Nella Los Angeles dei nostri giorni viene raccontata la storia di una comunità messicana che vive nel quartiere latino della città. Il titolo richiama una ricorrenza tipica del Messico, ossia il festeggiamento dei quindici anni di una ragazza, come fase di passaggio dall’età infantile all’età adulta. Magdalena, la cugina della festeggiata, è a pochi mesi dal compiere anch’essa 15 anni ma qualcosa rovina la festa tanto agognata: rimane incinta del suo ragazzo nonostante non ci sia stato un rapporto completo. Il padre di Magdalena, il predicatore della comunità, la caccia via di casa come peccatrice e lei è costretta a trovare rifugio a casa del vecchio zio Tomàs, dove già vive suo cugino Carlos, gay e perciò ripudiato dalla sua stessa famiglia. I tre riescono a vivere in una pace perfetta nonostante Magdalena venga lasciata persino dal suo ragazzo, un vigliacco che preferisce non deludere i genitori piuttosto che prendersi le sue responsabilità. Purtroppo un giorno i tre sono costretti a trovare una nuova sistemazione perché il proprietario di casa per ritorsione e gelosia nei confronti di Carlos (che aveva iniziato una relazione clandestina col suo compagno) li sfratta senza pietà. Zio Tomàs non riesce a sopportare il dolore di abbandonare la casa dove ha vissuto per trent’anni e muore all’improvviso lasciando un grande vuoto nei due ragazzi e nel quartiere. La sua morte però porta ad una riconciliazione e ad una reintegrazione di Magdalena e Carlos nella comunità che finalmente riconosce i propri errori.
Il film è commovente e a dire il vero fa anche un po’ incazzare. La società descritta esiste veramente, in quanto è notorio che i latino americani hanno una fede talmente accecante e un senso dell’onore così grande che vedono come peccato qualunque comportamento possa arrecare danno e vergogna alla propria famiglia. Come del resto capita ancora nel nostro Meridione e nei paesi islamici. Fa paura e rabbia pensare che una ragazza appena adolescente venga sbattuta fuori di casa perché è rimasta incinta e che un ragazzo sia preso a pugni dal suo stesso padre perché è gay. Nonostante questo però loro riescono ancora a sperare e a lottare per sopravvivere anche senza coloro che li hanno messi al mondo per poi ripudiarli. Una pellicola dura e veritiera, fatta di pettegolezzi e malelingue, di ricchezza esibita e povertà malcelata, con i parenti ricchi che fanno l’elemosina ai parenti meno fortunati per avere un’occasione in più per mostrare i propri soldi all’intera comunità.
VOTO 9
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