martedì 13 novembre 2012

0 Yuppies (1986)

Trama: quattro amici, tutti professionalmente affermati, trascorrono le loro giornate tra donne facili e avventure di una notte, tra ristoranti fuori porta per non farsi scoprire dalle mogli e localini alla moda…

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Siamo nel pieno degli anni 80 in una Milano da bere che trasmette in ogni fotogramma l’idea di benessere e vita da nababbi. Questo film visto in un’epoca di crisi economica come quella che stiamo vivendo sembra quasi fantascienza piuttosto che una classica commedia all’italiana. I simboli di quel periodo sono rappresentati da personaggi quali Gianni Agnelli che per i quattro protagonisti (un notaio, un venditore di macchine, un dentista e un pubblicitario) è un vero e proprio modello sempre presente nelle loro vite e nel loro stile (vedi l’orologio sul polsino della camicia). Poi ci sono le immancabili e odiose pellicce indossate da ogni donna che compare nel film e per fortuna almeno questo moda è pressoché scomparsa, il che non può che farmi piacere. Poi i primi cordless, scatoloni giganti e grigi che all’epoca erano in possesso solo di gente ricca e facoltosa. Immancabile anche Cortina, meta preferita dei film dei Vanzina e luogo tipico dell’alta borghesia italiana. Tutto questo ma soprattutto la bellissima colonna sonora rappresenta un pezzo di anni 80 che suscita nostalgia in chi quest’epoca l’ha vissuta e apprezzata e quindi mi sento di consigliare questo film a tutti gli appassionati di quel decennio.

Per il resto posso dire che a me il film è piaciuto molto per molti motivi. Credo che i fratelli Vanzina, in quel periodo (che per loro ha rappresentato una vera miniera d’oro) fossero piuttosto ispirati e capaci di realizzare prodotti che a distanza di anni si fanno ancora apprezzare dai cultori del genere ma anche da chi tutto sommato preferisce film culturalmente più elevati. Le storie ci sono e seppure cadono spesso nei luoghi comuni più beceri, riescono spesso a far davvero sorridere e a volte anche a far proprio ridere di gusto. La volgarità se c’è è piuttosto leggera e non fastidiosa, elemento non da poco quando si parla di questo tipo di commedia che dagli anni 90 in poi ha creato solo spazzatura.

Immancabili poi i tormentoni di tutti i personaggi che pescano sia da Drive in (Ezio Greggio e Vastano) ma anche dal repertorio decennale di alcuni attori quali Boldi e Calà. Tutti sono in forma e capaci di offrire gag piuttosto gustose e divertenti nella loro semplicità. Io poi ho un’ammirazione smodata per il grande caratterista Guido Nicheli (purtroppo scomparso di recente), capace di interpretare il classico riccone milanese senza suscitare antipatia o fastidio. Le donne invece sono da dimenticare in tutta fretta e mi riferisco a Corinne Clery e Federica Moro (questa addirittura doppiata come era comune in quel periodo) che recitano in modo abbastanza piatto e monocorde.

VOTO 6,5 

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