venerdì 19 febbraio 2010

0 Sanremo 2010. Pagelle Terza Puntata

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Valerio Scanu – Alessandra Amoroso Per Tutte le Volte Che: quello che doveva essere il duetto dello scacco matto alla gara sanremese si rivela un’operazione di salvataggio in extremis del povero Valerio eliminato ingiustamente dalla gara grazie al pubblico in piccionaia. Stasera il suo entourage cala una scala reale con la presenza dell’amoroso acchiappatutto. Il Poker di Amici si compie con un autore, due cantanti e persino un direttore d’orchestra con il marchio De Filippi.

Alessandra, che confesso non ho mai amato, trasforma totalmente questo brano rendendolo coinvolgente, da brivido. Inutile dire che il brano rende unicamente come duetto mentre si sgonfia come un palloncino nell’interpretazione da solista. Persino Valerio, molto elegante tra parentesi, ritrova la direzione giusta, cosa che ha mancato totalmente per due sere di seguito. Mi è sembrato molto più convinto e presente delle altre sere. Bravissimi, pura emozione. Voto 8 

Toto Cutugno – Belen Aeroplani: duetto raffinato come un piatto di cotiche. Chiappe allegre l’avevamo sentita cantare nelle brevi pause tra una trombatina e l’altra sulle spiagge dei Caraibi. Non vedevamo l’ora di vederla destreggiarsi con il canto strappacuore dell’ex italiano vero con l’orecchino da magnaccia e l’espressione da tragedia incombente. Si presentano come i Ringo Boys, lui in bianco gelataio lei in nero puttanesco. Lei canticchia bene, sicuramente meglio di lui che per l’ennesima volta ci regala una bella stecca di cui facevamo volentieri a meno. Tutto sa di interregionale, di pastasciutta a Little Italy. Diciamocelo, 10 anni fa avrebbe pure vinto una canzone come questa. Lei sicuramente vivacizza l’ambientazione da suicidio del brano di Cutugno. Molto coracon. Voto 6,5

Pupo ed Emanuele Filiberto – Divas Italia Amore Mio: sentivamo tutti la loro mancanza vero? stasera niente Lippi ma le Divas che poi sarebbero 4 soprani che se possibile danno il colpo di grazia a questo ridente brano. La drammaticità dell’inno patriottico si concretizza nello sguardo smarrito di Emanuele Filiberto e in quello inquietante di Pupo. Ingiudicabile. 

Sonohra – Dodi Battaglia Baby: scommetto che Battaglia suonerà e basta. In effetti avevamo proprio un bisogno pazzesco di aggiungere una chitarra alle due già presenti. Scommessa vinta. Brutto e inutile assolo di chitarra iniziale. Fa persino finta di cantare con la solita espressione da orso yoghi. Non aggiunge niente al brano che però riascoltato per la terza volta si presenta meno mediocre di quello che è stato finora. Forse mi sto abituando al tenore basso di gran parte delle canzoni in gara…Intendiamoci, è sempre un gran polverone di chitarre, voci, batteria, nani e ballerine ma mi ha dato meno fastidio del solito. Voto 6

Nino D’Angelo – Le voci del Sud Jammo Ja: a me l’arrangiamento del brano fa impazzire così come la voce di Maria Nazionale. E’ un brano fresco, con tante atmosfere suggestive e le voci del sud che si uniscono a quella di Nino D’Angelo lo impreziosiscono ulteriormente. C’è ritmo, coinvolgimento, cuore. Bellissima esibizione. Voto 8 

Jessica Brando – Dove Non Ci Sono Ore: essendo passata abbondantemente la mezzanotte la quindicenne Jessica non si può esibire dal vivo e perciò ci rifilano un video delle prove. Sarà legale? mah! i fischi comunque non mancano. Penso che lei sarà contentissima di apparire in video struccata, con due belle borse sotto gli occhi ma fortunatamente per lei senza pinza nei capelli. Comunque gran vocione ma la canzone è poca pochissima cosa. Il gorgheggio andava bene negli anni 90. Voto 5

Nicolas Bonazzi – Dirsi che è Normale: voleva abbandonare la musica se non fosse stato preso a Sanremo. A parer mio Dovrebbe rivedere la sua decisione perchè posso tranquillamente affermare che il Bonazzi e la musica viaggiano in direzioni contrarie. Un reticolato di melodia noiosa e cantilenante ti accompagna sino all’orlo del suicidio. Pessimo. Voto 3

La Fame di Camilla – Buio e Luce: unica band in gara. Questa era (e sottolineo era) la sola canzone (oltre quella della Zilli) che mi aveva convinto dopo un paio di passaggi in radio. Diciamo che nel live perde tutto o quasi. Poco fiato, ma finalmente un arrangiamento che presupponga qualcosa di più di due accordi alla chitarra. Voto 5,5

Tony Maiello – Il Linguaggio della Resa: direttamente da casa Maionchi quel Tony Maiello che dopo la prima edizione di X Factor era scomparso nel nulla per manifesta incapacità. L’aspetto da cherubino evidentemente non colpisce. Il brano che porta in gara non è malaccio, andamento melodico interessante, e testo che supera le solite rime cuore amore. Devo dire che mi aspettavo un tracollo. Discreto. Voto 7

Romeus – Come l’Autunno: ennesimo cantante che porta in gara un brano firmato da Tricarico. Abbastanza monocorde nonostante quella finta cattiveria nel titillare la chitarra. Mi sembra inutilmente gasato. Voto 5

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