venerdì 10 luglio 2009

0 Laureati 3+2


Di questi tempi sembra che tutti si laureino, oddio non è che sia solo apparenza..è proprio così. Un tempo, ormai remoto, la Laurea era quella cosa con la lettera maiuscola che era ad appannaggio di pochi, nel senso che ottenerla era un'impresa talmente faticosa che molti rinunciavano agli studi o vivacchiavano invecchiando tra i corridoi delle facoltà alla ricerca del coraggio di dare quell'annoso esame di Latino o Chimica Organica. Tanti raccontavano veri e propri aneddoti simili a Leggende da tramandare ai posteri: "è la sesta volta che tento di dare l'esame ma quella continua a sbattermi fuori appena mi riconosce, non mi laureerò mai". Alla fine, dopo il settimo tentativo, accettava il 18 e pazienza per l'onore.
C'erano i senatori all'università, quelli con barba e valigiotto che potevano essere o dottorandi o molto più spesso gli attivisti politici, quelli per cui non importava raggiungere la laurea, ciò che contava era mettersi in prima linea nelle manifestazioni, nelle occupazioni e negli scioperi. Quando eri una matricola li vedevi quasi come delle divinità irraggiungibili, poi capivi che in realtà non avevano voglia di studiare.
Quando affrontavi la preparazione di un esame sapevi che minimo ti sarebbero toccate 1000 pagine (più note a margine) da assimilare alla perfezione. E i professori non facevano sconti di alcun tipo, ti tenevano sulla sedia per un'ora alla ricerca del tuo punto debole e se mostravi incertezze all'ultima domanda nonostante grande preparazione in quelle precedenti, rischiavi di essere sbattuto fuori ugualmente. Erano rare le domande di salvataggio, tipo argomento a piacere. Se un prof voleva fare il bastardo c'era poco da fare, pive nel sacco e a casa a ripassare da cima a fondo in attesa del prossimo appello. Insomma un inferno, ma con la soddisfazione a volte di uscire dallo studio con un voto alto nel libretto, il cuore leggero e la sicurezza di aver dato il massimo.
Non parlo degli anni 80 perchè ero ancora alle medie (immagino che allora la percentuale di laureati si avvicinasse ad un 5% della popolazione italiana), mi riferisco a quel periodo a cavallo tra la fine dei 90 e la metà dei 2000..quando ancora c'era una parvenza di serietà nel sistema universitario.
Ricordo che ero una delle ultime che affrontavano il vecchio ordinamento con gli esami divisi tra parte istituzionale e parte monografica, in tutto un 2000 pagine se l'esame era veramente tosto. C'era per esempio Letteratura Italiana che era una roba da fuori di testa, con la pretesa da parte della prof (un cerbero come pochi) di imparare a menadito tutta una cantica con annessa parte critica, metrica e sintattica. Beh insomma era dura, ma erano gli ultimi spasmi di un'università pronta ad essere decapitata dalla mannaia rappresentata dal 3+2, datato 2002. L'abominio che ha ridotto tutto il sistema universitario ad un diplomificio senza senso.
Quando ero in fila per gli appelli vedevo la massa di nuovi studenti che dovevano sostenere il mio stesso esame ma con un 80% di programma in meno. Li vedevi terrorizzati ma anche con una certa puzza sotto al naso rispetto a te della vecchia guardia. I docenti li detestavano perchè sapevano che la loro preparazione non sarebbe mai stata sufficiente ma che erano comunque costretti ad assegnargli voti alti per lo studio di 40 paginette e una tesina.
Il bello è che queste teste d'uovo ti guardavano dall'alto dicendoti che loro avevano il doppio di esami da sostenere, dimenticandosi che uno dei loro esami valeva a malapena come la metà di uno di quelli preriforma.
I professori quando avevano a che fare con gli studenti del vecchio ordinamento li tranquillizzavano dicendo che tanto il nostro titolo avrebbe sempre contato più di una triennale...passati gli anni il mondo del lavoro ha deciso invece di favorire i laureati da supermercato 3x2 (spesso senza 2), cercando giovani che non superassero i 24 anni.
Che importa se alla discussione della tesi, i vecchietti si portavano lavori di minimo un anno di ricerca e i giovinotti tesine da ridere? Che importa se alla fine ora i 110 li regalano come caramelle? è tutto sbagliato, proprio tutto, ma questo è quello che ci meritiamo in Italia: questi sapientini con la boria data da valutazioni fasulle e gonfiate. Quelli che ci troveremo negli uffici pubblici, nelle aziende private, negli studi, sono il risultato di un'istruzione carente e deficitaria.
Mi commuovo ancora per i laureati di medicina, gli unici rimasti esenti da questo sistema triennale. Sinceramente avrei difficoltà a farmi mettere le mani addosso da un medico che ha studiato solo la metà dell'anatomia umana. Ah Ah. C'è poco da ridere, c'è da disperarsi.
La signorina Gelmini ha deciso di inasprire il sistema scolastico ma si è dimenticata totalmente dell'università. Ma cosa si ottiene a frenare il percorso di un ragazzino che comunque prima o poi al diploma ci arriverà comunque, ma carico di odio e con più anni dei suoi compagni di classe? il problema ha origine e gravi conseguenze all'università, perchè è da lì che escono quelli che poi entreranno (o avranno la grande speranza di farlo) nel mondo del lavoro. Ora che siamo in una situazione di disoccupazione più che allarmante sarebbe il caso di bloccare questo flusso di laureati, questo oceano di gente che spesso non ha la preparazione di un laureato preriforma e che riesce a spuntarla in un concorso o in colloquio di lavoro semplicemente per questioni anagrafiche.
In queste settimane mi è capitato di assistere alle glorie e agli entusiasmi di persone che hanno preso (pure in ritardo) la specialistica e di persone che dopo 12 anni hanno ottenuto una laurea breve dopo aver fatto il passaggio da vecchio a nuovo ordinamento. Quest'ultimo caso non influisce però a livello di lavoro perchè non verranno mai presi in considerazione neolaureati ultratrentenni, è il primo caso che crea problemi.
Questo individuo che chiamerò Ipsilon ha preso come dicevo la specialistica (parlando di laurea, quando pure le pietre sanno che si tratta esclusivamente di un diploma di perfezionamento) e ha inviato domanda di insegnamento nelle scuole superiori della zona. C'è da chiedersi se saranno felici i diplomati alla SSIS che aspettano da anni uno straccio di supplenza dopo essersi fatti il culo per ulteriori 3 anni oltre alla laurea. Mi si risponderà che i neotriennali non potranno mai ottenere una cattedra in via definitiva e io ribatto..ma perchè c'è qualche supplente in graduatoria che arriverà a diventare insegnante di ruolo se non quando avrà bisogno di una dentiera e un pannolone pampers?
Ho un altro conoscente che è iscritto da anni all'università e ha dato solo un esame.
Queste sono le cose da cambiare non la reintroduzione del grembiule alle elementari.

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