martedì 16 febbraio 2010

0 Sanremo 2010. Pagelle Prima Serata

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Irene Grandi - La cometa di Halley: ecco chi svergina la prima temutissima serata della grande kermesse sanremese, la donna che ondeggia da una vita tra alta e bassa classifica. Irene Grandi, la rocker non rocker, quella che sforna grandi successi e poi ti rifila la compilation natalizia coverizzando le brutte cover dei colleghi. Una vita da mediana insomma. A vederla in faccia ti accorgi subito che l’ombretto ha preso direzioni inaspettate. Il resto del look non è male, la camminata terribile come sempre. La voce invece è ovattata, subissata dalla parte orchestrale. Necessita di un secondo ascolto ma onestamente non mi ha regalato emozioni o vibrazioni positive. Sicuramente radiofonica e molto nel suo stile, ma si poteva fare molto ma molto di più. Voto: 6.

 

Valerio Scanu - Per tutte le volte che: porta un brano scritto da Pierdavide Carone, il creatore delle due perle Jenny e La canzone dell’ospedale. Spero nonostante tutto in un brano di ampio respiro. Emozionatissimo ma subito rilassato sul seggiolino che accoglie i suoi 19 anni di inesperienza ma faccia giustamente tosta. Interessante la strofa iniziale, bello l’arrangiamento, delicato e confidenziale. Deludente l’inciso e debole il testo. Valerio mostra come al solito una voce potente ma a tratti poco controllata. A volte a corto di fiato per un’inspiegabile accelerazione nell’andamento della musica. Non si può andare oltre un onesto 6.  

 

Toto Cutugno - Aeroplani: a me fa sempre più pena st’omo dai capelli grigi che non si dà per vinto nonostante siano passati più di 20 anni dai suoi tradizionali secondi posti sul podio sanremese. Ancora me lo ricordo con i suoi smoking neri con papillon, il monociglio e l’espressione monoblocco. Poveri cantautori anni 80, un tempo fulgide stelle di un universo musicale provinciale e ora sepolcri imbiancati che sperano in un sms della nonna o della zia. Non vendono un disco da un ventennio ma eccoli qua ogni santo anno a darsi il cambio come in una staffetta tra reperti archeologici. 15 edizioni alle spalle e si vedono tutte, compreso l’orecchino truzzissimo che sicuramente farà sollevare il pelo alle sue numerose fan moldave. Voce riconoscibilissima, stile cutugnesco sino al midollo e canzone adattissima ad un’edizione del 1982 ma francamente fuori posto nel 2010. Steccatura già preventivata nell’inciso. Testo di banalità amorose. Canzone sanremese al 101%, piacerà molto a tutto il pubblico dai 50 in su. Sinora, ahimè, la più immediata. Voto 5,5.  

Arisa - Malamorenò: nell’edizione passata ci ha fregato tutti con la canzone più idiota del pianeta, stupidotta ma maledettamente orecchiabile. Pare che quest’anno ripeterà la furbata del motivetto dixieland. Speriamo almeno che con i soldi guadagnati abbia cambiato la montatura o si sia rifatta il naso, ma viste le recenti foto penso proprio di no. La montatura in effetti è cambiata e pure i capelli (in peggio), e se possibile è diventata ancora più simile ad un personaggio di cartapesta di un carro allegorico. Belle le drag queen dietro di lei. La canzone ha ritmo come ci si aspettava, è armonicamente più ricca della precedente, non so cos’altro aggiungere se non che è un motivo che non regala niente se non un motivetto da fischiettare. Voto 6.

 

Nino D’Angelo - Jammo Jà: il nostro amato caschetto ormai grigio porta in gara l’unica canzone in dialetto. Manco inizia a cantare e si sente subito il tifo da stadio proveniente dai sedili prenotati da un anno dai napoletani che mettono ipoteche sulle case piuttosto che mancare ad una delle tante trasmissioni nazionalpopolari italiche. La canzone si caratterizza per le sue piacevoli sonorità etniche e per la bella voce della Nazionale. Non capisco una sillaba di partenopeo perciò a livello di testo non mi posso esprimere. Indubbiamente un motivo di facile presa ma non furbo, anzi onesto e ben arrangiato. Mi è piaciuta molto. Voto 7.

Marco Mengoni - Credimi ancora: orfano del suo guru Morgan porta a Sanremo la sua straordinaria voce ma tenta un po’ troppo la fortuna con un brano scritto da lui. Non sapevo fosse cantautore ma apprezzo il coraggio. Molto emozionato e non truccato. Perchè Marco? stai così bene con la matita nera negli occhi e con quell’aria da folle. Energia da vendere, voce da brivido e testo psichedelico. Una pausa improvvisa nella musica ricorda molto i Negramaro, le chitarre elettriche fanno il loro sporco dovere e l’arrangiamento è come un pazzo ottovolante da cui non vorresti scendere mai. Motivo di rara bellezza e pura perfezione. Si sente ricerca e studio in questo pezzo, niente è stato buttato via. Un capolavoro che scalerà la classifica e che sicuramente troverà posto nel mio lettore mp3 a partire dal prossimo venerdì. Voto 10

Simone Cristicchi - Meno male: fortuna che c’è lui che ristabilisce la par condicio politica vista la presenza molesta di Povia. Testo che non risparmia l’attuale governo italiano e la società italica nel suo complesso. Molti saranno delusi dal non aver trovato un brano intimista come Ti Regalerò una Rosa, ma il bello di questo artista è l’essere assolutamente imprevedibile. Ha voluto dare un bella sferzata satirica con una canzone che con tutta probabilità verrà brutalmente fatta fuori da una giuria che non gradisce la politica in musica. La canzone è piena di energia e di entusiasmo, non è una delle migliori di Simone ma scommetto che in radio funzionerà molto bene. Mi è piaciuta a metà. Avrei preferito meno carne al fuoco e più sostanza. Voto 6,5

Malika Ayane - Ricomincio da qui: ho letto varie interviste recenti che la riguardano e l’unica cosa che si evince con ragionevole certezza è che è fidanzata con Cesare Cremonini. Assimilata l’importante notizia spero con tutto il cuore che almeno quest’anno riuscirò ad apprezzarne le qualità artistiche visto che l’anno scorso ho avuto serie difficoltà a portare a termine l’ascolto della sua canzone. Ok che al primo ascolto non apprezzi, ma vorrei anche un motivetto orecchiabile ogni tanto. Non ho l’orecchio sofisticato, questo è un dato di fatto. La sua voce così di gola non mi piaceva prima e non mi piace ora, ma il brano è più immediato di quello dello scorso anno. Parte subito senza tanti giri a vuoto di musica, e questo è un bene ma mi spiace dire che è uno stile che non mi affascina. Troppo elitario. Voto 5

Pupo ed Emanuele Filiberto - Italia amore mio: Pupo dovrebbe continuare a fare televisione e smettere i panni del cantautore oppure che ci ridia un bel pezzo rustico come Gelato al Cioccolato o su di Noi. Poco credibile come filosavoiardo. Il Filiberto poi mancava solo che cantasse, dopo i balli e le trombate in politica. Nel prossimo futuro lo vedremo sul set di Capri? I fischi non mancano, la platea si allarga in un crescendo di rimostranze antimonarchiche. Passando alla canzone vorrei passare la palla a qualcun’altro ma temo che mi toccherà commentarla. Basta dire che è uno dei brani più brutti della storia della musica mondiale? basta dire che mi è risalita la zuppa di ceci mangiata a cena? è un suicidio in diretta nazionale. Guardate, fosse stata una presa in giro bonaria si poteva almeno apprezzare l’idea, ma qui ci mettono la drammaticità e la convinzione. Cioè lanciano messaggi, ci capiamo? Spero vivamente che escano stasera per quanto possa dispiacere a quelli che sbandieravano gli striscioni tricolori in piccionaia. Orrida. Voto 0.

 

Enrico Ruggeri - La notte delle fate: cantante sanremese per eccellenza ma bisogna ammettere che ha sempre tirato fuori qualche buon brano nelle varie edizioni a cui ha partecipato. Il pizzetto ormai è bianco e la pelata riluce sempre più sotto le impietose luci dei riflettori. Viene diretto dalla sua Andrea Mirò. Dov’è finita Mistero? Si può dare di più? il Mare di inverno? Rien ne va plus? onestamente trovo bello solo il titolo del brano. La canzone è targatissima Ruggeri, ma manca di mordente. Lui è alquanto stonato e poco convincente. Sembra fuori fase, mi sa che è meglio se torna alle gravidanze aliene di Italia1. Delude e delude parecchio. Oddio non che fosse il cavallo vincente, ma uno si aspetta sempre qualcosina dal vincitore di 2 edizioni. Comunque un 5 non glielo toglie nessuno

 

Sonohra - Baby: i fratelli col look furbetto, il bruttino e il belloccio, capello sistemato a regola d’arte e chitarre acustiche spianate. Il loro successo risiede in quel vasto panorama generazionale che vai 9 ai 16 anni. Le chitarre sono più grandi di loro. Ma sono gli stessi che hanno scritto e cantato l’Amore di due anni fa? no perchè quella era perlomeno una canzone anche carina se vogliamo questa è una merdata e basta. Vogliono imitare (male) John Bon Jovi e sono francamente inascoltabili. Brutta e noiosa. Ma veramente brutta. Voto 3

 

Povia - La verità: eccolo di nuovo che ci fa ciao, eccolo il menestrello che non vende un disco ma produce polveroni. Disturba la vista, l’udito e le palle. Vorrei che si dedicasse a qualcos’altro nella vita, che so, alla manovalanza o alla raccolta di patate in Calabria. Grandi applausi dalla platea che evidentemente non amerà i Savoia ma ama le teste di ca...o. Solito gesticolare da linguaggio per non udenti. Canzone identica a quella dello scorso anno, ai bambini che fanno oh e ai piccioni. Io il senso del testo non l’ho capito, penso solo che a volte bisognerebbe tacere ma è evidente che questo ha come scopo primario nella vita quello di rompere le palle a cadenza annuale. E’ contro o a favore dell’eutanasia? qualcuno l’ha capito? già questo basta per evidenziare la pochezza di quest’uomo. Voto 1

  

Irene Fornaciari e Nomadi - Il mondo piange: posso dire che detesto cordialmente Irene Fornaciari? posso chiedere alla direzione artistica come mai la signorina figura tra i big se non ha venduto mezzo disco? le parentele stanno uccidendo pure la musica italiana. Brano ingiudicabile, fotocopiato brutalmente dalle creazioni del pater familias. Ma poi i Nomadi che cosa ci stanno a fare? ah ecco cantano una piccola frase verso la fine di questa banalissima canzone. Referenzialità a tutto tondo. Voto 4

Noemi - Per tutta la vita: sono innamorata pazzamente della sua voce sin dai tempi di X Factor. Un talento fuori dal comune che solo adesso sta iniziando a raccogliere il frutto del suo lavoro. Il brano è elegante ma allo stesso tempo fresco. Lei nonostante la visibile emozione dà tutto quello che ha, graffiante, aggressiva, matura come un’artista di grande esperienza. Non mi ha strappato l’anima in due ma non si può non riconoscere la bravura immensa di questa ragazza. Da riascoltare con più attenzione. Voto comunque 7.

Fabrizio Moro - Non è una canzone: non è uno dei miei artisti preferiti, nonostante l’impegno sociale che spesso mette nei suoi testi. Non amo soprattutto il suo utilizzare l’hip hop pur essendo un cantante sui generis. Sembra che per lanciare messaggi di un certo peso o per colpire la gente a casa sia necessaria la rima al ritmo di 4/4. Tutto quello che rimane è la frase “ questa è la mia vita non è una canzone”, ripetuta sino a tirarti scemo. Voto 5,5.

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