sabato 17 settembre 2011

0 City Hunter

Ho finito di guardare le 4 serie che compongono questo lunghissimo e famosissimo anime, tratto dall’omonimo manga che come spesso accade è ritenuto dai cultori nettamente migliore della sua controparte animata. Non posso esprimere un giudizio da questo punto di vista perché non essendo un’appassionata di fumetti nipponici preferisco evitare di esprimere opinioni in merito. Mi limiterò a parlare dell’anime.

Devo dire che ogni volta che veniva riproposto in televisione non ero mai attirata a guardarlo, soprattutto perché il genere poliziesco non mi appassiona, preferisco infatti generi più femminili quando si tratta di cartoni animati o piuttosto storie che hanno un filo conduttore che parte dalla prima puntata e arriva fino all’ultima. Gli anime con episodi quasi del tutto indipendenti gli uni dagli altri li trovo spesso pesanti e difficili da digerire, forse più adatti ad un target più giovane o maschile chi lo sa.

Comunque, di solito io faccio sempre la prova del nove, cioè seguo la prima puntata e poi stabilisco se continuare o meno. Ebbene, devo dire che il primo episodio di City Hunter mi ha molto colpito, in particolar modo per la bella caratterizzazione dei personaggi e dei dialoghi. Se non ricordo male, è forse uno dei pochi episodi della serie che abbia dei toni quasi del tutto foschi e seriosi, in quanto l’anime è noto soprattutto per le gag che vedono protagonista Ryo e Kaori, per le manie sessuali del primo e le martellate dell’altra.

Perciò ho iniziato a guardare questo cartone animato e devo dire che spesso mi sono divertita ma non sono mai arrivata a non poterne fare a meno. Anzi spesso l’ho trovato un po’ ripetitivo, con l’unico centro di interesse nell’amore non rivelato ma palese tra Ryo e Kaori. Comunque ho portato avanti la missione di completare ciò che ho iniziato e mi sono così potuta arrabbiare per la pessima svolta della terza stagione, momento in cui è cambiato l’intero comparto doppiaggio e dove numerosi cambiamenti (in peggio) hanno interessato anche il settore grafico. Questa è una situazione non nuova nel mondo dei cartoni animati ed è un peccato perché quando ci si affeziona alle voci dei vari protagonisti diventa arduo assimilare il cambiamento.

In conclusione, City Hunter non è il mio anime preferito ma gli riconosco il merito di affrontare in modo originale e piacevole il mondo della mala, dei complotti e dei principali temi del genere poliziesco. Carino anche perché c’è tantissima azione ma anche momenti divertenti e casalinghi. Insomma bello per molti ma non per tutti (soprattutto per le signorine).

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