venerdì 8 maggio 2009

0 Dylan Dog 144. Belli da Morire


Soggetto e Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Giovanni Freghieri
Trama: nella clinica Beauty Paradise Centre il dottor Steiner e il suo assistente Jacob Wu operano dei veri miracoli riportando alla giovinezza donne e uomini scontenti del loro aspetto e desiderosi di ritornare alla bellezza di un tempo. Sarebbe fantastico se non fosse che i pazienti manifestano degli effetti collaterali che mutano il loro aspetto e in un modo non esattamente piacevole. Iniziano ad avvenire delle strane morti che coinvolgono i pazienti del Dottor Steiner..quest’ultimo, rendendosi conto che i suoi esperimenti non stanno dando dei buoni risultati decide di interromperli ma incontra la morte per mano di una orrenda creatura deforme. Eva Steiner, vedova del chirurgo, decide di rivolgersi a Dylan in quanto sospetta che nella clinica avvengano strane cose di cui è responsabile soprattutto Wu. Dylan riesce a farsi assumere come inserviente nella clinica e nel mentre e autopsie sui cadaveri mostrano che nel cervello dei cadaveri erano stati conficcati, in punti precisi, 7 aghi di mirabile fattura.
Durante un’ispezione nello studio di Wu, Dylan e Eva vengono sorpresi e portati nella sala operatoria nascosta nei recessi della clinica…qui scopriranno che non serve il bisturi per mettere in pratica la chirurgia estetica..

Commento: piccolo preambolo sui disegni. Trovo che la matita di Freghieri sia un po’ spuntata e priva di personalità. Il viso di Dylan potrebbe appartenere ad un 15enne e non ad uno che va sui 40..ben portati ma 40 cribbio! In generale è come se tutti i personaggi fossero solo abbozzati e non propriamente definiti. Un tipo di disegno un po’ retrò che personalmente non mi piace e che mal si adatta ad un fumetto horror dove anche il minimo particolare deve colpire l’attenzione di chi legge facendogli dire wow.
Passando alla storia, anche qui ahimè non ci siamo proprio. La trama non cattura se non alle primissime battute in quanto in seguito è un lento procedere verso universi di letargia e banalità. Compreso il finale che, immagino, nelle intenzioni di Ruju dovesse provocare un balzo sulla sedia ma che in realtà è quanto mai piatto e prevedibile…come un film dell’orrore anni 30 agli occhi di un cinefilo di 20 anni. Non ci siamo neanche nella caratterizzazione dei personaggi, Dylan è fuori parte, compie azioni stupide e appare come un ritardato mentale piuttosto che come l’astuto e istintivo indagatore dell’incubo. Non ci sono sentimenti forti, il personaggio Johnny Freak di questo numero è una sua brutta controfigura, capace di battute ai limiti del patetico e dell’autocommiserazione.
Unico applauso per Angelo Stano..una copertina da incorniciare!
Voto: 4

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