Berserk mi ha colpito, non conoscevo questa serie e ne sono rimasta intrappolata sino all’ultimo secondo dell’ultimo episodio. Un antipasto di una vicenda molto più lunga e intricata che si può comprendere nella sua interezza solo leggendo l’omonimo manga. Il protagonista dei 25 episodi trasmessi stranamente su Italia 1 è Gatsu, un guerriero che porta sul corpo i segni di mille battaglie. Nato dal corpo di una donna impiccata viene raccolto da un gruppo di mercenari che gli insegnano le arti della guerra sin dai suoi primi anni di vita. Gatsu sceglie una spada gigantesca per esercitarsi e per combattere, la stessa spada con cui uccide Gambino suo padre adottivo, colpevole di aver venduto il suo corpo ad un membro della compagnia. Gatsu scappa per sfuggire alla vendetta del gruppo di uomini orfani del loro capo, seppur da tempo menomato e sempre più insofferente nei confronti del ragazzo, colpevole secondo lui della morte della sua consorte. La vita di Gatsu si trasforma in una lotta per la sopravvivenza finchè incontra colui che cambierà la sua vita nel bene e nel male, ossia Grifis un giovane dai capelli lunghi che sta a capo dell’Armata dei Falchi. Grazie all’ingresso del forte Gatsu nel gruppo di mercenari, l’armata inanella un successo dopo l’altro diventando ben presto una compagine invincibile e quasi regolarizzata visto che per un certo periodo accetta di entrare a far parte dell’esercito reale di Midland. Gatsu ha trovato la sua dimensione soprattutto grazie ad amici fraterni e alla bella Caska, la ragazza guerriera da sempre innamorata di Grifis. Quest’ultimo però nasconde un oscuro segreto celato dietro il ciondolo chiamato Bejelit, capace di salvarlo sempre dalla morte ma ricco di influenze maligne. Grifis è un uomo ambizioso che vuol coronare un sogno di gloria anche a costo di sacrificare i suoi compagni, ignari del suo fine ultimo. Per riuscire nel suo intento si libera di tutti coloro che intralciano il suo cammino e come ultima mossa viola la principessa durante una notte di pioggia, reato punito con torture fisiche inimmaginabili. Mentre Grifis finisce nelle mani del torturatore che gli recide i tendini e la lingua fino a farlo diventare l’ombra di se stesso, i suoi compagni perdono la loro forza seppur guidati dalla coraggiosa Caska e Gatsu si è allontanato ormai da un anno per cercare il suo personale scopo nella vita. L’armata dei Falchi e Gatsu si ritrovano casualmente e decidono di tentare la loro ultima impresa cioè liberare Grifis. Il progetto viene portato a termine con successo ma tutti si rendono conto che il loro capo non potrà mai più tornare quello di un tempo e lo stesso Grifis tenta di suicidarsi, ormai privo di speranze, ma in quel momento sorge l’eclissi e il Bejelit si anima, grazie anche al sangue del suo proprietario. Il momento è giunto e sembra essere arrivata la fine del mondo in quanto tutto si trasforma in una distesa di teste sanguinanti e oscurità immensa. Sorgono le creature della Mano di Dio che propongono a Grifis di diventare un loro pari ma solo dopo aver sacrificato tutti i suoi compagni, egli accetta e inizia la sua trasformazione. Gatsu, Caska e gli altri vengono subito braccati e in parte decimati da demoni. Grifis una volta risorto a nuova vita (Phemt) violenta Caska sotto gli occhi disperati e inferociti del suo compagno Gatsu che non può intervenire in alcun modo.
Così si conclude la serie animata mentre il manga continua per numerosi numeri, anzi penso che stia addirittura continuando nonostante i tempi di pubblicazione delle serie giapponesi in Italia siano come dire biblici. Come dicevo all’inizio la storia è appassionante e complessa tanto che mi è sembrato quasi un delitto ridurre la trama a queste poche e riduttive righe ma era impossibile scrivere tutto e descrivere le varie sfumature che si possono apprezzare solo vedendo le puntate con i propri occhi. I puristi ritengono l’anime inferiore rispetto alla sua controparte a disegni, io non mi esprimo perchè sinora ho letto solo qualche numero del manga però non posso che apprezzare il doppiaggio e la realizzazione in generale. Certo mancano numerosi passaggi e qualche personaggio ma devo dire che la censura non ha rovinato almeno questo prodotto vista anche la dose di violenza che presenta la serie animata. In confronto Ken il Guerriero è quasi roba da poppanti. Molto sangue e anche scene di sesso, molto funzionali ai fini della storia e dell’intreccio. Che dire? un prodotto ben fatto e che riporta gli anime giapponesi ad un ottimo livello qualitativo molto distante dalla cazzate che ci propone Mediaset. La prima edizione del manga risale al 1989, mentre l’anime è datato 1997 quindi neanche troppo recente. Su youtube si trovano entrambe. Buona visione e mi scuso per eventuali imprecisioni.
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