domenica 13 dicembre 2009

0 Recensione Il Mago di Oz

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Trama: Dorothy è una bambina che vive nell’arido Kansas in compagnia degli zii Enrico ed Emma e del suo adorato cagnolino Toto. Un giorno un potente tornado sradica la sua casa proprio mentre lei e Toto sono dentro ed ecco che viene trascinata per molte leghe in mezzo al cielo sino ad atterrare bruscamente in uno strano posto. Un urlo di dolore accompagna la caduta. Subito dopo arrivano a fare la sua conoscenza una dolce vecchietta che si scoprirà essere la Strega del Nord e una rappresentanza degli abitanti del luogo ossia i Munchkin, i piccoli ometti che hanno come colore nazionale il blu. Tutti si complimentano con la bambina per aver ucciso la perfida Strega dell’Est, schiacciata dalla rovinosa caduta della casa. Di lei rimangono solo le sue Scarpe d’Argento che ora sono di proprietà esclusiva di Dorothy che le indossa immediatamente ignorando il loro grande potere. Ora l’unico pensiero della bimba è il ritorno a casa ma la Strega Buona non può far niente per aiutarla se non consigliarle di rivolgersi al grande Mago di quel paese, ossia il Grande e Terribile Oz che vive proprio al centro del Regno. Il Paese è governato infatti da 4 Streghe legate ognuna ad un punto cardinale: due sono buone e due malvage ma ormai ne è rimasta solo una di questa specie, cioè la Strega dell’Ovest. Per affrontare il lungo viaggio, la Strega del Nord suggerisce alla bambina di seguire la strada di mattoni gialli che la porterà sino al cuore del regno e infine le stampa un bel bacio in mezzo alla fronte che la difenderà da ogni male. A questo punto Dorothy si avvia e nel suo viaggio incontra vari personaggi che la seguiranno nel suo viaggio ognuno per un motivo diverso: lo Spaventapasseri perchè vuole chiedere ad Oz un cervello, l’Uomo di Latta che desidera un cuore e infine il Leone Vigliacco che vorrebbe una buona dose di coraggio. Insieme affrontano e superano numerosi pericoli sia da soli che grazie all’aiuto di altri personaggi: la regina dei Topi, le Scimmie Alate, i vari abitanti del luogo. Infine giungono alla Città degli Smeraldi, dove vengono ricevuti dal grande OZ. Ognuno di loro però lo vede sotto una forma diversa: una Testa, una bella Dama, una Bestia, una Palla di Fuoco. Tutti però ricevono un rifiuto alla loro richiesta perchè Oz vuole qualcosa in cambio: uccidere anche la Strega dell’ovest. I 4 allora (5 compreso Toto) partono per affrontare la terribile impresa, da cui escono vincitori dopo una bella serie di incidenti. Dorothy riesce ad eliminare la malvagia strega gettandole un secchio d’acqua addosso. A questo punto ritornano da Oz e scoprono che in realtà si tratta di un semplice omino proveniente anch’esso come la bambina dalla Terra, più precisamente da Omaha. Egli è arrivato tramite un pallone aerostatico ed era stato accolto come un grande mago pur essendo un semplice essere umano, esperto in illusioni e trucchi meccanici. I 4 vogliono comunque avere ciò che desiderano nonostante Oz stesso gli dica che in fondo tutti loro (tranne Dorothy) hanno già quello che vorrebbero: lo Spaventapasseri che trova sempre le soluzioni più adatte, l’Uomo di Latta che non ha nemmeno il cuore di uccidere una formica, il Leone che è sempre il primo a gettarsi nella mischia. Oz allora fa dono a ciascuno di un simbolico cervello (spilli e aghi tra la paglia dello Spaventapasseri), di un cuore (di seta e infilato nel torace), di coraggio (un liquido alcolico che il Leone beve tutto d’un fiato). Per quel che riguarda Dorothy, Oz costruisce una nuova mongolfiera ma proprio all’ultimo la bambina non riesce a salirci sopra perchè nel frattempo Toto le è scappato di mano e lei naturalmente lo rincorre perdendo l’unica occasione per tornare a casa. L’unica soluzione è andare verso Sud dalla Strega Glenda. Accompagnata dai suoi amici, che nel frattempo sono diventati governatori dei vari regni, giunge dopo altre difficoltà al cospetto della bella Strega dai capelli rossi. Quest’ultima le rivela che sarebbe potuta tornare a casa molto tempo prima, cioè da quando ha indossato le magiche scarpe d’argento che hanno il potere di portare chiunque le indossi in un qualsiasi luogo egli desideri. Basta solo battere i tacchi 3 volte e pronunciare il nome del luogo. Dopo aver salutato tutti Dorothy e Toto riescono finalmente a fare ritorno nel Kansas dove riabbracciano la zia Emma e lo zio Enrico.

Commento: non c’è molto da dire se non che si tratta di uno di quei romanzi che ognuno di noi dovrebbe leggere almeno una volta nella vita. C’è magia, fantasia, buoni sentimenti, insegnamenti, valori importanti. Tutto racchiuso in quasi 300 pagine che vanno via veloci come il vento. Scorrevole e di facilissima lettura pur non risultando infantile come si potrebbe pensare. Diciamo che pur essendo stato scritto nello stesso periodo di Alice nel Paese delle Meraviglie (e assomigliandogli per qualche aspetto) è sicuramente più appetibile per stile narrativo. Infatti mentre il romanzo di Carrol è zeppo di doppi sensi, giochi di parole, significati nascosti e allusioni a personaggi del suo tempo, nonchè di risvolti sessuali, beh il Mago di Oz è invece la classica favola piana, lineare e con le caratteristiche proprie di un classico per ragazzi. Tutti noi abbiamo visto il film di Judy Garland e chi non lo avesse fatto corra subito a colmare la gravissima lacuna. Tutti o quasi l’abbiamo visto e ci siamo innamorati della sua colonna sonora, del passaggio improvviso dal bianco e nero del Kansas agli squillanti colori (uno dei primi esempi di pellicola in technicolor) del Regno di Oz. Io ho scoperto il libro dopo aver visto il film e devo dire che ne sono rimasta assolutamente stregata. Avevo 10 anni e oggi che ne ho 32 e che ho appena finito di rileggere questo piccolo e prezioso gioiello, dico che ci sono romanzi che rimangono inalterati nella loro freschezza e bellezza per tutta la vita e per generazioni a venire. Ricordo tra l’altro che sono arrivata all’edizione integrale dopo il classico passaggio ai libri cartonati, colorati e profumatissimi. Una poesia per gli occhi e realizzata anche divinamente. L’Edizione era Mursia e se vado ad aprire quel magico scrigno di ricordi sento solo un vaghissimo profumo di albicocca ma ricordo bene come l’ho consumato per anni e anni a furia di leggerlo e rileggerlo. Consiglio la lettura di questo meraviglioso libro a tutti e consiglio vivamente a tutti i genitori in linea di regalare questo piccolo romanzo ai propri figli per farli crescere con valori importanti e con la capacità eterna di sognare.

Voto: 10  

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