sabato 27 novembre 2010

0 Tutto l’amore che c’è (2000)

Tutto l’amore che c’è è un film di Sergio Rubini. Si svolge negli anni 70, nella provincia barese e vede come protagonisti un gruppo di ragazzi dai 16 ai 30 anni che cazzeggiano da mattina a sera in attesa forse di niente forse semplicemente di un’occasione che li porti lontano da quella realtà periferica. C’è chi studia da avvocato e ha una ragazza fissa praticamente da sempre, c’è chi non ha voglia di studiare, chi suona in un gruppo e chi semplicemente trascorre le giornate a fare battute. Un giorno arrivano in paese tre belle e disinibite ragazze della provincia di Milano e tutto cambia. Chi pensava di essere innamorato si scopre in realtà attratto da queste ragazze così libere, così poco provinciali e tanto diverse dalle loro fidanzate storiche. Scoprono il piacere di una spaghettata a mezzanotte e di una casa dove i genitori non rompono mai, ma anzi incoraggiano i proprio figli a socializzare, pazienza se sono le 3 di notte. Come non preferire una donna che si concede senza tanti problemi ad una che aspetta il matrimonio e nel frattempo ti lascia in stand by mettendoti una mano nella patta a pochi metri dalla madre? Come non preferire la bella milanese con gli occhi chiari e il viso d’angelo a quella semplice ragazza di paese con cui passi i pomeriggi a letto a scherzare e a fare l’amore (quell’amore che ti fa dire “ti amo con tutto l’amore che c’è”) ma che rappresenta quel chiodo pesante che ti incatena ad una realtà troppo stretta?

Tutto però non è così facile come sembra e la tragedia o la presa di coscienza è proprio dietro l’angolo. L’occasione per andare via c’è ma non tutti la colgono: tanti anni di abitudine e routine sono più gestibili di un punto di domanda a pochi metri da te e così si rimane ad affrontare il male minore. Solo chi non ha niente da perdere capisce che l’unico modo per essere veramente felice è spezzare invisibili catene e andare via.

Questo film offre spunti interessanti sotto molti punti di vista, ma soprattutto regala uno spaccato sempre attuale della vita di provincia. Racconta il passaggio da una vita monotona ad una che regala sorprese ogni giorno, la prima sigaretta, la prima volta, la voglia di conoscere qualcosa di nuovo, il modo di vedere tutto ciò che sta 10 km lontano dal tuo paese come il Mondo, un Mondo che si invidia e un po’ si teme. Milano come la città della ricchezza, della moda e del benessere e conseguentemente le ragazze settentrionali come portatrici di nuova linfa in un paese di vecchi. Tutto sembra girare molto intorno al sesso ma in realtà seppure ci sia molto sesso, il regista sembra utilizzarlo come uno strumento per far capire quanto sia in realtà vissuto come uno dei pochi modi (insieme ad una birra nel bar di paese) per sentirsi vivi.

Ho trovato particolarmente bella la storia della ragazza (di cui mi sfugge il nome) sinceramente innamorata di Nicola. Una ragazza di paese che però ama la vita e non porta rancore nonostante il tremendo dolore di vedere il proprio ragazzo a letto con un’altra donna forse più bella, più appariscente, più cittadina ma più vuota e facile. E’ il personaggio che cambia le carte in tavola proprio nel momento in cui tutti si sentono pronti per mollare la vecchia vita e passare ad una nuova. Segna il passaggio dalla spensieratezza all’età matura.

Un ottimo film.

Voto: 8  

mercoledì 24 novembre 2010

0 X-Factor 4. Pagelle Finale

DAVIDE: non vince ma arriva secondo, un po’ come capita sempre a tutti i concorrenti della categoria capitanata dalla Maionchi. Una sua vittoria non avrebbe destato scandalo visto che il ragazzo (appena diciassettenne) ha un talento e una timbrica eccezionali oltre che estremamente rari. Il suo graffiato ha colpito dal primo provino, ha sempre cantato bene sebbene non sempre sia stato capace di trasmettere emozioni, ma è giovane e si farà. Ieri è stato alquanto svantaggiato dal duetto con Renga che ha pensato bene di cantare 3/4 di canzone lasciando a Davide quel che restava, cioè niente. Per il resto non ha brillato come è avvenuto in altre puntate, forse per la troppa emozione. Nonostante ciò il suo inedito l’ha cantato bene e ha confermato il fatto che sarà uno dei più richiesti in radio, sperando che nel frattempo possa mettere in cantiere il suo primo album (di inediti e non di cover). Il mondo della discografia ha solo un compito, quello di esaltare le sue potenzialità e gestire la sua carriera in modo consono al suo talento. Non buttiamolo via. Infine, ho trovato penoso il fatto che come era successo per Ruggero, non ha potuto vivere il momento del ballottaggio finale. Aboliamo questa legge o limitiamola ai bambini, altrimenti poniamo come limite i 18 anni per partecipare alle trasmissioni. Voto finale: 7

NATHALIE: è stata la sua serata. Ha vinto meritandolo e dimostrando un carattere e una sicurezza che spazza via qualunque possibile dubbio sulla sua vittoria. E’ meritata e sacrosanta e lo dice una persona che, sbagliando, le ha spesso dato voti mediocri. Ieri si è espressa in modo eccezionale, duettando alla pari con Skin e offrendo esibizioni di altissimo livello. L’inedito continua a essere bellissimo e coinvolgente. Raramente mi è capitato di sentire un brano nuovo che mi colpisse e mi emozionasse in questo modo. La sensazione è che questa ragazza possa davvero diventare una certezza nel nostro panorama musicale, capace di alzare il livello di un mercato discografico dominato da cantanti di plastica, meri esecutori di brani scritti da altri, prodotti di trasmissioni usa e getta. In bocca al lupo Nathalie! Voto finale: 9

NEVRUZ: ecco la nota dolente di questa edizione. Ieri ha confermato ciò che si avvertiva già da un paio di settimane: si è sgonfiato e ridimensionato. Il suo grave errore e continuerò a ripeterlo anche stavolta, è stato non aver avuto il coraggio ( o chissà forse il permesso) di portare qualcosa di suo. Alla fine, il suo inedito continua a sembrare un plagio, continua a non piacermi e soprattutto continua a ridicolizzare la sua persona. Non penso che qualche casa discografica gli offrirà qualcosa di buono. Si è giocato le major (perché non ha vinto) e ancor peggio si è giocato le etichette indipendenti che dopo la scelta dell’inedito preferiranno sicuramente rivolgersi ad artisti meno commerciali e meno inclini alla prostituzione musicale. Forse il termine è un po’ forte ma non ne trovo un altro per sintetizzare l’atteggiamento remissivo e da scimmietta ammaestrata di Nevruz. Era il mio preferito ma nella vita e nei giudizi bisogna essere sempre obiettivi. Ritornando a ieri, il duetto con Zampaglione è stata una gara a chi steccava di più, tutto il resto è noia, maledetta noia. Esce prima dell’ultima manche senza tante storie, consapevole di non aver più assi da giocare. Voto finale: 5

sabato 20 novembre 2010

0 Tutto può succedere (2003)

Trama: Harry (Jack Nicholson) è un uomo sulla sessantina che salta da un’avventura all’altra, scegliendo sempre donne al di sotto dei 30 anni. L’ultima preda si chiama Marin. I due decidono di passare un week end da lei convinti di essere soli ma all’improvviso entra in casa la madre della ragazza sorprendendo l’uomo in desabillet. La donna, Erica, è una commediografa sulla cinquantina, disillusa, gelida e distaccata verso il mondo nei suoi maglioni bianchi a collo alto e nel monotono collezionismo di sassolini bianchi. Harry ha un infarto e viene ricoverato, costretto poi dal giovane medico Julian (innamorato di Erica) a trattenersi a casa di Erica fino alla totale guarigione. I due prima si scontrano per poi innamorarsi. Erica infatti riscopre la vita e se stessa, mentre Harry si spaventa perché non aveva mai iniziato una storia con una coetanea e teme un coinvolgimento troppo impegnativo. Lui decide di tornare a casa sua e lei si dispera quando la sera dopo lo sorprende a cena con l’ennesima trentenne. Dopo un periodo di depressione Erica inizia a frequentare Julian (nonostante la grande differenza d’età) e sembra essere ritornata in se, mentre è il turno di Harry di stare male e soffrire per la mancanza della prima e unica donna di cui si fosse innamorato…

Commento: questo film è delizioso, una commedia romantica delicata e ricca di significati, a volte espressi solo da una frase o uno sguardo. Diane Keaton e Jack Nicholson sono due perfetti innamorati e la nascita del loro amore è qualcosa che riesce a catturare l’anima come pochi film sono capaci di fare. C’è commozione e ci sono sorrisi, tutto sapientemene miscelato da un’ottima regia e dalla bravura di due veri mostri sacri. La Keaton è piacevolmente nevrotica ma allo stesso tempo dolce e credibilissima nella parte della donna che pur essendo stata sposata per 20 anni capisce di essersi innamorata veramente solo alla soglia dei 60. Jack Nicholson che non avevo mai apprezzato nelle vesti di attore leggero, è fantastico e tenero. Un testardo che pur di non arrendersi al passare degli anni finisce per collezionare storie con ragazze poco impegnative e vuote. Un film consigliatissimo a tutti coloro che cercano due ore di grande coinvolgimento emotivo.

Voto: 10     

venerdì 19 novembre 2010

0 Dylan Dog 161 – Il Dio Prigioniero

 

 

 

Soggetto e Sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Daniele Bigliardo

Trama: Dylan e Groucho giungono nel paesino costiero di Bradwell invitati a partecipare all’inaugurazione di un parco acquatico (“Neptuneland”) dal comandante Le Duc e da sua figlia Charlotte. Alcuni addetti ai lavori vengono uccisi da due sicari mentre un treno carico di veleni attraversa tutta l’Europa per portare scorie radioattive nel profondo dell’Alaska. Intanto due loschi personaggi vengono accolti sulla nave di Le Duc: l’ammiraglio Heine (principale finanziatore di Neptuneland) e il signor Colosmith. Nel corso della vicenda si scopre come in realtà Heine abbia accettato di finanziare la costruzione del parco marino per poter utilizzare una grotta in fondo al mare per riversare i rifiuti tossici all’insaputa del mondo e con la connivenza dei governi europei. Dylan e Charlotte vengono avvertiti di questo misfatto da una misteriosa email arrivata all’indirizzo elettronico della ragazza e da questo momento iniziano a indagare…

Commento: bell’albo. Piacevole e dal tema attuale nonostante risalga ormai al 2000. Ovviamente il nucleo di tutta la vicenda è la salvaguardia del mare e della natura oltre che una sacrosanta critica a tutti gli acquari e zoo del mondo. Troppo spesso si tende a considerare questi luoghi come dei bei parchi dove gli animali vivono in totale sicurezza, fregandocene del fatto che in realtà sono ridotti a vivere in spazi angusti e sporchi, lontani dal loro habitat naturale. Messi lì per essere ammirati e nutriti dietro il pagamento di un biglietto. Questo numero di Dylan Dog non è retorico ma veritiero. E’ dura pensare che debba essere un fumetto a denunciare situazioni che spetterebbero ai mass media. Passando al lato tecnico dell’albo, non posso che applaudire sia la sceneggiatura di Ruju che i disegni di Bigliardo. Gli uni e gli altri risultano credibili e ben fatti, soprattutto la parte artistica riesce a comunicare in modo estremamente efficace l’ansia e il ritmo fortemente cadenzato della vicenda. Insomma un albo che non ha niente di soprannaturale ma che ha tutte le carte in regola per essere considerato più che buono.

Voto: 8    

mercoledì 17 novembre 2010

0 X-Factor 4. Pagelle Semifinale

Davide: in Un mondo d’amore mi è sembrato troppo veloce e a corto di fiato. Un po’ banale l’intento di trasformarlo in un Gianni Morandi anni 2000. Esibizione anonima. Voto: 5. L’inedito Il tempo migliore è un brano totalmente easy, talmente pop che parte già come una testa di serie nella classifica di ITunes. Renga parla male della trasmissione e poi scrive una canzone per un concorrente, coerente come la fede politica alla quale appartiene (Berlusconiano). Il testo è da suicidio, deprimente come nella migliore tradizione di Renga. Inadatto per un pupo di 17 anni, ma si canta subito. La Sony esulta. Voto: 6,5. In The Right Thing solo un esercizio di stile. Voto: 7.

Nevruz: in C’era un ragazzo canta in modo caotico, indeciso fino all’ultimo se utilizzare la sua timbrica o la solita, orrida, voce di gola. Le usa entrambe regalandoci un’esibizione altalenante. Di sicuro tradisce lo spirito della canzone concentrandosi più sull’involucro della performance che sulla sostanza del brano. Voto: 5. L’inedito Tra l’amore e il male è quanto di più terrificante esista, oltre che un plagio vergognoso (soprattutto per quanto riguarda la base) di almeno due vecchi brani degli Aerosmith (Mia e Dream On), è una cagata pazzesca a livello di testo. Da taglio di vene. Nevruz non ha avuto il coraggio di portare all’attenzione del grande pubblico la sua musica, ha stabilito che è più importante lo show business piuttosto che la propria dignità di cantautore. Non contano due giri di chitarra in più se poi il risultato è immondezza della peggior specie. Il fatto che il brano sia piaciuto alla Tatangelo la dice tutta sul valore oggettivo di questa canzone. Voto: 3. Ancora la canta tutta di gola e risulta straordinariamente fedele all’originale. La cosa mi spaventa. Voto: 6.

Nathalie: Se Perdo anche te è la mia canzone preferita di Morandi (anzi direi l'unica che mi piace) e Nathalie la canta troppo in punta di piedi. Troppo educatina. Un po’ di verve in più non avrebbe guastato. Voto: 5,5. L’inedito “In punta di piedi” è la cosa più bella dell’intera serata e del suo personale percorso in questa mediocre edizione di X Factor. La mia conclusione è che ci sono cantanti che come interpreti non valgono niente ma come cantautori mostrano un talento eccezionale. Nathalie ha messo in piedi un brano forse un po’ acerbo nel testo ma potente e avvolgente nella musica. Presenta atmosfere new age pur essendo una classicissima ballata. Il più bell’inedito delle 4 edizioni. Ha avuto il coraggio che è mancato al suo compagno di scuderia. Voto: 9. Bette Davis Eyes è un classico degli anni 80 che ben si adatta alla timbrica e al mondo di Nathalie. Perfetto. Questa è decisamente la sua serata. Voto: 7.

Kymera: cantano Occhi di Ragazza nel solito modo fastidioso. Il falsetto non conquista, l’abbiamo capito o no? Caserecci. Voto: 5. L’inedito Atlantide è qualcosa che andrebbe sotto la categoria N. C. (non classificato) o S. V. (senza voto). Ma solo perché il voto corrispondente non esiste in natura. Inizio a capire perché Ruggeri non ha scritto più qualcosa di decente dai lontani anni 80. Qualcuno di molto arguto mi ha suggerito che questo brano potrebbe fare da sigla ad un cartone animato. E’ vero. Uno di quei cartoni moderni con gli animaletti colorati. Non è credibile nel testo e grezzissimo nella musica. Siamo in territorio Jalisse, ci rendiamo conto? Voto: 3.

lunedì 15 novembre 2010

0 Unico testimone (2001)

Non capita tutti i giorni di imbattersi in un film con un buon ritmo e già questo assegna un punto  a favore di questo classicissimo thriller.

Il protagonista è John Travolta che recita la parte del padre eroe, un po’ sovrappeso ma pur sempre eroe. Un padre separato con un figlio dodicenne che lo venera come poche volte capita nella realtà dei nostri giorni dove il massimo che accade è un vaffanculo formato famiglia.

Il ragazzo vive con la madre che nel frattempo ha pensato bene di risposarsi. Pazienza se poi il neo marito è un pregiudicato che ha cambiato nome e città pur di farla franca. Il ragazzino lo odia a prescindere ma quando scopre che la madre aspetta un figlio e che il patrigno è in realtà un assassino decide di denunciare la cosa. Nessuno sembra credergli tranne il padre, costruttore di barche in legno.

La trama è questa né più né meno. Forse è un po’ poco per chi giustamente si aspetta sempre una gran ventata di novità dopo centinaia di film tutti uguali a se stessi. Qui di interessante c’è il ritmo. Il resto è un po’ lasciato a se stesso. Non c’è infatti una grande attenzione alla spiegazione dei fatti precedenti al nucleo della vicenda. Da quanto tempo il fidanzato della mamma vive con la mamma? Perché i due genitori si sono separati? Perché hanno scelto un attore mono espressione e antipatico per recitare la parte del figlio?

Non lo sapremo mai. L’unico consiglio che mi sento di darvi è: se avete una serata noiosa da far passare, beh questo film merita una chance. Non aspettatevi finali rocamboleschi o colpi di scena da balzo sul divano. Niente di tutto questo, solo una sana pellicola che sta su binari come un trenino della Lego.

Voto: 6  

mercoledì 10 novembre 2010

0 Terra Ferma – Matilde Asensi

 

Matilde Asensi è una gran brava scrittrice iberica che ha fatto del romanzo d’avventura il suo asso nella manica. Ha dalla sua parte una scrittura scorrevolissima e semplice, immediata ma anche molto evocativa. Non è una che si perde in lente descrizioni di ambienti, situazioni o stati d’animo, lei scrive di getto, alternando parti dialogate a pura azione narrativa. E’ una scrittrice di talento che ha sicuramente superato se stessa nella stesura dell’Ultimo Catone, finora il suo miglior best seller.

Matilde Asensi è anche una che non bada più di tanto alla coerenza e al realismo delle storie che racconta, cercando più che altro di far accadere cose (per lo più impossibili) di puro divertissement per il lettore. Un lettore pop (io per prima) ama il suo stile perché è ingenuo e senza secondi fini, non è moraleggiante e non si prende sul serio. Le storie narrate dalla Asensi ti coinvolgono fino a farti vestire i panni dei suoi eroi e delle sue eroine e pazienza se tutto è molto simile ad una trasposizione narrativa di un film di Indiana Jones.

Tutto questo gran preambolo per dire che la Asensi ha scritto tanta bella roba ma qui è proprio inciampata malissimo, una bella buccia di banana sulla sua carriera rispettabilissima. Il romanzo è corto e di questo la ringrazio vivamente perché il ritmo non è dei più intensi. Penso che la sua volontà sia stata quella di voler riproporre a distanza di secoli il genere in voga nella Spagna del 600/700, ossia il romanzo picaresco di cui è mirabile esempio il Lazarillo de Tormes (grazie al quale stavo per essere sbattuta fuori all’esame di letteratura spagnola, perciò da me “amatissimo”). La protagonista è Catalina, giovane spagnola appartenente ad una nobile famiglia decaduta e promessa sposa ad un ricco e non del tutto normale uomo, che abita nei territori della Terra Ferma, ossia il Nuovo Mondo. La sua nave viene attaccata dai pirati e lei si getta in mare per mettersi in salvo. Arriva in un’isola desera e lì dopo qualche tempo viene stanata dall’anziano capitano della nave Chacona che conosciuta la sua storia decide di farla travestire da uomo e trasformarla in suo figlio adottivo. Da qui poi inizia tutta la storia che è più che altro incentrata su storie di contrabbando e onore perduto.

Insomma se le prime 20 pagine ti fanno divertire le successive 100 ti tramortiscono con tutta una sequela di nomi e soprannomi spagnoli, con un intreccio degno di una telenovela anni 80 e con dialoghi scarni e molto poco realistici (un po’ come i dialoghi tra Don Rodrigo e i Bravi nella piece dei Promessi Sposi rifatta dal Trio Solenghi, Marchesini e Lopez).

Insomma diciamo che questo libro per il momento si aggiudica l’ultima posizione tra i romanzi scritti dalla Asensi. 

Voto: 6

0 X-Factor 4. Pagelle Undicesima puntata

Francesco Facchinetti: lo odio. Punto e basta. Non sa proprio cosa sia l’imparzialità, però è capacissimo di fare la morale a tutti. Nel ballottaggio finale ha toccato definitivamente il fondo quando un centesimo di secondo prima che Elio dicesse il nome dell’eliminato l’ha bloccato con toni da SS intimandogli di rispettare il regolamento che impone di giudicare l’intero percorso e non solo le esibizioni della serata. Non contento si è improvvisato marmista realizzando negli ultimi secondi della trasmissione un vero e proprio monumento alla memoria e al coraggio di Stefano Filipponi. I Kymera? Tappezzeria. Voto: 0 (visto che più sotto di così non si può andare).

Elio: l’unico che ha mostrato la coerenza che dovrebbe essere l’unico punto fermo di un giudice in una competizione canora. Manda a casa Stefano perché Stefano non solo ha fatto una, due, tre, quattro pessime performance nel corso della serata, ma soprattutto perché non ha mai dimostrato di avere talento. Voto: 10

Mara Maionchi: ha pianto falsissime lacrime di circostanza e soprattutto si è macchiata di una bruttissima frase nei confronti dei Kymera, colpevoli di sfidarsi contro il suo pupillo. Invece di eliminarli con la semplice motivazione che preferiva sostenere uno della sua squadra, ha pensato bene di eliminarli aggiungendo delle critiche fuori luogo (“vi siete esibiti come delle vecchie cantanti” o qualcosa del genere) condite anche da un’aggressività non comune. Pessimo spettacolo. Voto: 0

Anna Tatangelo: quando ho visto chi c’era al ballottaggio ho intuito subito che Miss Simpatia Domani avrebbe fatto qualche cagata delle sue. Ha passato gli ultime due mesi a criticare Stefano accusandolo di aver rubato il posto a migliaia di giovani più meritevoli di lui, ha montato un casino dell’altro mondo per dimostrare che Filipponi rappresentava l’antimusica per eccellenza, ha litigato con cani e porci sostenendo che solo lei aveva il coraggio di dire che era stonato e poi al momento di dimostrare tutto questo con un gesto coerente e legittimo cosa fa? Dice che non si vuole prendere la responsabilità e se ne lava le mani. Penso che questa sia la giusta chiusa della sua inutile presenza in questa e in qualunque altra trasmissione. Voleva farsi conoscere per quello che era, beh il bilancio finale è molto chiaro: è antipatica, incoerente, priva di argomenti, totalmente ignorante in materia musicale e soprattutto VECCHIA. Voto: 0

Enrico Ruggeri: niente da dire, a parte il fatto che dovrebbe ricordarsi che è pagato per esprimere giudizi chiari anche per il resto dell’umanità. Voto: 6

Morgan/ Simona Ventura/ Claudia Mori: il voto globale è intorno al 2 ma solo grazie a Morgan e a come suona bene il pianoforte perché in realtà il Trio dei Trombati e Ammutinati meriterebbe uno 0 grande come le palle che mi sono fatta per sopportare la loro inutile presenza. Morgan che dalla Bignardi ha lanciato battutine al vetriolo su tutto il carrozzone di X- Factor 4 risponde presente per un lauto cachet, dimenticando di essere stato volutamente trombato dai cani antidroga della Rai (che importa se poi quegli stessi censori ti permettono di cantare a quasi un anno di distanza la canzone che loro stessi ti hanno impedito di presentare a Sanremo? Che importa se poi ti tocca duettare con la Tatangelo che non sapevi neanche chi fosse e se questa ha pure paura di sedersi vicino a te per timore che le sporchi il vestito?). La Ventura che è solo un mascherone rifatto che lancia fango su X-Factor ma solo attraverso le interviste su Chi. La Mori che ha tentato il tutto per tutto dal primo minuto della trasmissione per salvare il culo a Stefano dimenticandosi che forse in certi momenti (vedi il ballottaggio finale) sarebbe stato più civile tacere. Voto: 2

Davide: nella prima manche ha distrutto gli U2 o forse sono loro che hanno distrutto lui. La voce mancava e si è inevitabilmente spezzata più volte. Seconda manche da paura con un’interpretazione di Sally che risulta quasi migliore dell’originale. Voto: 8

Nevruz: ennesima canzone difficile e poco conosciuta ma il ragazzo se la cava bene recuperando il carattere che aveva perso nell’ultima puntata. Molto bene. Seconda manche meno precisa. I Depeche Mode erano la scelta giusta ma la voce era sbagliata. Dovrebbe cercare di non cadere nella tentazione di utilizzare quel timbro di gola che rovina la sua bella voce naturale. Quasi commovente la sua ammirazione per Morgan che invece non ha perso occasione per smontarlo, ovviamente lontano dalla diretta ma nel sicuro di un confessionale. Voto: 7

Kymera: cantano come al loro solito, se ti piacciono le coppie canore e di fatto non puoi non apprezzarli, altrimenti li odi. Con loro si vive un po’ l’effetto Jalisse, amati a casa ma abbandonati in fretta per mancanza di spessore e perché decisamente fuori moda, direi come un vecchio merletto della nonna. Al ballottaggio si lanciano nella banalissima Adagio e questo a parer mio fa di loro la classica icona gay che sventola le piume ai Gay Pride o che si esibisce nei privé di una discoteca omosex negli intermezzi revival. Un po’ come era successo nel precedente ballottaggio in cui avevano cantato Hijo de la luna. Fastidiosa Breathe. Inutile dire che ieri erano solo uno strumento per liberarci di Filipponi. Voto: 5

Nathalie: ieri ha rovinato i Red Hot Chili Peppers, steccando che è una bellezza, poi nella seconda manche ha fatto perdere la mascella a tutti, me compresa che non la amo particolarmente. Elegante, raffinata, di gran classe e soprattutto misurata. Voto: 7,5

Stefano: prima manche tutto sommato decente, seconda manche da mani nei capelli, soprattutto rispetto ai suoi colleghi. Nel ballottaggio tanto atteso (almeno da me) distrugge l’una e l’altra canzone. In quella di Benigni voleva giocare di nuovo sull’effetto emozionale ma gli è andata male, nel pezzo a cappella gli si spezza la voce e restiamo tutti in silenzio in attesa che qualcosa accada, beh accade che sta zitto finché decide che forse ma proprio forse è il caso di cantare un altro po’. Anche a quelli dello Zecchino d’Oro insegnano ad andare comunque avanti fino a finire la canzone a meno di un allarme bomba nello studio. La novità di ieri è stata elargita da Morgan che gli ha suggerito di dire le cose cantando, tutti erano lì sbalorditi come il primo uomo che ha inventato la ruota. Finalmente comunque se ne torna a casa. Voto: 4

martedì 9 novembre 2010

0 Uno sguardo dal cielo (1996)

Gli americani possono essere giustamente ritenuti i Re incontrastati della commedia natalizia, amano e rispettano il Natale in un modo che noi non potremo mai veramente capire. Infatti il cinema italiano le poche volte che investe soldi in pellicole di ambito festivo familiare ne tira fuori pasticci volgari con protagonisti De Sica e Boldi oppure commedie agrodolci finalizzate a mostrare l’ipocrisia di certi rapporti familiari (vedi il magnifico e consigliatissimo Parenti Serpenti del grande Monicelli).

Gli americani invece si impegnano in modo quasi ossessivo nel tentativo di salvaguardare la principale festa dell’anno, lo fanno con quella glassa che a tanti può risultare indigesta, un eccesso di zucchero che a volte risulta pesantissimo da smaltire. Questo film ne offre un esempio molto calzante. Non basta la presenza di un grande come Denzel Washington per risollevare le sorti di una pellicola che non offre sorprese ma tanta banalità e una recitazione al di sotto della media.

Whitney Houston è incolore, la sua presenza si sente solo al momento delle numerose canzoni che ci vengono snocciolate lungo tutto il lunghissimo arco del film. Non è un’attrice e si vede, sembra una statua di cera che si anima solo quando ha in mano un microfono. Inoltre non risulta credibile nella parte della moglie del pastore, interpretato senza grinta da Courtney Vance. Un bel visino e una grande voce (se vi piace il genere), ma la recitazione sta da tutt’altra parte. Certo, la sua presenza sarà stata senz’altro di richiamo in un periodo in cui aveva da poco sfondato ai botteghini con The Bodyguard, ma qui mostra tutte le sue numerose pecche.

Denzel Washington, molto lontano dal suo mondo fatto di thriller e filmoni drammatici, recita la parte dell’angelo corso in aiuto di un pastore che ha scordato la sua missione di uomo di Dio, per giunta in procinto di perdere la moglie e la sua comunità di fedeli. E’ un angelo non sui generis in quanto finisce per innamorarsi della bella moglie del parroco, rinunciando a lei solo per ordine di Dio.

Ma in tutto questo il Natale dov’è? Il Natale è un pretesto, lo si vede attraverso le decorazioni e lo si sente attraverso le mielosissime canzoni in tema cristiano che costellano il film come indigesti canditi su un panettone.

Non è un bel film, all’inizio potrebbe anche trarre in inganno ma perde subito di ritmo passata la prima mezzora.

Voto:  

domenica 7 novembre 2010

1 X-Factor 4. Pagelle Decima Puntata

La peggiore puntata della storia di questo programma.

Lorella Cuccarini: è diventata la brutta copia della più amata dagli italiani. Pesante in senso fisico e morale, pettinatura vecchia, collo da rottamare, non sa più muovere due passi e per giunta cade come nel più classico dei filmati di Paperissima. Per il canto poco male visto che non ha mai saputo cantare. Voto: 4

Francesco Facchinetti: ora fa l’aziendalista e decide di non concedere a Ruggero i 5 abbondanti minuti che gli avrebbero consentito di esibirsi nel ballottaggio. Tutto perché una stupida legge vieta che i minorenni si mostrino in video dopo la mezzanotte. Il problema però è che alla mezzanotte mancava davvero un pacco di tempo e la scelta del Facchinetti è sembrata alquanto paracula. Scandaloso il suo tentativo quasi riuscito di liberare il programma da Nevruz con filmati studiati ad hoc per metterlo in cattiva luce. Voto: 0

Elio: male malissimo. Ha dato a Nevruz due canzoni sconosciute sapendo bene che al sabato la gente cerca solo la canzone pop. Non ho capito il motivo di questa inversione di tendenza. Ha dimenticato a casa anche le argomentazioni rispetto ai giudizi di fine esibizione. Ormai è tutto un sei forte, mi sei piaciuto e stop. Voto: 3

Mara Maionchi: l’unica che si mantiene costante nel corso delle puntate. Niente da segnalare a parte il poco coraggio dimostrato nel salvataggio di Ruggero quando è dall’inizio che dice di voler produrre Nevruz. Voto: 6

Anna Tatangelo: inutile e dannosa. Direi che rispetto alla vicenda di Stefano ha dimostrato quanto non abbia la faccia di dire fai cagare e dovresti andare a casa. Il salvataggio di Ruggero dimostra come i suoi gusti musicali siano di un prevedibile allucinante. Impagabile poi la sua espressione di rabbia e disgusto quando la Cuccarini ha elogiato i vari cantanti che escono dai Talent e stanno ai primi posti in classifica. Voto: 0

Enrico Ruggeri: nei giudizi si nasconde sempre dietro frasi criptiche che vogliono dire tutto e niente. Neppure lui si sente in grado di sopportare il pianto di Stefano e così propende per un falso giudizio positivo. Si salva in zona cesarini con il salvataggio di Nevruz. Voto: 5

Kymera: vanno avanti e ci si chiede perché. Mi sto convincendo che dipenda tutto dal considerarli una coppia all’Albano e Romina, rassicuranti come una pagnotta fatta in casa e familiari come un bicchiere di vino con un panino. Non importa la voce né i limiti tecnici, vanno avanti come panzer e amen. Meglio nella prima manche che nella seconda. Voto: 5,5

Nevruz: stavolta aveva qualcosa che non andava tanto da farmi temere il peggio, tipo un’alzata di gomito o chissà che altro. Era strano e assente, ha cantato peggio che male salvandosi solo nel ballottaggio dove ha offerto una buona prestazione. Era in difficoltà in questi tre giorni e nonostante ciò Elio non ha mai pensato di cambiargli almeno uno dei due orribili pezzi che gli ha assegnato quasi in risposta alla stupida critica della Tatangelo che gli imputava una preferenza per Nevruz rispetto a Nathalie. In ogni caso Nevruz perde i pezzi e al ballottaggio ha un’espressione talmente terrorizzata da farmi dubitare della sua anima rock. Con la speranza che si riprenda il mio voto è 4

Stefano: ha cantato più che male e nonostante tutto è ancora in gara. Nessuno che abbia avuto il coraggio di criticarlo, tutti spaventati all’idea della lacrima e dell’eventuale ritorsione da parte della gente a casa che imperterrita vota vota  e vota mandando affanculo tutte le parole sprecate nelle sempre più noiose e ripetitive puntate del day time. Più se ne parla male e più lo si manda avanti. E’ una legge fissa del reality show anche se qui di reale è rimasto ben poco. Voto: 0

Nathalie: senza vita come sempre, sulle note basse è inesistente e sulle alte spara il suo solito timbro graffiato che è rimasto l’unico asso nella manica in esibizioni veramente al di sotto della media. E’ incolore, non sa articolare un linguaggio umano e non merita di andare avanti. Voto: 4

Davide: il migliore della serata, di gran lunga il migliore. Preciso sicuro e affidabile. Finalmente gli assegnano due brani intelligenti: uno ironico e l’altro monumentale. Benissimo con la Bomba dove dimostra di divertirsi e sublime in Come Together nella versione degli Aerosmith. Voto: 10

Ruggero: poveraccio, non meritava di andar via. Non ha mai sbagliato niente ma è evidente che non ha carte nella manica per l’accesso alla finale: non è bellissimo, non balbetta, non è gay, non è rock. E’ un ragazzino pieno di vita ma troppo sui generis perciò va a casa. A lui il mio miglior augurio di iniziare una brillante carriera nel mondo dello spettacolo. Voto: 7

mercoledì 3 novembre 2010

0 X-Factor 4. Pagelle Nona Puntata

Puntata come al solito sul soporifero andante e sul finale anche molto banale. L’uscita (immeritata) di Marika contro la (noiosa) Nathalie sa di minestra riscaldata e la cosa peggiore è stata vedere Ruggeri che per non fare un torto a non si sa bene chi, tiene dentro una che non gli è mai piaciuta, eliminando una delle più belle voci che io abbia mai sentito. Stefano come al solito è rimasto in gara, anche se stasera non avrebbe comunque meritato di finire al ballottaggio. Insomma tutto regolare. Forse da sabato si comincerà a stabilire chi è giusto che rimanga visto che sono finite le zavorre da smaltire per allungare il percorso dei veterani.

Nevruz – Gianna: una delle canzoni più bruttarelle di Rino Gaetano ma che appartiene decisamente all’angolo Revival di tutti noi. Qualche errore di intonazione nella prima parte che poi è la più scontata, perché vicinissima all’arrangiamento originale. Decisamente meglio nella seconda parte quando Nevruz si scatena in un trascinante ritmo ska con tanto di chitarrina giocattolo spaccata. Non la sua migliore esibizione ma a parer mio un gradino sopra rispetto all’ultima puntata. Voto: 6,5

Davide – Balliamo sul mondo: brutta canzone di Ligabue per il povero Davide che è ancora lì che aspetta un pezzo che rispecchi e rispetti la sua timbrica. Il pezzo ha troppo ritmo, necessita di fiato e spreca le doti indiscusse di Davide. La canta comunque in modo dignitoso e passa avanti per un solo motivo: la canzone piaceva a casa. E’ quasi evidente che stanno finendo in ballottaggio i brani più che gli artisti in gara, non avrebbe altrimenti una spiegazione il suo precedente ballottaggio. Esibizione banalotta. Voto: 6

Kymera – 21 guns: l’esibizione di stasera spiega molte cose su di loro, tipo il fatto che se ti allontani dal loro mondo etereo e teatrale le pecche risultano evidenti come una macchia di cioccolato (per non dire di peggio) su un tessuto bianco. Era infatti da parecchie settimane che non li sentivo stonare in questo modo, maltrattando il brano e le nostre orecchie. A questo giro meritavano sicuramente il ballottaggio per KO tecnico. Brutta esibizione da ogni punto di vista. Voto: 4

Ruggero – Crocodile Rock: brano che esalta le caratteristiche di Ruggero. Diverte, fa ballare, sorridere e pazienza se l’inglese non è esattamente da Oxford o se lui è un po’ a corto di fiato. A me come al solito è piaciuto e almeno ha avuto rispetto per l’originale, cosa che stasera è decisamente mancata da parte di molti. Voto: 6,5

Marika – Woman in love: ma dico io, non si poteva far partire un televoto di due minuti dentro Extra Factor in modo che assegnassero anche a lei un brano scelto da casa? Almeno avrebbe gareggiato alla pari con tutti gli altri. Invece le tocca un bellissimo brano che però rimane sconosciuto alla parte più giovane del pubblico che segue questa trasmissione. Non penso che sia uscita per altre motivazioni. Dal lato tecnico e umano non ha niente da rimproverarsi ma evidentemente è entrata troppo tardi e con un pezzo sbagliato. Non è colpa sua perché per l’ennesima volta una concorrente under 24 esce per un brano assegnato male dalla Tatangelo. Notare l’arrangiamento che in alcuni punti ricorda da vicino un brano di D’Alessio (che adesso mi sfugge)…ma forse è una mia impressione. Belle comunque le variazioni di Marika. Voto: 7

Nathalie – Underneath: vorrei capire quando Nathalie tornerà a cantare in italiano perché sinceramente mi ha un po’ stufato. Passando all’esibizione niente di eclatante da segnalare, un po’ in difficoltà sulle note basse e stonatina su quelle alte. L’impressione che scaldi sempre la stessa minestra è confermata, anzi confermatissima. Mediocre. Voto: 5,5

Stefano – Centro di gravità permanente: devo dire che stasera a me è piaciuto a differenza di quel che ha detto la giuria lì in basso. La voce belante era meno evidente, il balletto di intermezzo era carino e lui è stato molto sul pezzo. Mi è piaciuto il carattere e in generale l’esecuzione. Bravo Stefano. Voto: 6,5         

 

La finestra sul cortile Copyright © 2011 - |- Template created by O Pregador - |- Powered by Blogger Templates