venerdì 8 luglio 2011

0 Le pietre magiche di Shannara–Terry Brooks

Le Pietre Magiche di Shannara è il secondo romanzo della prima trilogia del Ciclo di Shannara. La sua prima edizione risale al lontano 1984, ben sette anni dopo La Spada di Shannara, da tanti considerato a torto o a ragione una pedissequa imitazione del Signore degli Anelli. Nel libro (un classicissimo fantasy) ci troviamo una generazione dopo gli avvenimenti che avevano portato alla distruzione del Signore degli Inganni, ad opera del mezzo sangue Shea Ohmsford grazie all’ausilio della mitica spada appartenente ad un’epoca precedente alla Guerra delle Razze. Stavolta il pericolo incombe sulle Terre dell’Ovest, territorio abitato dagli Elfi e governato dal Re Eventine Elessedil. L’Eterea, un albero millenario piantato nella città elfa di Arborlon per difendere le Quattro Terre dall’assalto dei Demoni, sta morendo e l’unico modo per salvare il popolo elfo dalla distruzione consiste nell’immergere il seme della stessa Eterea nel Fuoco di Sangue che si trova in un misterioso luogo chiamato Cripta. L’unica persona deputata a farlo è la giovane Amberle, una degli Eletti che hanno il compito di proteggere l’albero, ma che da tempo non vive più nella città elfa. Allanon, l’ultimo druido vivente, si mette alla sua ricerca non prima di aver assoldato anche il nipote di Shea, Wil, un giovane guaritore, anch’esso mezzo elfo e perciò in grado di padroneggiare il potere delle Pietre Magiche (oggetti creati proprio dalla magia elfa, una magia ormai dimenticata). Una volta trovata Amberle, i due giovani si mettono in cammino verso occidente alla ricerca del fuoco di sangue, ultima speranza per il popolo elfo, che nel frattempo combatte strenuamente contro le orde di demoni che si dirigono verso Arborlon.

La trama è senz’altro accattivante e ben lontana da qualunque ipotesi di plagio verso altri romanzi fantasy, nonostante ciò presenta lati a mio modo deludenti. Ovviamente risponde bene alle caratteristiche che ci si aspetta da un fantasy, cioè la ricerca di qualcosa e il racconto che segue due percorsi diversi, da una parte Wil e Amberle, dall’altra gli Elfi e la loro strenua lotta contro i demoni. Ma mentre le sezioni dedicate alla ricerca sono fondamentalmente intriganti, ben scritte, scorrevoli e appassionanti (l’affinità sempre crescente tra Wil e Amberle, l’incontro con Eretria, Hebel e Vagabondo, cambio di scenari abbastanza frequente), tutta la parte dedicata alla descrizione della battaglia tra elfi e demoni è quanto di più pesante io abbia letto nel corso degli ultimi 20 anni o giù di lì. Mancano i personaggi carismatici del primo romanzo che tenevano in piedi centinaia di pagine di descrizioni guerresche, manca un’idea veramente originale che giustifichi i numerosi capitoli finalizzati a descrivere la conquista e la perdita dei vari cancelli che portano alla città. Ogni tanto compare Allanon con il suo fuoco azzurro e poco altro. Tutto si presenta molto piatto e mal descritto, con l’intromissione ridicola di Arpie, vampiri, camaleonti e orchi, che muoiono come mosche ma il cui numero si presume infinito.

Un altro grande difetto di questo libro è la mancanza di personaggi veramente memorabili. Tutti molto statici, a parte Eretria, dotata di una verve che tiene in piedi gran parte del libro e che infatti rimane a farci compagnia fino all’ultima, un po’ penosa pagina. Penosa perché le ultime righe non hanno molto senso e perché l’autore ci fa capire che Wil fondamentalmente ritiene Eretria una gran palla al piede, ma che essendo rimasta sola e non essendo propriamente orrenda, tutto sommato se la può portar dietro senza grossi rimpianti. Ho trovato questo libro anche un po’ misogino in effetti, anche se la storia va a buon fine solo grazie alle donne e a un cane, ma poco importa perché tanto il vero eroe deve risultare Wil, l’inutile e tremebondo Wil. Questo è un po’ il difetto di un certo tipo di fantasy vecchia maniera ma si accetta perché tutto sommato ad un romanzo celebre si perdona anche questo.

Sono ovviamente poco incline a soprassedere sull’inutile e reiterata tiritera dell’egoismo di Allanon, del suo sapere le cose in anticipo e non comunicarle ai diretti interessati che in questo modo potrebbero usufruire del libero arbitrio invece che essere convogliati su un treno destinato a schiantarsi. Questo se mi permettete è un po’ ridicolo e ancor peggio pedante, e lo dico da lettrice di tutti i romanzi di Shannara dal Ciclo di Shannara agli Eredi di Shannara. Lo dico perché sarà qualcosa che puntualmente comparirà in ogni libro della saga. Essenzialmente inutile.

Per concludere, il romanzo è un fantasy sui generis e piacerà tanto agli estimatori del genere e a chi vuole vivere un’avventura dal finale inaspettato (un ottimo finale a parte il fatto che avrebbe meritato più pagine per permettere un addio decente tra Wil e Amberle). Per tutti gli altri consiglio un fantasy più leggero e scorrevole. Per molti ma non per tutti.

Voto: 7

0 sentenze:

 

La finestra sul cortile Copyright © 2011 - |- Template created by O Pregador - |- Powered by Blogger Templates