mercoledì 30 novembre 2011

0 Settimo cielo (2008)

Ho guardato questo film con sentimenti contrastanti.

Inizialmente sono quasi stata presa da conati di vomito a vedere tante scene di sesso tra anziani barbogi con battagli ingrigiti che sventolavano all’aria. Guardavo e volevo essere altrove. Non potevo credere che qualcuno si fosse preso la briga di spendere la cifra (considerevole) di un biglietto per vedere una nefandezza simile al cinema. La protagonista è una sarta in età ragguardevole che con la scusa di sistemare l’orlo di un pantalone ci dà dentro più volte col nonnetto di 76 anni, ma in realtà non disdegna neanche una sgroppatina col suo compagno di una vita, praticamente una stampella sfiatata.

La sensazione successiva alla nausea è stata la curiosità di vedere come andava a finire questo dramma teutonico. Fortunatamente il sesso tra anziani va scemando, se non consideriamo Inge la sarta che si trastulla in un solitario nella vasca di casa. Da quel momento inizia la tragedia. Il marito compagno, infatti, riceve la sgradita notizia che qualcun’altro si ingroppa la moglie e diciamo che non la prende tanto bene. Capiamo infatti che si suicida. Inge si dispera ma intanto non rinuncia al nuovo compagno di merende e così finisce la storia.

Il film è stato pure accolto positivamente dalla critica e questo spiega perché a me invece non è piaciuto proprio. Lo stile è quasi da pièce teatrale con pochi ambienti e dialoghi rarefatti, una telecamera spia le azioni dei protagonisti come un occhio indiscreto all’interno della casa mettendosi alle spalle degli attori o soffermandosi su primi piani silenziosi ma intensi. Roba da intenditori insomma.

VOTO 5

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