mercoledì 27 luglio 2011

0 Heidi–Johanna Spiri

Trama: La storia si ambienta nell’800 in Svizzera e a Francoforte e racconta la storia della piccola Heidi, un’orfana di cinque anni che viene portata dalla zia Dete su all’Alpe dove vive suo nonno, un uomo solitario che sfugge la gente e che ha scelto, dopo la morte dell’amato figlio, di vivere lontano da tutti. Heidi, una bambina semplice e fino ad allora poco amata scopre piano piano un mondo bellissimo fatto di natura incontaminata e semplicità. Conosce il pastorello Peter e con lui inizia a recarsi ogni mattina sulla sommità del monte per portare al pascolo le caprette, anch’esse molto legate alla bimba e sue uniche compagne a parte il nonno.

Due anni dopo però la bimba viene di nuovo portata via dalla sua nuova casa dalla zia Dete che la porta a Francoforte dove dovrà fare da amica e compagna di giochi a Clara, una bambina impossibilitata a camminare e perciò molto sola nella sua grande e maestosa casa di città. Qui Heidi conosce la terribile Rottenmeier la governante di casa Sesemann che subito la fa sentire inadeguata e incompresa più di quanto si senta già da sola, chiusa tra quattro pareti senza un minimo di verde a ricordarle l’Alpe. Le uniche persone che le mostrano simpatia sono il maggiordomo Sebastian, il Dottore e la Nonna di Clara. Heidi pian piano impara a leggere così da poter apprezzare le storie edificanti presenti nel libro che le dona la signora Sesemann, l’unica persona in grado di esortare la bimba all’impegno e allo studio e soprattutto a insegnarle a pregare. Heidi da quel momento vive in un misto di serenità per aver imparato a fare qualcosa che riteneva impossibile e la rassegnazione di non poter mai più fare ritorno dal nonno. La sua unica consolazione sono le immagini del libro che mostrano paesaggi montuosi e ricchi di verde, il resto della sua vita è invece scandito dagli orari di Clara e dagli obblighi imposti dalla governante, sempre più insofferente nei suoi confronti. Alla fine è il Dottore che capisce che la bambina sta male e rischia di morire a meno che non torni al più presto in Svizzera, cosa che puntualmente accade e che riporta la gioia nel cuore di Heidi.

L’inverno successivo al suo ritorno sul monte il nonno si decide a trasferirsi per la stagione fredda a Dorfli in modo che Heidi possa frequentare la scuola come tutti i bambini del paese. Da questo momento anche il vecchio viene reintegrato nella società che fino a quel momento lo respingeva ritenendolo pericoloso ma che finalmente si rende conto che in realtà si trattava di un uomo onesto e di sani principi. Con l’estate Heidi ritorna nell’alpeggio e dopo qualche tempo viene a trovarla Clara che viene invitata a fermarsi per un mese. Durante questo tempo la giovane invalida ritorna ad essere una ragazzina in salute e finalmente felice. Peter geloso dell’amicizia tra Heidi e Clara decide poi di rompere la sedia a rotelle della bambina ma questo gesto apparentemente tremendo porta invece ad un finale insperato in quanto Clara piano piano ritorna a camminare grazie all’aiuto di Heidi e del nonno.

Il romanzo si chiude con Heidi, il nonno e il Dottore che vivono serenamente insieme a Dorfli durante l’inverno e nella baita di montagna in estate. Heidi non sarà mai più una bambina infelice e sola.

Commento: Il romanzo è sicuramente meno conosciuto dell’amatissima e intramontabile serie animata che ha accompagnato l’infanzia dei bambini dagli anni 70 in poi e che rispetta in modo piuttosto fedele la controparte narrativa. Certo quando si legge il libro, scritto in modo delizioso (scorrevole ma allo stesso tempo non infantile), i personaggi che ci vengono alla mente sono ovviamente quelli degli anime e viene quasi automatico affezionarsi a questo piccolo gioiello della narrativa per ragazzi. Non è un romanzo che solitamente è presente nelle librerie di casa proprio per il fatto di ignorare che esista un libro da cui è stato tratto il cartone animato e non viceversa. Ci troviamo infatti davanti ad un’opera del lontano XIX secolo che i grandi artisti giapponesi sono stati in grado di portare alla notorietà mondiale offrendo la possibilità a chi fosse curioso di immergersi in una lettura che coinvolge senza stancare mai. E’ un romanzo altamente edificante, ricco di buoni sentimenti e con un grande amore per le cose semplici, spesso le migliori che la vita ci può donare e che possono dare un senso vero alla vita. Dio è molto citato come è giusto aspettarsi da un romanzo rivolto all’infanzia, in quel tempo incanalata dalla letteratura verso un percorso moraleggiante che portasse esempi di vita da seguire allontanando le giovani generazioni dai pericoli del vizio e dei capricci. Tutto ciò per noi è quanto meno anacronistico e fuori tempo ma sappiamo che è il segno dei tempi che cambiano, ora vogliamo per i bambini storie di maghi o eroi fantasy, non precetti morali che mal si sposano con un’epoca tecnologica e progressista. E’ un peccato che certi capolavori non siano pubblicizzati come romanzi evergreen ma che siano relegati in posizioni di basso profilo, come edizioni ridotte per bambini piccoli o nel reparto classici, spesso lontano dal settore occupato dalla letteratura per l’infanzia. Io comunque lo consiglio vivamente a tutti i genitori sperando che possa essere riscoperto e perché no accompagnato dalla visione contemporanea del bellissimo anime targato Takahata.

Voto: 10    

     

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