sabato 30 gennaio 2010

0 Ma quanto è impossibile accordare?

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Ma quanto è difficile accordare la prima volta la chitarra? ho comprato questa ragazza qui sopra esattamente una settimana fa con tutte le migliori intenzioni del caso ma a quanto pare non è stato precisamente amore a prima vista, forse si tratta di uno di quegli amori che si sviluppano nel tempo per poi diventare folli ed eterni.

Se uno dà retta ai vari videocorsi che sono sparsi nel web si trova costretto ad imitare come una scimmia dall’udito molto fine le varie tonalità partendo dal La. Il problema è che io sono riuscita ad accordare La, Re, Sol, Si ma ovviamente quando arrivo al Mi cantino cosa poteva succedere se non di spezzare la corda e rispezzarla neanche 2 giorni dopo? chiedo consiglio a mio cugino chitarrista e mi dice che la soluzione è accordare un’ottava sotto altrimenti la corda si spezzerà sempre, anzi si spezzeranno tutte. Ma allora a che piffero serve che ti diano il suono del La se tanto devi andare sotto e scusate signori chitarristi ma se io vado sotto sento un suono simile ad un’unghiata sulla lavagna o ad un rutto sfiatato. Il Mi basso poi è anche peggio perchè se giro poco la chiavetta fa il suono di un trapano, se la tiro fino a sentire un suono accettabile scopro dall’accordatore elettronico che è un La. Ma come è possibile? poi giusto per gioco ho provato un accordo facile, solo per capire la posizione delle dita della mano sinistra. Beh gente diciamo che il suono non era quello giusto sia perchè la chitarra era ovviamente scordata sia perchè la corda dove premevo il dito non suonava praticamente. Come è possibile?

Non potendo permettermi un corso con il maestro in carne e ossa e avendo una specie di orgoglio simile ad un gradino di marmo di carrara non posso fare altro che seguire un manuale e sperare che prima o poi succeda un miracolo. Ovviamente neanche sperare in qualche chitarrista che mi capiti tra i piedi mentre giro per casa o per discendenza di sangue. L’unico è distante e impegnato perciò devo fare da sola.

Sono arrivata all’importante decisione di andare in un bel negozio di musica a comprare un set di corde e a farmi cortesemente controllare la chitarra e chissà volendo anche a farmela accordare almeno per vedere se è una cosa fattibile o se ho comprato un trattore col manico. Avrà peso il fatto di averla comprata alla Feltrinelli e per giunta aver preso quella esposta in vetrina perchè era l’ultima rimasta? io so che non sono Carlos Santana perciò penso che per iniziare vada bene anche la chitarra finta di Guitar Hero o almeno così si dice in giro. Il fatto di aver comprato una chitarra acustica invece che una classica non è visto di buon occhio per via delle corde che sono decisamente più dure e per altri particolari tecnici che non ricordo neanche più. Beh a me piaceva e l’ho presa, tiè.

Comunque se qualcuno ha qualche consiglio sui primi passi lasci pure la sua testimonianza, sarà cosa ultra gradita. Una domanda soprattutto mi attanaglia la testa: quanto e come premere le corde con le dita della mano sinistra?

sabato 23 gennaio 2010

0 Sono di una Specie Diversa

extraterrestre

Ho 33 anni. Oggi mi sono svegliata, mi son seduta alla mia scrivania, ho preso in mano la mia solita penna, mi sono fermata e ho pensato: “E’ ufficiale. Appartengo ad un’altra specie. Non ho bisogno di vedere Avatar per sentirmi lontana dal genere umano e vicina agli esseri blu”.

Quante volte nella vita ho pensato a quanto non ci facessi un cazzo in sto mondo dove tutti sono uguali nei loro pensieri frutto di un encefalogramma piatto. Tutti chiusi nelle loro scatoline di merda a passare da una tappa all’altra come delle fottute pedine del monopoli. Tutti col pensiero fisso a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, a ciò che si deve e non si deve fare. E anche quelli che fanno di tutto per non essere come gli altri, in fondo in fondo sono esattamente come gli altri e non perchè come dice Tozzi “Gli altri siamo Noi” ma perchè è un assioma il fatto che se vuoi essere diverso vuol dire che sei uguale agli altri e stai cercando di barare. Io non ho voluto niente, semplicemente son venuta su così, sparata fuori dall’utero di mia madre in una fredda notte di gennaio con il dito medio già alzato e un incisivo storto. Non ho fatto niente per cambiare e infatti guarda te, i miei coetanei sono sposati e con figli e io sto ancora ad attaccare figurine ad un album Panini, leggere Topolino e dormire in un letto a una piazza. Questo però non conta in fondo. Per l’essere umano doc il pensiero fisso è sistemarsi e guadagnare, vivere non esiste, vivere è un verbo che si accoppia con la parola adolescenza. Quando sei adulto non vivi e non sopravvivi, diciamo che ESISTI. Ovviamente secondo la morale comune dell’essere umano doc. Non che i miei genitori, mia sorella, i miei parenti siano esenti da questa brutta malattia chiamata realtà dei fatti. Loro vivono nel pianeta dell’Ormai e del Che Cosa Te Ne Fai. Se ti scazza una cosa perchè ti è sfuggita di mano per un niente, per mio padre la frase di accompagnamento sarà “Eh ormai non c’è più niente da fare”…ossia alzati la manica e tagliati una vena. Se mi viene in mente di comprarmi un oggetto che non sia esattamente di prima necessità, sentirò mia sorella dire “Ma cosa te ne fai?”.

Questo è il genere umano.

Compi gli anni e sai puntualmente che ci sarà la persona che non ti farà gli auguri e sarà precisamente quella che diceva che non se ne sarebbe mai dimenticata e infatti ogni anno va a finire che o chiama il giorno prima o non chiama per un cazzo. Quest’anno infatti è andata nel secondo modo e la spiegazione chiaramente è stata “Scusami ma non so neanche in che anno siamo”. Trattasi di essere umano che vuol fare il disumano o l’alternativo. I risultati di questo tentativo non li conosco ma diciamo che per quanto mi riguarda raggiungono uno score medio di zero punto zero.

Ecco l’essere umano in quanto tale fa di tutto per farti capire che il sentimento non va espresso perchè sottinteso. Mai che un genitore ti dica ti voglio bene o ti parli veramente col cuore aperto, tutto questo se si farà sarà quando manca poco alla dipartita o quando ricevi l’invito a C’e’ Posta Per Te dalla De Filippi. Io non nego che l’abbraccio l’ho conosciuto fuori dalla famiglia e alla veneranda età di 18 anni. Il sentimento non va espresso quindi, va immaginato.

Io poi non so ma dentro mi sono sempre sentita diversa e devo dire che nella vita ho conosciuto pochissime persone che in qualche modo richiamassero la mia attenzione in quanto esseri diversi dalla massa, da questa massa di zombie o di pecorame. So che qualcuno c’è, sintomatico di questo è il fatto che a volte si scatenano rappresaglie perchè l’essere umano doc non sopporta uno smarginamento nel suo ordinato quaderno a quadretti. Ecco allora che ci troviamo di fronte ad un altra caratteristica prettamente umana ma anche molto umanoide: il FASTIDIO. Il fastidio che il diverso crea al normale. Se il diverso è Maicol del Gf o Signorini è tutto ok , ma se il diverso è il signor Ics o la signorina Ipsilon ecco la grande chiamata alle armi.

Che dire, io oltre a sentirmi di un altro lontanissimo pianeta posso dire in tutta franchezza che potrei benissimo essere anche un animale. Un animale peloso, con un incisivo storto e il pollice opponibile perchè se non potessi usare le zampe potrei morire credo.

domenica 17 gennaio 2010

0 Intervista col Vampiro - Anne Rice

filmtv_01Trama: un vampiro racconta la sua storia ad un giovane giornalista. Siamo alla fine del XVIII secolo in Louisiana e Louis, un giovane possidente terriero, vive il dramma della morte improvvisa del fratello. Questa disperazione lo conduce più volte vicino al baratro della depressione più profonda, al rifiuto totale del mondo che lo circonda, finchè conosce Lestat, uno strano vampiro che gli fa un terribile dono, quello dell’immortalità, rendendolo simile a lui. Louis però non riesce ad accettare la sua nuova natura e cerca di sottrarsi al bisogno di nutrirsi di sangue umano. Inizia anche a rifiutare la compagnia di Lestat, troppo diverso da lui e egoista nel non voler mai rispondere agli interrogativi di Louis in merito ai poteri dei Vampiri. A questo punto, un po’ per crudele celia e un po’ per compassione nei confronti di Louis, Lestat rende vampiro una bambina cenciosa, Claudia, orfana di madre e destinata alla morte e all’abbandono. Il gesto di Lestat fa sì che Louis trovi un nuovo scopo nella vita: essere il padre, il maestro, il compagno della ragazzina che diversamente da lui, apprezza i piaceri della vita del non morto, il lusso sfrenato, i divertimenti e il sangue dei malcapitati che si commuovono alla vista di questa bellissima bambina con i boccoli d’oro e l’espressione di bambola che ha smarrito i genitori e che dev’essere riaccompagnata a casa. Anche Claudia però inizia a entrare in conflitto con Lestat, fermo nel proposito di non rivelare alcun segreto ai due compagni. Claudia decide allora di ucciderlo ma il primo tentativo va a vuoto e a quel punto dopo aver fatto perire il vampiro in un incendio, Claudia e Louis partono per l’Europa alla ricerca di loro simili. Qui però nel cuore della Transilvania entrano in contatto con una tipologia di vampiro guidata solo dall’istinto dell’uccisione incondizionata, perciò si trasferiscono a Parigi e qui sì che trovano creature simili a loro nel gusto per il lusso e i piaceri della vita. Qui Louis conosce Armand, bellissimo vampiro di cui si innamora e capo di una schiera di vampiri superficiali e guidati dal sospetto verso i due nuovi arrivati che sospettano aver ucciso chi li aveva resi vampiri, peccato mortale e gravissimo per creature come loro. Louis rende vampiro un’altra donna, Madeline, per renderla compagna di Claudia ormai infelice della sua condizione di donna in corpo di bambina e sempre più sola ora che Louis ha deciso di donare il suo cuore ad un altro vampiro. Purtroppo Claudia e Louis scoprono a caro prezzo che Lestat è ancora vivo e che ha sguinzagliato contro di loro i vampiri di Parigi che infatti riescono a uccidere Claudia e Madeline, mentre Louis riesce a salvarsi grazie ad Armand e fugge via per tornare la notte dopo e dare alle fiamme il nido dei vampiri colpevoli di aver ucciso quella che era stata la compagna di una vita. Poi inizia a viaggiare con Armand sino a ritornare dopo moltissimo tempo a New Orleans. Qui trova Lestat ormai ridotto allo spettro di se stesso, incapace di uscire e nutrirsi perchè spaventato dai tempi moderni e dai rumori del traffico. Louis a questo punto finisce il suo racconto.

Commento: il romanzo della Rice è datato 1976 ed è il primo della serie dedicata ai Vampiri. E’ un romanzo che sicuramente ai più è conosciuto più che altro per la visione dell’omonimo film interpretato da Brad Pitt e Tom Cruise. Che dire? è un romanzo non facile e non immediato, lo stile è verboso e barocco, quindi molto affine all’epoca in cui si svolge buona parte del romanzo, ma soprattutto a colui che narra la storia, ossia un uomo del Settecento. Ho trovato la scelta stilistica molto ostica, ma rispetto molto la scrittrice riconoscendole il merito di aver rispolverato una figura che viveva (e vive tuttora benissimo)nelle pagine del capolavoro di Stoker. Non ho letto altri libri della Regina dei Vampiri ma quello che ho potuto notare è che questo romanzo è abbastanza deficitario nel darci notizie sulla vita e sulla morte dei vampiri. Mentre in Dracula tutto è molto chiaro, crocifisso, paletto nel cuore, la testa mozzata, la testa d’aglio e la rosa, così come i vari poteri e i limiti del Conte dai denti aguzzi, in questo romanzo si nega tutto ciò che dice la letteratura in proposito non offrendo però alternative credibili. I vampiri della Rice uccidono dopo aver sedotto (ma non si sa in che modo visto che il sesso sembra essere totalmente escluso e tutti i rapporti anche tra i vampiri sembrano esplicitarsi solo nella comunione di anime e intenti), non possono essere uccisi in alcun modo però muoiono se non stanno dentro la bara, le fiamme non funzionano ma la luce del sole sì, non bevono e non mangiano. Che noia no? spero che dal secondo romanzo in poi le cose si smuovano, perchè la figura del Vampiro merita maggior spessore e più profondità. Ultimo appunto, il protagonista è veramente deprimente. Nonostante ciò mi rifiuto di dare un voto basso perchè il romanzo ha comunque un suo fascino e un’atmosfera particolare nonostante la lentezza a volte angosciante di tre quarti del libro.

Voto: 7=

mercoledì 13 gennaio 2010

2 Buon Compleanno a me..!!

379

sabato 9 gennaio 2010

0 Aspettando Sanremo. Le Nuove Proposte secondo me.

 

amarcordspecial_festivalsanremo2000

Sono due o tre giorni che mi sto imbarbarendo sul sito di Sanremo ( qui il sito per ascoltare le 1000 canzoni che aspirano ad entrare tra le 8 Nuove Proposte. Non ho ancora finito l’ascolto, che a volte si riduce ad un secondo e mezzo vista l’assoluta bruttezza di alcune libere creazioni dilettantistiche. Al momento i miei nomi sicuri sono:

10 HP: pezzo perfetto, fresco, orecchiabilissimo, molto radiofonico

DANIELE BLAQUIER: canzone melodica con un titolo bellissimo “ilaria”

CRISTEL: eh sì nonostante i miei iniziali pregiudizi devo dire che la figlia di Albano e Romina ha composto un pezzo bellissimo sia dal punto di vista armonico e a livello di testo. Poi ha una voce straordinaria.

DNYL: lei è proprio sconosciutissima ma cazzo ha una carica da punkettona che secondo me potrebbe sfondare in radio come niente. Il genere è molto giovanilistico ma la canzone si canta subito. Un ritornello che ti rimane in testa per ore e ore e ore.

DANIELE MAGRO: l’ex di X Factor ha trovato un ottimo autore perchè il suo pezzo ha tutte le possibilità di vincere. A me ha ricordato moltissimo Giusy Ferreri ma chissà forse tutto sommato è questo quello che cattura le nostre orecchie in questo momento.

                                                                                                                  (to be continued….)

martedì 5 gennaio 2010

0 Le vacanze di natale finiscono..sigh

Eccomi di nuovo qui dopo un bel po’ di giorni trascorsi ad inseguire il Natale. C’è gente che fa di tutto per evitarlo e io invece mi ammazzo per aggrapparmi a un lembo del suo rosso mantello, ahimè con scarsi risultati. Nonostante ciò sono state vacanze veramente belle dopo moltissimo tempo in cui facilmente mi skazzavo delle colazioni a panettone e i pranzi a lenticchie e torrone. Sono uscita parecchio ma assurdamente sono rimasta anche molto tra 4 mura. Ho trascorso ore a venire a capo di avventure punta e clicca per pc e ho vagato per molte librerie alla ricerca del libro per il momento inesistente. Ho trascorso un 31 semplicissimo ma con una bottiglia costosa e un primo dell’anno a dormire e mangiare. Sono partita con un aereo Easy Jet che aveva un personale di volo stronzo come pochi e che ha visto una vecchia rimettere il suo pane e latte sul sedile davanti e nel cesso poco dopo. Ho rivisto la mia amata Milano e come al solito mi sono chiesta perchè la gente ce l’abbia tanto con questa meravigliosa città. Ho ricevuto in dono un regalo che ho sognato sin da quando ero bambina, un oggetto prezioso e raro che terrò con una cura e un amore che solo il suo primo proprietario poteva avere quando era in vita. Un’intera annata del Corriere dei Piccoli, Del 1914. Per molti sarà una cosa da niente per me è la realizzazione di un desiderio che avevo accantonato per mancanza di soldi e mezzi. Poi che dire…poi si torna e si ritorna alla solita routine alla quale tutto sommato ci si riabitua in fretta e viene il tempo della DIETA, dello studio e delle responsabilità e ti scappa un CHE PALLE CAZZO, ma è solo vita, nel bene o nel male vita che vale la pena di vivere perchè è bellissima.

 

 

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