giovedì 4 aprile 2013

0 Gantz (2004)

Credo che non serberò un buon ricordo di questo anime dalle tinte fosche. Credo proprio di no visto il periodo ultra negativo in cui mi è capitato di sorbirmi i 26 episodi (divisi in due stagioni). Ecco, se uno ha un umor nero è meglio se si tiene alla larga da questo esempio di positività allo stato puro. Devo dire però che la prima puntata prometteva bene e non so perché mi ha ricordato in qualche strana maniera il film cult “The cube”. Sicuramente perché degli sconosciuti si ritrovano inspiegabilmente riuniti in una misteriosa stanza (anzi un mini appartamento) in quel di Tokyo da cui possono uscire solo tramite il Gantz, una strana palla che canta e dice sconcezze e che si limita a fornire missione, tute e pistole ai misteriosi personaggi che in realtà sono morti ma non del tutto morti. Okay, questo è troppo vero? Ma in realtà ha un suo senso. Gli uomini e le donne che si trovano lì sono morti in modo violento e si risvegliano in questo strano posto con lo scopo (una volta trasportati in un luogo preciso della città) di eliminare alieni sparsi per Tokyo. O li eliminano entro un tempo limite oppure muoiono per sempre. Se riescono a sopravvivere riuscendo anche a portare a termine la missione ricevono un punteggio, utilissimo perché se si arriva a 100 si è liberi per sempre, mentre con un punteggio inferiore si è totalmente alla mercé del Gantz per compiere altre missioni. Io ho trovato tutto questo succosissimo da un punto di vista teorico mentre nei fatti la storia non mi ha convinto del tutto, soprattutto per i tempi morti. Non c’è ritmo e l’effetto di drammaticità così evidente in questo tipo di prodotto che rispecchia assai bene lo spirito nipponico non è poi così coinvolgente. La cosa stravagante è la quantità generosa di scene di sesso che forse non hanno molto senso all’interno della trama ma che manifestano un certo tasso di pruderie nella mente degli sceneggiatori, obbligati non si sa perché a trovare un punto di contatto con le fantasie sessuali degli spettatori (giovani brufolosi con l’idea fissa che le donne abbiano tutte delle tette grosse). Insomma a me non ha fatto impazzire e non ho apprezzato il finale non finale. Molto meglio Death Note.

0 sentenze:

 

La finestra sul cortile Copyright © 2011 - |- Template created by O Pregador - |- Powered by Blogger Templates