martedì 17 novembre 2009

0 Torno a Prenderti

Un piccolo romanzo che non si può in realtà definire tale viste le dimensioni ridotte. Diciamo un racconto lungo che la Sperling ha furbamente trasformato in soldi spacciandolo per romanzo. Un libro insomma che si potrebbe tranquillamente leggere in due ore, sia per la brevità che per il contenuto concitato e rapido come una coltellata di un pazzo.

Abbiamo una donna, Em, che dopo la morte della sua bambina decide due cose: di iniziare a correre e di lasciare il suo inutile e vuoto marito. Correre è un mantra che la spinge fuori dal dolore, non sa perchè ha iniziato nè perchè lo fa ma sa che l’aiuta. Il marito naturalmente non capisce, come non ha mai capito la sua giovane moglie e lei lo lascia, lui accetta e lei sposta la sua corsa nell’isola di Duma Key, nella villa della sua famiglia di origine.

Nell’isola soggiorna anche un uomo di mezza età che ama portarsi dietro belle ragazze che a un certo punto spariscono misteriosamente. Em un giorno scopre il cadavere di una di queste “nipoti” che spunta fuori dal bagagliaio della macchina e da lì inizia il suo incubo. Una botta in testa e si risveglia legata ad una sedia in balia del pazzo. Appena lui si allontana, lei tenta di liberarsi e a prezzo di un dolore lancinante ci riesce. Da questo momento in poi inizia la sua vera corsa, quella più importante, la corsa della vita…

Questo racconto mi ha colpito non tanto per il nocciolo centrale della storia quanto per ciò che fa da cornice: il grande dolore di una perdita che ti fa reagire in modi che non sempre sono compresi e rispettati dalla gente, soprattutto da quella che in teoria ti dovrebbe volere più bene. La forza che ti si scatena dentro quando sei in una situazione da cui non sembra esserci via d’uscita, quella forza che ti fa pensare che tu ti rialzerai sempre, anche se sei piena di lividi dentro e fuori. E’ qualcosa che ti viene fuori solo quando il mondo che conosci ti ha respinto, solo quando la gente è convinta che fallirai. Quando arrivi a quel punto rimane il tuo istinto di sopravvivenza ed è quello che ti salva il culo. Il tema della corsa è estremamente importante, soprattutto quando inizialmente sembra la cosa più inutile del mondo. Alla fine si scopre che la corsa è tutto. Che quelle mattinate di sudore, di continuo movimento, erano solo il preludio e la preparazione di un progetto più grande.

Io la vita la vedo così. La piccola vaccata, la grande delusione, il gesto che non ti aspetti, la passione che ti nasce per una stronzata che interessa solo a te, la telefonata che non arriva, lo sgambetto di qualcuno, il pullman perso per un secondo, tutto ma proprio tutto porta sempre a qualcos’altro.

Niente accade per caso.

Questo racconto che probabilmente non aveva l’intento di far trapelare tutta sta filosofia, a me ha ispirato questi pensieri.

Il contenuto vero e proprio è poca cosa: il solito topos del pazzo assassino e del prigioniero che deve fuggire. Le battute finali meritano una buona valutazione perchè l’ansia sino a quel momento sotto lo zero, inizia a salire di qualche gradino senza mai raggiungere le vette di altri racconti o romanzi.

Se siete appassionati del Re, non potete evitare di comprarlo, se invece siete dei lettori estemporanei potrete facilmente scartarlo e acquistare per esempio il Gioco di Gerald, sicuramente un gioiello che ha molto in comune con Torno a Prenderti ma che gli è nettamente superiore sotto tutti i punti di vista.

Il mio voto è 6.

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