Ho 33 anni. Oggi mi sono svegliata, mi son seduta alla mia scrivania, ho preso in mano la mia solita penna, mi sono fermata e ho pensato: “E’ ufficiale. Appartengo ad un’altra specie. Non ho bisogno di vedere Avatar per sentirmi lontana dal genere umano e vicina agli esseri blu”.
Quante volte nella vita ho pensato a quanto non ci facessi un cazzo in sto mondo dove tutti sono uguali nei loro pensieri frutto di un encefalogramma piatto. Tutti chiusi nelle loro scatoline di merda a passare da una tappa all’altra come delle fottute pedine del monopoli. Tutti col pensiero fisso a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, a ciò che si deve e non si deve fare. E anche quelli che fanno di tutto per non essere come gli altri, in fondo in fondo sono esattamente come gli altri e non perchè come dice Tozzi “Gli altri siamo Noi” ma perchè è un assioma il fatto che se vuoi essere diverso vuol dire che sei uguale agli altri e stai cercando di barare. Io non ho voluto niente, semplicemente son venuta su così, sparata fuori dall’utero di mia madre in una fredda notte di gennaio con il dito medio già alzato e un incisivo storto. Non ho fatto niente per cambiare e infatti guarda te, i miei coetanei sono sposati e con figli e io sto ancora ad attaccare figurine ad un album Panini, leggere Topolino e dormire in un letto a una piazza. Questo però non conta in fondo. Per l’essere umano doc il pensiero fisso è sistemarsi e guadagnare, vivere non esiste, vivere è un verbo che si accoppia con la parola adolescenza. Quando sei adulto non vivi e non sopravvivi, diciamo che ESISTI. Ovviamente secondo la morale comune dell’essere umano doc. Non che i miei genitori, mia sorella, i miei parenti siano esenti da questa brutta malattia chiamata realtà dei fatti. Loro vivono nel pianeta dell’Ormai e del Che Cosa Te Ne Fai. Se ti scazza una cosa perchè ti è sfuggita di mano per un niente, per mio padre la frase di accompagnamento sarà “Eh ormai non c’è più niente da fare”…ossia alzati la manica e tagliati una vena. Se mi viene in mente di comprarmi un oggetto che non sia esattamente di prima necessità, sentirò mia sorella dire “Ma cosa te ne fai?”.
Questo è il genere umano.
Compi gli anni e sai puntualmente che ci sarà la persona che non ti farà gli auguri e sarà precisamente quella che diceva che non se ne sarebbe mai dimenticata e infatti ogni anno va a finire che o chiama il giorno prima o non chiama per un cazzo. Quest’anno infatti è andata nel secondo modo e la spiegazione chiaramente è stata “Scusami ma non so neanche in che anno siamo”. Trattasi di essere umano che vuol fare il disumano o l’alternativo. I risultati di questo tentativo non li conosco ma diciamo che per quanto mi riguarda raggiungono uno score medio di zero punto zero.
Ecco l’essere umano in quanto tale fa di tutto per farti capire che il sentimento non va espresso perchè sottinteso. Mai che un genitore ti dica ti voglio bene o ti parli veramente col cuore aperto, tutto questo se si farà sarà quando manca poco alla dipartita o quando ricevi l’invito a C’e’ Posta Per Te dalla De Filippi. Io non nego che l’abbraccio l’ho conosciuto fuori dalla famiglia e alla veneranda età di 18 anni. Il sentimento non va espresso quindi, va immaginato.
Io poi non so ma dentro mi sono sempre sentita diversa e devo dire che nella vita ho conosciuto pochissime persone che in qualche modo richiamassero la mia attenzione in quanto esseri diversi dalla massa, da questa massa di zombie o di pecorame. So che qualcuno c’è, sintomatico di questo è il fatto che a volte si scatenano rappresaglie perchè l’essere umano doc non sopporta uno smarginamento nel suo ordinato quaderno a quadretti. Ecco allora che ci troviamo di fronte ad un altra caratteristica prettamente umana ma anche molto umanoide: il FASTIDIO. Il fastidio che il diverso crea al normale. Se il diverso è Maicol del Gf o Signorini è tutto ok , ma se il diverso è il signor Ics o la signorina Ipsilon ecco la grande chiamata alle armi.
Che dire, io oltre a sentirmi di un altro lontanissimo pianeta posso dire in tutta franchezza che potrei benissimo essere anche un animale. Un animale peloso, con un incisivo storto e il pollice opponibile perchè se non potessi usare le zampe potrei morire credo.
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