giovedì 28 maggio 2009

0 Ghost Hotel. Dylan Dog 146


Soggetto e Sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Bruno Brindisi
Trama: stavolta Dylan viene ingaggiato addirittura da Satana in persona che bussa alla sua porta per chiedergli aiuto. La richiesta? Liberare un albergo fatiscente (acquistato dal Diavolo stesso) da un esercito di fantasmi che lo infestano da tempo e che non permettono finchè sono presenti una bella ristrutturazione dell’edificio.
Dylan accetta e si reca accompagnato da Groucho al Limbus Hotel dove assiste al tentativo di omicidio di una donna da parte di uno strano ometto. Spara e l’uomo invece di morire ritorna alla sua stanza dove Dylan lo vedrà poi impiccato così come era morto dopo essere stato incriminato per omicidio volontario. Poi scompare. Il primo fantasma dell’albergo è stato eliminato. La donna che ha rischiato di morire è Rosaura, una giornalista assunta dal Diavolo per testimoniare sulla disinfestazione da parte dell’Indagatore dell’Incubo. L’altro essere umano presente è il misterioso e annoiato portinaio della hall che continua incessantemente a scrivere e a buttare nell’inceneritore i fogli appena scritti. Dylan inizia le sue indagini e piano piano scopre che l’hotel è abitato anche da esseri viventi, uomini e donne tormentati, isolati dal mondo per sfiducia verso il mondo stesso o per chiudersi nel proprio dolore. C’è il medium Crane per esempio, che sembra l’unico a conoscere il segreto di questo Limbo e che soggiorna nella stanza 666, luogo in cui finiscono per ritrovarsi tutti coloro che sono morti in circostanze misteriose nel Limbus Hotel o che sono stati giustiziati a causa di omicidi commessi o non commessi. La soluzione di tutto si trova nella stanza di Dylan, nella parete dipinta con disegni surreali, i disegni che solitamente compongono un rebus. In realtà l’albergo sorge sulle ceneri di un braccio della morte…
Commento: mentre negli albi precedenti ho sempre criticato Sclavi per aver creato sceneggiature un tantino pesanti e banali, questa volta devo necessariamente togliermi il cappello e inchinarmi a cotanta genialità e bellezza. Non so neanche da dove cominciare per esprimere la gioia e il coinvolgimento che ho provato a immergermi totalmente in questa storia. Una storia che parte a razzo, capace di catturarti dalla prima vignetta sino all'ultima, in grado anche di farti sorridere e leggere con piacere le freddure di un Groucho in grande spolvero (e dire che di solito salto a piè pari tutti i frangenti in cui dà vita ai suoi strampalati monologhi!). La trama è avvincente..pensiamo solamente a Satana, vestito di tutto punto come un ricco signore che suona alla porta di Dylan e che gli propone di seguire un indagine per lui. Surreale ma intrigante. Poi cosa c'è di più orrorifico di un'ambientazione come questa, in un albergo a ore abbandonato da tempo e che addirittura sorge su un vecchio carcere, motivo per il quale è abitato da centinaia di anime tormentate, tutte destinate a rivivere in eterno gli orrori vissuti poco prima di arrivare alla morte. E' un sapiente gioco di scatole cinesi, in cui si incastrano e si sovrappongono le varie storie dei protagonisti di questo grande albo, storie a prima vista indipendenti l'una dall'altra ma infine legate per formare un disegno che all'inizio era invisibile pur essendo sotto gli occhi del nostro Indagatore dell'Incubo. Dylan in questa storia è più umano che mai, si commuove, si appassiona, si incuriosisce e tenta di salvare chi ormai è morto ma che ancora può trovare conforto nella considerazione da parte di un vivente. I disegni di Brindisi sono quanto di meglio si possa chiedere, un mago della matita. Ogni vignetta ha un suo perchè ed è densa di particolari, tutti importanti ai fini della storia e della situazione. Stati d'animo di noia, frustrazione, disperazione, tristezza, stupore, amore e rancore sono tutti immediatamente avvertibili nelle espressioni dei vari personaggi disegnati con enorme talento e precisione.
Uno dei migliori albi della serie. Imperdibile sotto ogni punto di vista.
Voto: 10

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