sabato 21 febbraio 2009

1 Sanremo. Quarta Serata, Pagellone


Inizia la Terza Serata del Festival di San Bonolis. Oggi il menu offre come piatto di contorno la gara dei giovani dove immagino non vincerà l’unica che lo merita veramente e di cui per scaramanzia non citerò il nome se non voglio che finisca come i ripescaggi di ieri sera. Il piatto principale invece è costituito dalle esibizioni dei Big che vengono eccezionalmente accompagnati nelle loro performance da nomi più o meno importanti della musica leggera. Si presentano in 12 ma ne usciranno vivi solo 10.
Davvero scandalosa la cravatta traslucida di Paolo Bonolis ma formidabile la sua battuta sul sarto che ha cucito gli abiti addosso ad una ballerina coperta solo di tinta colorata.

1) Pupo, Belli e Youssou Ndour e Giannone Morandi “L’Opportunità”: per un attimo sembra di riascoltare Si Può Dare Di Più ma la profondità e la quantità di rughe di Morandi ci riportano bruscamente nel 2009. Penso che il testo sia deboluccio nonostante le intenzioni ammirevoli. Del resto dall’autore di Santa Maria Novella e Su Di Noi non ci potevamo aspettare Imagine. Gianni Morandi non aggiunge niente a questo inno da chiesa rionale. Il mio voto precipita a 5.
2) Patty Pravo, Weckel, East e Rundgren “E io verrò un giorno lì”: la Bambola vitrea presenta segni preoccupanti di cedimento all’emisfero destro del cervello già prima di cantare visto che bacchetta Bonolis per aver presentato il suo direttore d’orchestra solo col cognome. Vi chiederete perché e rimarrete col dubbio visto che questa donna è un punto interrogativo su un foglio bianco. Oggi rinuncia all’esibizione delle sue prugne avvizzite ma tiene fede alle stecche. Il mio voto è 5 dal vivo e 7 in versione radio.
3) Fausto Leali e Fabrizio Moro “Una piccola parte di te”: problemi interminabili per colpa di un fischio assordante proveniente dalla cassa audio del chitarrista che scorta il Funereo Moro. Alla fine Paolo lo leva dalle balle e parte la canzone. Fausto Leali è vestito da casa, maglia nera sformata, jeans ascellare…manca solo la ciabatta marrone. Fabrizio Moro è allegro come un becchino e intonato come sora Gina. Il mio voto è 5.
4) Sal Da Vinci e Gigi D’Alessio “Non riesco a farti innamorare”: testa da Playmobil, che non è scemo come potrebbe sembrare ad una rapida occhiata, si porta dietro il pezzo da 90, quello che cattura tutti i voti da Napoli in giù. La voce di Sal Da Vinci ha quel caratteristico piagnucolio da napoletano verace…persino Gigi, al suo confronto, sembra venire dalla Brianza più profonda. Il mio voto è 4.
5) Dolcenera e Syria “Il mio Amore Unico”: se devo dire la mia Haidi non ci ha guadagnato a farsi accompagnare da Syria che notoriamente ha la voce di Topo Gigio e il sex appeal di un tonno. Per l’occasione sfoggia anche un paio di anfibi risalenti, vista l’usura, al lontano 92. Le due continuano a guardarsi maliziosamente durante tutta la performance…Ormai Povia è in preoccupante minoranza. A parte tutto la canzone a me piace un casino. Il mio voto è 7,5.
6) Francesco Renga e Daniela Dessì “Uomo senza età”: più lo guardo più penso che Francesco abbia fatto bene a sfoltirsi la chioma..sta benissimo ma sarà come Sansone che perse tutta la sua forza per un paio di colpi di forbice? In realtà no visto che a un secondo ascolto la canzone mi ha veramente emozionato. Il mio voto è 7.
7) Alexia, Mario Lavezzi e Teo Teocoli “Biancaneve”: Lavezzi, viste le temperature rigide di uno studio televisivo, si presenta con un panciotto di velluto nero. Alexia sarebbe ora rinunciasse al suo nome da Vocalist almeno per ragioni anagrafiche visto che ha superato i 40. I suoi capelli sono in giudicabili. Teocoli fa un po’ la macchietta di Celentano…Non mi sono piaciuti per niente. Il mio voto è 6 ma solo per il ritornello.
8) Albano e Michele Placido “L’amore è sempre Amore”: Albano dovrebbe prima di tutto capire che la camicia fuori dai pantaloni va bene sino ai 30 anni poi uno diventa sempre più simile ad un pappone. Anche i capelli fluenti hanno fatto il loro tempo così come il suo modo di cantare. Ma chi è stato tanto scriteriato da rimetterlo in gara? Guardate la supponenza del contadino arricchito…Non lo salva neanche l’apporto del conterraneo Placido che si limita a decantare questi versi di rara banalità. Il mio voto è 3.
9) Marco Masini e Francesco Benigno “L’Italia”: con il suo accento marcatamente siciliano l’attore di Mary Per Sempre declama qualche strofa della canzone, anche con una certa veemenza. Penso che il testo di questa canzone non sia per niente coraggioso, anzi. Tutto si limita a sfruttare un po’ di temi di scottante attualità per poi cadere un po’nella retorica dei nostri tempi. Roberto Benigni in poche battute ha detto tutto quello che c’era da dire su questa Italia.quello ma con originalità e vero coraggio. Masini non è un cantautore che si può mettere a far politica o falsa demagogia con un paio di parolacce, meglio se si limita alle sofferenze dell’amore. Il mio voto è 4.
10) Povia “Luca Era Gay”: guardate la faccia di questo individuo e vedrete la supponenza di aver vinto il braccio di ferro con la parte che si è sentita giustamente lesa da questo ridicolo testo. L’Italiano medio gli ha dato la sua approvazione, gli grida BRAVO prima che canti. Cosa c’è da dire? Vorrei un po’ di metri di carta igienica per pulirmi il culo. Il mio voto è 0. Ci offre anche il bacio tra due falsi sposini sul palco. Cosa dobbiamo dire? Ringraziamo Povia per averci spiegato che il vero amore si trova nell’eterosessualità e nel matrimonio. Sarà per questo che ci sono più separazioni che nozze. Comunque mani allo champagne per la sua vittoria di domani sera. Garantito al millesimo.
11) Marco Carta e i Tazenda “La Forza Mia”: un po’ di Sardegna sul palco dell’Ariston, launeddas e alcune strofe in sardo. La cosa peggiore tra le tante è lo stesso Carta che tenta di cantare in logudorese. Voto 4
12) Gemelli Diversi “Vivi per Un Miracolo”: gli antiabortisti col piercing e il tatuaggio non riesco proprio a sentirli. A parte che è identica come ritmica, come melodia, come fraseggio ad altre 20 che hanno inciso nei loro memorabili cd. Il mio voto è 2

Finalmente giungono al termine le esibizioni dei Big…di molto inferiori a quelle della magica serata precedente.
Eliminati di questa sera: Dolcenera e Gemelli Diversi

Inizia la gara dei giovani
1) Barbara Gilbo “Che ne sai di me”: urla sgradevoli e contenuti assenti. Voto 4
2) Malika Ayane “Come foglie”: un miscuglio sgradevole tra la Vanoni e Giusy Ferreri. Voto 4
3) Chiara Canzian “Prova a dire il mio nome”: è inutile non riesce a tenere a bada i suoi strilli spacca timpani per più di pochi secondi. Non la reggo. Voto 4
4) Simona Molinari “Egocentrica”: la canzone non è male, meglio delle precedenti. Voto 6,5
5) Arisa “Sincerità”: geniale, spiazzante, pezzo da canticchiare immediatamente. Voto 9
6) Karima “Come in ogni ora”: voce incredibile, eleganza da vendere, un pezzo che ti trascina inesorabilmente in una spirale di sensazioni raffinate. Voto 8
7) Irene “Spiove il sole”: al terzo ascolto riconosco le tipiche sonorità di Zucchero e la cosa sarebbe un bene se sul palco ci fosse lui e non l’inutile figlia. Una scimmia urlatrice ha più bon ton di lei. Voto 6
8) Iskra “Quasi amore”: gran voce ma il pezzo lo trovo un pochino scontato. Voto 6
9) Silvia Aprile “Un desiderio Arriverà”: se la canzone avesse partecipato 15 anni fa avrebbe vinto sicuramente e per il gusto musicale di quei tempi anche meritatamente, ma i tempi sono maturi per qualcosa di più giovane e meno sanremese. Voto 6,5
10) Simone Perbellini “Cuore senza cuore”: il figlio segreto della voce dei Cugini di Campagna canta meglio della prima volta ma la canzone soffre dell’assenza di Cocciante. Cantata da lui sarebbe un successo assicurato, qui stenta a decollare. Voto 6,5

Vince la 59esima edizione del Festival nella Categoria Nuove Proposte:
ARISA CON SINCERITà

1 sentenze:

Anonimo ha detto...

Moro è un mito.
Gliel'ha trasformata quella canzone da asilo nido.

Sim

 

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