martedì 14 aprile 2009

0 Dylan Dog 139. Hook l'implacabile


N. 139-Aprile 1998
Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Maurizio di Vincenzo
Trama: Dylan Dog riesce finalmente a liberarsi di Hook, un assassino con un uncino al posto del braccio. Quest'ultimo infatti muore in un incidente stradale mentre tenta di uccidere il suo acerrimo nemico Dylan in quel momento casualmente al volante del suo celeberrimo maggiolino. La macchina di Dylan però ha il motore praticamente a pezzi e lo vede costretto a lasciare la sua fedele compagna di 1000 avventure in un'officina nei pressi. Qui lavora alle dipendenze del vecchio Pop un ragazzo ungherese, muto, ma mago dei motori in quanto ha ereditato dal nonno la capacità di rianimare le macchine, anche quelle pronte per lo sfasciacarrozze. Lui ha il "dono".
Sua sorella, con la quale si è trasferito a Londra, è una brava ragazza che per sopravvivere è stata costretta a prostituirsi. E' una vita che ormai l'ha stancata e cerca di sottrarsene finendo però per essere quasi ammazzata di botte dai suoi protettori.
Dylan chiaramente se ne innamora e allo stesso tempo fa amicizia con il Andrez, il mago dei motori. Quest'ultimo, avendo capito in che tipo di situazione si trova la sorella decide di vendicarsi uccidendo piano piano tutti i suoi clienti, appartenenti al bel mondo della capitale inglese. Li elimina utilizzando una macchina costruita da lui stesso unendo pezzi di automobili diverse e soprattutto utilizzando un frammento della macchina in cui è morto Hook. Un frammento vivo, animato dall'anima malvagia dell'assassino che in questo modo riesce in qualche modo a ritornare ad una sorta di non vita per vendicarsi in ultima istanza di Dylan Dog.
Commento: i disegni sono splendidi e rappresentano il battesimo sulle pagine di Dylan Dog di Di Vincenzo, il soggetto invece non mi ha colpito più di tanto. In realtà la storia parla solo marginalmente di Hook e perciò non capisco perchè intitolare l'albo con il suo nome. Ci sono temi importanti nella vicenda, soprattutto la piaga della prostituzione e a volte l'impossibilità per le donne di sfuggirne. Forse è un argomento un po' banale ma in fondo uno degli obiettivi delle storie di Dylan è sempre stato quello di sensibilizzare il pubblico dei lettori su temi scottanti della nostra attualità. Devo dire che nell'albo non mancano i topos di Dylan Dog: come per esempio le ballate in rima baciata e la presenza sorniona della Morte (in questo caso un vecchietto con occhiali patito di the e seccato da una mosca). Strana la quasi totale assenza di Groucho...E' un albo sicuramente serioso e con nessuno spazio per l'ironia.
Voto: 6

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