giovedì 7 luglio 2011

0 Lilo e Stitch (2002)

Un cartone animato da Oscar (non per niente ha ricevuto una nomination come miglior film di animazione). Ho commesso un reato gravissimo avendo fatto trascorrere la bellezza di 9 anni prima di vedere per la prima volta questa poesia fatta a colori.

Inutile dire che si ride e si piange in egual misura, così come è tipico in tutte le produzioni Disney, imbattibili nel toccare le corde giuste anche nell’essere umano più freddo e glaciale.

Si parla di amicizia stavolta, di amicizia e legami famigliari. Lilo è una piccola abitante dell’isola Kauai dove vive con la sorella Nani, unica sopravvissuta della sua famiglia dopo che i genitori sono periti in un incidente stradale. Lilo soffre di solitudine perché le altre bambine la trovano strana e non vogliono giocare con lei, così sviluppa un carattere un po’ burrascoso ma dolcissimo. Nani decide di cercarle un compagno di giochi nel mondo dei quattrozampe ed è proprio al canile che le due si imbattono in una strana creatura proveniente dallo spazio più remoto, a cui Lilo dà il nome di Stitch. Il piccolo alieno è un vero e proprio terremoto, indomabile e capriccioso, anche lui spinto a comportarsi così come riflesso verso l’odio che gli altri provano per lui e per la grande solitudine data dall’essere l’unico della sua specie, visto che si tratta del risultato di un esperimento di laboratorio. E così tra i bellissimi colori delle Hawaii e la musica di Elvis diventa impossibile non innamorarsi di tutti i personaggi, ma soprattutto di una storia realizzata con grande attenzione verso i messaggi di amore, speranza e solidarietà che fanno di questo film un esempio per la stessa Disney da qualche tempo ai box da questo punto di vista (tranne per quel che riguarda il meraviglioso Up).

E’ un film che si rivolge a tutti, piccoli e grandi. L’amore per il diverso, anzi l’assoluta indifferenza verso la “presunta” diversità dell’altro, ci insegnano i veri valori della vita che troppo spesso finiamo per dimenticare, accecati dall’egoismo e dalla paura.

Ohana significa famiglia e famiglia vuol dire che che nessuno viene abbandonato o dimenticato

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