dettagli. Ora spazio per il trailer 

Voto  

domenica 4 luglio 2010

0 Sex and the City 2 (2010)

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A volte capita (a me succede spessissimo per esempio) di poter andare al cinema solo nella settimana di transizione, ossia quella in cui i film decenti sono appena stati tolti dalla programmazione e quelli belli debutteranno il venerdì successivo. In quei casi si dà una scorsa ai vari trailer e si fa la scelta che faccia meno male al portafoglio, cioè quella che risponde all’equazione giusto equilibrio qualità/prezzo anche se si sa il prezzo è invariabile ma la qualità è una continua altalena con più scendi che sali. Almeno in questi ultimi 2 anni. In un sabato che si preannunciava decisamente mediocre da un punto di vista cinefilo, ho deciso di dare fiducia alle riviste di glamour e ho scelto Sex And The City 2.

Mi piaceva l’idea dell’ambientazione esotica e infine sono stata convinta da qualche battuta pescata qua e là nel trailer (se siete interessati guardate qui). Non partivo con grandi preconcetti perchè conoscevo molto bene il telefilm, seguito più per ragioni sentimentali che per reale interesse. L’orario del resto non era dei migliori ma accontentiamoci di pensare che c’è stato un lungo periodo in cui la censura aveva le lame spuntate e potevamo vedere (perdindirindina!) una serie che faceva del sesso il suo nucleo centrale. Il sesso e le complicazioni delle relazioni uomo/donna, viste dal punto di osservazione femminile, perciò ancora più coraggiose. Insomma, un telefilm che meritava rispetto e che ha dato alla luce due film sul grande schermo. Il primo non l’ho visto, il secondo l’ho voluto provare e sentire che sapore poteva lasciarmi. Insipido, gradevole o eccellente? Direi molto vicino all’ottimo. Lo dico nonostante l’orario di inizio fosse le 22 20 e l’orario di fine l’1, nonostante una giornata stancante e l’aria condizionata da Polo Nord.

Il film è perfetto, una commedia purosangue con ampio spazio alle battute salaci della (incorreggibilmente) ninfomane Samantha, alla crisi coniugale di Carrie, allo stress convulso della povera Charlotte e alla grande determinazione e saggezza della rossa Miranda. Fiumi di champagne, lusso sfrenato e prime consapevolezze dell’età che passa. Le trentenni (e oltre) del 1998 sono diventate mogli e madri di famiglia, qualcuno ci ha visto un inutile tentativo di tenere in piedi un telefilm che ha chiuso i battenti ormai da qualche anno, io invece lo giudico come un onesto prodotto che forse non è molto credibile ma che riesce nello scopo di far ridere, il che non è da tutti. Le 4 attrici erano alquanto detestabili nella serie televisiva, qui diventano umane, quasi delle vicine di casa che potresti incrociare nell’ascensore mentre porti giù il cane. Io lo trovo rassicurante, banale forse, ma piacevole in un panorama cinematografico che non offre niente di più di roba da teenager in piena crisi ormonale (e indecisi tra chi sia più bono tra Jacob e Edward) o principi che saltano e fermano il tempo invece di buttarsi giù da un palazzo e darsi fuoco.

Inutile dire che Sex and the city 2 si rivolge esclusivamente ad un pubblico femminile dai 30 in su, le ragazzine proverebbero pena e gli uomini sbadiglierebbero molto prima della metà dei ben 148 minuti di pellicola.

Voto 8

0 Ansia che morde

time_is_dead_by_MainLiL’ansia è così, un fottuto contapassi da polso che non smetti di guardare se non per il tempo di un film o di un gelato. La combatti col sorriso e un’alzata di spalle e la incenerisci ma come un buon vampiro non teme il fuoco se riesce a procurarsi del buon sangue di giornata. Allora con quei dentini gialli e aguzzi come tagliole riprende a mordermi le caviglie, e inizio a preoccuparmi, sobillata in questo da innumerevoli sms di colleghe tramortite dalla mia stessa paura. Un esame può decapitare la tua autostima, soprattutto se sai di non avere un FermaTempo nel taschino e se il tuo sguardo disperato occhieggia scritture di altre epoche, fin troppo simili a ghirigori da ubriaco con seri problemi di delirium tremens.

PALEOGRAFIA

Un esame, che altro? Ma devi saper leggere, decifrare, districare abbreviazioni ai limiti delle sigle automobilistiche. Tutto questo, più qualche bella dispensa di corredo.

L’estate quest’anno non è estate, è ansia e malessere. Ci provo e non ci riesco, ci provo e ci riesco ma poi interviene la stanchezza e allora mi accorgo che un altro giorno è andato via e io, cazzo, sono l’ottava della lista. Una lista di masochisti che preferisce una ravanata mentale da parte della Lunatica professoressa pluridecorata al merito, che un tuffo al mare con eventuale pisolata pomeridiana. Io sono questo, una che si è immolata per rispettare tempi e che dovrà aspettare fine luglio per cambiare colore e passare dal pallore Twilight, al canonico bronzo cagliaritano.

Evviva.

 

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