Trama: Simon, un istruttore di fitness, si rivolge a Dylan perché da qualche tempo sta avendo delle visioni inquietanti su omicidi di donne. Ciò che preoccupa maggiormente il ragazzo è il fatto che vede la scena attraverso gli occhi dell’assassino pur non avendo mai ucciso nessuno o comunque non ricordando di averlo mai fatto. Dylan decide di portare Simon da uno psicanalista per accertarsi che il suo non sia un problema mentale più che un fenomeno sovrannaturale. La dottoressa Robin lo ipnotizza e arriva alla conclusione che si tratta di un caso di suggestione frutto di letture o di visioni di film di serie b, ma Dylan non ne è assolutamente convinto e infatti Simon continua ad avere visioni tremende che non lo fanno più vivere tranquillamente. Dylan e Simon decidono così di mettersi alla ricerca dei luoghi visti dal ragazzo durante le visioni e riescono effettivamente a trovarne uno dove è seppellito lo scheletro senza testa di una donna morta una ventina di anni prima. Dylan chiama immediatamente la polizia e l’ispettore Bloch gli spiega che probabilmente la donna è una delle vittime del “tagliatore di teste” un serial killer che agiva negli anni ‘70 e che non è mai stato rintracciato. Dylan prosegue le indagini e grazie all’aiuto di Simon, che nel frattempo è in prigione accusato del recente omicidio (con decapitazione) della sua ragazza, riesce a scoprire che in realtà il tagliatore di teste è ancora vivo…
Commento: l’albo mi è piaciuto tanto, soprattutto mi ha colpito la ricostruzione dei fatti secondo una logica fantasiosa ma proprio per questo affascinante. Ricordi che vagano in un fiume di provincia e che si trasmettono ad un’altra persona attraverso le sue acque. Simon ha quelle visioni perché il fiume ha visto perdere la memoria del serial killer nel giorno in cui questi cadde nel corso d’acqua con la sua macchina e proprio in quel periodo, i genitori di Simon fecero l’amore nel fiume facendo da inconsapevole tramite tra l’assassino e il loro futuro figlio. Bellissimo. Ho apprezzato tutto, dal comparto grafico (più che discreta prova di Di Vincenzo) a quello creativo (un Medda in grande spolvero). La componente femminile è poca cosa nella trama e Bloch è particolarmente severo e intransigente rispetto al solito. Dunque un bel numero che riscatta delle brutte prove precedenti.
VOTO 7
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