Ho 34 anni e so che non avrò mai una pensione perché difficilmente troverò un lavoro. Di chi è la colpa? E chi lo sa? Potrei dire in modo piuttosto banale di Berlusconi e del governo di centrodestra che governa da quasi vent’anni in maniera imbarazzante questo Paese di raccomandati, puttanieri, mignotte ed evasori. Ma potrei aggiungere anche i politici locali che non fanno niente per i giovani e non più giovani che con le lauree in tasca bussano inascoltati a mille porte senza ottenere risposte confortanti: in questo momento non cerchiamo personale, sei troppo qualificato, non hai l’esperienza necessaria, questo concorso è rivolto a chi è già insegnante di ruolo, quest’altro ai precari parenti di qualche pezzo grosso, eccetera eccetera.
Un tempo ricordo che mi incazzavo da matti, mi facevo venire l’ulcera a furia di imprecare e gridare “INGIUSTIZIA” nel chiuso della mia stanza e nelle chiacchiere con amici e parenti. poi sono passata alle lacrime di rabbia e impotenza. Infine alla fase più pericolosa di tutte: la rassegnazione più totale. Qualche giorno fa ho mandato la mia candidatura alla Cepu, stanca di studiare per l’ennesima laurea in Beni Culturali che non servirà a un cazzo come quella in Lettere. Stanca perché la burocrazia italiana è talmente pessima che si dimenticano di convalidarti in via ufficiale gli esami giusti e ti viene voglia di mandare tutti a fare in c..o (se mi si perdona il francesismo). Ho 34 anni e leggo quotidianamente i siti di offerta lavoro, nonché il sito della Regione, del Comune, della Provincia e dell’università e ogni volta trovo bandi di concorso rivolti a gente che già lavora oppure a disabili, manovali, giardinieri e magazzinieri. Anche se volessi fare la muratorina o la giardiniera dovrei comunque avere maturato esperienza nel settore. Capite ora perché sono arrivata alla rassegnazione? Perché in Italia non si creano nuovi posti di lavoro, ma se ne liberano solo alcuni e per determinate categorie, di modo che chi non ha mai lavorato (non per scelta ma per impossibilità di accedere al mondo del lavoro) non lavorerà mai, né oggi né tra 20 anni.
Persino il servizio civile pone dei limiti, in questo caso di età in quanto non devi aver compiuto più di 28 anni. Io ne ho 34 perciò sono più che fuori target.
Ieri seguivo disgustata una trasmissione di Frizzi che beatificava il mondo della scuola e dell’istruzione italiana con la presenza non a caso della ministra Gelmini (una che per laurearsi è dovuta emigrare al sud alla ricerca di una facoltà più agevole). Parole ridicole, fasulle, lodi sperticate basate sul niente. Una riforma universitaria che ha creato un mostro a mille teste che per la maggior parte non portano a niente, visto che chi lavora in Italia non sono certo i laureati. Io che vengo dall’area umanistica dichiaro ufficialmente l’inutilità delle lauree in lettere, filosofia e beni culturali. Rimangono in piedi perché devono foraggiare il corpo docenti. Chi si laurea in Lettere non può neanche sperare di insegnare visto che hanno cancellato la SSIS, l’unico modo per entrare in una graduatoria e avere una qualifica. Inutile poi parlare della sperequazione tra Nord e Sud in fatto di università. Io sono fermamente convinta che al Nord le risorse le usino meglio che al Sud (dove si pensa a tutto tranne che a cercare l’eccellenza nell’offerta universitaria), prova ne è il fatto che Beni Culturali alla Statale di Milano sia una facoltà nettamente superiore (per organizzazione, corpo docenti, offerta formativa, chiarezza del piano di studi) a quella di Cagliari dove niente la distingue da Lettere, dove la prossima tassa che devo pagare è pari a quasi 400 euro (perché devo pagare il fio di avere già una laurea), dove per iscrivermi ad un esame devo ancora andare personalmente ad apporre la mia firma su un foglio sgualcito appeso ad una porta, dove hanno eliminato il mio indirizzo (archivistico biblioteconomico) un anno dopo che mi sono iscritta, dove non passa anno che non cancellino una cattedra con gravi conseguenze per il tuo piano di studi, dove non funziona niente ma dove tutti i docenti fanno finta che sia il massimo e imputano le eventuali mancanze ai tagli del governo. La cosa che più fa ridere è che durante le lezioni distribuiscono la scheda di valutazione del docente e ogni anno che passa non cambia niente nonostante molti giudizi siano stati più che negativi. Uno spreco di carta e di intenzioni che fa impallidire.
Sono senza lavoro, senza reddito e senza speranze. Ho una cultura sopra la media data da anni di studi universitari ma non mi serve a niente se non alla mia autostima personale. Ho una laurea, un master e quasi una seconda laurea e non basta.
Mi chiedo cosa ne sarà di me e non ho risposte confortanti.
3 sentenze:
Sono nella tua stessa condizione, ho 26 anni ma a 34 ci arriverò presto. Sono laureato da due anni e non sono ancora riuscito a fare un colloquio. Invece di rassegnarci e di abituarci perchè non cominciamo a parlare tutti quanti tra noi e vediamo di organizzarci per far sentire che ci siamo??
Posta un commento