martedì 1 novembre 2011

0 Giuro che ti amo (1986)

Ogni volta che mi imbatto in un film di Nino D’Angelo ritorno come d’incanto ai primi anni 90 quando Rete 4 non faceva che replicare i suoi musicarelli nelle lunghe serate d’estate. Per me sono sempre stati momenti di divertimento puro perché è sempre stato davvero impossibile prenderli sul serio. Rappresentano però dei veri cult movie che chissà magari ai loro tempi facevano anche dei buoni incassi al botteghino. In fondo negli anni 80 Nino D’Angelo era davvero molto popolare e apprezzato anche al di là della Campania.

Nei film di D’Angelo (in questo caso anche regista, nientemeno) c’è uno schema che si ripete continuamente. Innanzitutto il protagonista si chiama sempre e solo Nino (giusto per non confondere le acque) ed è sempre un poveraccio che sbarca il lunario nei modi più miserrimi. In Giuro che ti amo per esempio fa il pescatore di Procida. Inoltre è sempre un rubacuori nonostante il suo aspetto tutto fuorché piacente con quell’improbabile caschetto biondo e l’altezza di un muretto a secco. Ma il suo interesse è sempre rivolto alla bionda Roberta Olivieri, compagna di gran parte dei suoi film, la cui verve è pari a quella di un mitile. Nei film poi non manca mai il dramma di sottofondo alla storia d’amore, spesso contrastata ma sempre destinata al più classico degli happy end. Non manca mai neppure la serata in discoteca in cui è possibile ammirare i look più orrendi dell’epoca, influenzati senz’altro dalla moda del momento ma anche da quel kitch partenopeo che non guasta mai.

Sono film sempliciotti che vengono oltre modo appesantiti ma anche resi più ridicoli dalla colonna sonora rappresentata ovviamente dalle canzoni di Nino che fanno da coronamento ai momenti cruciali della storia.

Parlando in maniera specifica di questo film in particolare, si può affermare tranquillamente che risponde in toto alle componenti principali dei canovacci dei vari film di D’Angelo, con la grossa novità del discorso sulla camorra che a onor del vero è il punto focale della storia nonostante il titolo sentimentale. Da segnalare la presenza di un giovanissimo Marco Vivio, diventato in seguito un bravo doppiatore e di Bombolo che recita il suo ultimo film prima della tragica morte avvenuta l’anno dopo.

In ogni caso il film non è tra i migliori di Nino e neppure tra i più divertenti.

VOTO 4,5

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