Classica commedia erotica anni 70’ con protagonista la giovanissima Edwige Fenech nei panni della procace Gianna, una ragazza che coltiva il sogno di diventare poliziotta. Grazie a più di una spintarella riesce ad entrare nel corpo di polizia manifestando fin troppa premura nel multare chi non rispetta la legge, mettendo nei guai anche il commissario che ha parcheggiato in sosta vietata e un onorevole che usa la macchina di rappresentanza per le sue sveltine. Un manifesto indecente dell’Italia, con mignottari, culattoni, magnaccioni e chi più ne ha più ne metta.
Quasi scontati i doppi sensi soprattutto sul prendere un fantomatico uccello che altro non è che un pappagallo scappato dalla sua gabbia e inutilmente rincorso per i tetti di Roma dal suo stralunato proprietario. E’ la stessa Gianna a incaricarsi di “prendere l’uccello” e qui ovviamente salta fuori tutto il succo del film: battute a sfondo sessuale, tette e cosce in bella mostra e maschi continuamente arrappati. Le uniche presenze femminili nel film sono oltre la Fenech, la moglie cornuta e le prostitute, perciò tirate voi le somme di come certi registi interpretavano il mondo femminile. E’ cambiato qualcosa nell’arco di più di 30 anni? Direi amaramente di no.
La Fenech è ovviamente doppiata e presenta un improbabile accento romanesco. Non è un talento ma del resto la sceneggiatura non è da premio Oscar perciò il compitino lo svolge a dovere con l’aiuto dell’immortale Mario Carotenuto (una colonna nel genere della commedia sexy) e dell’implume Alvaro Vitali.
VOTO 5,5
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