sabato 18 giugno 2011

0 Robocop (1987)

1) Servire la salute pubblica

2) Proteggere gli innocenti

3) Difendere la legge

Queste sono le direttive primarie impiantate nei circuiti primari di Robocop, poliziotto androide frutto di un ambizioso progetto della multinazionale OCP a capo della polizia di Detroit. Siamo in un imprecisato futuro caratterizzato da una delinquenza sempre più globale che tiene in scacco la polizia della “vecchia Detroit”, tempio della malavita e cimitero di centinaia di poliziotti. Robocop non è altro che un androide costituito per metà da metallo e circuiti, e dall’altra metà da ciò che è rimasto del defunto agente Murphy, ucciso durante una sparatoria. Il robot, che inizialmente pare non avere memoria, inizia a manifestare i primi segni di coscienza col riaffiorare di tanti ricordi, sia dolorosi che felici. Questo scatena in Robocop/ Murphy la voglia di vendetta nei confronti di chi l’ha privato della sua famiglia e della sua entità di essere umano…

Robocop naturalmente è un film leggendario che ben si situa tra le numerosissime produzioni anni 80 che hanno per argomento principale il futuro fosco, città decadute e sotto assedio, il progresso scientifico e l’eroe buono che difende l’umanità dal male che la invade.

Il film è semplice, lineare, cinico e terribile nel descrivere la solitudine di un uomo che non è più uomo. Ricorda ma non sente praticamente niente a livello emotivo, una macchina con un volto umano che produce ricordi. Terribile no? In molti punti si ha la sensazione di essere in uno di quei classici telefilm americani tipo Chips, Miami Vice o A-Team vista soprattutto la poca qualità della fotografia e della recitazione, in effetti poco importante in film di questo genere, poi però ecco il coraggio da parte del regista di lasciare spazio a effetti scenici pazzeschi come mutilazioni causate da armi da fuoco potentissime, sangue un po’ ovunque e crudezza senza sconti.

Il film ovviamente merita.

Voto: 7 

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