sabato 10 aprile 2010

0 100 ragazze (2000)

100%20RAGAZZE

Trama: Matthew rimane bloccato in ascensore con una ragazza di cui non vede mai il volto visto che proprio nel momento in cui si stanno per guardare negli occhi avviene un black out. I due copulano allegramente, Matthew si addormenta e al risveglio la ragazza non c’è più. A questo punto decide di cercarla avendo come unico indizio un paio di mutandine. La ricerca è difficile visto che il tutto è avvenuto in un dormitorio femminile composto di 100 ragazze. Fingendosi un addetto alla manutenzione riesce piano a piano a conoscerle tutte, entrando sempre più in sintonia con il mondo femminile sino a quel momento a lui sconosciuto.

Commento: non sono mai stata una con la puzza sotto il naso rispetto ai b-movie all’americana, anzi ne avrò visto decine nel periodo 80/90 anche perchè è proprio da lì che son venuti fuori attori importanti o semplicemente molto popolari (Sean Penn, John Cusack e Patrick Dempsey, solo per citarne alcuni). La situazione è decisamente cambiata con i vari American Pie che hanno portato il genere dagli amori adolescenziali e un po’ classisti al decisamente più prosaico sesso. 100 ragazze è una pellicola che non ha trama, o meglio, la trama è del tutto funzionale a ciò di cui si vuol parlare: cioè il sesso in tutte le sue forme più suine e segaiole. Un sesso per tredicenni con l’onanismo come secondo hobby dopo facebook. Una puttanata in piena regola con dei dialoghi che hanno addirittura la pretesa di prendersi sul serio. Non è infatti un film di gag e doppi sensi finalizzati alla risata volgarotta ma pur sempre risata, no, si tratta di una pellicola che vuol parlare sessualmente parlando del rapporto tra i sessi, utilizzando frasi come “adoro l’ombelico della donna perchè morfologicamente è il preludio a ciò che sta più sotto, quel triangolo che è una freccia che ti indica la direzione da seguire”. Questa è una delle mille perle color escremento che si trovano in questa vaccata di film dove le donne sono o belle e snob o brutte e maiale. La via di mezzo è rappresentata dalle lesbiche e qui ho detto tutto. Gli attori sono tutti stereotipi di ciò che devono rappresentare: il protagonista con una faccia da sfigato di prima classe, il compagno di stanza porco che si allunga il batacchio con dei pesi comprati per telefono, la bellona che in fondo in fondo un’anima ce l’ha, la cessa che legge romanzi erotici per soddisfare i suoi appetiti sessuali, eccetera eccetera. Un film orrendo sotto tutti i punti di vista.

Voto: 1  

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