venerdì 4 dicembre 2009

0 Recensione Rose Madder



Trama: Rose Daniel vive da 14 anni con suo marito Norman. Lei è casalinga, lui fa il poliziotto. Rose da 14 anni è maltrattata fisicamente e psicologicamente dal marito, marito da cui non riesce a scappare perchè troppo terrorizzata dal terrore di essere uccisa. Una mattina però a guardare una singola goccia del suo sangue sul cuscino, decide di andare via, stanca di una vita peggiore di un incubo. Prende la prima corriera per una città qualunque distante abbastanza dal suo paese e soprattutto dal suo terribile marito. Tutto le sembra nuovo e terrificante non essendosi mai allontanata dal perimetro di vita che le concedeva Norman. Fortunatamente nella nuova città entra in contatto con Peter Slowik, un uomo gentile che lavora in stazione che la indirizza ad un centro per il sostegno alle donne vittime di violenza domestica: le Figlie e Sorelle. A capo dell'associazione si trova Anna Stevenson, donna fredda ma sempre a disposizione delle donne che chiedono il suo aiuto. Rosie decide innanzitutto di riprendersi il suo cognome da nubile, cioè Mc Clandon lasciandosi simbolicamente alle spalle il suo atroce passato. Inizia dapprima a lavorare come donna delle pulizie in un albergo, così come capita a tutte le Figlie e Sorelle che non hanno particolari predisposizioni manuali o intellettuali. Una mattina, mentre passeggia per la città decide per un secondo passo verso la libertà: venderà ad un Banco dei Pegni l'anello di fidanzamento. Qui conosce Bill, il proprietario del negozio e scopre, senza veramente scoprirlo perchè in fondo l'ha sempre saputo, che l'anello è inutile chincaglieria e non il prezioso diamante che Norman le aveva sempre fatto credere. Mentre sta per uscire nota un quadro appoggiato ad una parete, si tratta del dipinto di un anonimo che rappresenta una donna vista di spalle in cima ad una collina che osserva un tempio diroccato più in basso. Rosie decide improvvisamente di comprarlo e di appenderlo subito alla parete del suo nuovo monolocale. Intanto la sua nuova vita procede sempre meglio visto che trova casualmente lavoro come lettrice di audiolibri e soprattutto inizia una relazione con Bill, un uomo totalmente diverso dal suo ex marito, dolce e premuroso. Una notte però viene risvegliata da uno strano rumore e scopre che si tratta di alcuni grilli spuntati fuori dallo strano quadro. Nel frattempo suo marito ormai è in piena caccia, infuriato più per il fatto di aver scoperto che la moglie ha rubato la sua carta di credito, che dalla fuga della donna. Ben presto riesce a risalire alla città in cui è fuggita e qui in una spirale di sangue riesce a recuperare informazioni utili su quella che è ancora sua moglie. Rintraccia l'indirizzo di casa e qui, invece di trovare la donna che ricordava, quella fragile come un uccellino, scopre che è diventata simile ad una guerriera. Come è stato possibile? Rosie è entrata in contatto con la terribile e misteriosa donna del quadro, Rose Madder, e dopo averla aiutata a recuperare la sua bambina, riceve la promessa che sarà ampiamente ricambiata quando sarà il momento giusto. In un finale rocambolesco vedremo Norman, Rosie e Bill entrare nel quadro per la resa dei conti finale.
Commento: si tratta di un romanzo che ha mille volti diversi così come mille chiavi di lettura. Inizia e per buona parte rimane la classica storia di violenza familiare: un marito violento e abbandonato che insegue la propria moglie per somministrarle il suo personale concetto di punizione. La donna che tenta di rifarsi una vita in un altro luogo ma che nel cuore continua ad avere il terrore che suo marito prima o poi la troverà, anche se andasse in capo al mondo. Diciamo che 3/4 di libro viaggiano su questo binario e viaggiano in modo piacevolissimo e appassionante. Pura realtà, descritta con un tatto che riesce assurdamente a far sentire ancora di più tutta la sofferenza sopportata in 14 lunghi anni da questa apparentemente fragilissima donna. Le tipologie di personaggi sono tagliate con l'accetta: uomo poliziotto violento, donna casalinga sottomessa. Andando avanti con la lettura, soprattutto con la comparsa del quadro, la storia cambia quasi radicalmente così come tutti i personaggi coinvolti. Scopriamo qualcosa di più rispetto a Norman, soprattutto grazie alla geniale idea di Stephen King di dedicare alcuni capitoli ai pensieri in prima persona dell'uomo. Riusciamo così a capire in parte come sia diventato un uomo così violento: sin da piccolo lui stesso era stato maltrattato da suo padre, maltrattato sessualmente. Da lì ha sviluppato sia un odio per gli omosessuali sia uno strano miscuglio di odio/paura per le donne. Il suo modo di parlare poi l'ho trovato estremamente gustoso, soprattutto nella creazione estemporanea di soprannomi per ogni personaggio che non gli va a genio. Io ho trovato Norman il personaggio realizzato meglio, quello che regge tutta la storia o che almeno le dà il sale che sarebbe totalmente assente se ci dovessimo soffermare solo sulla figura di Rosie. Lei sì che è poco credibile: inizialmente giustamente terrorizzata dalla sua stessa ombra, poi improvvisamente sicura di sè e aperta ad una relazione, anche sessuale, con un nuovo uomo. Una persona che è stata sodomizzata con il manico di una racchetta non potrebbe mai nello spazio di un battito di ciglia mettere di nuovo la sua vita nelle mani di un qualsiasi uomo. Persino il personaggio di Bill lascia perplessi: troppo dolce, troppo remissivo, troppo perfetto, troppo mammoletta. Non nascondo che io l'ho odiato profondamente, in quanto l'ho trovato totalmente inutile all'interno della storia, se non proprio di intralcio. L'elemento fantastico, direi americanicamente mitologico (e perciò ridicolo a prescindere) mi è piaciuto sino ad un certo punto, cioè sino al primo ingresso di Rosie all'interno del quadro. Sorvolo sul fatto di ribatezzare il Minotauro, Erinni. Questa, come ho detto prima è classica ignoranza americana, un po' come i classici filmoni di elemento mitologico che venivano girati negli anni 50/60, tipo Maciste contro Zorro per intenderci. Il secondo ingresso in massa nel quadro è quanto mai tirato per i capelli e poi francamente ci siamo stufati della banalità del mostro finale: ma perchè dev'essere sempre un ragno? A me piaceva immaginare Rose Madder senza volto per esempio, sarebbe stato senz'altro meglio di un ragno. Non mi ha convinto neanche il finale non finale, non mi ha convinto perchè dico in tutta sincerità non ho capito le ultime 10 pagine. Perchè Rosie ad un certo punto sembra manifestare la stessa violenza dell'ex marito? perchè per sconfiggere questi suoi istinti omicidi ha dovuto piantare i semi del melograno del quadro? perchè abbiamo dovuto scoprire, ma sai che sorpresa, che si sarebbe sposata con Bill, che avrebbero fatto una figlia, e che il nuovo marito si sarebbe trasformato nel classico pantofolaio che ti gira per casa?
A parte tutto questo, che comunque non è qualcosa di così atroce da far gettare via il libro, più che altro delude un tantino, a parte tutto questo dicevo, io dico che si tratta comunque di un romanzo da tenere nella propria libreria, se non altro perchè la storia di base è molto buona, avvincente e scritta come al solito da Dio.
Un'ultima curiosità: il personaggio di Cynthia sarà uno dei protagonisti di un romanzo successivo, cioè Desperation.
Voto: 7

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