sabato 25 aprile 2009

1 Dylan Dog 141. L'Angelo Sterminatore


Soggetto e Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Nicola Mari
Citazioni:
- L’Angelo Sterminatore, film di Luis Bunuel del 1962
Trama: l’albo si apre con un flash back (Foresta Nera 1944) in cui vediamo Padre Erik, l’abate di un monastero che, allarmato dal sopraggiungere di un convoglio nazista, corre a cercare Saul e Jael due bambini che vivono nella sua abbazia. Capiamo subito che c’è qualcosa di strano in loro, infatti scendono da un albero altissimo in un modo misterioso (ma che a leggere il titolo è facilmente spiegabile). I due vengono rinchiusi in una stanza e gli viene, come dire, estirpata una parte del loro corpo che sembra rappresentare una minaccia per la loro incolumità.
La scena si sposta ai giorni nostri. Una sedicente strega, diciamo meglio una cartomante, si reca da Dylan perché la sua segretaria, Jael, è scomparsa da qualche tempo. Un’impietosa finestra ci mostra la ragazza in fuga da un uomo. Non riesce a scappare e viene brutalmente uccisa.
Siamo di nuovo in Germania, qui nell’antico monastero vivono ancora Saul e Erik. Ci viene spiegato come Jael avesse deciso di rinunciare alla sicurezza delle vetuste mura per andare nel mondo e fare del bene. Saul, in contatto spirituale con la sorella, apprende che è morta e decide con animo bellicoso e vendicativo di raggiungere Londra. Durante la traversata da Calais a Dover, egli dà mostra delle sue incredibili capacità a Shirl una ragazza conosciuta sul traghetto. Riesce infatti a leggere nel cuore delle persone presenti sull’imbarcazione e a conoscerne i segreti più intimi.
Nel frattempo Dylan cerca di saperne di più su Jael e per farlo entra in contatto con padre Jonahtan, definitosi suo tutore legale. L’uomo custodisce nella sua chiesa un’inquietante reliquia, ossia le spoglie di un angelo mummificato proveniente da Bisanzio. L’uomo dimostra di avere delle conoscenze molto approfondite sugli angeli ma soprattutto sui Nephilim, gli angeli caduti. La sua erudizione è dovuta in particolar modo alla sua amicizia con padre Erik, conosciuto nel 1958 durante una visita al monastero tedesco. Il frate chiede in seguito un favore a Jonahtan e cioè di avere cura di Jael, una sua protetta che sarebbe arrivata di lì a poco in quel di Londra.
Nel frattempo viene uccisa un’altra ragazza, dai tratti fisici simili ai suoi, occhi azzurri e capelli biondi. Dalle sue parole sembra che l’assassino sia alla ricerca di un angelo, mentre sul suo cammino continua a trovare solo semplici ragazze senza quel quid in più. L’uomo porta un gran rancore dentro di sé, un rancore alimentato dalle continue derisioni e sguardi di disprezzo lanciatigli prima che diventasse ricco e famoso, quando era solo un ragazzino dall’aspetto repellente.
West, questo è il suo nome, s’imbatte per puro caso in Shirl e colpito dalla sua avvenenza con un futile pretesto riesce ad attirarla e in seguito a intrappolarla in attesa di riservare anche a lei il solito trattamento.
La polizia però grazie ad un indizio trovato addosso all’ultima vittima riesce finalmente a risalire al colpevole e Dylan ferma appena in tempo la sua prossima esecuzione. Grande colpo di scena: West afferma di aver conosciuto Jael e di averne ricavato da lei preziosi insegnamenti e soprattutto la forza di tenersi lontano da atti di violenza. Ma improvvisamente venne uccisa, non da lui però. Lui da quel momento in poi è alla ricerca di un angelo, un angelo proprio com’era Jael, che lo guardava con occhi pieni di serenità e gioia e non con commiserazione e disgusto. A questo punto tenta di scappare ma viene intercettato da Saul che lo fa diventare una torcia umana per espiare e pagare le colpe di cui si è macchiato.
Chi è il vero assassino? Chi è colui che ha fatto sì che Jael, tanto amata nel quartiere dove viveva, decidesse di continuare la sua missione di bontà alle dipendenze di una cartomante? Costretta per sfuggire agli sguardi di concupiscenza di un uomo che ogni volta che la guardava nutriva pensieri impuri e indegni della sua carica di ministro di Dio…
Commento: non so neanche da dove cominciare, posso solo dire che penso di trovarmi di fronte ad uno dei numeri migliori di Dylan Dog. Perfetta fusione tra disegni di rara bellezza e una sceneggiatura che sarebbe adattissima ad una trasposizione cinematografica. Un incipit da maestro, con mille aspettative e interrogativi che si affacciano prepotentemente nella mente del lettore, blandito da una trama che non può non intrigare all’istante. Ci si trova a formulare ipotesi e ad essere convinti di determinate sicurezze che vengono prontamente scardinate da un finale inaspettato e da manuale. La scena non è dominata da Dylan Dog che anzi è quasi uno spettatore come noi che leggiamo lasciando colare un po’ di bavetta su pagine che si corre il rischio molto reale di consumare a furia di leggerle e rileggerle. La scena è dominata dalla storia stessa, non ci sono protagonisti ma varie figure a loro modi centrali. Abbiamo la dolce Jael, che incarna l’immagine che tutti abbiamo dell’angelo..destinato a fare del bene, con la missione suprema di aiutare l’uomo a tenersi ben lontano dalla strada che conduce al male. Jael che è presente in tutto l’albo ma sempre attraverso dei flash back, Jael che è già morta quando l’attenzione si sposta improvvisamente su di lei. Saul è l’angelo incerto, combattuto, l’angelo che vede crollare intorno a sé il concetto del bene, il concetto stesso che ha portato alla sua creazione e alla sua comparsa nel mondo dei mortali. Potrebbe ingrossare le file degli angeli caduti ma è guidato sempre e comunque da un profondo senso di giustizia che non può fare a meno di esprimersi anche in modi che ai nostri occhi possono sembrare cruenti e poco adatti alla figura eterea che ci siamo creati nel corso della vita e delle ore di catechismo. Gli angeli in realtà sono sempre stati i soldati di Cristo, spesso con una spada in mano e il sangue del peccatore a sporcargli le candide vesti. L’iconografia spesso ce li ha mostrati come dei pupattoli con le alucce e i visini da putto, con l’aureola e le boccucce a cuore ma inviterei chiunque a fare una bella passeggiata a Castel Sant’Angelo per vedere le 10 imponenti figure che si stagliano imponenti ai fianchi del visitatore. Sono impressionanti e incutono timore.
Tornando a noi…io non ho trovato difetti nella storia, per me è sinceramente perfetta. Se proprio devo essere cattiva e spietata potrei sottolineare il trascurabile fatto che a quanto ci raccontano i testi sacri gli angeli non hanno né sesso né età mentre qui ci troviamo davanti a due fratelli, maschio e femmina che da bambini sono diventati adulti, magari ci hanno messo un centinaio d’anni a diventare 30enni ma vabbè…la cosa stona un tantino con le informazioni che abbiamo a disposizione ma non toglie niente né alla storia né al 10 e lode che si merita di diritto questo piccolo gioiello.
Voto: 10

1 sentenze:

Anonimo ha detto...

Nel "Libro dei Vigilanti" dove si parla degli angeli caduti
viene detto esplicitamente che sono di sesso maschile e
si uniscono alle donne degli uomini…
Quindi la storia è corretta anche da questo punto di vista

 

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