giovedì 11 febbraio 2010

0 Bem il mostro umano

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Bem il Mostro Umano è uno di quei cartoni animati che ti entra nell’animo e nella psiche in modo tale che pur col passare degli anni alcune scene riaffiorano alla mente procurandoti un leggero brivido lungo la schiena. Chiunque abbia soffiato su 30 candeline conosce questa serie vetusta eppure così avanti nella caratterizzazione dei personaggi ma soprattutto nei contenuti che anche ai meno attenti ricorderà senz’altro i vari horror di provenienza orientale arrivati sino a noi grazie a sapienti rifacimenti. Un esempio su tutti The Ring. Eppure sapete a che anno risale Bem? al 1968! praticamente secoli fa. Naturalmente in Italia questo bel cartone animato ha subito la peggior sorte possibile, ossia dei bei tagli per permetterne la visione alle giovani generazioni di allora. Alcuni episodi credo non siano andati nemmeno in onda e solo per puro caso sono riuscita a rivedere l’intera serie (tranne 2 episodi) e ad ammirarne la drammaticità e gli alti valori incarnati dai tre protagonisti: Bem, Bera e Bero. Si tratta di 3 mostri (non si sa bene se nati in provetta) che celano il loro vero aspetto dietro delle fattezze fisiche che certo non contribuiscono ad attenuarne la spaventosità. Non sembra esserci parentela tra di essi nonostante sembrino una bella famigliola con papà simil Freddy Kruger, mamma vampiro e bambino con orecchie a punta e aspetto da spiritello malefico. Caratteristica comune le mani con solo tre dita che alcuni esseri umani sembrano notare ed altri invece non percepiscono per nulla. Lo scopo del loro eterno errare è la sconfitta del Male rappresentato raramente da esseri umani e più spesso da creature dell’oltretomba. Meta finale, un po’ come Pinocchio, diventare finalmente esseri umani come gli altri. Posso svelare che non ci riusciranno pur potendolo fare perchè si rendono conto che trasferendo la loro anima in un corpo umano finirebbero per annientare l’anima già presente in quel corpo, commettendo essi stessi un’empietà. L’ultima puntata oltre a svelare questo tragico finale, sembra farli perire nell’incendio di una casa. I Nipponici evidentemente non amano il lieto fine. A parte questo, nelle 26 puntate si svolge più o meno lo stesso iter: il piccolo Bero fa amicizia con un bambino e viene a scoprire qualche fatto misterioso che lo coinvolge, poi finisce nei guai per troppa curiosità o per pura sfiga e all’ultimo istante quando ormai sta per crepare arrivano in suo aiuto Bem col suo bastone ammazzamostri e Bera col suo spesso inutile frustino. Quando sembrano non poter sconfiggere l’avversario decidono di prendere il loro vero aspetto (quasi alieno e con un enorme cefalo per quel che riguarda Bem e Bero e simile a Megaloman per Bera) perchè in questo modo possono contare su una forza fisica maggiore. Come in ogni buon cartone giapponese ci sono poi elementi privi di senso, come il fatto che pur potendosi smaterializzare e teletrasportare decidono spesso di usare le proprie gambe anche a rischio della morte. Il lieto fine non è sempre scontato in quanto gli uomini o i bambini che vengono salvati gli si rivoltano contro riconoscendoli come diversi da loro, perciò mostri e nemici del genere umano. Non è quindi un horror fine a se stesso ma ha il merito di elargire in modo diretto e forse un po’ brutale, degli insegnamenti che soprattutto da bambini è giusto assimilare subito per poter crescere con un po’ più di rispetto verso ciò che la società etichetta come diverso. Un cartone animato che come molti altri di quegli anni non meriterà più il grande palcoscenico della televisione nè in chiaro nè a pagamento perchè non adatto alle generazioni attuali, indirizzate verso prodotti falsamente edulcorati o semplicemente idioti. Un vero peccato ma ringraziamo il web che permette a noi “vecchietti” di poter apprezzare in pieno queste perle un po’ impolverate ma sempre attuali.  

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