giovedì 9 giugno 2011

0 Il dubbio (2008)

Trama: siamo nel 1964 in una scuola cattolica del Bronx. Il parroco irlandese Flynn (Philip Seymour Hoffman) è molto amato da tutta la comunità di fedeli ma soprattutto dal 12enne afroamericano Donald Miller, un ragazzo solitario e poco amato dai compagni. La preside della scuola, Sorella Aloysius (Meryl Streep), rigida e severa verso qualunque tipo di atteggiamento per lei sconveniente, spinge la giovane insegnante Sorella James (Amy Adams) a osservare con attenzione il comportamento del prete, per lei sospetto, soprattutto dopo l’ultimo sermone dedicato al dubbio, segno secondo la suora di un vacillare dell’animo nel parroco. La ragazza, inizia ad essere anch’essa convinta di qualcosa di morboso che unisce Flynn e il giovane Donald e ne parla con la superiora. Quest’ultima convoca Flynn e cerca di spingerlo a confessare, ottenendo però solo silenzi e negazioni. Da questo momento in poi la sua missione diventa quella di far allontanare e sospendere il prete…

Commento: il film è meraviglioso nonostante alcune critiche sulla staticità dell’azione. Come si fa a non essere totalmente rapiti da ogni singolo fotogramma in cui appare una irriconoscibile (ma allo stesso tempo inconfondibile) Meryl Streep? Inutile dire che la pellicola è retta sapientemente dalla sua recitazione nonostante il lavoro le sia notevolmente facilitato dagli altrettanto bravi Seymour e Adams. Cosa dire di questo film? Difficile non trovarlo attuale e pieno di spunti interessanti. La pedofilia nel grembo della chiesa cattolica. Attenzione però perché in realtà l’intento del regista sembra essere quello di instillare il dubbio senza dare alcuna certezza, visto che nessuna confessione di colpevolezza trapela dalle labbra del parroco ma molti frammenti dell’intera storia sembrano raccontare un’altra verità: la madre di Donald che sembra rivelare l’omosessualità del figlio (picchiato dal padre proprio per questo motivo), l’allontanamento del parroco da tre diverse chiese, il suo modo così poco cristiano di vivere la quotidianità tra sigarette, birra e pesanti pettegolezzi con gli altri preti e infine la scena a cui assiste Aloysius mentre guarda dalla finestra, ossia un ragazzo che si libera con fastidio e paura dalla stretta del prete. Interessante poi la dicotomia tra la severità di Aloysius e la bonarietà (almeno apparente) di Flynn. Una detestata da tutti ma con valori molto forti e l’altro amatissimo eppure non proprio integerrimo. L’apparenza che porta ad avere paura e diffidenza di ciò che ci tiene lontani dal male e ad abbracciare senza remore ciò che invece porta verso il peccato e il male nelle sue forme più aberranti. Del resto, i vari episodi di cronaca dei nostri giorni ci descrivono spesso preti pedofili che fino al momento della verità erano molto amati dalla comunità, segno inequivocabile che spesso il diavolo ha il volto di un angelo o di chi ci ispira una fiducia incondizionata. In realtà poi il film può essere letto anche come l’innamoramento di un adolescente omosessuale verso un adulto che lo tratta con rispetto ma che non ricambia il suo sentimento, se non in termini di semplice affezione. Non è dato saperlo ma la conclusione del film, con la scoperta che Flynn è stato addirittura promosso dal vescovo che lo invia verso un’altra parrocchia un po’ fa pensare ai continui insabbiamenti da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche, interessate maggiormente alla salvaguardia del buon nome della chiesa piuttosto che all’estirpazione del male, quello vero. Alla fine Aloysius piange, disperata per i continui dubbi che sembrano non trovare mai una risposta e ciò sembra quasi suggerire una terza chiave di lettura, ossia che il tutto sia stato generato dalla diffidenza e dal sospetto di una suora verso un suo superiore che non le ispira fiducia, piuttosto che da seri motivi di preoccupazione verso un ragazzo in difficoltà. Il titolo del film quindi appare più che appropriato.

Voto: 8,5      

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