sabato 6 giugno 2009

0 Polvere di Stelle. Dylan Dog 147


Soggetto e Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Corrado Roi
Data di Pubblicazione: Dicembre 1998
Trama: inizio misterioso e un po' alla Edgar Allan Poe. Siamo in una vecchia casa a due piani e una cameriera viene mandata a svegliare la sua padrona, ancora addormentata nell'antico letto a baldacchino. Si tratta di Vera Vallemberg, un'attrice del cinema muto, una donna che era stata molto bella ma che, sopriamo subito, è ormai una sorta di zombie tenuto ancora in vita e dal carattere aggressivo e violento.
E'ossessionata dalla sua bellezza, ma è una bellezza fittizia perchè lo specchio rivela cos'è diventata realmente.
Cambiamento di inquadratura: chi ritroviamo? una vecchia conoscenza di Dylan, la pasticciona Anna Never (n. 4/ 77) che combina uno dei suoi soliti disastri in un cinema durante la proiezione, guarda caso, di un vecchio film di Vera. La scelta del film non è un caso visto che Anna è stata scelta per interpretare Vera, morta giovane (ora abbiamo la certezza che si tratta proprio di una non-morta), in una pellicola che ricostruirà la sua breve vita con l'intento di distruggere la sua immagine.
Nel frattempo, Vera con la complicità dell'anziano medico George, continua a sottoporsi a misteriose operazioni per lasciare intatto il suo apparente bell'aspetto. Ma attenzione, si nutre anche del sangue dello stesso George che si pratica un taglio per nutrirla. E' evidente...si tratta di un Vampiro così come il suo partner cinematografico Terence. Non è finita, perchè persino il suo regista di quei tempi andati, Maximilian, che era all'epoca il suo compagno lasciato poi per Terence e il miraggio di una fama al di là dell'Oceano, è in realtà un Vampiro ed è proprio lui che ha ideato il film che la distruggerà.
Vera non sembra molto felice di questa iniziativa e decide di mettersi a caccia per eliminare uno per uno tutti coloro che partecipano in qualità di protagonisti alla realizzazione della pellicola.
Grazie al vecchio manoscritto di uno dei film girati di Maximilian, Dylan ormai entrato a pieno titolo nelle indagini, scopre che in realtà Maximilian era morto ma solo per trasformarsi istantaneamente (grazie a un quarto di sangue ungherese) in un Vampiro pronto a riprendersi la donna che amava e trascinarla nel suo personale Inferno per sempre grazie ad un piccolo morso. Così è..ma Vera non accetta comunque di dividere la sua nuova vita con Maximilian e cerca Terence per renderlo come lei.
La fine dell'albo è un tripudio di uccisioni, vendette e sangue a fiumi..ma Dylan riuscirà a portare in salvo la svampita Anna, ultimo e principale obiettivo di Vera?
Commento: un albo sull'amore e sulla morte. La più classica delle situazioni amorose, il triangolo, con qualcuno che soffre, qualcuno che ama senza essere ricambiato e infine qualcuno che non ama nessuno ma che è oggetto d'amore. E la morte? morte apparente e vita fasulla vissuta all'interno di vecchie case o nel riparo della notte in continua caccia per sopravvivere. Poi c'è il tema dell'amore eterno e ossessionato, la disperata ricerca della bellezza ormai perduta e il menefreghismo più assoluto di chi non ha subito particolari traumi nel passaggio dai vivi ai non morti, essendo un personaggio vuoto, superficiale e senza spessore. Un uomo di plastica come il mondo cinematografico o dello spettacolo in generale. E' una storia che non ha pause, che commuove e ti lascia in debito di ossigeno sino alle sequenze finali, degne di un vero film anni 20 in salsa horror. Onestamente ho apprezzato anche l'inedita versione data da Ruju dei Vampiri, non più belle e affascinanti creature, ma solo corpi in decomposizione che non hanno neanche il privilegio, se così lo vogliamo chiamare, della vita eterna. Ciò che rimane dello stereotipo del Vampiro è la sete di sangue, i canini affilati, la paura della luce e dell'argento, unico mezzo per eliminarli definitivamente.
Passando al comparto disegni, devo dire che non ho mai amato particolarmente lo stile di Roi, un po' troppo sfumato e confusionario, tutto ombre e assenza di luce. Troppo gotico e quasi melodrammatico con assenza totale di espressioni di allegria, serenità o gioia. Un sorriso scolpito in uno dei volti tratteggiati da Roi è quasi sempre un'espressione di follia o di ironia amara. Devo ammettere però che in quest'albo tutto funziona a meraviglia e si incastra a perfezione con la drammatica trama creata da Ruju.
Voto: 8

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