domenica 12 aprile 2009

0 Recensione The Strangers


In un lento e tedioso pomeriggio di Pasqua decido di vedere il qui presente film. Pellicola recente, datata 2008 e collocabile nel genere strabusato ma sempre intrigante del thriller corredato da un pizzico di splatter e da un buon chilo e mezzo di luoghi comuni.
Il cast non è sfolgorante, diciamo che io conoscevo solo Liv Tyler, l'elfo dei nostri giorni, un elfo dall'eterna espressione terrorizzata, impressionabile e un po' piatta. Il suo partner (dalla presenza scenica pari a quella di un pesce in un acquario) è un tale Scott Speedman, il classico biondazzo dall'occhio ceruleo tanto caro alla decennale tradizione americana.
La trama è difficile da spiegare soprattutto perchè dopo mezzora di film ancora non avevo capito niente e non perchè il numero dei miei neuroni corrisponda ad una cifra inferiore al 10 ma perchè detto francamente non si capisce na mazza.
C'è una coppia giovane ben vestita, diciamo che sembra appena uscita dal ricevimento di nozze di Rubicondi e Ivana Trump. Questa coppia entra in una bella casa tutta in legno con un bel camino e con alcune sorpresine come petali di rosa nella vasca e bottiglia di champagne in ghiaccio. Sembrerebbe che i due si siano appena sposati ma in realtà sono già nella fase di indifferenza totale che si sviluppa intorno al settimo anno di matrimonio. Lui è talmente insofferente che chiama il suo migliore amico per chiedergli di andarlo a prendere che non ne può più le palle di stare con la tipa tra i piedi. Però ogni tanto si baciano e si dicono ti amo.
Fatto sta che lui decide dopo un bel cucchiaio di gelato anti depressione secondo il decalogo dell'americano medio di farsi un bel giro in macchina verso l'una di notte lasciando la moglie, la compagna o la fidanzata a girarsi i pollici in mezzo al grande nulla della provincia americana...questo nonostante ci sia già stata un'avvisaglia di svitati nella zona.
Lui esce, lei inizia ad essere perseguitata da una tipa che continua a bussare alla porta, alle finestre indossando una simpatica maschera da horror di stampo coreano.
Unica difesa un coltello, unico separè tra lei e i maniaci (dopo un po' si scopre che sono ben 3) una porta resistente quanto la parete posticcia di una scenografia di cinecittà. Finalmente torna il pirlotto e scopre di avere un fucile da qualche parte....in 90 minuti di film scopriamo anche che non lo sa usare, avrebbe potuto dotarsi di uno scovolino da bagno il risultato sarebbe stato il medesimo.
Devo dire che l'angoscia alle volte va a 3000, ma per tutto il film si ha voglia di dare una botta in testa all'uomo perchè compie delle azioni puramente illogiche che ti lasciano un nervoso tale da voler togliere il dvd dal lettore per scaraventarlo oltre la finestra aperta più vicina.
Il film è strano, non si capisce la cornice, non si capisce l'antefatto e non si capisce la fine. Io mi sono accontentata di capire ciò che c'era in mezzo e mi sa che devo ritenermi fortunata.
Se cercate il luogo comune del thriller questo film è per voi, se cercate l'aspetto psicologico statene alla larga perchè i personaggi sono stereotipati all'inverosimile, i dialoghi sono scritti da un uomo con poche idee e con un vocabolario di 500 parole.
Il silenzio è quasi totale tanto da ricordare il classico horror di matrice orientale, anche le maschere dei killer e le loro sparizioni e apparizioni improvvise ricordano molto le produzioni asiatiche.
Il mio voto è 5 per i contenuti e 6 per l'angoscia...un paio di salti sulla sedia li farete.

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