giovedì 18 febbraio 2010

2 Sanremo 2010. Pagelle Seconda Serata

sanremo-2010

Arisa - Malamorenò: passata quasi sotto silenzio sulla rassegna stampa del day after che le ha assegnato quasi all’unanimità un 6 politico. Unico motivo d’interesse generale sembra essere  il cambio della montatura e il Trio Lescano che l’accompagna. La cosa che ho dimenticato di annotare ieri è che finalmente l’ha smessa di cantare con le mani incrociate dietro la schiena come una piccola deficiente del coro dell’antoniano. La canzone secondo me è molto carina ma ormai l’effetto sorpresa Sincerità è finito un anno fa su questo stesso palco. Voto 7 di simpatia.

 

Malika Ayane - Ricomincio da qui: osannatissima un po’ da tutti, dalla Vita in Diretta alla carta stampata, dai Cugini di Campagna ai giornalisti presenti in sala stampa. Si sottolinea l’eleganza e la raffinatezza del brano e dell’esecuzione arrivando ad affermare che sia l’unico pezzo valido di questa edizione. Io direi: scendiamo dall’Enterprise e ritorniamo sulla terra per favore. Da quando cantare con un uovo in gola significa essere artisticamente vincenti? Comunque secondo me il suo brano vive di uno sfarzoso arrangiamento e di atmosfere rarefatte con una gran puzza sotto il naso. Che posso dire? cantata da una con una voce meno fastidiosa sarebbe forse un capolavoro, così com’è applauso di circostanza ma con le emozioni stiamo a zero. Voto 7 (non considerando la sua voce)

 

Simone Cristicchi - Meno Male: pare sia piaciuto unicamente ad un manipolo di giornalisti, molti si aspettavano di più, molti altri non hanno apprezzato la velata satira contro l’italiano medio e la manipolatissima informazione italica. Stasera trovo Simone in grande spolvero, si diverte e ci diverte. E’ fantastico perchè si vede chiaramente che della gara gliene frega poco o niente, vuole solo far casino e lanciare un messaggio a chi lo sa capire. Il brano ti entra nella testa in modo semplice e casinaro, mi piace, mi piace tanto, molto più di ieri. Non salirà mai sul podio di sabato ma venderà come il pane. Voto 7,5

  

Irene Grandi - La Cometa di Halley: è piaciuta tanto al pubblico femminile dalla donna di spettacolo alla Marinella Venegoni che solitamente stronca tutti senza tanti giri di parole. Io attendo la zampata vincente che solitamente la caratterizza, ma se una canzone non va non va. Stasera finalmente tira fuori un sorriso e la grinta che ieri aveva lasciato nel camerino insieme alla tinta per capelli. Il brano si presenta più vivo e meno traballante della sera precedente ma sicuramente non è memorabile come altre canzoni a cui ci ha abituati in anni di onorata carriera. Caruccio e non di più. Aspetto un passaggio in radio per schiarirmi le idee definitivamente. Voto 6,5

Fabrizio Moro - Non è Una Canzone: denigratissimo un po’ovunque. Oggi si presenta con una bella maglia alla Freddy e l’espressione di uno che sta dicendo cose in cui crede veramente. Dirò di più, stasera mi sta convincendo. Riascoltando bene bene, non è malaccio questa canzone un po’ ossessivo compulsiva. Direi che però presenta due grossi difetti: lo stupro ad opera della chitarra elettrica sul finale e la ripetizione convulsa dell’inciso che per la seconda sera di seguito mi ha fatto venir voglia di tirar su la cena di due ore fa. Comunque senza infamia e senza lode. Voto 6+

Nomadi e Irene Fornaciari - Il Mondo Piange: ha ricevuto inspiegabili complimenti nonostante tutti ma proprio tutti abbiano ricordato che il brano le sia stato scritto dal papino sputacchione. Nomadi non pervenuti. Stasera la simpatica signorina Nosferatu si presenta a piedi nudi come nel più strabusato clichè da cantantessa di controtendenza. Continuo a chiedermi il senso della presenza dei Nomadi che alla fine suonano o fanno finta di farlo. A me, ve la dico tutta, la cosa che mi fa più impressione è vedere Sacco con quella che spero sia una parrucca dopo anni di pelata. La canzone è noiosa come ieri. Voto 5,5

 

Noemi - Per Tutta la Vita: apprezzatissima da tutti, è stata l’unica salvata dal linciaggio riservato ai vari figli dei Talent. Grandi occhi che comunicano serenità e umiltà nonostante i numerosi complimenti. Ad un secondo ascolto il brano conferma in pieno l’impressione di un futuro botto in radio. Apparentemente complessa per un pubblico da sms ma che vive della gigantesca personalità di questa piccola grande donna, che graffia, sporca vocalmente un brano da grande artista. Diventerà una delle prossime cover di Mina? Continuo a sentirlo come un brano non immediato, avrei bisogno di ascoltarlo con la dovuta calma. Nonostante ciò, ottima performance. Brava Noemi. Voto 8

 

Povia - La Verità: quest’anno non fa il botto nè in negativo nè in positivo. La cosa non gli ha fatto piacere visto che ha persino negato un’intervista alla Vita in Diretta, proprio lui che vive il microfono come un prolungamento del suo organo sessuale in piena attività copulativa. Chioma leonina, solito servizio 777 per sordomuti, nessun emozione nè da parte nostra nè da parte sua che sembra sempre e solo incazzato col mondo. Orecchiabilità che non serve a nessuno se non accompagnata da un testo perlomeno passabile. Voto 5

 

Enrico Ruggeri - La Notte delle Fate: unico sopravvissuto tra i veterani della kermesse. Molto più in palla della sera precedente. Anche il brano riacquista anima e ritmo. Classico brano che rivela le sue potenzialità ad un secondo ascolto. Molto buono. Inciso che entra in testa e che al terzo ascolto potrebbe già essere canticchiato senza problemi. Voto 7

 

Valerio Scanu - Per Tutte le Volte Che: massacrato da più parti per il suo essere, a detta di alcuni, un vecchio col codino e il piercing sulla lingua. L’hanno accusato di aver portato una robaccia sanremese buona solo per Cutugno, una smielata dichiarazione d’amore d’altri tempi. Dico la mia: martedì non mi ha convinto ma ritengo che l’errore sia stato fatto a monte quando hanno scelto un compositore che evidentemente scrive unicamente per se stesso. Un brano che avrebbe valorizzato un Pierdavide Carone ma che svilisce abbastanza il talento di Valerio. Se confrontiamo questo pezzo con Sentimento (il brano dell’ep di Valerio) si nota un divario spaziale. Uno è una bomba, l’altro è una ruota sgonfia. Vediamo se stasera rialziamo la media. Forza Valerio! Io avrei tolto la seggiola almeno per stasera, sembra una cosa studiata a tavolino. Il brano è bello sino a quando il povero Valerio non è costretto a correre per racchiudere una frase di 10 parole in uno spazio musicale ridotto all’osso. L’inciso onestamente è orrendo, il resto del brano convince solo in parte. Mi dispiace tanto, continuo a pensare che avrebbe meritato un brano con delle spalle molto più larghe. Voto 6,5

Sonohra - Baby: è onestamente incredibile ma a qualcuno sono piaciuti. Sì a Paolo Limiti. Stasera ho deciso di spendere 3 minuti per ascoltarli veramente mettendo da parte i pregiudizi. Allora: se analizziamo la strofa di partenza ti viene da pensare beh dai musica e parole (pur nella loro assurdità) sono passabili. Sorvoliamo sul testo ricco di banalità travestite da affermazioni da uomo navigato e approdiamo all’inciso che è di un truzzo che non si può proprio digerire. Io ho provato a trovare qualcosa di buono e credetemi non l’ho trovato. Bocciati senza appello. Voto 4

 

Marco Mengoni - Credimi Ancora: non ha riscosso alcun successo a livello di critica e questa ragazzi è un’ottima notizia viste le ultime 60 edizioni di Sanremo.

Oggi occhiali da Psycho Killer e un filino di matita nera che non guasta mai. Sembra ancora più sicuro di ieri nonostante qualche piccola sbavatura vocale che gli si perdona senza problemi vista la performance da artista consumato. Stile ineguagliabile, sto ragazzo ha inventato qualcosa che non c’era occupando una nicchia musicale da cui difficilmente verrà scalzato fuori. Brano che conferma le ottime impressioni di ieri. Voto 10

 

Nina Zilli - L’Uomo che amava le Donne: look alla Winehouse, voce e arrangiamento alla Giusy Ferreri. Musica retrò che strizza l’occhio a molte altre cose sentite e risentite. Non apporta novità di rilievo, tuttavia è sicuramente piacevole da ascoltare, poco amatoriale e già navigata. Elegante e furba, ma chissà forse è lecito in una gara con pochi posti a disposizione. Ben sopra la media generale. Voto 7

 

Broken Heart College – Mesi: vorrebbero essere i Sonohra ma non hanno la chitarra e sono brutti. Ma chi ha scelto sto brano? erano ubriachi durante la scelta tra un ventaglio di 1000 canzoni? dico la verità non riesco a credere alle mie orecchie, sto tentando di capire se ho un problema di udito io o se sono proprio come due mollette appese alle palle di un eunuco. Le loro voci hanno lo stesso suono di unghie che graffiano sulla lavagna o gatti in amore. Voto 0 spaccato ma solo perchè più giù non si può proprio andare.

 

Mattia De Luca – Non Parlare Più: massimo di cataldo redivivo. Testo amatoriale, voce insulsa tranne forse quando affronta il falsetto, sanremese da tagliarsi le vene. Espressione da pantofola sgualcita. Voto 5

 

Jacopo Ratini – Su Questa Panchina: di rosso vestito, acconciatura da lottatore di sumo e inizio alla Povia. Mi correggo…è Povia compreso l’uso smodato della gestualità. “Il mondo fa la guerra tutti giù per terra”: c’è qualcosa di più Poviesco di questo? Mi dispiace che tanti talenti (primo fra tutti Daniele Magro) siano stati tagliati fuori per lasciare spazio a gente senza arte nè parte, ma con conoscenze importanti (non trovo altra spiegazione alla loro presenza su questo palco). Voto 3

 

Luca Marino – Non Mi Dai Pace: ecco il giovane dall’aspetto spettinato e volutamente sgualcito. Maglietta di Topolino sotto la giacca nuova e la sciarpetta da finto intellettuale. Canzone brutta in tutti i sensi possibili. Voto 3   

 

 

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