martedì 22 maggio 2012

0 Transformers (2007)

Quante frasi fatte nel corso di due lunghe ore di film! Questa è la prima netta sensazione che ho avuto arrivata ai titoli di coda. Capisco che una mega produzione come questa si senta in dovere di coniare frasi che rimangano nella storia ma l’addetto ai dialoghi poteva decisamente fare meglio. Per non parlare del vocione contraffatto assegnato a Optimus Prime, identico a quello di tutti i capitoli dell’Enigmista e appartenente al doppiatore Alessandro Rossi. A parte tutto questo, che alla fine non è poi così determinante per decretare la buona o la cattiva riuscita di un film, il resto è decisamente godibile anche se ovviamente non offre grandi elementi di originalità. Ci troviamo davanti al solito grande pericolo che corre il nostro amato e bistrattato pianeta Terra, anche in questo caso minacciato da un attacco alieno. La differenza sta nel fatto che non abbiamo alieni dalla pelle verde e dagli occhi a mandorla, bensì dei robot capaci di trasformarsi in vari mezzi di locomozione ma anche in piccoli oggetti elettronici. Abbiamo i buoni capeggiati appunto da Optimus e i cattivi guidati da Megatron. Gli uni contro gli altri per la difesa e la conquista della Terra. In tutto questo, come nella tradizione ormai consolidata dei film di fantascienza, abbiamo un eroe umano, in questo caso il giovane Sam Witwicky (Shia LaBeouf) discendente di un grande esploratore che per primo era entrato in contatto con i robot nell’Artico. Sam ha ancora con sé gli occhiali del trisavolo e non sa che contengono la mappatura del luogo in cui si trova un cubo, All Spark, carico di energia, necessaria per conquistare la Terra e ridurla schiava della tecnologia aliena. Il ragazzo entra casualmente in contatto con i robot acquistando una vecchia Camaro gialla che in realtà non è altri che Bumblebee, un soldato della squadra guidata da Optimus. Alla fine Sam si trova al centro dell’interesse dell’esercito americano, dei Decepticon (i cattivi) e degli Autobot (i buoni).

Il film scorre via tra inseguimenti, combattimenti, alcune gag (alcune delle quali particolarmente riuscite) e tanti buoni sentimenti. LaBeouf (abbastanza sopravalutato) rappresenta il solito antieroe un po’ sfigato che grazie a questa fantastica avventura riesce a conquistare la bella di turno, in questo caso una patinatissima Megan Fox (decisamente troppo perfetta per risultare credibile).

Le atmosfere sono molto anni 80, come del resto si richiede ad un film che prende spunto da oggettistica risalente a 30 anni fa. A me almeno ha dato questa impressione. Mi ha ricordato alcune pellicole di fantascienza del tempo, come per esempio War Games o anche Terminator, ovviamente senza quel fascino assoluto di assistere ad uno spettacolo originale e mai visto prima. Insomma, per tirare le somme, il film è un prodotto ben fatto con grandi effetti speciali e un uso magistrale della motion capture. Pecca un po’ troppo di buonismo e drammaticità mentre i momenti comici (a mio modo di vedere quelli più riusciti) sono relegati giusto a qualche veloce sequenza. Mi sembrano immotivati (se non per fini meramente economici) i due sequel che comunque hanno avuto un ottimo riscontro al botteghino, segno innegabile dell’interesse che ancora suscitano i robottoni nell’immaginario collettivo.        

VOTO 6,5

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