giovedì 14 luglio 2011

0 Souvenir d’Italie (1957)

Tre ragazze straniere decidono di girare l’Italia in autostop, alla scoperta dei luoghi più rappresentativi del Bel Paese: Portofino, Venezia, Firenze, Pisa e Roma. Durante i loro peregrinaggi fanno la conoscenza di vari personaggi che renderanno la loro vacanza il passaporto per una lunga felicità amorosa, infatti tutte e tre incontrano l’uomo della loro vita e si innamorano per la prima volta.

La trama è molto improbabile in quanto sembra alquanto strano pensare che seppur negli anni 50, fosse auspicabile per delle donne viaggiare non solo sole ma pure in autostop come se la società di allora fosse esente da porcherie e malintenzionati.

A parte ciò e tralasciando il fatto che il film è stato girato interamente a Cinecittà (togliendoci anche la flebile gioia di aver goduto di bellezze artistiche reali e non posticce), ciò che traspare è la volontà da parte del regista di imbastire una storia che abbia come filo conduttore il passaggio dal “girl power” al tradizionale e molto italico finale in salsa romantica, con le ragazze che capiscono che ciò che le può rendere veramente felici è solo stare con l’uomo che amano.

Ognuna di esse poi rappresenta una diversa tipologia di essere umano femminile: la donna istrice ricca boriosa e diffidente, la donna dolce e premurosa, la donna volubile e leggera, tutte però volte verso l’amore con la a maiuscola, amore che troveranno in modo molto telefonato nel maschio italico, detentore delle qualità che in quegli anni si richiedevano ad un uomo: polso, virilità e prestanza fisica.

Il cast lascia parecchio a desiderare in quanto le tre donzelle sono vacue come acqua sgasata e gli uomini sono per lo più sconosciuti o protagonisti in quegli anni della commediola all’italiana di poco peso (vedi Antonio Cifariello). Solo brevi cammei per Vittorio De Sica nel ruolo del conte squattrinato e per Alberto Sordi nella parte dell’accompagnatore di una donna anziana e facoltosa. Poco per risollevare le sorti di un filmetto da domenica pomeriggio. Innocuo e dimenticabile.

Voto: 5

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