martedì 26 luglio 2011

0 Una ragione per vivere e una per morire

Oggi ho ucciso per la prima volta”

Io per l’ultima

Questa è la chiusa della pellicola e diciamo che quasi quasi valeva da sola il prezzo del biglietto nel lontanissimo 1972, epoca d’oro dei cosiddetti Spaghetti Western, genere al quale appartiene di diritto questo celeberrimo film interpretato da un bravo Bud Spencer, un segaligno James Coburn e un quasi anonimo Telly Savalas.

Come nei più classici film western ci troviamo all’epoca della guerra tra Nordisti e Sudisti nello stato del New Messico, territorio arso dal sole e caratterizzato da piccoli borghi dotati di saloon, drogheria e ufficio dello sceriffo. La storia principale riguarda il colonnello nordista Pembroke (James Coburn), desideroso di vendetta nei confronti del maggiore sudista Ward (Telly Savalas), macchiatosi dell’uccisione del figlio di Pembroke. Il piano dell’ex colonnello consiste nell’occupare il Forte dove stazionano i Sudisti e Ward, ma per fare ciò ha bisogno di uomini e gli unici che riesce a mettere insieme sono dei condannati a impiccagione a cui viene offerta la possibilità di salvare la propria vita partecipando all’azione di guerra. Tra di loro c’è anche Sampson (Bud Spencer) un ladruncolo che subito si affeziona a Pembroke e che avrà un contributo importante per la vittoria finale.

Dico subito che non sono una estimatrice del genere western perciò il mio giudizio potrebbe non valere niente o nascere da pregiudizi atavici, visto che ho sempre cambiato canale al solo vedere covoni che rotolano nel deserto o pellerossa inseguiti da cowboy.

Ho trovato il film lentissimo per la prima ora e poi molto coinvolgente nella parte finale, quella più pregna di significati, dove ci si immedesima nel manipolo di disperati che tentano un impossibile attacco al fronte nemico, tutti guidati da scopi diversi ma ugualmente determinati a vincere o morire. Mi ha molto colpito Bud Spencer, molto bravo, stavolta più attento alla recitazione che alle botte da orbi, tipiche del suo personaggio. Coburn più che credibile nella parte dell’uomo ferito dal destino e ormai disinteressato alle sorti della guerra tra Nord e Sud ma guidato solo da un’umana sete di vendetta per un suo lutto personale. Savalas compare poco e solo nelle battute finali e diciamo che il suo contributo non è così intenso come quello degli altri protagonisti ma fa comunque apprezzare la sua parte da cattivo di turno.

La trama non è male, il film è guardabile.

Voto: 6,5 

  

0 sentenze:

 

La finestra sul cortile Copyright © 2011 - |- Template created by O Pregador - |- Powered by Blogger Templates