domenica 15 novembre 2009

3 Pizzeria Il Porcile a Cagliari

A volte capita il sabato famigliare, quello dove uno dice “perchè stasera non andiamo in pizzeria?”. A casa mia è molto raro visto che ho due genitori con la pantofola congenita (tra parentesi pure io mi sto avviando in questa direzione senile, ma con 30 anni di anticipo sui tempi). Mia madre però ha un debole per la pizza e al richiamo di pomodoro fresco e mozzarella non resiste mai, perciò ieri, messo da parte il solito uovo al tegamino con fetta di insaccato triste siamo andati alla pizzeria Il Porcile dove ci aspettavano mia sorella e il suo fidanzato. Ora, chi non è di Cagliari leggendo questo nome penserà “Minchia ma Che Merdata è”? State buoni che vi spiego. Il nome non deriva dalla presenza di maiali e truogoli dove versano gli ingredienti dell’impasto e del condimento. Al massimo si possono trovare numerosi suini a due zampe, in branco, o in compagnia di scrofe.

Il nome deriva dalla via in cui si trova il locale: via Porcile. Certo, diciamo che chi ha scelto il nome della via non aveva molto buon gusto ma noi in fondo che ci possiamo fare? comunque a parte questo, si tratta di una via dove ci sono numerosi locali e ristoranti. C’è pure un misterioso e inquietante ristorante Cubano con la bandiera blu bianca e rossa all’esterno e un viados all’interno. Siamo avanti noi di Cagliari, cosa pensavate? Ingranaggi politici che funzionano: noi le prostitute le togliamo dalle strade e le mettiamo a servire tacos e birra in ristorante.

Beh comunque noi 5 siamo entrati al Porcile. (Il Ristorante Cubano me lo riservo per quando avrò voglia di provare sensazioni forti e un bell’attacco di legionella). All’entrata vedrete questo stretto corridoio con tavoli da una parte e bar, forno e cassa dall’altra. Spererete di non avere la sfiga di capitare proprio lì perchè a parte la corrente d’aria costante tra l’entra ed esci dei clienti e dei fumatori, dovrete sopportare il calore del forno e i culi della gente ad altezza naso che deciderà di pagare direttamente alla cassa. Noi fortunatamente siamo stati trasferiti nel reparto oggetti smarriti sulla sinistra. Qui c’è stato assegnato un tavolo da 8 nel caso avessimo voglia di disporci a posti alterni, uno sì, uno no, uno sì, uno no e così via.

Il cameriere l’abbiamo visto tre volte in tutto, le altre volte l’abbiamo dovuto richiamare con segnali di fumo. Ah, se qualcuno di voi ha intenzione di farsi un tatuaggio ed è a corto di soggetti, venendo alla pizzeria il Porcile può trovare un buon numero di tipologie diverse visto che tutti, ma proprio tutti i camerieri, pizzaioli e cassieri sono disseminati di tatuaggi. Abbiamo i teschi, le sirene poppute, i cuori trafitti, l’ancora come Braccio di Ferro, insomma proprio tutto quello che la fantasia vi ispira.

Una volta seduti non dovrete neanche aspettare il menu perchè vi basterà guardare la tovaglietta di carta per scoprire che tutte le pizze, le bibite, le bistecche e i dolci sono tutti scritti sotto il vostro naso. Io la cosa l’ho trovata geniale a parte la sorpresa iniziale. Ho deciso per una pizza con salsiccia fresca e olive e una 0,40 chiara (per i non sardi, una birra media). Però tutti ci siamo fatti tentare dall’antipasto sardo e allora ecco un piatto di assaggi di olive, pecorino, salsiccia, lardo, prosciutto e salame. Tutto ottimo soprattutto sopra i pezzi di focaccia calda chiesta 800 anni prima e arrivata quando ormai avanzava un’oliva e una fetta di prosciutto.

La birra era bella fredda come dovrebbe essere e come raramente è nell’80% dei ristoranti, pizzerie e locali. Quando ho allungato lo sguardo un tavolo più in là e ho visto un gruppo di ragazzi che si è fatto portare un mega boccale da un litro ho provato un’invidia pazzesca. Sicuro che l’avrei finita, vista la dannata mania che ho per questa bionda frizzante e vivace. Punto di demerito sicuramente i prezzi in generale: a me 4,50 euro per una birra alla spina mi sembrano tantissimi, ma forse esco poco e non conosco la media generale.

La pizza è arrivata nei tempi giusti ed era OTTIMA. La sua specialità sta nel fatto di essere fatta anche con la semola, quindi ha proprio quella croccantezza giusta adatta anche ai palati più esigenti. Forse una piccola pecca sta nella poca quantità di pomodoro presente sulla pizza ma non ve ne accorgerete neanche. Ho visto un tavolo dove un tipo che evidentemente non mangiava da lunedì scorso si è fatto fuori due pizze. Io stavo già chiedendo i soccorsi dopo mezza pizza. L’antipasto e la focaccia mi hanno fregato altrimenti ce l’avrei fatta perchè era fottutamente buona.

Il dolce non l’ho preso perchè tanto sapevo che erano tutti industriali perciò ho optato per un sorbetto al limone (un’altra delle mie fissazioni). Non era nè buono nè cattivo. Diciamo troppo lattoso, troppo abbondante e troppo liquido, ma il sapore non era male.

Io in fin dei conti mi sento di promuovere questa rustica e storica pizzeria. Vi troverete alla grande.

3 sentenze:

Giuseppe Mereu ha detto...

Giusto una curiosità: la via è intitolata a Vittorio Porcile, comandante di vascello nella Marina Sarda in epoca sabauda. Non si hanno riscontri circa la presenza, in qualsiasi epoca storica, di porcilaie nella zona, eccezion fatta per il prospiciente palazzo del Consiglio regionale.

..^^FoRSe YeSs FoRsE No^^.. ha detto...

Grazie per l'informazione e sei un grande per la battuta finale che condivido ampiamente!!!

AndreA ha detto...

Da Alessandro (questo il nome MENO CONOSCIUTO della pizzeria), ogni tanto ci ripasso anche io.
Che dire poi delle posate tutte diverse?? ;)

Il prezzo della spina 0.4 è nella norma.

A presto. :)

 

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